Era il 2 novembre 1975. Pier Paolo Pasolini veniva ucciso barbaramente e ritrovato nella periferia di Roma, senza anima. Lo voglio ricordare con un suo scritto che mi ha lasciato senza parole, per la grande capacità di descrivere il futuro.

«Prevedo la spoliticizzazione completa dell’Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi. Lo so: i comitati di quartiere, la partecipazione dei genitori nelle scuole, la politica dal basso… Ma sono tutte iniziative pratiche, utilitaristiche, in definitiva non politiche. La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come.»
— Da un’intervista rilasciata a Luisella Re su Stampa-Sera nel 1975.