Torno alla newsletter dopo qualche settimana. E mi scuso del prolungato silenzio. Non volevo invadere la vostra casella di posta elettronica come fanno tutti in campagna elettorale: il nostro filo diretto va avanti in molti casi da anni, non è uno spot per prendere due voti. E dopo – alla luce dei risultati – ho cercato con cura di non finire nel tritacarne delle dichiarazioni e dei pastoni studiati con cura dagli addetti ai lavori. […]
Processare Bersani è quanto di più ipocrita ci possa essere. Processarlo dopo averlo scelto alle primarie e dopo aver sostenuto con il cuore il Partito Democratico è l’errore più grande che si possa fare ad un partito che oggi vive in una situazione di grande responsabilità. Pier Luigi Bersani ha portato la sua onesta e coerente modalità di intendere la politica. Ha sbagliato la campagna elettorale, ma non può essere il diretto responsabile del metodo. Il processo, quindi, se deve esserci e se deve toccare determinate persone, quelle sono coloro che hanno partecipato alla riunione subito dopo e alla classe dirigente nazionale che lo circonda. Ora tutti uniti e non lasciamo il segretario da solo. La responsabilità tocca anche noi, soprattutto noi.
“La serietà al governo”. Così era scritto nel 2006 sui manifesti della campagna di Romano Prodi, capo di una coalizione che peraltro di serio aveva ben poco da offrire, composta com’era da una miscela che comprendeva i più vieti demagoghi (Antonio Di Pietro, i Verdi di Pecoraro Scanio) e i più spregiudicati trasformisti (Clemente Mastella, Lamberto Dini, eccetera) […]
Vaffanculo. Ormai di casa nel gergo popolare e direi quotidiano di gran parte di noi, uso così normalizzato, che qualcuno ci fa campagna elettorale sopra, diventa lo slogan di una forza politica.
Quali sono i nemici di chi vuole rinnovare la politica? Quali sono gli ostacoli da superare e soprattutto, quali strumenti utilizzare per compiere un passo storico, importante, per ridare credibilità al nostro Paese?
Si chiedeva sobrietà della politica e delle istituzioni e invece la tendenza oggi è addirittura opposta. Mi chiedo cosa bisogna fare per far svegliare la gente e votare con la testa e non con la pancia. Sembra che la Storia si stia ripetendo, un mix di populismo e violenza viene fuori e ci attanaglia tutti.
Ma contrastare con la violenza, se pur verbale, può essere la chiave della svolta? Perchè bisogna umiliare una persona, nella sua dignità, se pur magari quella persona ha sbagliato, rendendo le cose più difficili ai cittadini? Perchè essere dalla stessa parte?
Mi infastidisce molto questo aspetto e soprattutto non c’è dialogo con chi fonda la propria battaglia sull’offesa.
La corruzione è un veleno sotterraneo. Riparte il futuro, al contrario, è un progetto chiaro e trasparente che si spiega con poche parole.
Basta una firma per aderire alla più grande e innovativa petizione online contro la corruzione. Chiediamo ai candidati alle prossime elezioni politiche di sottoscrivere e rispettare 5 impegni di trasparenza, entro i primi 100 giorni di governo.
Vogliamo arrivare a primavera con una nuova luce sul nostro futuro.
Quante volte, ci sentiamo dire “sono tutti uguali”, “è tutto uno schifo”? Tante volte, molte di queste sono strumentalizzate, sono offuscate da slogan di campagna elettorale, da parte di chi costruisce il proprio consenso sull’ingiuria e sulle offese, sul qualunquismo e sul disfattismo.
“Sò tutt’ na maner!”, dice un vecchio signore passeggiando con un suo amico per le vie di un paese del Mezzogiorno, in questo caso pugliese.
Ma è veramente così? È giusto tirare tutti nel calderone? Nessuno escluso e magari senza un giusto processo? No, non è giusto. È la cosa più sbagliata che si possa fare. Il non conoscere le realtà, il non saper cogliere il giusto da un marciume che sì, è dilagante, ma è fuso con chi intende la politica vero servizio civile, alla comunità.
Chi non ha contenuti, chi marcia sullo scontro e sulle offese, scomparirà con la stessa velocità con cui è cresciuto nei sondaggi, perchè non potrà essere un VAFFANCULO a cambiare l’Italia. Chi come me, ogni giorno, cerca di costruire qualcosa per il bene comune, chi si spende con passione e dedizione, deve combattere quotidianamente con tanti muri sordi, invigoriti dalla rabbia che bolle nei loro corpi, alimentati dal megafono della strategia pseudo-rivoluzionaria.
Ho deciso di sottoscrivere l’appello Ripartire dalla cultura, perchè credo sia importante sviluppare una visione del nostro Paese che rinvigorisca le radici culturali, storiche e artistiche, segni distintivi dell’Italia rispetto agli altri paesi europei e del resto del mondo.
La cultura oggi, non rappresenta solo teatro, musica, pittura, scultura e tutte le forme concrete, tangibili che si possono attribuire ad essa, ma è anche istruzione, ricerca e quindi scuola, università, formazione.
Se l’Italia fosse paragonata ad un corpo umano, ricollegherei la cultura alle piastrine del sangue, pronte ad intervenire in caso di trauma, a bloccare la fuoriuscita della forza necessaria per ripartire e per non essere in pericolo. Ecco l’importanza della cultura, ecco perchè è importante sottoscrivere questo appello, che vi invito a leggere e a porre il vostro nome a supporto.
Prendetemi per terrorista, violento, estremista, fate pure, ma non mi interessa. Ciò che il Popolo della Libertà sta compiendo in questi giorni è logorante, vergognoso, da reato penale, da veri esemplari di pochezza intellettuale e politica.
La foto parla chiaro, il PdL gioca con la disperazione della gente, con la disinformazione che contribuisce ogni giorno a creare.
Umiliante, da vomito, non so più che parole usare per descrivere questo ennesimo attentato alla dignità degli italiani e del loro voto. Poveri anziani presi in giro, povere famiglie in difficoltà che si ritrovano a combattere tra la ragione e la tentazione.
Il Partito Democratico esporrà una denuncia alla Procura della Repubblica contro questo colpo basso agli italiani.
Ecco la lettera in questione (clicca sulla miniatura):