Lo dicevano sul PDL, con a al timone il fedele del generale, forse fino a qualche tempo fa, Alfano, lo dicevano su tutto, ma non su quello che sembrava un progetto antagonista alla politica dell’affarismo e delle mazzette – basti pensare il passato del suo fondatore e del come e perchè sia andato alla ribalta, fino a scendere in campo, in una politica, quella della Seconda Repubblica, fondata sul carisma e sugli slogan. Diciamoci la verità, il carisma c’era, forse era opposto, l’uno all’altro, ma Berlusconi e Di Pietro hanno avuto molto in comune ed oggi ne abbiamo la conferma: nessuno può esistere se l’altro non sopravvive. Berlusconi questo anatema potteriano di certo non lo da a vedere, forse non è del tutto così, perchè per lui basta e avanza che nel Paese, tra i cittadini, ci sia qualcuno che sente la propria pancia e non il proprio cervello, qualcuno che ancora crede che il giusto sia togliere l’ICI una volta, oggi l’IMU, dalla prima casa, che il giusto sia dar vita a condoni, condoni e condoni, raggiungendo l’apice della politica al servizio dell’illegalità, responsabile dei tanti disastri, come quello delle Cinque Terre e simili, dove case e strade sono state spazzate via dal fango, segno di come la natura prima o poi decida il destino di ognuno, e decreta se il giusto sia quello inteso dagli uomini oppure no.
Di Pietro è stato abbattuto e non credo che l’autore, o meglio l’autrice, di questa caduta sia la Gabanelli e il servizio mandato in onda qualche giorno fa sul patrimonio dell’ex-magistrato su Report, o forse lo è stato in parte, sarà stata la spallata finale, ma è la fine della Seconda Repubblica a decretare, senza giri di parole, quale siano i partiti a dover sopravvivere e quali no.
Se la Prima Repubblica è stata quella dei partiti, la così ricordata partitocrazia e la Seconda quella dei leader carismatici, la Terza, non ancora iniziata e forse non inizierà per il momento, dovrà essere quella dei programmi e delle idee, almeno che, per l’ennesima volta, le aspettative della gente vengano sostituite da una nostalgia, per qualcuno, di anteporre l’IO al NOI. Tutto da vedere. Fatto sta che il prossimo a sopperire, se non cambiano le cose, sarà il nascituro Movimento 5 Stelle.
I personalismi non si arrenderanno mai? Noi neppure (giusto per citare qualcuno).
Una simulazione su cosa accadrebbe in Parlamento con l’ultima proposta di legge elettorale avanzata in Commissione.
L’11 ottobre il Senato della Repubblica ha licenziato una proposta di modifica dell’attuale legge elettorale, il cui testo può essere scaricato qui.
Per sommi capi e’ una legge elettorale proporzionale, basata sulmetodo d’Hondt con una soglia variabile di accesso alla ripartizione dei seggi indicativamente del 5% a livello nazionale e un premio di maggioranza del 12,5%.
Vediamola piu’ in dettaglio.
Alla Camera, tolti i seggi del premio di maggioranza (76) e quelli assegnati dalle circoscrizioni estere (12), rimangono da assegnare 541 seggi.
Questi seggi vengono ripartiti con metodo d’Hondt tra le liste nazionali che
hanno superato il 5% a livello nazionale
qualora coalizzate con altre liste hanno superato il4% a livello nazionale
hanno superato il 7% in un insieme di circoscrizioni elettorali che assommino almeno 1/5 dell’elettorato
siano liste rappresentative di minoranze linguistiche conosciute, presentatesi in una circoscrizione in una regione a statuto speciale che preveda la loro presenza
Alla coalizione col maggior numero di voti vengono assegnati poi i 76 seggi del premio di maggioranza e quindi il totale dei seggi viene ripartito in maniera proporzionale nelle singole circoscrizioni.
Il medesimo metodo si applica al Senato della Repubblica che ha un premio di maggioranza di37 seggi, con la particolarità pero’ che il calcolo delle liste ammesse alla ripartizione dei seggi su base regionale avviene su base nazionale e il calcolo dei seggi da assegnare viene fatto con il metodo proporzionale classico. Per esemplificare: se SEL ha più del 5% a livello nazionale ma il 4% nel Veneto, viene comunque ammessa alla ripartizione dei seggi al Senato in Veneto.
Da sottolineare anche come il metodo d’Hondt in caso di ripartizione di pochi seggi favorisca il primo partito a scapito dell’ultimo, producendo alla Camera un lieve effetto distorsivo a favore del PD.
Utilizzando questo metodo abbiamo simulato una tornata elettorale considerando le medie da noi calcolate a inizio settimana. Abbiamo, per semplicità, accorpato i piccoli partiti di centrosinistra e centrodestra, che vanno sotto la voce Altri, al PD e al PDL, mentre abbiamo ipotizzato che le liste del Terzo Polo si unirebbero, come pare, in una lista unica. Abbiamo infine considerato una coalizione PD+SEL e una seconda contenente PDL e La Destra.
Fatte queste assunzioni si può subito notare che La Destra i Radicali e la FdS non raggiungono la soglia di sbarramento e quindi non avrebbero accesso al parlamento. Inoltre, nonostante la coalizione di centrosinistra vinca facilmente le elezioni e si aggiudichi il premio di maggioranza non ottiene la maggioranza dei seggi in nessuna delle due camere, costringendo quindi i vincitori delle elezioni a cercare un accordo in parlamento o con il Terzo Polo o con l’IDV o con il movimento di Beppe Grillo per garantire un governo al paese.
Ho avuto modo di parlare con una ragazza canadese, per quanto il mio inglese mi abbia permesso di farlo, e sono venuto a conoscenza degli argomenti che trattano nella loro scuola, di ciò che si discute in una scuola americana: in un Paese dove la democrazia è all’ordine del giorno, si studia un altro Paese dove la democrazia è un sogno e il buon gusto è precario quanto lo sono milioni di lavoratori. Prossimo compito in classe? “Confronta il Governo Canadese da quello Italiano e spiega, secondo te, perchè Berlusconi è libero di fare tutto quello che vuole”. Penso che le parole della traccia lasciano poco spazio ai commenti. Lo dicevano i padri della Filosofia Occidentale, come Aristotele: “l’uomo è un animale politico” e possiamo dire che l’uomo cerca di rinunciare alla sofferenza della solitudine, attraverso la creazione e lo sviluppo strutturale della società. Ma se la società perde il suo fine principale, che senso ha la sua esistenza? Ma l’ipocrisia, mista alla follia che sta portando il Premier ha lasciare dichiarazioni e a sbandierare sentimenti obliqui su un modo di essere, un punto di vista o nelle peggiori delle volte starnazzando attacchi contro gli omosessuali e la scuola pubblica del Paese di cui si è Presidente del Consiglio. Ma la domanda da un milione di dollari è proprio questa: è mai possibile che alla vista di un panorama completamente compatto contro provvedimenti e modi di riformulazione dell’ordinamento statale, marcate da un colore politico, quello della maggioranza, uno non pensi che di sbagliato c’è solo lui?
In questi giorni pare che il PDL abbia ormai deciso la sua linea politica: bombardamento ad oltranza con provvedimenti scandalo e proposte schifo, pur di salvare B. dalla legge, quella legge che se vede un “comunista” come protagonista, diventa il pilastro centrale dello Stato di Diritto sognato dal centro-destra berlusconiano. Quanto continuerà ancora questa farsa? Quanto saremo ancora costretti a distogliere gli occhi dai problemi del Paese, tipo la disoccupazione giovanile che continua a crescere, e pensare alle parole di Berlusconi, del Presidente del Consiglio, del nostro rappresentante ufficiale (purtroppo) all’estero? Vorrei che nelle Università si parlasse di ricerca e di sviluppo, di progetti sulla crescita in campo tecnologico, sociale, politico, culturale, economico, giuridico e non dover vedere gli universitari, ogni giorno, tramortiti nel vedere il proprio futuro spazzato via e di essere considerati dei vasi vuoti in cui inculcare pensieri e nessi logici, frutto di un elaborato modo di comprendere la crescita inviduale da parte delle vecchie generazioni, vecchie e marcie generazioni.
Puntiamo al cambiamento. Se è l’aria frizzante del Mediterraneo ad essere portatore di democrazia, allora respiriamola e nelle nostre menti avviamo la rivoluzione più piccola del mondo ma con un’importanza così grande, da essere l’artefice di un nuovo passo.
L’Italia è in pericolo. L’Italia è in serio pericolo. La società è allo sbaraglio. I cittadini vedono il proprio reddito scendere a vista d’occhio(-2,7%). I giovani vedono il loro lavoro (precario) sempre più lontano, la disoccupazione giovanile è salita al 29%, dato storico. Il Parlamento non ha più poteri, il dittatore con il passamontagna ha ormai sradicato il senso di quei posti, dove si è fatta l’Italia, dove sono nati i veri progetti per lo sviluppo del Paese. La paura è tanta, non si riesce a comprendere da che parte stare. Il senso dell’umiltà è ormai scomparso, non c’è nemmeno più la dignità di ammettere di aver sbagliato. Tutto questo è stato sostituito dalla superbia e dalla faccia tosta di negare la realtà, di negare le parole trascritte dalle intercettazioni. Le televisioni sono impantanate in un contesto melmoso, fatto di servitù politica e di lecchinaggio a tutto spiano. Annozero fa un unico errore: lascia troppo spazio a puttane e papponi e non si occupa di sondare il territorio, di effettuare un’indagine giornalistica degna di una trasmissione da 7 milioni di telespettatori. L’alternativa al berlusconismo doveva essere il centro-sinistra, ma qui pare essere la nuova destra di Fini. Che dolore atroce al popolo riformista di sinistra, che dolore atroce a chi ha creduto in un progetto. L’ipocrisia è in tutti noi, ognuno di noi ha qualcosa dentro di se che lo rende impocrita, purtroppo, nel momento meno opportuno. Il centro-destra italiano è stato mangiato vivo da Berlusconi, ma la sinistra è stata divorata in un sol boccone dall’anti-berlusconismo. Il Partito Democratico perde sempre consensi, pur perdendo credibilità anche il PdL e la Lega. Il partito più grande d’Italia ha un nome e governerà il Paese nella prossima legislatura, si chiama il Partito dei Cittadini Incazzati, il partito degli astensionisti. Gli astensionisti sono coloro che affrontano la situazione con un forte gesto politico, molto di più di quello che sembra. La situazione è paradossale, in un sistema democratico, basato di forti divergenze tra destra e sinistra, se una parte perde consensi, l’altra ne trae vantaggio, facendo suoi i voti degli scontenti. In Italia è tutto diverso, come sempre. Il grande centro, in realtà è una farsa, un’orgia politica, nata con l’unico scopo di portare i partiti che la compongono al Governo. Un partito che durerebbe 10 min, 6 se all’interno c’è anche il Partito Democratico. La sensazione di smarrimento nel più grande partito di sinistra è forte, a dimostrarlo sono anche i Giovani Democratici di Tivoli, con la loro lettera di addio al PD e l’annuncio del passaggio a SeL. Dovrei parlare di partiti? I partiti sono troppi e troppi rimarranno fino alla caduta della Seconda Repubblica. La Prima è stata la Repubblica delle coalizioni post-elezioni, la Seconda quella del leader al comando della coalizione. Ma dopo cosa accadrà? Si avvierà un nuovo processo, o si ritornerà indietro? Ci sarà una Terza Repubblica? Quella fondata sulle idee e sui progetti comuni o si ritornerà alla Repubblica della DC e del compianto PCI? Il consenso pare essere l’unico pane dei partiti. Tutto viene fatto esclusivamente per quello, ma se una determinata mossa, magari positiva per il Paese e per rilanciare, ad esempio, l’economia è impopolare, non si fa. Meglio il populismo, meglio sparare fesserie a tempo record. Tutta l’Europa si prende a braccetto per risollevare l’economia del continente, per salvare l’Euro dalla speculazione, ma l’Italia preferisce parlare, solo ed esclusivamente, di giustizia. Chissà per quale motivo. Io sono stanco di sentir parlare di lodo, legittimo impedimento, leggi ad personam, voglio sentir parlare del mio futuro. Voglio accendere la tv, guardare Ballarò e sentir parlare Bersani del futuro dei ragazzi di questo Paese, voglio sentir dire da un esponente dell’opposizione di essersi stancato di parlare di puttane, consigliere regionali e ministre. Voglio sentir dire da un esponente dell’opposizione che se il programma ha come tema i fatti personali del premier, lui non parteciperà alla trasmissione. Voglio sentir dire questo, voglio capire da che parte stare. I cittadini si stanno mobilitando, il 13 febbraio a Roma e in tutta Italia ci sono state manifestazioni per la salvaguardia dei diritti e della dignità delle donne. Io amo le donne. Amo il loro modo di essere, di saper interpretare il mondo. L’uomo senza la donna è perso. Se Dio creò la donna da una costola dell’uomo, significa che senza quella costola noi crolleremmo all’istante, come invertebrati. In tutta la Penisola, c’è una raccolta firme in corso, per chiedere le dimissioni di Berlusconi. Anche qui andiamo divisi. Anche qui il PD ha i suoi moduli e Rifondazione Comunista i suoi. Ma perchè sono sempre gli stessi a fare queste cose? I cittadini sono stanchi! L’Italia dei Valori e Sinistra Ecologia e Libertà hanno aderito all’iniziativa firmando i moduli dell’altro partito, senza creare dei propri moduli, con testi differenti e con una matrice politica un po’ diversa. Pensate che i cittadini siano contenti nel vedere questo scempio? Io sputerei per terra. L’ipocrisia di chi guida è tanta. I paraocchi di chi è alla base, immensi. Non ci accorgiamo che chi chiede sacrifici, non ha mai sentito la necessità di dare l’esempio. Il predicare bene e razzolare male, porta ad un’unica strada, quella della fine. Berlusconi ne è l’esempio, il 6 aprile sarà processato e se fino a quel momento, non si sarà fatto una legge ad personam, sarà la fine per colui che, più di tutti, ha preso in giro l’Italia. Dall’altra parte del Mediterraneo sta accadendo qualcosa di bellissimo. I dittatori sono schiacciati dal Popolo, con la P maiuscola. Anche in Iran e Algeria è iniziata la rivoluzione. Dobbiamo avere coraggio e soprattutto capacità di credere in qualcosa di remoto, ma che prima o poi potrà toccarci e cambiare la nostra vita. W l’Italia. W il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. W il Sud. W il Nord. W il Centro. W le Isole. W Noi. W chi ha voglia di cambiare.
Il PdL ha deciso di lasciare un esposto per far passare il “RubyGate” dal Tribunale di Milano, al Tribunale dei Ministri. La battuta finale dello stato maggiore del partito di B. è stata questa. La motivazione del passaggio è molto semplice: Berlusconi ha fatto quella telefonata alla questura in qualità di Presidente del Consiglio. A dirlo è stato proprio il suo partito. Ma che linea difensiva è questa? In un paese normale, a quest’ora se la maggioranza ponesse come giustificazione, di un intervento giudiziario, quanto detto sopra, scatterebbero subito le dimissioni. In Giappone, nel Novembre 2010 il ministro delle giustizia si dimise per aver fatto una battuta. Stessa cosa in Portogallo, dove il ministro delle finanze, dopo aver fatto le corna in parlamento, si dimise immediatamente. Berlusconi oltre alle corna, fatte in tutti i sensi, ha fatto molto altro. Ma nulla si muove. Cosa accadrà ora? E se passa al Tribunale dei Ministri? Anche se è contestabile tale decisione, perchè di ricollegabile all’incarico di Premier, non c’è nulla. Non ha di certo inviato una truppa della Protezione Civile a prelevare Ruby. Ma allora? Cosa tiene ancora in piedi questa situazione?
In Italia ci sono tanti problemi, forse anche troppi, anzi senza forse, ci sono. Il rincoglionometro del Paese parla chiaro: tutto è rivolto verso le escort, ma nessuno si sta occupando dello sciopero generale che ci sarà domani, da parte della FIOM e della CGIL. Nessuno parla di ciò che sta accadendo in alcune parti del mondo, molto vicine peraltro, al nostro Paese, come l’Egitto e l’Albania.
Mubarak, classe ’28, presidente dell’Egitto da 30 anni, ha praticamente preso il controllo del paese delle piramidi. Ora lì, in quel posto così tanto amato dal turismo internazionale, in quella città dove Obama pronunciò, il 4 giugno 2009, quel grandissimo discorso, oggi c’è una rivolta frenetica, un’onda di democrazia pura. In Albania, primo paese di scambio commerciale per l’Italia, il palazzo del governo è stato attaccato, ci sono stati feriti, i socialisti hanno alzato la testa. La sinistra, in alcune parti del mondo, ha deciso di fare piazza pulita di alcune situazioni scomode, anti-democratiche.
L’Italia ha fatto il vaccino anti-democrazia, da quasi 20 anni, ormai.