Tag: PD

  • Via Sant’Andrea delle Fratte n.16 si è trasformata nella nuova Aquila. Con tutto il rispetto per l’Aquila e per i suoi cittadini.

    Dopo le dimissioni di Bersani e dell’intera Segreteria Nazionale, per il PD c’è solo da guadagnare.
    Premetto che non sono un renziano e mai lo sarò – questa logica delle correnti è il motivo per cui siamo arrivati a tanto – e non sono stato mai un bersaniano, per intenderci.

    Il mio vuole essere un messaggio convinto e non di convenienza: il PD non deve spaccarsi, perchè spaccandosi ci ritroveremo sempre i soliti, pronti a riciclarsi sotto nuovi simboli e nuovi falsi ideali. Questa crisi al PD può fare solo bene, perchè mette con le spalle al muro chi per anni ha pensato di essere indispensabile per il partito e soprattutto spazza via i portatori di gloria e nel PD ce ne sono a bizzeffe.

    Sono un nativo democratico e per questo non sopporto l’idea che il più grande partito riformista possa fare una brutta fine, causata da interessi di pochi, a discapito di molti.

    Scorgere in fondo la luce del congresso non è da poltronisti o da sciacalli. Se vogliamo salvarlo, questo partito, dobbiamo utilizzare gli strumenti che sono nel suo DNA, strumenti di democrazia interna. Dopo ciò, mi auguro di non vedere più certe facce al tavolo della presidenza. Giusto per buon costume.

  • Arriverò in ritardo, nel commentare quanto sta accadendo al nostro Paese, durante le votazioni del Presidente della Repubblica, fatto sta che ho il voltastomaco e, candidato o no del Pd, non sono uno che riesce a tenersi le cose dentro.

    Partiamo per ordine. Il Partito Democratico durante la campagna elettorale ha sempre e dico sempre cercato di dare di sè un’immagine di forza rinnovatrice, riformista e devo dire che c’era anche riuscita, nella concretezza, non solo con le primarie per i parlamentari – dove sono stato eletti molti giovani, tra cui molte donne – ma soprattutto con la presentazione di due persone autorevoli e molto rispettate, alla presidenza di Camera e Senato, rispettivamente Laura Boldrini e Pietro Grasso.

    Oggi tutto questo è andato in fumo, forse per qualche chiappa venduta al nemico e magari per la disperata ricerca di una maggioranza che potesse dar vita ad un governo, un governo che, personalmente, potrebbe benissimo non esserci, se questo comportasse l’ammucchiata geneticamente modificata di PD e PDL, consegnando a Grillo, indebitamente, il 50% del consenso alle prossime elezioni, con Berlusconi secondo partito e noi relegati a fare il “nuovo terzo polo”. Tutto questo perchè il nome di Franco Marini è il risultato di una imposizione e non di quel sentito bisogno di cambiamento (ne parlo qui).

    Durante la mia piccolissima esperienza in politica, ho cercato di conoscere da vicino le realtà che circondavano e animavano il PD, trovando interessante la fronda renziana, per me caduta in basso, ultimamente, a causa dei recenti comportamenti assunti dal Sindaco di Firenze, comportamenti che si potevano assolutamente evitare, considerato il fatto che, a ragion veduta, il soggetto citato sarà, senza pronostici da fantapolitica, il prossimo candidato del centrosinistra alle prossime Politiche, salvo cambiamenti e tattiche “boldrini-grasso” dall’altra parte della barricata. Il fronte bersaniano, per intenderci.

    Il PD guarda al suo futuro. Ce lo dicono tutti: giornali, portali d’informazione, personaggi di spicco della scena politica italiana, protagonisti del centrosinistra. Tutto vero, nessun dubbio. Proprio perchè veritiera questa tendenza, oggi esprimo il mio dissenso per ciò che è stato il PD, ciò che non è stato il PD e auspico un futuro migliore per quello che, oggi, risulta essere il primo vero progetto di partito 2.0, casa dei riformisti e aperto, democratico. Peccato che in queste ore abbia avuto mancanza di promiscuità tra decisioni politiche e popolari, quello che, in fin dei conti, è la vera forza del Partito Democratico. Le primarie ne sono un esempio.

    Si parla di futuro, abbiamo detto, e quindi si parla di congresso. Non so chi rappresenterà il fronte ora targato “Bersani”, non sappiamo se ci sarà ancora, fatto sta che i nomi che ora circolano in rete e per i corridoi di partito vanno distinti e vanno comprese le loro ragioni e soprattutto il loro peso conquistato all’interno del partito.

    Fabrizio Barca ha un passato di tutto rispetto, ma il prossimo segretario del PD non può essere uno che ha deciso di aderirvi l’11 aprile 2013. Per l’appunto.

    Gianni Pittella, certo, uomo di partito, vice-Presidente vicario del Parlamento Europeo, d’accordo, aspetto di avere più informazioni in merito alle intenzioni di Pittella, ma non è il soggetto che il PD cerca, non perchè non sia una brava persona, ma perchè c’è bisogno di teorizzare nuovamente il concetto di partito e le modalità di partecipazione. Detto questo io ho fatto la mia scelta e fino a quando non mi caschi il cielo in testa, io ho il mio candidato ideale: Pippo Civati (che di nome fa Giuseppe e non Filippo!).

    Civati è sempre stato uno che, dal canto suo, ha sempre detto la propria e di teorie su come investire le forze del più grande partito italiano ne ha sfornate parecchie e non sono, di certo, da buttare nel cestino. Civati non va raccontato, va letto, vanno ascoltati i suoi discorsi (qui il suo blog) e la cose che più mi coinvolge è che dire di essere dalla sua parte non significa essere “civatiano” ma essere un democratico che vuole cambiare le cose e io sono un democratico che non vuole starsene all’angolo ad osservare. Mi sono iscritto al PD non con l’intenzione di fare carriera al suo interno, ma di lavorare per il bene del territorio, della provincia, della regione, del Paese, ma ancora di più della gente che ci circonda. Ciò che ci accadra di qui a pochi secondi non possiamo saperlo, ne per le nostre singole vite, ne per il nostro essere comunità.

    Civati è candidato al prossimo congresso e può essere certo di una cosa: io ci sono. Mi sono stancato delle linee forti e soprattutto della “macro-candidatura” certa della vittoria. Basta! Il partito è di tutti. Il partito non è di proprietà intellettuale di nessuno, ma di tutti. Si cambia al congresso e il PD se vuole sopravvivere dovrà fare un passo da gigante, altrimenti sprofonderà nella frammentazione e quel passo richiede rinunce, rinunce che non possono essere lasciate alla strumentalizzazione di qualcuno, ma che devono risultare non come mezzo di propaganda, ma di rinvigorimento.

    Ps: voglio esprimere il mio orgoglio e la mia soddisfazione nel vedere le sedi del PD occupate in tutta Italia. #OccupyPD ora è sostenuto dai Giovani Democratici. Ne vedremo delle belle nelle prossime ore. Io la lancio qui, una bella idea per il prossimo congresso: #OccupyCongress. Per il resto, stay tuned!

  • Mi ero promesso di dedicare in questo blog, soprattutto in un momento così intenso per la mia Città, in vista delle Amministrative, spazio alle problematiche di Noci e a quelle che sono le nostre soluzioni, le nostre prospettive. Lasciatemi però fare delle piccole osservazioni su una notizia che mi ha lasciato sconcertato: la candidatura di Franco Marini a Presidente della Repubblica.
    Ora, siccome il mio pallino è sempre quello e siccome al Quirinale non possiamo metterci chiunque ci passi per la testa, ritengo che quello che raffigurò Sandro Pertini a suo tempo – ruolo da collante tra società fortemente delusa dalla politica e quest’ultima, immersa nel marcio – oggi spetti a qualcun altro, qualcuno che sappia, anche solo con la sua elezione, calmare le acque di questa politica becera e di questo ondata di ribellione scarna di contenuti e ricca di voglia di cambiamento.

    Il Pd così si spacca, ormai ce lo dicono tutti e un tentativo di autoconvincimento non fa mai male a nessuno, certo è che fa male alla storia del nostro Paese e al centrosinistra. Cosa sarà successo in quell’assemblea che ha partorito il nome del ex Presidente del Senato? Bersani avrà preso un colpo di sole? Certo è che non è benefico per il Paese, per la politica, per il Pd.

    Dopo la grande mossa Boldrini-Grasso, ci tocca un Franco Marini che tutto è tranne sinonimo di rinnovamento e soprattutto la risposta che l’Italia si aspetta, almeno da questa mini-legislatura, che io chiamo “di servizio”.

    Vorrei porre fine a questa storia, magari con l’obbligo di mettere in streaming questi “conclave” e cominciare a comprendere le ragioni di tali risultati raccapriccianti. Soprattutto per capire cosa si voglia raggiungere minando l’alleanza con Vendola.

    Cosa dirà la gente, cosa penseranno i cittadini? Queste elezioni politiche dovevano essere il segnale di fumo, per avvertire che le cose stanno per rivoluzionarsi, che la politica deve fare 4 passi in avanti e 2 di lato, perchè procedere non basta, serve dignità e ascolto verso i cittadini e i loro bisogni. In questo momento, l’ascolto sarebbe stato di notevole aiuto.

    Il Movimento 5 Stelle, dopo il rifiuto della Gabanelli, presenta Rodotà, un nome che se pur appartenente ad un’altra era politica, rimane pur sempre un soddisfacente candidato a cui bisognerebbe dar peso, senza pregiudiziali nei confronti di chi lo propone, ma sempre con un occhio di riguardo al Paese.

    Personalmente avrei preferito un Romano Prodi, pacato, molto attento ai problemi economici, una persona che per il suo carattere sarebbe riuscita nell’intendo di riportare la politica a quello status di dialogo e lavoro. Ma se le cose sono messe così, allora io credo che Stefano Rodotà sia la carta da giocare.

    Marini no! Faremmo 10 passi indietro e dopo il 9° c’è il burrone.

  • Risuona bene quella esclamazione che ha di certo abbastanza, soprattutto per la concezione stessa della politica. Peccato però che chi ha basato la propria campagna elettorale su ciò, non stia, in realtà, dimostrando tanta coerenza, anzi, forse per niente, anzi, per niente. Punto.

    Ecco a voi un sondaggio fresco di calcolo che dimostra come gli elettori, se pur autori di una situazione politica frammentata come quella attuale, vogliano un governo e vogliono che PD e M5S stiano insieme. Si badi bene che il campione ingloba solo elettori a 5 stelle e della coalizione Italia Bene Comune. Niente pidiellini.

    Anche se sono contro l’elemosina e la vendita delle chiappe ad un comico, credo che se il Paese voglia questo accordo, Grillo deve essere un semplice dipendente dei cittadini e mettere all’angolo le sue manie disfattiste e qualunquiste. Tutto il resto non serve, ecco il sondaggio. Per stasera mi sto zitto.

    sondaggiopdm5s
    clicca per ingrandire
  • Ecco il primo spot realizzato dai Giovani Democratici di Noci per la campagna elettorale della coalizione “Noci Bene Comune” per le Amministrative di maggio, per Domenico Nisi sindaco.

  • Alzato di buon ora, questa mattina, vi lancio un messaggio che viene dalla notte e che trova conciliante un documentario sulla nascita della Repubblica Italiana e dei lavori della Costituente, con successivo excursus di tutti i Presidenti della Repubblica che, in questo momento (07:30) è in onda su Rai Storia.

    Cosa è successo nei giorni scorsi in Parlamento? Boldrini e Grasso sono semplicemente la risoluzione diplomatica di uno stallo o la loro elezione significa qualcosa di più? Beh, io credo che essere disfattisti non porti nessun vantaggio, sminuire un passaggio importante delle Istituzioni neanche.

    Le elezioni di febbraio hanno lanciato un messaggio importante alla politica: non si può più tentennare dinanzi alla necessaria e vitale propensione al rinnovamento e all’abbattimento di vecchie logiche partitiche. Alfano dice si ad un governo del PD se al Quirinale andrà uno di loro. Se dovessi essere il soggetto preposto a rispondere al segretario del PDL, direi senz’altro che un partito che sfila davanti ad un tribunale per difendere il suo fondatore, non può accedere ad una carica di garanzia istituzionale, in un momento così delicato per la politica italiana e per il Paese, in ogni suo angolo.

    E le giovani generazioni quale ruolo hanno in una fase così delicata? Pensare, oggi, che il rinnovamento abbia trovato il suo appagamento nell’elezione di deputati under-35 è superficiale. Io non credo che sia finita qui, io credo che mai si sia attenuata la responsabilità di noi giovani verso il futuro dell’Italia e verso ogni singolo territorio che ci vede protagonisti, attivi su ogni tema a noi caro, ma che incontra per la sua strada l’indifferenza di molti, non solo, però, di ragazze e ragazzi, ma soprattutto di donne e uomini che credono di non avere tempo per ascoltare una idea nata da un giovane.

    Io continuo ancora a guardare il documentario sui Presidenti della Repubblica. Vedere l’Assemblea Costituente che lavora incessantemente per dare al nostro Paese la Costituzione, mi emoziona. Vedere personaggi come De Nicola, Einaudi, Gronchi o Pertini, Ciampi ed in ultimo, Giorgio Napolitano, mi lascia pensare che quel ruolo spetti a persone che si sono distinte per la difesa dell’Ordine dello Stato e della dignità del Paese. Non pensa serva altro per spezzare le gambe a chi cerca di approdare al Quirinale dopo le numerose vicende che lo hanno visto protagonista.

  • Oggi, alle 18:00 inizia ufficialmente la campagna elettorale della coalizione di centrosinistra per le prossime Amministrative a Noci.
    Siamo tutti proiettati verso quella fase ma mi chiedo se tutti siamo propensi alla chiarezza, soprattutto interna in quello che vogliamo.
    Noto con grande dispiacere che l’indole caratteristica della sinistra – quella di porre in uno status di precarietà l’equilibrio politico – è sempre presente.
    Vorrei che la gente cominciasse a pensare in funzione dei progetti per la comunità che al proprio peso in un gruppo. Non mi capaciterei, altrimenti, nel considerare ciò sinonimo di buona e nuova politica.
    Sarò presente a questo importante appuntamento, sperando di ottenere le risposte giuste. Perché non sono io a chiederle, ma tutti coloro che sperano in una seria alternativa all’attuale Amministrazione Comunale, che ha sfornato cemento e senatori in doppiopetto che sfilano davanti al Tribunale di Milano.

  • 35 anni fa, il 16 marzo 1978, in via Fani, a Roma, veniva rapito Aldo Moro, dopo che le Brigate Rosse avevano ucciso, uno dopo l’altro, gli agenti della sua scorta, mentre si dirigeva in Parlamento.

    Un uomo dal grande senso dello Stato che mai come oggi è così lontano dallo standard odierno di “politico”, colluso con la corruzione, la mafia, la criminalità e peggio ancora con l’indifferenza verso i problemi della gente.

    Oggi, inoltre, è un giorno particolare: a Firenze si celebra la “Giornata contro tutte le mafie”, organizzata da Libera, di Don Ciotti, ed in concomitanza, l’elezione dei due presidenti di Camera e Senato, ottenendo, per il momento, solo l’elezione di Laura Boldrini alla Camera dei Deputati, risultando la terza donna nella Storia Repubblicana ad aver ricoperto quel ruolo, oltre che personalità impegnata nelle campagne umanitarie internazionali dell’ONU. Simbolo della giornata è la sfida tra Pietro Grasso e Renato Schifani, il primo, ex-Procuratore Anti-Mafia, appena entrato in politica ed eletto senatore con il PD, il secondo Presidente uscente del Senato. Entrambi corrono per la Presidenza del Senato della Repubblica, un faccia a faccia pieno di simbologie.

    Sarà una giornata ricca di soddisfazioni, all’ombra del ricordo di Aldo Moro? Oppure finirà tutto con le tattiche doppiogiochiste di chi predica bene e razzola male?