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  • Immaginate il PD come un ristorante e gli attuali dirigenti come dei camerieri e dei cuochi che da anni si muovono in cucina per dar da mangiare ai loro clienti (gli elettori). Posso comprendere che l’esempio del “dar da mangiare” può essere fuorviante, ma immaginate un cibo che arriva a tavola freddo, un servizio ormai “old-style”, soprattutto nel vedere Fioroni con il grembiulino che esce di nascosto per andare al locale di fronte, quello di Monti, cercando disperatamente di unire le due attività. Immaginate voi.

    Un giorno arriva Gordon, si presenta, saluta D’Alema, il caposala, i camerieri presenti, Finocchiaro, Latorre, Franceschini e Veltroni, ormai in pensione ma nostalgico del posto e quindi sempre presente. Entra in cucina, trova il capocuoco, Bersani, suda, fuma il sigaro in cucina. Gordon Ramsay l’osserva e comincia a trascinarlo per tutta la cucina, cercando di fargli capire che Fassina si perde tra i fornelli e che è tutto da cambiare. Bisogna cambiare corso, bisogna cercare di ridare una rinnovata al metodo e non solo al locale. Bene, immaginate una puntata di Hell’s Kitchen e fatevi un’idea di come potrebbe essere il PD trasformato da Gordon. Immagino che qualcuno di voi possa pensare che sia una cretinata, forse lo è, ma immaginate. Come vorresti che sia rinnovato il PD, facciamo finta che la puntata si concluda prima della soluzione offerta dal famoso chef e commentate qui sotto, vediamo cosa vorreste nel Partito Democratico, per considerare quest’ultimo un “locale” di nuovo in corsa.

    PS: a commentare non ci vuole niente, non siate prevenuti.

  • Qualcuno dia lezioni di Diritto Costituzionale e di Diritto Parlamentare a Beppe Grillo. Dalle sue recenti dichiarazioni pare che il leader del M5S voglia proporre a Napolitano un Governo a 5 Stelle, pur non avendo maggioranza alla Camera e al Senato. Mi chiedo con quanta sincerità dica una cosa del genere. Vorrà forse rinfacciare al Presidente della Repubblica il suo rifiuto a tale proposta e poi farci una campagna elettorale ad hoc su questo? Io non avrei tanti dubbi, ma non vorrei che qualcuno pensasse che io sia malizioso. Certo è che non si può andare avanti così e agli attivisti e sostenitori del Movimento 5 Stelle dico che non devono prendersela se si parla del loro movimento e soprattutto ho una concezione dello stesso non tanto positiva. Non gridate al complotto o alla “tendenza della politica ad essere contro la rivoluzione”, perchè io di rivoluzione non ne vedo ombra, ma come ho già detto ieri, solo tanta disperazione nel Paese. Sarò pure superficiale, ma credo che non sia una dimostrazione di alto profilo quella di Grillo e Casaleggio. Mettere alle strette gli stessi neo-parlamentari a 5 stelle, minacciando il loro allontanamento dal M5S è l’esatta traduzione di un modo di far politica vecchio, becero, dove le persone vengono prima delle idee e dei progetti  comuni. Mi dispiace, ma non è così che si fa la rivoluzione. Le giubbe stellate devono riporre nel cassetto l’antipolitica e ricordarsi che ora non sono più nelle piazze, ma nelle Istituzioni e come tale, c’è bisogno di un comportamento degno di tale posizione.

  • Che da Casaleggio arrivino minacce al Movimento 5 Stelle di lasciare se quest’ultimo dovesse stringere un patto di collaborazione per un governo di vitali punti programmatici con il PD, c’è solo da cogliere aspetti positivi. Bloccare il M5S ed impedirgli di assumere responsabilità politiche ricevute, legittimamente, dalle elezioni è un attentato al Paese. Fitch ci declassa in serie B, migliaia di posti di lavoro sono sull’orlo del precipizio e l’Italia aspetta risposte serie e rivoluzionarie, ma è tutto bloccato per una ricerca della coerenza da parte di Grillo e Casaleggio, coerenza basata sul vaffanculo. È questa la novità? È questo il soggetto politico rivoluzionario? Ditemi voi. Qui si piange e basta.

  • Una playlist di interventi che più ho apprezzato della Direzione Nazionale del PD.

  • Se la tendenza della Direzione Nazionale del PD rimarrà questa, allora la rabbia sarà tale che quando scriverò il post generale, avrò bisogno di camomilla iniettata direttamente nelle vene. L’autoreferenzialità continua ad essere prevalente, si continua a giustificare il tutto senza trovare la crepa nella propria vasca da bagno. Bersani aveva lanciato, questa mattina un messaggio di consapevolezza della situazione italiana, ma a parte pochissimi, molti continuano a prendersela con gli altri. Per non parlare del pallino “Grillo” che per i prossimi vent’anni, prenderà il posto di “Berlusconi“.

  • Processare Bersani è quanto di più ipocrita ci possa essere. Processarlo dopo averlo scelto alle primarie e dopo aver sostenuto con il cuore il Partito Democratico è l’errore più grande che si possa fare ad un partito che oggi vive in una situazione di grande responsabilità. Pier Luigi Bersani ha portato la sua onesta e coerente modalità di intendere la politica. Ha sbagliato la campagna elettorale, ma non può essere il diretto responsabile del metodo. Il processo, quindi, se deve esserci e se deve toccare determinate persone, quelle sono coloro che hanno partecipato alla riunione subito dopo e alla classe dirigente nazionale che lo circonda. Ora tutti uniti e non lasciamo il segretario da solo. La responsabilità tocca anche noi, soprattutto noi.

  • È tutto uno sfacelo. Dal centrosinistra al cervello di chi ha votato di nuovo il pappone di Arcore, non mi sento di escludere nessuno.

    Farò delle piccole considerazioni, ennesime, in una giornata in cui la politica è sulla bocca di tutti e tra una settimana molti si dimenticheranno della sua esistenza o riprenderanno a schifarla, come qualcosa che non gli appartiene.

    Il PD ha sbagliato. Sarei uno sciocco se non lo ammettessi. Abbiamo creduto che la gente potesse svestirsi da un (mal)costume portato per vent’anni, che potessero percepire nella coalizione di centrosinistra e in Bersani l’unica forza capace di contrastare i problemi dilaganti che attanagliano il nostro Paese. Invece no.

    Invece no, perchè la rabbia ha ingrossato le fila di Grillo e del Movimento 5 Stelle, perchè Silvio Berlusconi ha chiamato a raccolta i suoi elettori con le sue solite promesse da campagna elettorale. Dare ora la colpa agli elettori è quanto mai un errore da non commettere, come in passato, perchè non ci darebbe la possibilità di crescere e di comprendere i nostri errori.

    Confidando nella onestà di Pierluigi Bersani, sono sicuro che prenderà atto di tale risultato, emulando ciò che Walter Veltroni fece nel 2009, lasciando il posto ad un nuovo corso nel partito, che non avrà nomi e non avrà tendenze, in quanto prematuro poter definire la linea dell’orizzonte verso cui si affaccerà il PD, fatto sta che per il governo del Paese, dopo Bersani, non può non toccare a Matteo Renzi. Lo dicono i risultati delle primarie e soprattutto lo stesso Segretario e quando la ruota gira, dopo Bettola, deve toccare a Firenze nel dare i natali al candidato premier del Partito Democratico. Questo è inevitabile, senza dubbio la migliore offerta che si possa fare all’Italia, per conciliare il riformismo di cui abbiamo bisogno e la voglia di cambiamento.

    Perchè dico queste cose, ora? Perchè ho creduto che l’Italia fosse stanca dei personalismi e del populismo, di schiamazzi e false promesse, ma invece no, Berlusconi e Grillo sono lì, più minacciosi che mai. Il rinnovamento sta anche nel fare mente locale di cosa è stato e trarre le dovute considerazioni, cambiare opinione, senza perseverare, sapendo di aver sbagliato, di aver avuto una idea diversa.

    Una cosa è certa: chi chiede le dimissioni dei vertici nazionali e regionali del PD, è più che legittimato a farlo e qui lo ribadisco anche io, ma chi pensa di buttare nel calderone i giovani del partito, ragazze e ragazzi con la passione per la politica ed emozioni che non esitano a manifestarsi, sbagliano di grosso. I giovani del partito sono l’unica ragione per cui il PD, soprattutto in Puglia, non è sceso sotto il 10%. Attenzione perchè qualcuno può farsi male e il ring del congresso è ormai alle porte (anche per scadenza naturale), l’importante è che sia ben chiaro un concetto: a nome del PD non dovrà parlare più nessuno di coloro che oggi risiedono nella segreteria nazionale e che hanno una carriera pluridecennale alle spalle. Ce lo chiede la gente e lo chiede al partito una generazione che è stanca di vedere il proprio lavoro, di mesi, anni e con tanti sacrifici, buttati a mare, per colpa di scarso interesse da parte di alti dirigenti e poca lungimiranza nel prendere decisioni.

    Dobbiamo prenderci il partito e ricostruirlo da zero.

    A chi ha intenzione di fare l’inciucio con il PDL: sappia solamente che sarà la volta buona per un viaggio di sola andata per l’Africa.

  • Spot elettorale del Partito Democratico per le Elezioni Politiche del 24 e 25 febbraio, a cura dei Giovani Democratici di Padova.