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  • Abbiamo appena concluso l’incontro con l’Assessore regionale ai trasporti della Regione Puglia, l’Avv. Giovanni Giannini.

    Durante la discussione abbiamo discusso del problema e illustrato le ragioni della petizione che abbiamo lanciato più di una settimana fa.

    L’Assessore ci ha spiegato le ragioni di tale aumento, che non è discrezionale, ma basato su una Legge Regionale, la 18/02, che impone l’adeguamento tariffario agli indici d’inflazione ISTAT, oltre che per clausole contrattuali con le aziende.

    Il danno sarebbe stato erariale per la Regione, se questo non fosse stato attuato, e soprattutto non sarebbe stato sostenibile a causa di esigue risorse pubbliche e con la morsa del patto di stabilità sempre presente (un vero problema di tutte le amministrazioni).

    Oltre la questione legislativa a cui attenersi, l’Assessore Giannini ci ha spiegato che nel corso dei prossimi mesi verrà programmato il piano dei trasporti richiesto dallo Stato e il piano triennale dei trasporti per attingere dai finanziamenti europei 2013/2020 le risorse per incrementare e migliorare i servizi di trasporto pubblico.

    Sul miglioramento dei servizi, la Regione tornerà a lavorarci a pieno ritmo subito dopo le programmazioni, aprendo un tavolo di concertazione con le categorie interessate, compresi, ovviamente, gli studenti. Noi ci saremo.

    Questo è l’impegno preso: parteciperemo al tavolo di concertazione per porre il problema e trovare una soluzione idonea alle esigenze dei pendolari, con l’obiettivo di migliorare i servizi, in modo adeguato rispetto alle tariffe, avviando, inoltre, la discussione su un nuovo sistema di erogazione di abbonamenti innovativo. Vi chiediamo pazienza, il nostro primo obiettivo l’abbiamo raggiunto: far sentire la voce dei pendolari, ora attendiamo che la politica faccia il suo corso. Siamo fiduciosi, l’Assessore si è dimostrato molto disponibile a discutere e a trovare soluzioni condivise.

  • Qui il movente è politico. Dalla delibera regionale ne esce un quadro politico non indifferente, che ci porta inevitabilmente a scontrarci con chi ha autorizzato questo aumento tariffario. Spiego le ragioni di tale protesta, penso di poterlo fare a nome di tutti.

    Dal documento qui sotto trovate le motivazione che hanno portato la Giunta Regionale ad aumentare le tariffe: in poche parole, adeguamento agli indici inflazione ISTAT, che oggi ammonta a 7,3% d’inflazione. Questo ha portato ad un aumento di tutte le tariffe di tutti i trasporti pubblici locali, non solo delle Ferrovie Sud Est.

    Fin qui niente di nuovo ma la questione, come abbiamo detto poco fa, è politica: non si può pensare di aumentare le tariffe del trasporto pubblico in un momento in cui, non solo le famiglie sono ancora piegate dalla crisi, ma chi usufruisce del treno o del trasporto pubblico di lunga percorrenza sono studenti, studenti medi e studenti universitari che, comunque, appartengono alle famiglie di cui sopra e che fanno i conti con le spese dei libri e delle tasse universitarie (giusto per ricordarvi che la tassa regionale è magicamente raddoppiata, ma questa è un’altra storia).

    Se c’era una volontà politica chiara, nel voler evitare che i pendolari si addossassero ulteriori spese, oggi non saremmo in questa situazione: per giunta all’aumento dei costi non c’è stato, come è ben chiaro a tutti, un miglioramento dei servizi (vi sfido a prendere posto alle 12 o alle 13 da Bari Centrale, di ritorno dall’università).

    Vi terremo aggiornati sulla vicenda e, magari, non appena concludiamo la raccolta firme (dobbiamo raccogliere minimo 5000 adesioni) andremo a fare visita all’Assessore Regionale ai Trasporti, Giovanni Gannini, con il quale capiremo le soluzioni a tale problema e per rendervi partecipe, sarà una “intervista” video che pubblicheremo poco dopo.

    Continuate a firmare su Change.org e fate girare, perchè l’unione fa la forza e questo è più che scontato.

    change-org

    PS: se vi interessa scoprire di quanto è aumentato il vostro biglietto, ecco a voi la tabella generale.

  • Sul piano delle liberalizzazioni, il Governo Monti sta affrontando un dibattito serio, soprattutto in vista delle diverse proteste che si stanno radicando su tutto il territorio. Dai tassisti ai farmacisti, passando per i servizi pubblici, come, ad esempio, i treni.
    I treni? Liberalizzare i treni? Prima di liberalizzare i treni, bisognerebbe liberalizzare la politica, quella politica che ha messo un veto sullo sviluppo del Mezzogiorno, che impedisce alle popolazioni del Sud di essere fruitori di una linea ferroviaria super veloce, come FrecciaRossa. Come si può parlare di avanzamento della tecnologia, per l’Italia? Quando l’alta velocità si ferma a Napoli? Quando in Puglia è in atto una guerra tra istituzioni locali e Trenitalia, per aver ridotto il numero dei treni a lunga percorrenza? E il resto del meridione?
    Diminuiscono i costi dei biglietti? Migliorano i servizi? Ma i treni? Li mettono i privati? E la manutenzione della rete ferroviaria? Liberalizziamo anche la manutenzione? Oppure l’autorizzazione per avviamento di pubblico servizio, implica che ogni compagnia si debba aggiustare le linee ferroviarie di suo interesse?
    A breve ci toccherà liberalizzare le carrozze e i cavalli, l’assalto al treno, da ora, arriverà dalle diligenze.