Tag: popolo


  • Cazzerendum

    La democrazia ha i denti di carta. Riesce a mordere al primo colpo, ma in difesa è debole. Eravamo partiti in quarta, ce l’avevamo messa tutta e alla fine avevamo raccolto firme e informato milioni di cittadini, tutti quanti per il referendum sull’acqua, sul legittimo impedimento e sul nucleare, ma ora qualcosa è andato storto. Non credo che sia oggetto di stupore l’attività che il Governo sta portando avanti per disintegrare la fortezza popolare sulle decisioni abrogative come appunto il Referendum. E’ evidente che la situazione porti ad un’unica soluzione: pretendere di votare comunque l’abrogazione delle leggi in vigore o di cambiare (in tempo) il Referendum da abrogativo a consultivo. Perchè non farlo? Perchè non provarci? E’ senza dubbio la via migliore. Non possiamo dipendere dalle voglie di Berlusconi, che peraltro conosciamo molto bene e sappiamo essere contro qualsiasi forma di intromissione democratica.

    Se il Referendum diventasse consultivo, riusciremmo in 2 mesi a impiegare meno lavoro di quello che stiamo facendo ora, per un semplice fatto: il Referendum abrogativo ha quell’anomalia di dover votare SI per dire NO e molte volte le persone anziane o poco informate comprendono il contrario, votando diversamente da quello che pensano. Perciò diventerebbe il semplice, ma non banale: “Volete il nucleare in Italia? SI o NO?”, “Volete l’acqua pubblica in Italia? SI o NO?”, “Volete garantire il legittimo impedimento ai membri del Governo? SI o NO?”. Credo che basterebbe un semplice ragionamento, applicabile anche da un bambino di scuola elementare, per capire cosa è meglio votare, il giorno delle urne.

    Purtroppo questo è un blog “di provincia”, mi piacerebbe che questa idea arrivasse anche a chi ha raccolto le firme, a chi ha speso tutto se stesso per organizzare raccolta adesioni in tutta Italia e che oggi ha costituito i comitati referendari, i coordinamenti di propaganda per il SI (vi ricordo che ci sono 4 SI per questo Referendum, considerando anche quello sul Nucleare. Parlo del SI per l’abrogazione dell’atomo, uno per il legittimo impedimento, due per l’acqua pubblica). Sarebbe una contromossa sensazionale, potremmo mobilitare le parti sociali e farcela. L’unica cosa che bloccherebbe il tutto sono le schede già in stampa, ma visto che a sprechi andiamo abbastanza forti, credo che uno spreco, per una battaglia nobile come questa, sia più che giustificato.


  • Politica inter Populi

    Devo scusarmi con tutti voi per questa mia assenza, ma sono stato impegnato con la scuola e altri problemi. Nel corso di questi 20 giorni, ho maturato una concezione della politica che forse già avevo dentro di me, che magari ero anche riuscito a manifestare, ma oggi la voglio mettere per iscritto, così da dare la possibilità a tutti di potersi confrontare con me.

    Da quando Berlusconi è diventato l’arraffone, pappone e ladrone della politica italiana, un carro armato guidato da antiberlusconiani sta travolgendo tutto, ma in particolare, l’ordinamento politico della Repubblica.

    Ho sempre pensato che i partiti, per quanto possano essere marci all’interno, di marcio ci sono solamente le persone che dirigono, per questo non sono d’accordo nell’attivismo politico sfrenato dell’associazionismo civico che denigra i partiti. L’associazionismo è una cosa bellissima, io vivo di associazionismo e devo dire che le migliori idee nascono proprio durante riunioni di associazioni democratiche. Ma il punto dov’è?

    C’è un’aspetto dell’associazionismo che ritrae una voragine ideologica e sociale, potrei definirla come narcisismo, e forse nemmeno riuscirei a racchiudere il senso. Parlo di quelle posizioni, anche morali, che i membri delle associazioni (non tutti, per carità) assumono nei confronti dei partiti e del mondo politico in sè. Quando qualcuno pensa che il motore della società civile sia l’associazionismo, ha perfettamente ragione. Persino lo Stato possiamo definirlo come una grande associazione. I partiti? Sono delle associazioni politiche, ma hanno un significato diverso dall’associazione culturale o dall’associazione attivista.

    I partiti sono il motore del mondo politico e così dovranno rimanere. La miglior cosa sarebbe quella di vedere persone formarsi all’interno delle associazioni e poi di inserire le proprie capacità in un contesto partitico e sviluppare, su basi ideologiche, morali e inerenti alle istituzioni, progetti per la cittadinanza.

    Se vogliamo salvare la Democrazia, non possiamo disintegrare i partiti. Se vogliamo salvare la Repubblica, non possiamo decidere con migliaia e migliaia di associazioni, ma solo lavorare idee, progetti da consegnare ai partiti e da mettere in cantiere.

    Ultima cosa: impegnamoci a cambiare i partiti dall’interno.