Tag: PD

  • Vorrei capire diverse cose. Prima di tutto dove si voglia arrivare con questa situazione di disagio che io sto provando (e credo molti altri) su una situazione politica difficile – che va risolta quanto prima per non trasformare ogni volta il dibattito interno come uno strappo – e, anche, per la battuta infelice di Mineo. Seconda cosa, per quale assurda ragione tutte le volte che c’è un dissenso si sente nell’aria puzza di scissione. Io lo dico chiaro e tondo: il PD è il mio partito e lavoro per cambiarlo in meglio. Sarà difficile, sarà un sogno, sarà, forse, ingenuo credere di poterci riuscire? Io da quando faccio politica non ho mai preso posizioni strumentali, che mi abbiano reso più facile la vita nel partito.
    Vivo la mia vita da membro di una comunità politica con la consapevolezza che ci sono persone mature, per bene, disponibili al dialogo e alla condivisione. Nei Giovani Democratici così come nel PD. Per questo credo che serva il rispetto di un principio fondamentale: il rispetto della dignità delle persone. Questo rispetto non lo hanno portato ne Mineo, ne Renzi. Da qui ripartiamo, dai nostri errori, per migliorarci. Deve essere questa la nostra forza. Non un cognome.

  • Qui di seguito, lo studio fatto da SWG sul risultato delle Europee. Un dato importante c’è, tra i tanti, e mi riempie di gioia: il PD è primo partito tra i giovani elettori, miei coetanei (18-24 anni).

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  • Non pubblico da molto tempo su questo blog e spiegherò le ragioni. Lo farò raccontandovi cosa stiamo facendo in questo periodo e cosa, in particolare, mi porta ad essere lontano da questo spazio di condivisione di idee al mio e, soprattutto, vostro servizio.

    Ho iniziato a militare nel Partito Democratico, entrando nella sua giovanile, i Giovani Democratici, nel 2010. Sono passati ormai 4 anni da quel giorno e devo ammettere che tanto è stato il lavoro svolto finora, diverse vittorie collettive ci hanno segnato, anche diverse sconfitte. Ad oggi contiamo una vittoria di non poco conto, un prosecuzione di quello che abbiamo iniziato con Liliana Ventricelli, nostra rappresentante alla Camera dei Deputati, una ragazza di 28 anni, da più di un anno Deputata della Repubblica, eletta grazie alle Parlamentarie del PD di dicembre 2012, risultando la prima degli eletti in Puglia.

    Oggi questo progetto di rappresentanza si allarga, grazie all’impegno di moltissimi, tra ragazze e ragazzi, grazie alla testardaggine che ci contraddistingue e che ha portato la giovanile ad ottenere dei propri candidati all’interno delle liste del Partito Democratico, in tutta Italia, alle Elezioni europee.

    Alle elezioni del 25 maggio prossimo, ci sono ragazzi, come noi, candidati. Per il collegio Nord-occidentale (Liguria, Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta) c’è Brando Benifei, per il collegio Sud (Puglia, Campania, Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria) ci sono Roberta Capone e Stefano Minerva.

    Stefano, 28 anni, di Gallipoli, è balzato agli onori della cronaca per la vicenda che l’ha visto protagonista, nata dall’ultima Direzione nazionale del PD, quando si è visto aggettivare come “errore di battitura” e cancellato con un colpo di spugna dalla lista.
    Abbiamo messo in moto una campagna virale che ha prodotto i suoi risultati, più di 900 firme raccolte nell’arco di 48 ore, la base del partito, elettori e dirigenti ed eletti del PD si sono schierati senza se e senza ma a difesa della democrazia e della rappresentanza, oggi insita nella figura di Stefano Minerva, come espressione del territorio ma anche come simbolo di meritocrazia, di un ragazzo che ha girato in lungo e in largo l’Italia, specialmente il Mezzogiorno, come dirigente della giovanile, mettendosi al servizio della Comunità, sempre e comunque.

    A breve sarà online il sito di Stefano, incomincerà la campagna virale sui social e per le strade sentirete parlare di questo giovane Minerva, dall’accento salentino ma con la testa proiettata in Europa, per il Mezzogiorno e la sua gente.

    #voglioMinerva deve entrare nella TT di Twitter, perché non possiamo perdere l’occasione di farci rappresentare da un ragazzo senza interessi personali, con la passione che gli scorre nelle vene e che è fortemente percettibile dalle sue parole.

    Questa occasione non possiamo lasciarcela fuggire, dobbiamo impegnarci a fondo per rompere gli argini e invadere con le idee un’Europa che deve cambiare, senza populismi, personalismi ed euroscettici, ma con la forza dei progetti collettivi e delle rappresentanze vere.

    Come potete immaginare, in quanto responsabile della Comunicazione dei Giovani Democratici pugliesi, le mie forze sono tutte dirette verso la campagna elettorale di Stefano, in primis, e verso quella dei tantissimi ragazzi che quest’anno si candideranno nei propri comuni, come consiglieri comunali. Per questo pubblicherò in modo sporadico, fino al 25 maggio. Seguiteci, tuttavia, sui social, sulla fan page di Stefano e quella dei Giovani Democratici. Sul sito dei GD Puglia e su quello di Stefano (che pubblicheremo a breve).

    Nessuno di noi è solo. Possiamo isolarci, ma un progetto ambizioso e forte come il nostro si incrocerà sempre con la vita degli altri.

    Benedetto Croce, durante il discorso inaugurale del 1° Congresso dei Comitati di Liberazione Nazionale, tenutosi a Bari il 28 e 29 gennaio 1944, diceva:

    Signori,
    Questo nostro è un convegno politico; e nessuno meno di me, che ne ho tenacemente difeso nel campo dottrinale l’autonomia e l’originalità, può pensare di prendere la parola per negare l’ufficio e l’importanza della politica nella vita dei popoli come degli individui.
    Senza politica, nessun proposito, per nobile che sia, giunge alla sua pratica attuazione.

    Queste parole mi hanno emozionato, hanno lasciato un solco profondo dentro di me. Con questo spirito ci mettiamo al servizio dei cittadini e dei nostri territori.

    Possiamo farcela, forza!

  • Ieri, assieme ad Ezio e Gianclaudio, ho intervistato Elly Schlein, leader di OccupyPD e componente della Direzione nazionale del Partito Democratico, protagonista della mozione Civati, durante l’ultimo congresso nazionale del partito, con cui abbiamo parlato del Governo Renzi e soprattutto della visione complessiva del panorama politico nazionale.

    Altrettanto interessante è stato l’intervento di Giovanni Favia, Consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, ex-M5S (orgogliosamente, stando alle sue parole), con cui abbiamo parlato del confronto Renzi-Grillo, del decreto Imu-Bankitalia e ovviamente del Governo Renzi.

    Riascolta la puntata, qui.

    Ps. da oggi Radio Locale si chiama Radio ANSiA, ecco qui la pagina su Facebook.

    Il logo di Radio ANSiA • solo su Radio JP

  • Siamo al bivio. Quale sarà il futuro del Partito Democratico? Provo un grande malessere, in queste ore, per quella che potrebbe essere la sorte di un progetto che ho amato e che amo tutt’ora. Non bisogna mollare, ma combattere. L’incoerenza lasciamola agli altri. A testa alta, combattiamo per noi, per il PD e per l’Italia.

    È un dolore nuovo, per me, quello che sto provando in queste ore. Una situazione che non avrei mai sperato di dover affrontare, almeno non ora, ma che mi scaraventa contro un muro e mi pone davanti serie difficoltà, serie decisioni da prendere, da analizzare, da pesare e soprattutto una necessaria introspezione, che mi faccia riflettere e comprendere cosa io sia, cosa io voglio dalla politica e, soprattutto, per la politica.

    Pippo Civati ha puntato, contro di me, dei raggi X, costringendomi a vedermi dentro, una scoperta difficile, se ci pensate, non sempre facile da comprendere e d’accettare.
    Perché tutto questo? La risposta è semplice. Perché la situazione politica attuale ha portato ad una bivio: o fiducia o cambio di passo. In questo video, è racchiuso il senso del mio malessere che ho definito psico-politico.

    Mi fermo, mi tuffo nella mente e penso a cosa sia meglio fare. E guardate, per chi crede che questo dolore, che io provo, in questo momento, possa essere sinonimo di insicurezza, si sbaglia di grosso. Machiavelli ci fa capire che l’uomo insicuro è colui che viene travolto dagli eventi, ma qui non si tratta di insicurezza, ma di un sentimento profondo verso un progetto politico, ora minato dagli eventi tragici che accompagnano la politica nazionale, soprattutto il PD, ma che ha un valore immenso, troppo grande da poter sostituire.

    Pippo, come possiamo abbandonare la nave? Abbiamo subito un arrembaggio, ma non possiamo buttarci in mare e non combattere, per salvare una nave che tutti quanti noi abbiamo contribuito a costruire. Come possiamo? Io non lo capisco.

    Lasciare il Partito Democratico, per me, sarebbe un dolore troppo grande e troppo ingiustificabile, che non riesce a trovare pace dentro di me. Aiutiamoci ma non molliamo. Chi ti spinge a questo deve rifletterci. Votare contro la fiducia ad un governo guidato dall’attuale segretario è una sfiducia verso il Presidente del Consiglio, non verso il partito. Sarebbe incoerente con quello che succede negli organi decisionali: allora se votiamo no in Direzione nazionale è anche quello un dissenso sulla linea, dovremmo andarcene ogni volta in cui diciamo no a qualcosa. Se così fosse, dove saremmo ora? Non lanciamoci contro degli aculei che gli altri ci hanno preparato e su cui vogliono vederci finire a velocità fulminea.

    Non darò mai la soddisfazione a chi vuole allontanarci dal partito, falsamente forti nella loro posizione, grazie all’esito delle scorse primarie. Il PD non è un partito personale, ma rischia di diventarlo se molliamo. Non posso accettare una cosa del genere. Io voglio combattere tutti coloro che vogliono vederci alla gogna politica, da dentro, negli stessi luoghi, non a distanza.

    Me ne fotto altamente di quello che pensano i vari troll presenti nella Rete, il PD deve essere la risposta giusta non solo per l’Italia, ma anche per chi vuole fare politica seriamente e con la consapevolezza che solo la responsabilità di un partito grande come il PD può dare.

    Non voglio mollare. Ho troppa rabbia per poterlo fare, ho troppa voglia di riscatto per poter accettare una cosa del genere. Ho troppa voglia di spazzare via l’arrivismo che sta caratterizzando, per molti versi, il partito, in questo momento. Io voglio spazzarlo via, ma non da solo. Ho bisogno di sentirmi parte integrante di una forza pura, piena di passione. Ho voglia di vedere alcuni di quelli che ho incontrato in Assemblea regionale essere messi all’angolo, in netta minoranza, sfiduciati dalla politica, da un PD capace di essere PD.

    Pippo, quale può essere la risposta giusta? Neanche io la so, ed è per questo che, pur non potendo essere di persona a Bologna, questa domenica, mi auguro di poter seguire in streaming e di comprendere quello che succede e magari rispecchiarmi appieno nelle parole di qualcuno che interverrà e dirà le stesse mie cose. Spero possa essere tu, quella persona, Pippo.

    Una cosa è certa, il mio appello, se pur da una posizione di semplice militante, attualmente dislocato in Assemblea regionale in Puglia, è quella di non mollare. Immaginiamo il PD come un grande ring dove, lo scorso dicembre, ha vinto il titolo Renzi, ma un titolo che non è a vita e che si spezza al peso dell’incoerenza palpabile delle proprie azioni. Sono certo che, con la nostra presenza e il nostro lavoro, quell’incoerenza non travolgerà il PD, che sarà capace di auto rigenerarsi, ma spazzerà via solo i responsabili.

    Sono passati solo 2 mesi dalle primarie, la strada è ancora lunga e in salita, ma abbiamo appena iniziato a correre. Ci serve solo forza di volontà e la Storia farà la sua parte.

  • O meglio dire “della minoranza”, al singolare, perché il PD attualmente ne ha una sola, soprattutto dopo l’indecente allineamento di Cuperlo alla linea del Segretario.

    Non ho potuto fare a meno di notare, in giro per i social network, che ormai tutti si sentono segretari del PD e tutti vogliono dettare la linea politica a quello e quell’altro, senza una benché minima idea di cosa significhi pluralità (democrazia è troppo generico e si potrebbe rincorrere nell’emblematico “eh ma..Renzi ha preso un sacco di voti, più democrazia di questa…”).

    Molti politologi e statisti dell’ultim’ora, dopo la presa di Palazzo Chigi da parte di Matteo Renzi, credono che la soluzione migliore, quella giusta, sia cacciare i dissidenti interni.
    Ora, fermatevi un attimo e riflettete sulla gravità in cui sta sguazzando il dibattito interno al Partito Democratico. C’è da mettersi le mani nei capelli.

    Quello che si sta cercando di fare è eliminare l’opposizione interna al PD rispetto alla linea di Renzi. Un vero tocco da nostalgici del fascismo, seppur spostato a sinistra.

    Provo noia ma anche un po’ di compassione per coloro i quali, da ormai un po’ di giorni, non riescono più a dormire sereni e sognare una Smart o una Giulietta fermarsi e caricarli nel portabagagli. #Statesereni! Che diamine! Capisco che molti di voi fino a qualche tempo fa hanno assistito dalla finestra perché “questa politica così nun ce piace“, aspettando il principe azzurro e il suo cavallo alato (più che azzurro è arrivato viola, con la maglia della Fiorentina), ma abbiate la pazienza di capire cosa significhi vivere in un partito non personale. Ripeto, non personale.

    Che poi, vorrei proprio capire quale sia la genialata di quelli più a sinistra del PD che vogliono Civati fuori dal partito, che, peraltro, si aggiungono ai supporters di Renzi (un ossimoro politico). Spiegatemelo, perché io non riesco proprio a concepirlo. Nuovo soggetto? Costola del PD? E che senso ha? Io preferisco combattere all’interno e spaccarmi i denti, piuttosto che rendermi la vita facile (più che vita direi pseudovita).

    Voglio farla breve, ringraziando tutti coloro che mi criticano per il mio “essere più a sinistra del PD” e che mi chiedono il motivo della mia permanenza tra i democratici. Ve lo dico chiaro e tondo, a caratteri cubitali e spero di ripeterlo ogni giorno, così magari convinco qualcuno che la pensa diversamente: il Partito Democratico è la mia casa. Nel PD voglio impegnarmi al massimo, perché è un partito dagli enormi potenziali e che, più di avere una vocazione maggioritaria, direi abbia una vocazione democratica. Se fossi stato in un altro partito, non sarei mai cresciuto politicamente (anche se ho molta strada da fare, ancora) e non avrei quella sana ambizione (parola pericolosa, al giorno d’oggi) di poter essere parte del rinnovamento e non protagonista come qualche Presidente del Consiglio incaricato si crede di essere.
    Andiamoci cauti, la situazione è delicata e va affrontata con il massimo riserbo e la massima serietà. Insomma, se prima il PD era diviso tra ex, oggi c’è una rivalità tra concezioni di partito e non interessi di simboli e correnti. È o non è migliorato il dibattito interno al PD? Perciò basta irritanti predicatori.

    Cercasi persone che vogliono combattere per un’idea di partito e di Paese. Astenersi perditempo e rivoluzionari da tastiera.

    Ps. ecco due esempi di messaggi che ho trovato su Facebook. Due tra tanti, ma giusto per farvi capire a che livello di dibattito siamo arrivati.

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    Vorrei un dibattito più serio, è possibile?

    [GARD]

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    Alle 15.00 inizia la diretta su YouDem la diretta della Direzione nazionale PD. Segui qui la diretta e commenta, segui i feed su Twitter.
    Se vuoi, ecco quello che penso della Direzione di oggi e quale prospettiva intravedo.


  • Molti la definiscono la “nuova giovanile” del Partito Democratico, con le sue incoerenze e particolari modalità di democrazia interna. Ecco chi sono i FutureDem, ai raggi X, semplicemente partendo dal loro Statuto nazionale.

    Oggi, Giulio Del Balzo, vice-presidente dei FutureDem (organizzazione politico-culturale, nata sulla spinta dell’ascesa nazionale di Matteo Renzi) cerca di dare consigli (sette, per la precisione) ai Giovani Democratici. Nel mio piccolo, voglio rispondergli, ma lo farò non come semplice “botta e risposta” ma analizzando l’organizzazione da cui provengono queste, legittime, sia chiaro, proposte.

    Ho dato uno sguardo allo Statuto e al Regolamento elettorale dei FD, che trovate qui, direttamente collegato con il loro sito FutureDem.it. Nelle citazioni, dove, tra parentesi c'è "ndr" trovate commenti miei ai singoli casi in esame.

    Il post di Del Balzo, precisa:

    È un’associazione politico-culturale autonoma e indipendente dal Partito Democratico, che, però, non evita affatto di dialogare con tutte le realtà che ritiene importanti per lo sviluppo e la promozione del Paese. […] Chi di noi è iscritto al PD o ai GD si sta già impegnando per portare avanti le nostre idee in questi organismi, ma la scelta appartiene a loro (quindi ognuno si assume le proprie responsabilità, ndr).

    Coerentemente con quanto detto, i FutureDem hanno provveduto a scrivere, nella bio del loro profilo Twitter, diversamente.

    fd-twitter-bio
    Siamo giovani, Democratici, con la passione per la buona politica. Lavoriamo per rinnovare il #PD e promuoviamo un progetto liberale per il futuro dell’Italia.

    Tralasciando questo piccolo particolare e tornando alla questione di fondo, la prima proposta parla dell’abolizione delle tessere GD.

    1- abolizione delle tessere GD. Manteniamo invece i circoli locali e rendiamoli luoghi di aggregazione tematici, affinché i giovani che intendono partecipare possano iscriversi e finanziare direttamente il circolo. Organizziamo assemblee regionali tra i responsabili di circolo e selezioniamo i rappresentanti nazionali con primarie aperte.

    Abolire, di fatto, le tessere dei Giovani Democratici, comporterebbe, la scomparsa dei GD, in quanto soggetto interno al PD e che, secondo la Carta di Cittadinanza dell’organizzazione, essere tesserati, significa essere tesserati al PD, salvo diverse indicazioni da parte dell’iscritto sul modulo del tesseramento.
    La presenza di una tessera non è da considerare come una chiusura da parte della giovanile, poiché, anzi, è uno strumento utile, necessario, per avvicinare le giovani generazioni alla vita di partito, non solo per questioni prettamente economiche – la tessera dei GD costa solo 5€, mentre quella del PD, ha un costo minimo di 15€ – ma per una questione di appartenenza, come del resto funziona per ogni organizzazione, compresa quella dei FutureDem, come specificato nell’art.5 del Regolamento elettorale.

    2- cambiamo la terminologia, basta usare la parola “segretario”, sostituiamola con “coordinatore” o “responsabile”. La parola circolo deve prevalere sulla più tradizionale “sezione”, eredità del retaggio verticistico comunista. Vorrei una piattaforma giovanile aperta e orizzontale, un soggetto politico nuovo e attrattivo.

    All’art.2 dello Statuto, i FD si ritengono liberali di sinistra. Nulla in contrario a tutto ciò, ognuno è libero di descriversi come vuole, ma viene facile pensare che la richiesta n.2 di Del Balzo sia dovuta ad una tendenza lontana dall’essere di sinistra, nell’aver paura a chiamare le cose con il proprio nome e mettendosi il fazzoletto sul naso quando si parla di certi argomenti.
    I FutureDem su questo ci hanno lavorato giorno e notte e, da quanto risulta dall’art.10 Statuto, il “vecchio” segretario con annessa segreteria, direzione, ecc. lasciano il posto a: presidente, vicepresidente, direttore, tesoriere, coordinatori territoriali e…rullo di tamburi…soci fondatori.

    L’elezione del presidente e del suo vice, avviene un po’ all’american style: con un ticket “candidato presidente e candidato vicepresidente” e chi raggiunge più voti come coppia, vince. Ma un aspetto interessante si cela dietro l’art.1 comma 2 Regolamento elettorale:

    […] In caso di parità di voti, risulta eletto il ticket con il candidato Presidente più grande di età.

    Un aspetto, questo, in controtendenza rispetto alla stessa proposta fatta dal vicepresidente Del Balzo, esattamente la n.5

    5- Abbassiamo l’età per i ruoli di responsabilità nella giovanile a 25 anni. I più giovani devono essere subito messi alla prova e responsabilizzati. È impensabile che anche nella giovanile i piccoli debbano “attendere il loro turno” perché alcuni trentenni non riescono a trovare spazio nel partito dei grandi.

    Sull’argomento “soci”, vorrei soffermarmi un attimo. All’art.4 Statuto, si parla di una divisione “classista” (chiedo scusa per il termine troppo comunista) degli associati: socio ordinario è colui che ha “dai 14 ai 35 anni di età che si impegnano a pagare, per tutta la permanenza del vincolo associativo, la quota annuale[…]”, poi c’è il socio fondatore, cioè colui che è stato presente durante l’atto fondativo dell’associazione e conserva, nel suo “piccolo”, privilegi, quasi da Ka$ta. Infatti, all’art.24 Statuto, i soci fondatori hanno una carica “a vita“, cioè fino a quando l’organizzazione esiste, essi sono e rimangono soci fondatori e, secondo lo stesso articolo, al 2° comma, “decidono insindacabilmente (sic), entro trenta giorni dalla presentazione del ricorso, sulle decisioni di espulsione e sui dinieghi di ammissione” (in termini tecnici, hanno la funzione di collegio dei garanti, ma quello è elettivo, con cadenza biennale). Cosa succede in caso di eccessivo sforamento di età dei soci fondatori non è dato sapere. I FutureDem, da quanto riportato dallo Statuto, se avranno vita lunga, potranno trovarsi dei soci fondatori di sessant’anni.

    Ma cosa sono questi “dinieghi di ammissione”? Lo Statuto, all’art.5 dice

    L’ammissione dei soci ordinari è deliberata, su domanda scritta del richiedente e controfirmata dal Coordinatore Territoriale, dal Consiglio direttivo, nella persona del Direttore (una sorta di coordinatore di segreteria, con delega al radicamento, ndr).
    Contro il rifiuto di ammissione è ammesso appello, entro 30 giorni, al collegio dei soci fondatori.

    Quindi, accedere ai FD non è facile, c’è un iter burocratico più complesso di quello che ti trovi in banca quando vai ad aprire un conto corrente. Per non parlare dell’attestazione da parte dei genitori per i minorenni (su quest’ultimo io ci vedo una difficoltà di fondo: ma sapete quanti ragazzi fanno politica contro la volontà dei genitori? Io ne conosco parecchi e sono tutti in gamba, ma una domanda mi affligge: può la partecipazione ad un’associazione politico-culturale di un ragazzo, essere sottoposta ad approvazione genitoriale? Dov’è la libertà? Dov’è l’art.18 della Costituzione Italiana?).

    L’ordinaria e straordinaria amministrazione dell’organizzazione, la svolge il Consiglio Direttivo (negli ambienti comunisti verrebbe chiamato  “segreteria” o “esecutivo”, ma è un’altra storia). Composto da soli 7 membri che, stando all’art.1 comma 5 Regolamento elettorale, sono ripartiti tra i trombati alle elezioni presidenziali (è come una municipalizzata, in un certo senso) e i candidati a tale organo, su basi proporzionali ai voti presi come liste.

    Detto questo, come può Del Balzo, proporre, dalla sua posizione, le primarie aperte per le elezioni dei responsabili nazionali, quando la sua organizzazione ha un verticismo da capogiro?

    Alla terza proposta

    3- investiamo su un network giovanile online, dove possano essere consultate le best-practices e iformat utilizzati in altri circoli, dove vengano caricati percorsi di formazione online, sull’esempio degli Young Democrats of America. Apriamo contemporaneamente una piattaforma di crowdfunding, affinché tutta la giovanile e privati cittadini possano finanziare i progetti più interessanti proposti dai giovani del PD. Troveremmo i soldi per far partire delle vere campagne nazionali, che raggiungano direttamente gli 8 milioni di giovani italiani, anziché limitarci a condividere delle grafiche carine sulla pagina Facebook nazionale, raggiunta oggi solo da cinquemila persone.

    non ho intenzione di dare nessuna risposta, semplicemente perché Tania Ruffa, sempre su Ateniesi, ha spiegato per filo e per segno quali sono state le iniziative dei GD a livello nazionale, che portano le “grafiche carine sulla pagina Facebook nazionale” ad un passo verso lo zero assoluto, in termini di importanza, anche se la comunicazione è importante.

    Alla quarta proposta, il numero 2 dei FutureDem dice:

    4- Valorizziamo progetti formativi a lungo termine. Consentiamo ai nostri giovani di fare stage a fianco dei sindaci e degli assessori. Elaboriamo un nuovo modello di politica che consenta di portare a termine gli studi e di apprendere l’inglese ai nostri ragazzi, perché è diffusa la tendenza a premiare chi, al posto di studiare, preferisce trascorrere tutto il giorno al circolo.

    Non è questo lo spirito giusto. Noi non dobbiamo essere degli “aspiranti politici”, che fanno “stage” come se la politica fosse un lavoro e ci fosse bisogno di un’assunzione e del praticantato, ma noi siamo già tra i sindaci e gli assessori, perché molti di noi sono sindaci o assessori o consiglieri comunali. Un modello di politica che consente di portare a termine gli studi c’è già ed è la buona volontà e un minimo di organizzazione personale degli impegni, aprendo al concetto di delegazione degli incarichi e delle responsabilità, già presente nel DNA dei Giovani Democratici. Se poi uno preferisce passare il tempo al circolo o da qualche altra parte, sono fatti suoi, ma di certo è sul campo che si vede la capacità di saper amministrare. Lo dico da ragazzo impegnato al 100% in politica e nel partito, che è un democratico 24h/24 e, soprattutto, in regola con gli studi.

    Sulla quinta proposta mi sono soffermato più sopra.

    6- Facciamo più iniziative che coinvolgano i giovani esterni al partito, e che li rendano interessati alla politica. L’obiettivo non dev’essere quello di tesserare le persone, bensì di farle partecipare.

    Da questa proposta si evince la scarsa conoscenza della giovanile da parte di Del Balzo. Come ho già detto nello scorso post, la giovanile va analizzata nel suo complesso prima di affermare che certe cose funzionano in un determinato modo. È un po’ come leggere un libro: non puoi dire che un libro fa schifo solo dalla copertina. Del Balzo si faccia un tour tra i circoli del Paese e veda come le iniziative ci sono e il tesseramento non è per niente contemplato.

    7- Guardiamo all’Europa. Andiamo a costituire una federazione insieme alle altre giovanili progressiste europee. Se non ci mostriamo all’avanguardia, se non abbiamo il coraggio di innovare e se non anticipiamo le mosse del Partito Democratico, non abbiamo senso di esistere.

    I Giovani Democratici fanno parte di una federazione europea ed hanno anticipato di gran lunga il Partito Democratico, visto che quella federazione è la Young European Socialists, la federazione europea dei giovani socialisti. Dieci passi in avanti rispetto al PD che ancora controbatte sul suo posizionamento in Europa, che ha visto Fioroni minacciare il partito di andar via, se quest’ultimo dovesse entrare nel PSE (mi auguro avvenga subito, così prendiamo due piccioni con una fava,). L’adesione ai Socialisti Europei è un passaggio dovuto per il Partito Democratico e deve essere fatto senza riserve e senza condizionali.

    Perciò, sempre nel mio piccolo, dico grazie per le proposte, ma non sono cose che non avevamo preso già in considerazione o già messe in pratica. Come ho avuto modo di dire più volte, ci sono, in diverse parti d’Italia, situazioni difficili all’interno dei GD, ma in una grande organizzazione questi problemi sono all’ordine del giorno e vanno affrontati, di petto, però, da un’organizzazione così in contrasto con i principi del partito e della sua giovanile, soprattutto per le cariche di responsabilità, io farei attenzione, se permettete, caro Del Balzo, soprattutto quando le tue proposte sono in netta incoerenza con quanto i FutureDem, di cui sei vicepresidente, attuano quotidianamente.

    Guardiamo dentro casa nostra, prima di criticare quella degli altri. La coerenza prima di ogni altra cosa.