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  • Per la prima volta nella storia delle Primarie italiane i ragazzi dai 16 ai 18 anni non potranno votare; non è previsto il voto dei democratici all’estero; si raddoppia il costo del contributo (da uno a due euro); la preregistrazione per il ballottaggio deve avvenire entro il giorno prima del voto, non si può effettuare on line e, assurdità delle assurdità, deve avvenire in un luogo differente da quello in cui si vota.*

    Non far votare i 16enni è un colpo basso. Significa considerare i ragazzi come soggetti di seconda e forse terza importanza. Nei Giovani Democratici sono tantissimi i ragazzi che grazie a questo regalmento saranno esclusi. Dovrebbe essere un onore avere tra le proprie fila ragazzi sotto la maggiore età che si impegnano in politica e per obiettivi comuni, “dovrebbe”, perché da quanto emerso nelle ultime ore, il regolamento per le Primarie del centrosinistra non garantisce, ai 16enni, il diritto al voto. Le regole le si fanno insieme. Non una sola parte di un gruppo che ha deciso di confrontarsi. Le regole base devono essere le stesse utilizzate nel 2009 per l’elezione del segretario del PD. Se non verrà trovata una soluzione e ripristinato questo diritto, vorrei che i Giovani Democratici organizzino delle “Primarie dei Giovani“, dove chi è stato escluso possa esprimere comunque il suo giudizio e la sua scelta, in modo totalmente gratuito. Parlando delle 2€ da consegnare durante il voto, vorrei che almeno gli studenti fino a 22 anni siano esentati da questo costo, per incentivare i giovani a partecipare.

  • Il Vicepresidente dell’Europarlamento risponde alle domande della Rete Universitaria Nazionale sulle sorti dell’Erasmus e delle prospettive europee alla luce delle politiche di austerità volute da alcuni paesi.

    Con il Vicepresidente del Parlamento Europeo, l’On. Gianni Pittella, abbiamo parlato della questione dei fondi per il progetto Erasmus, di rischi e prospettive per l’integrazione europea.

    1.Quando il capo della commissione bilancio del Parlamento europeo Alain Lamassoure dichiara “L’European Social Fund è in bancarotta e non è in grado di rimborsare gli stati; la prossima settimana toccherà al programma studentesco Erasmus” fa all’allarmismo o dice il vero? Quali sono i motivi di questa “bancarotta”?

    Il rischio c’e’, anche se va inquadrato dentro una più generale difficoltà di bilancio dell’Unione. Tra l’altro il Programma Erasmus non e’ direttamente finanziato dal FSE, e il 23 ottobre la Commissione dovrebbe presentare al Parlamento una proposta di parziale “assestamento” che dovrebbe consentire di rinvenire le coperture sia per Erasmus sia per le azioni legate alla Ricerca e all’Innovazione. Ovviamente poi la palla passera al Consiglio e ai Governi.

    2.Quali sono i reali rischi per gli studenti che hanno già vinto il bando di concorso Erasmus per l’anno accademico appena iniziato? Quali le prospettive per il prossimo?

    Chi ha gia’ un contratto dovrebbe poter partire tranquillo. Almeno questo e’ ciò che ci comunicano gli uffici che coordinano e gestiscono il Programma Erasmus. Tra l’altro, se cosi’ non fosse, occorrerebbe una qualche comunicazione ufficiale da parte della Commissione, ad oggi ancora non pervenuta. Certo non possiamo, con tutto il rispetto, dare risposte tecniche di merito sulla scorta di una intervista o di una dichiarazione, come quella resa da Lamassure.

    3.Soffoca, tra austerity, fiscal compact e ritrosie degli Stati nazionali, lo spirito di cittadinanza europea. Noi vediamo una volontà politica alla base di queste scelte, non un destino di declino inevitabile. Dov’è vive oggi l’alternativa, dov’è finito lo spirito dell’Europa di Delors e del Processo di Bologna?

    Il momento non e’ affatto semplice per gli europeisti e i federalisti. Già da tempo, in verità’, il processo di integrazione sta vivendo una fase di grande difficoltà anzitutto a causa dell’assenza di una leadership forte ed europeista nei principali Stati membri. Certo, oggi con Monti e Hollande va molto meglio, da questo punto di vista. Tuttavia, come conferma la gestione del dossier Grecia o le intempestive e deboli risposte alla crisi economico – finanziaria mondiale, siamo assai lontani da una Unione vero soggetto politico, incisivo ed efficace. Questo e’ un momento in cui occorre in modo particolare la spinta dei cittadini per una ripresa vigorosa del processo di integrazione. Oltre ogni miope e bieco piccolo interesse nazionale di corto respiro.

    [Fonte: Runonline.it]
  • Una simulazione su cosa accadrebbe in Parlamento con l’ultima proposta di legge elettorale avanzata in Commissione.

    L’11 ottobre il Senato della Repubblica ha licenziato una proposta di modifica dell’attuale legge elettorale,  il cui testo può essere scaricato qui.

    Per sommi capi e’ una legge elettorale proporzionale, basata sulmetodo d’Hondt  con una soglia variabile di accesso alla ripartizione dei seggi indicativamente del 5% a livello nazionale e un premio di maggioranza del 12,5%.

    Vediamola piu’ in dettaglio.

    Alla Camera, tolti i seggi del premio di maggioranza (76) e quelli assegnati dalle circoscrizioni estere (12), rimangono da assegnare 541 seggi.

    Questi seggi vengono ripartiti con metodo d’Hondt tra le liste nazionali che

    1. hanno superato il 5% a livello nazionale
    2. qualora coalizzate con altre liste hanno superato il4% a livello nazionale
    3. hanno superato il 7% in un insieme di circoscrizioni elettorali che assommino almeno 1/5 dell’elettorato
    4. siano liste rappresentative di minoranze linguistiche conosciute, presentatesi in una circoscrizione in una regione a statuto speciale che preveda la loro presenza

    Alla coalizione col maggior numero di voti vengono assegnati poi i 76 seggi del premio di maggioranza e quindi il totale dei seggi viene ripartito in maniera proporzionale nelle singole circoscrizioni.

    Il medesimo metodo si applica al Senato della Repubblica che ha un premio di maggioranza di37 seggi, con la particolarità pero’ che il calcolo delle liste ammesse alla ripartizione dei seggi su base regionale avviene su base nazionale e il calcolo dei seggi da assegnare viene fatto con il metodo proporzionale classico. Per esemplificare: se SEL ha più del 5% a livello nazionale ma il 4% nel Veneto, viene comunque ammessa alla ripartizione dei seggi al Senato in Veneto.

    Da sottolineare anche come il metodo d’Hondt in caso di ripartizione di pochi seggi favorisca il primo partito a scapito dell’ultimo, producendo alla Camera un lieve effetto distorsivo a favore del PD.

    Utilizzando questo metodo abbiamo simulato una tornata elettorale considerando le medie da noi calcolate a inizio settimana. Abbiamo, per semplicità, accorpato i piccoli partiti di centrosinistra e centrodestra, che vanno sotto la voce Altri, al PD e al PDL, mentre abbiamo ipotizzato che le liste del Terzo Polo si unirebbero, come pare, in una lista unica. Abbiamo infine considerato una coalizione PD+SEL e una seconda contenente PDL e La Destra.

    Fatte queste assunzioni si può subito notare che La Destra i Radicali e la FdS non raggiungono la soglia di sbarramento e quindi non avrebbero accesso al parlamento.  Inoltre, nonostante la coalizione di centrosinistra vinca facilmente le elezioni e si aggiudichi il premio di maggioranza non ottiene la maggioranza dei seggi in nessuna delle due camere, costringendo quindi i vincitori delle elezioni a cercare un accordo in parlamento o con il Terzo Polo o con l’IDV o con il movimento di Beppe Grillo per garantire un governo al paese.

    [Fonte: TermometroPolitico.it]
  • Caro Matteo,
    sono Davide Montanaro. Mi permetto di chiamarti per nome perchè, un anno fa, a presentarti così, eri stato proprio tu, a Palazzo Vecchio, quel giorno in cui incontrasti noi, studenti del Sud, di Bari, in viaggio nella bellissima Firenze.
    Sono un giovane democratico, fiero di esserlo e di impegnarmi per la giovanile del PD. Il motivo di questa lettera è molto semplice, oltre che augurarti una campagna elettorale che più di essere vissuta come una guerra tra sfidanti leader, possa essere un momento di crescita per tutti, nessuno escluso, a partire da chi svolgerà un ruolo chiave sui territori.
    L’attenzione particolare che rivolgo ai Giovani Democratici, mi pone una domanda che devo necessariamente rivolgerti, con la speranza che a rispondermi possa essere tu e non un membro del tuo staff: con la Segreteria di Pier Luigi Bersani, i GD hanno ottenuto notevolissime conquiste, come ad esempio l’istituzione di una scuola di formazione per 2000 giovani del Sud, o la Carta di Cittadinanza all’interno del partito, con annessa indipendenza e autonomia rispetto al partito “madre”.
    Come ti porresti nei confronti della giovanile del Partito Democratico, in caso di tua vittoria? Quali sono le aspettative che un giovane democratico dovrebbe intravedere nella tua candidatura alle Primarie per supportarti?
    Attendo una tua risposta, anche se so perfettamente che questa sfida è per la leadership del centrosinistra e non un congresso del PD, lasciandoti con un messaggio ben chiaro: nulla deve ostacolare il Partito Democratico e il progetto che viene sorretto e sognato da migliaia e migliaia di militanti, che ogni giorno alzano le saracinesche delle sezioni, per essere vicini alla propria gente e smuovere comuni, provincie e regioni, con la speranza di un’Italia migliore.
    Sono della Puglia, la regione d’Italia che più di tutti ha vissuto le primarie, sia nel 2005 che nel 2010, con Vendola.
    Le Primarie sono importanti e per questione di esperienza, a noi della Puglia, le Primarie non fanno paura, anzi, sappiamo che sono uno strumento democratico di assoluta necessità ed importanza, se e solo se, chi vince le elezioni, che siano primarie o “secondarie”, rispetti il mandato consegnatogli dai cittadini elettori.
    Non credo in Grillo, non credo in un minestrone di controtendenze, per questo non sopporterei l’idea che il PD sia destinato a vincere le elezioni solo se alleata con un partito, quello di Casini, che tutto è tranne che sano, trasparente e coerente. La novità non sta nel creare un nuovo partito, nel modificare il logo o sistuire una parola con un’altra, il vero rinnovamento sta nelle idee e credo che questo sia ormai scontato, perchè tutto ciò che fino ad oggi è stato mascherato come rinnovamento e speranza, oggi è crollato e non esiste più. Chi ha candidato e difeso a spada tratta un condannato per mafia, deve rimanere lontano dalla nostra attività e della nostra cultura politica.
    Ti auguro di formarti, di apprendere da queste Primarie. Non si finisce mai di imparare, la vita è una scuola infinita, con mille risorse e mille sorprese, vorrei poter sottolineare quest’ultima affermazione, in modo più che evidente, non troppo tardi.
    Buon viaggio con il tuo camper, ti aspettiamo qui, nel Sud, in Puglia, in Provincia di Bari.

    Firmato,
    Davide Montanaro

    [inviato via email alle 02:26 del 13 settembre 2012]

  • Le primarie non sono cosa scontata. Perchè ritenere scontato il risultato? Chi si presenterà alle Primarie? Ancora sono pochi i nomi e poche le certezze. Bersani, Renzi e Vendola sono i nomi “ufficiali”, ma è tutto da vedere. Una cosa è certa, chi dice che la coalizione deve essere allargata ai centristi non avrà il mio voto. Bisogna credere in se stessi e tutte le volte che si parla di aprire ai moderati è uno schiaffo alla credibilità del centrosinistra. Il Partito Democratico ha una grossa responsabilità, non solo quella di dover governare il Paese dal prossimo 2013, ma anche quella di ricostruire una nuova immagine del centrosinistra.
    Il Monti-Bis? Un chiaro messaggio da parte dell’attuale classe politica di non avere il coraggio di stravolgere l’assetto dell’Italia e ne tanto meno di avere le capacità per fronteggiare la crisi. C’è forse paura di non avere credibilità in Europa? Se così fosse è frutto di un’inerzia che ha accompagnato i partiti fino ad ora. Le Primarie saranno un grande strumento di decisione democratica ed io voglio viverle appieno, senza esiti scontati.

  • Sono problemi per tutti. L’importante è che sia la volta buona, sia il momento delle alleanze sane e coerenti con le proprie idee e non banali e scontati giochi alchemici.

  • Il Partito Democratico sta affrontando un periodo difficile. Pierluigi Bersani decide di candidarsi alle primarie per le Politiche del 2013. È una sorpresa? No. Perché dovrebbe esserlo? Nichi Vendola, da Roma (specifico, da ROMA e non da BARI), annuncia la sua scesa in campo, anche lui per la scelta del candidato premier. È una sorpresa? Nemmeno questa. Ma allora quale può essere la “novità” del momento? La più fresca tra tutte riguarda Beppe Fioroni. Direte voi: cosa c’entra Fioroni con la “novità”, quando è lì da 16 anni e 35 giorni (OpenParlamento). La novità, meglio ancora la news, o per meglio dire la notizia, è che in un partito riformista, progressista e di centrosinistra, ci siano ancora dubbi sulle libertà individuali, in particolar modo per quelle degli omosessuali. Il Partito Democratico non può rimanere indietro su questi temi, ne tantomeno dar retta ad una piccolissima parte dell’attuale classe dirigente. C’è bisogno di Costituzione, c’è bisogno di uguaglianza e pari dignità. Chi pretende di bloccare tali idee, si riconosca egoista.
    Il video, allegato a questo articolo, vede un Fioroni-baluardo della buona politica. Per l’ennesima volta, non abbiamo capito nulla. Posso essere critico nei confronti del mio partito, ma credo che la mia critica attacca una piccola parte del PD, perché non è possibile poter gettare tutti nello stesso calderone. Dobbiamo capire che discorsi pieni di aneddoti, esempi e belle parole, da persone che hanno avuto tutto il tempo a disposizione per poter fare la loro parte, senza dare un reale contributo, incisivo, capace di evitare una situazione disastrosa come quella in cui oggi, quotidianamente, sguazziamo, non devono essere più tollerati. L’ipocrisia deve abbandonare la politica, o sarà la politica ad abbandonare gli ipocriti.

  • Manca poco ormai al Congresso Nazionale dei Giovani Democratici. Tante sono state le battaglie sostenute e, spesso, avviate dalla stessa organizzazione giovanile del Partito Democratico. Ora, i GD, sono chiamati a discutere del proprio futuro, di quello che, da qui a tre anni, dovranno sviluppare su tutto il territorio nazionale, affiancandosi al partito “madre”, il PD, e alle parti sociali coinvolte, in questo terribile periodo, dalla crisi economica e della possibili e, sicuramente, inevitabile recessione del 2012-2013.
    Due tesi, solo due, sembrano poche, ma in realtà sono state alla lunga dibattute all’interno dell’Organizzazione. Provocheranno divisioni? O saranno l’esempio eclatante della differenza tra “vecchi” e giovani.
    Staremo a vedere, tuttavia, si spera nella partecipazione attiva e nella consapevolezza che il bene comune lo si costruisce con la condivisione di idee e con il rispetto reciproco.