Tag: svezia


  • Se l’Europa fa il suo dovere e l’Italia si svegliasse

    In Europa qualcosa sta accadendo. Di certo non per i mercati finanziari, che continuano a condizionare gran parte della politica del continente e del mondo intero, ma per un settore, molto importante (forse per l’Italia meno), quale quello della ricerca scientifica.

    L’Europa ha finanziato, premiando con 1.000.000.000 € due progetti campione, nel vero senso del termine, dislocati uno in Svezia e l’altro in Svizzera.

    Nel profondo Nord dell’Europa, si sta lavorando, infatti, ad un progetto rivoluzionario che trascina con se le progettazioni dei futuri prodotti tecnologici delle grandi case di produzione, americane, cinesi e sud-coreane, europee un po’ meno. Di cosa stiamo parlando? Del Graphene: un materiale composto da atomi di carbonio arrangiati su due dimensioni che, dopo aver fruttato il Nobel a due ricercatori dell’Università di Manchester, promette straordinarie e futuribili applicazioni industriali. La versatilità di questo materiale pare possa sostituire in toto il silicio nelle sue applicazioni industriali. Come già anticipato prima, molte delle principali aziende di produzione e sviluppo delle tecnologie ha già registrato un numero di brevetti a 4 cifre, in Cina 2204, in America 1754, in Corea del Sud 1160, mentre in Europa, lì dove è stato scoperto il graphene, meno di 500.

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  • Friends of better spending, avete rotto!

    Friends of better spending, avete rotto!

    5 Paesi europei bloccano, ancora una volta, i finanziamenti per coprire le spese dell’Erasmus (90 milioni fino alla fine del 2012). Il progetto nato nel 1987 è in fin di vita.

    Germania, Gran Bretagna, Svezia, Olanda e Finlandia hanno deciso di sputare sul piatto dove hanno mangiato. I “friends of better spending“, così vogliono essere chiamati, hanno compromesso, ancora una volta, le sorti del Progetto Erasmus.

    Merkel, Cameron e compagnia non hanno intenzione di rendere l’Europa degna di essere considerata una comunità culturale, ancor prima che economica, ma questo a loro poco importa, figli della seconda metà del ‘900, coccolati dalla pace e dallo stallo dell’opinione pubblica, assopita dall’informazione deviata, censurata e da uno scarso interesse alla Cosa Pubblica da parte dei molti, a favore dei pochi, sempre e comunque loro, i pochi. Pochi non solo nel numero ma anche nel modo di pensare, direi pochezza, che avvolge i leader dei Paesi sopra citati, oggi agli “onori” della cronaca per aver, prima, messo in pericolo i fondi europei destinati alla ricostruzione post-terremoto dell’Emilia e per poi aver, nuovamente, fatto  scattare l’allarme per l’Erasmus, progetto europeo che coinvolge ogni anno centinaia di migliaia di studenti universitari che puntano, con grande interesse e passione, a costruire una propria visione europea, base fondamentale per un progetto, quello dell’Europa che, vista con gli occhi dei suoi padri fondatori, Konrad Adenauer, Robert Shumann e Alcide De Gasperi, tutto doveva essere, tranne che un mero mezzo di gestione finanziaria.

    L’Europa non la farà questa generazione, l’Europa non la farà chi ha vissuto nella bambagia dei privilegi e del “tutto va bene”. Il putrido sentimento verso gli altri Paesi europei, che muove i capi di governo della Germania, Gran Bretagna, Svezia, Olanda e Finlandia è sinonimo di come la macchina sia pronta (l’Europa), ma i piloti siano demotivati e si siano trovati lì per caso. L’Europa sarà ultimata quando la generazione Erasmus prenderà il posto dell’attuale classe dirigente, ad ogni livello e in ogni stato membro.

    Solo chi cresce, vive e vuole mescolarsi con le culture europee può realmente comprendere quale possa essere l’importanza di un continente ormai unificato dagli intenti, dalla cultura e dal modo di intendere le politiche fondamentali.

    Europa non è sinonimo di BCE, Austerity e altri termini economico-finanziari, Europa è molto altro.

    Ovviamente da loro non si può pretendere tanto, sono pur sempre complici del decadimento politico e sociale dell’intero pianeta.

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