Tanti sono i sindaci schierati contro la mafia, in Sicilia, in Calabria, in Campania e non solo. Tutti lasciati soli, come soldati mandati al fronte. La maggior parte di loro sono donne. Grandi donne. In un Paese piccolo, culturalmente.
Leggo con profondo rammarico l’intervista, di oggi, su Repubblica, a Maria Carmela Lanzetta, per sette anni sindaco di Monasterace, nella Locride calabrese.
Maria Carmela è stata un amministratore perseguitato dalla ‘ndrangheta, lasciata sola a combattere per la propria terra.
Dice che neanche il PD è stato in grado di dare un giusto apporto alla causa, nobilissima e importantissima, per un territorio che cerca il riscatto e di liberarsi dalla morsa letale della malavita.
Le istituzioni sono assenti su quei territori e questo è più che assodato, la Lanzetta è una dei tanti amministratori locali che ha denunciato questo enorme problema, ma la logica del “mal comune mezzo gaudio” non è assolutamente applicabile, tantomeno non si può accettare che gli organi centrali lascino le periferie a morire dei loro problemi, senza un dovuto interessamento e concretizzazione degli slogan contro la criminalità organizzata che si sentono dire da destra e sinistra. Nessuno escluso, forse, qualcuno più di qualcun altro.
Denuncia la nomina della Bindi a presidente della Commissione Antimafia e fa bene. Fa bene perché una personalità senza un briciolo di conoscenza e esperienza nel campo della lotta alla criminalità organizzata è qualcosa di assolutamente dannoso per il nostro Paese e per la credibilità delle Istituzioni Repubblicane.
Critica il PD per essere impreparato sulla mafia e sulla lotta alla criminalità organizzata. Questo mi duole molto. Il Partito Democratico ha, al fronte, schierati amministratori locali pronti a difendere la propria terra, mettendo a repentaglio la propria vita, come la Lanzetta (che gira con la scorta).
I cittadini di quei territori vogliono il proprio riscatto, elegge delle sentinelle contro la mafia, ma le sentinelle da sole non possono fare nulla, perché la criminalità organizzata è più grande di quanto si possa immaginare.
Il prossimo PD, quello che nascerà da dopo le primarie dell’8 dicembre, dovrà mettere in cima alle proprie priorità la questione della lotta alla malavita. Almeno parliamo di questi problemi di grande rilevanza, visto che il rinnovamento pare essere ormai solo un miraggio a suon di slogan. Almeno per ora, almeno con determinate persone.