Tag: Partito Democratico

  • 1- Politici del “vecchio millennio”, se non avete altro da dare al vostro Paese, andate in pensione;
    2- Politici del “nuovo millennio”, se non vi date da fare, quelli del “vecchio millennio” rimangono lì;
    3- Corrotti e corruttori, autoespelletevi dalla vita pubblica;
    4- Partito Democratico, purifica le tue file, allontanando i volponi;
    5- Pierluigi Bersani, attento al lupo;
    6- Giovani Democratici, buon congresso a tutti;
    7- Lega Nord, come si suol dire, ride bene chi ride ultimo;
    8- Umberto Bossi, si predica male e razzola malissimo;
    9- Silvio Berlusconi, le “orgie” politiche non ci piacciono;
    10- Lettori, non date retta a quanto ho scritto nei 9 punti precedenti.

  • Chi ha detto che le Primarie sono del Pd?
    Le Primarie vengono organizzate dal Partito Democratico per allargare la coalizione e per essere coerente con lo stesso nome del partito, DEMOCRATICO. La scelta spetta ai cittadini elettori, a coloro che vogliono il cambiamento e che sono stanchi di sorbirsi le decisioni prese dall’alto.
    Considerando la difficile situazione del Partito Democratico in Sicilia, divisa tra i “standardisti” di pari passo con la situazione nazionale e, dall’altra parte, i “lombardi” anche se sicialiani, vicini al Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo.
    Pierluigi Bersani aveva appoggiato senza esitazioni l’europarlamentare S&D (PD), Rita Borsellino. Inutile raccontarvi chi sia. Il semplice fatto che la Borsellino fosse stata appoggiata dai maggiori partiti di centrosinistra, fa pensare che, effettivamente, Bersani aveva scelto una candidata unitaria, capace di tenere unite le forze maggioritarie del CSX. Altri 3 candidati erano in corsa per la poltrona di Sindaco di Palermo: Davide Faraone, Antonella Monastra e Fabrizio Ferrandelli (il vincitore). Per sapere delle vicende che si stanno via via susseguendo nella politica siciliana, vi consiglio di leggere la Repubblica.it.
    I cittadini possono sovvertire le decisioni prese dall’alto, attraverso le primarie, sono state inventate per questo. La più chicca delle chicche per Bersani è e sarà quella di aver concesso al Pd di presentarsi con più candidati alle primarie di coalizione. Davide Faraone è un democratico ed ha corso senza l’appoggio della Segreteria Nazionale.
    Soluzione a questo inconveniente? Fare le “primarie delle primarie“: un momento in cui tutti i tesserati del Partito vengono chiamati a decidere il candidato “ufficiale” del Partito Democratico alle vere Primarie di Coalizione, confrontandosi con gli altri partiti di centrosinistra o con le forze sociali.
    Nessuno potrà gettare fango su un evento così altamente democratico e pieno di energia vitale necessaria per poter competere con un centrodestra siciliano, ormai al potere da troppo tempo, considerando i danni commessi alla Città. La Borsellino aveva con se un valore forte, storico, racchiuso nel suo nome, ma la gente, presa dall’onda del rinnovamento, ha scelto il candidato più giovane tra i 4 in corsa, Fabrizio Ferrandelli (32 anni).
    Problema serio? Spegnere i rancori e andare uniti. Le Primarie obbligano anche a questo: rispetto del verdetto.

  • Manca poco ormai al Congresso Nazionale dei Giovani Democratici. Tante sono state le battaglie sostenute e, spesso, avviate dalla stessa organizzazione giovanile del Partito Democratico. Ora, i GD, sono chiamati a discutere del proprio futuro, di quello che, da qui a tre anni, dovranno sviluppare su tutto il territorio nazionale, affiancandosi al partito “madre”, il PD, e alle parti sociali coinvolte, in questo terribile periodo, dalla crisi economica e della possibili e, sicuramente, inevitabile recessione del 2012-2013.
    Due tesi, solo due, sembrano poche, ma in realtà sono state alla lunga dibattute all’interno dell’Organizzazione. Provocheranno divisioni? O saranno l’esempio eclatante della differenza tra “vecchi” e giovani.
    Staremo a vedere, tuttavia, si spera nella partecipazione attiva e nella consapevolezza che il bene comune lo si costruisce con la condivisione di idee e con il rispetto reciproco.

  • Ho avuto l’onore di fondare e di guidare i Giovani Democratici di Noci fino a ieri, quando, durante il 1° Congresso, ho annunciato la mia non ricandidatura a Segretario. La mia formazione politica la devo soprattutto al meraviglioso gruppo che i GD Noci rappresentano nella realtà locale.
    Sono convinto più che mai che, alla luce di quanto avvenuto, il nuovo esecutivo sarà in grado di garantire continuità e di andare avanti spediti verso li obiettivi che ci siamo prefissati. Rinnovamento, non significa, per forza, CAMBIO DI ROTTA, per questo la situazione locale, per migliorare, avrà bisogno di entrambe le parti. Il mio impegno per Noci continua, così come continuerà la mia passione per la politica e il mio impegno nella giovanile. Nessuno mi ha detto da che parte stare e credo sia questo a darmi tutta questa carica nel voler fare le cose.x

  • Sarà, ma la politica si sta dimostrando incapace, anche, di avviare una svolta. Sono abbastanza infuriato con chi, fino ad oggi, invocava le dimissioni di Berlusconi, senza se e senza ma, mentre oggi, alla luce delle vicende in atto, critica fortemente un Governo che ancora deve insediarsi e rendere noto il programma. Sono stanco di sentire critiche basate sul nulla, senza un briciolo di proposta alternativa. Le Elezioni? Cosa sacrosanta! Io sono il primo a dire di andare al voto, ma se ognuno di voi, sfoderasse la sua indole da opinionista, capirebbe perfettamente la difficoltosa cerimonia che precederebbe la scelta diretta degli elettori: un’estenuante campagna elettorale, lunga e piena di rancori e pezzi di vecchia politica ancora alle calcagna.
    Non sopporto chi spara a zero su tutto e tutti. Anche io ho i miei dubbi sulla funzionalità di un Governo di soli tecnici, tutti appartenenti ad una classe dirigente di non poco conto, ma è anche vero che, ad altri mesi di vuoto totale e di baratro economico, far muovere qualcosa, cercando, ovviamente, di trovare soluzioni condivise dal Parlamento, sia la cosa migliore, per uscire dalla crisi. È ovvio affermare la necessità di prendere decisioni che non siano di stampo esclusivamente tecnico-governativo, e che il Parlamento e quindi tutte le forze politiche possano dire la loro e fare proposte innovative per il Paese.
    Un’altra cortesia: con la fine del populismo berlusconiano, spero vada via anche la demagogia della politica italiana. Non è possibile sentire apprezzamenti al Presidente della Repubblica quando richiama la classe politica all’ordine, e poi critiche sulla sua scelta di nominare (strategicamente) Mario Monti, senatore a vita, come messaggio implicito per la costruzione di un nuovo Governo. Napolitano non è un sempliciotto, l’ha dimostrato sempre e sempre lo dimostrerà, non per questo, non lo si possa definire, ancora, più che mai, un uomo di sinistra, responsabile e garante della legittimità istituzionale. Se Napolitano ha posto la sua fiducia nei confronti del Presidente della Bocconi, qualcosa vorrà pure dire. Ci siamo fidati di Napolitano fin’ora, facciamolo anche adesso.
    Nel frattempo, pensiamo a creare una vera alternativa, con la speranza che la sinistra maturi un senso di responsabilità e non faccia capricci intestini inutili. Il PD e l’intero centro-sinistra, da domani si riunisca e crei il programma elettorale, faccia le primarie e si prepari al giudizio degli elettori! Ognuno di noi farà la sua parte, in questo periodo storico intenso e che, sono sicuro, sarà riportato nei libri di storia. Tutti siamo bravi a fare la morale, ma mai nessuno si guarda allo specchio.
    Chi ha distrutto le prospettive di questo Paese, faccia un passo indietro, a livello nazionale, ma soprattutto, a livello locale! Via dalle poltrone! Dobbiamo spolverarle e ridarle dignità! Via dai partiti, se non si è in grado di essere garanti del rispetto reciproco! Via dalla politica, se non si è in grado di comunicare alla gente le proprie intenzioni! Via da tutto! Spazio a chi, al primo posto, mette la passione per la politica e la Cosa Pubblica! W l’Italia!

  • Prima di scrivere un articolo, pensavo sempre prima al titolo, forse perchè credevo che da lì sarebbe partita l’argomentazione. Oggi, 18 maggio, a due giorni dai risultati delle amministrative, non posso che partire dal corpo del testo, dai contenuti, dal risveglio e dalla gioia che questi risultati hanno dato e ridanno ancora oggi a chi, senza abbattersi, si è rimboccato le maniche e, problemi a parte, ha dato dignità ad una parte politica molto significativa che, come fanno ben sperare queste lunghe ma meravigliose giornate, molto presto diventerà vitale per il nostro Paese.

    Chi di voi legge i miei post, conosce perfettamente la mia tendenza a criticare, delle volte, le scelte del mio partito, il Partito Democratico, e devo dire che anche in queste Amministrative ci sono stati degli ostacoli, ma che di certo, come ben spero, daranno voce a dibattiti costruttivi da cui continuare questo meraviglioso percorso.

    Partendo dalla mia Puglia, non posso che essere orgoglioso di appartenere ad un partito che con tanto sudore è riuscito a risultare il primo in Puglia. Conosco perfettamente il lavoro dello staff e questo mi da conferma che quando un folto gruppo di persone lavora per il bene del proprio territorio, riversando i propri sentimenti e spendendo tutto il tempo per delle cause comuni, si arriva a vincere, si arriva a ricevere gratitudine e rispetto da parte dei cittadini.

    Nel resto d’Italia? A Torino, Fassino è riuscito a manifestare quel senso di continuità con l’ottimo lavoro di Chiamparino come sindaco della città simbolo del lavoro. A Bologna, scandali o no, la sinistra è riuscita a costruire un nuovo volto di serietà e rispetto delle regole e Merola sarà in grado di amministrare Bologna con dignità e grandi capacità.

    Napoli? Abbiamo pagato i nostri errori per la precedente amministrazione e per le primarie piene di ombre e di enormi lacune. La divisione, come abbiamo visto, porta semplicemente ad una perdita delle possibilità di vittoria, ad una perdita di credibilità. Non potevamo presentarci in 2, come centro sinistra, era giusto rimettere al centro della situazione napoletana l’unità e la coesione politica.

    A Milano, lasciatemi dire, abbiamo sbancato. Nel feudo berlusconiano per eccellenza, il Partito Democratico è il primo partito milanese, ancor prima del PdL e della Lega, che si ferma ad un 10% di preferenze. Pisapia è stato in grado di dimostrarsi una persona mite e decisa, capace di interagire con i cittadini milanesi e di rispondere ai problemi seri della città. Le accuse stanno a zero. Non è un’offesa avere un passato nell’estrema sinistra, se per estrema si intende vicinanza alle persone meno fortunate, ai poveri e ai bisognosi. Il terrorismo è un’altra cosa, di certo non è stato Pisapia il personaggio criminale della politica milanese. La Moratti si è pugnalata da sola, quando ha accusato il candidato sindaco del centrosinistra di aver rubato un’auto, perchè Giuliano è stato assolto da ogni accusa. Cosa accadrebbe se a Milano vincesse il Pisapia, al secondo turno? Sicuramente toglieremmo la maschera che per venti anni Berlusconi e i suoi hanno portato sul loro volto tumefatto da promesse non mantenute e vicende poco consigliabili, tra mafia, criminalità e affarismo. Il futuro non è nella divisione, come Bossi e la Lega continuano imperterriti ad affermare, ma la coesione nazionale e la risoluzione dei problemi principali, porterebbero l’Italia ad essere di nuovo uno dei Paesi più belli d’Europa e del Mondo. Ecco perchè Milano è così importante, perchè da lì inizia il cambiamento.

    Da oggi, faccio un appello a tutti i tesserati del PD e simpatizzanti del centrosinistra: abbiamo vissuto momenti difficili, nessuno lo mette in dubbio, ma da oggi, tutti, me compreso, dovremo ristabilire un’ordine di rispetto reciproco e di costruttività. Bene le critiche, perchè è proprio da lì che nascono le idee migliori, ma che siano costruttive e non campate in aria. Anche io molte volte mi sono lasciato prendere dalle critiche, molte volte senza pensare al bene del mio partito. Ma da oggi basta! Da oggi abbiamo una forza in più tra le nostre file. Parlo della forza consegnataci dal Popolo, una forza che continuerà a crescere se solo noi saremo in grado di guadagnarcela.

    Un’aspetto è bene ricordare: la vittoria elettorale non è un gioco da ragazzi se colui che abbiamo di fronte a noi è in bilico o sta cadendo a pezzi ogni giorno di più. Il Popolo in questo ventennio berlusconiano è maturato dai suoi errori e debolezze. I Cittadini Italiani vogliono rispetto e soprattutto serietà nel mantenere gli impegni presi. Ecco perchè dobbiamo ripartire nel riformulare una nuova politica, che oltre ad essere una nuova e forte alternativa, sia il punto di partenza per la rinascita dell’Italia.

    Io sono qui, è esattamente un anno da quando ho iniziato a fare politica attivamente, nel partito e immergendomi nei problemi e negli ambienti cittadini, della mia Noci e approfondendo il mio lavoro anche a livello provinciale, occupandomi del settore scuola dei Giovani Democratici. Ma non credo basti. Vi potrò sembrare un patetico sofferente di manie di protagonismo, forse un sognatore azzardato, ma da qui parte il mio impegno e nessuno me lo potrà impedire. Da qui parte la mia impronta, da qui, assieme a tutti coloro che mi vorranno aiutare, assieme al lavoro di tutti, assieme al mio aiuto per gli altri. Attendo quel periodo, lo attendo con tutto me stesso e so perfettamente, che non è troppo lontano.

  • Documento politico dell’Esecutivo dei GIOVANI DEMOCRATICI DELLA PROVINCIA DI BARI.

    Pretendiamo rispetto. E se non lo riceviamo, ce lo prendiamo. Siamo Giovani sì, ma pure Democratici. Vogliamo, quindi, rispetto per il Partito Democratico. Per noi stessi.
    I recenti fatti che hanno unito politica e giustizia, dal livello nazionale a quello locale, hanno mostrato ancora una volta la difficoltà del nostro Partito a prendere coraggio nel dire che nel particolare momento storico che stiamo vivendo chi è anche solo accostato a un reato importante debba fare un passo indietro. Il principio di non colpevolezza sancito dalla Costituzione è un punto fondamentale di dignità di qualsiasi individuo, ma in un periodo di tale scollamento tra partiti politici e cittadini è necessario che chiunque, accusato, faccia un passo indietro per dimostrare la propria estraneità ai fatti ascritti, per poi tornare a rappresentarci più forte di prima.
    Per non subire ricatti politici, il Partito Democratico dev’essere in grado di fare a meno dei tanti, piccoli e grandi, conflitti di interessi di cui numerosi suoi iscritti, candidati o eletti si fanno portatori. Viviamo le elezioni a tutti i livelli come protagonisti da diversi anni e sappiamo riconoscere coloro che si candidano per portare il loro contributo di idee e proposte alla causa della pubblica amministrazione e chi, di contro, è solo un «reuccio» capace pure di portare vagonate di voti (a primarie o consultazioni politiche vere), ma privo di qualsiasi apporto positivo. La logica secondo cui tali soggetti siano irrinunciabili per il pacchetto di voti portato in dote alla propria candidatura ci sta stritolando, lasciandoci senza idee serie per migliorare il partito e spesso senza quei soggetti stessi, pronti ad abbandonare la nave se non ottengono immediatamente quanto richiesto. È per questo che vogliamo continuare a puntare sulla formazione, sulla preparazione e sull’esaltazione delle nostre professionalità e nuove idee: solo così potremo fare a meno delle incompetenze, delle “macchine da voti” e dei collusi. Pertanto è necessaria un’autentica “selezione all’ingresso” di candidati e rappresentanti, con interventi decisi, seri e puntuali della segreteria provinciale quando le sezioni si trasformano in “califfati”. Altrimenti dimostreremo sempre di non essere alternativi a un modello che ha portato il nostro Paese alla totale implosione.
    Siamo sempre stati leali nei confronti del Partito, cercando di incidere, senza metterci di traverso rispetto a scelte anche poco condivise. Lavando i panni sporchi in casa, insomma. Chiediamo un’inversione di tendenza notevole, adesso, in un momento così difficile per noi e per la politica. La conseguenza di una giovanile a muso duro rispetto alle mancanze dei propri omologhi adulti sarebbe un inequivocabile segno di spaccatura politica. Noi lo vogliamo evitare. Voi?

  • La Santa Alleanza. Che nome insolito, sembra quasi simile ad un’alleanza per una guerra santa, in nome di un popolo o in nome di un sentimento religioso ormai perso. E’ questa l’Italia che vogliamo costruire? E’ questo il modo di fare politica? Da tutto questo trambusto, l’UdC ne esce come la corteggiata che se la tira e il Partito Democratico il provolone sfigato rifiutato.

    Sono molto sincero quando si parla di alleanze, non ho paura a dirlo: sogno un alleanza di centro-sinistra, pura e dura. Ma cosa dobbiamo sistemare nel nostro territorio politico? Semplice: evitare che nasca il nuovo Berlusconi della sinistra. La persona non fa la differenza, ma ciò che pesa è il modo di essere. Berlusconi se fosse stato uno di quei politici che non predicano e razzolano male, non avrebbe dato vita al berlusconismo. Le particolarità del Conte di Hard-core sono essenzialmente 3: 1) carisma; 2) grande comunicatore; 3) vittima del viagra e della papaverina. Tralasciando l’ultimo aspetto, nel centro-sinistra, attualmente, chi ha in mente di presentarsi come Presidente del Consiglio è proprio lui, Nichi Vendola. Nichi è uno dei migliori politici che la sinistra abbia attualmente. Ce ne sono pochi in grado di poter essere portavoce di una coalizione. Esempi? Solo 2, secondo me. Il primo in assoluto è Matteo Renzi, giovane, presente nella vita pubblica della sua città, tanto da arrivare ad essere il sindaco più amato d’Italia. C’è chi dice che Renzi abbia avuto il cattivo gusto di andare ad Arcore, in visita ufficiale, per chiedere aiuti per la sua città. Chi non l’avrebbe fatto? Viene prima il bene della città di cui si è primo cittadino, oppure bisogna dare priorità a logiche politiche del 1700? L’incontro ha avuto i suoi frutti: è stato istituito il fondo turistico per Firenze, ogni turista pagherà una piccolissima tassa, pari a 1€, per poter visitare la Città Fiorentina. La seconda proposta è, senza ripensamenti, Debora Serracchiani. La Serracchiani è stata una sorpresa, dopo l’assemblea nazionale dei circoli del 2009. Il punto di partenza? Piuttosto che punto di arrivo? Le Europee. Da quando lavora a Strasburgo e Bruxelles, una delle donne più amate del PD, sta lavorando con un senso di responsabilità indiscutibile. Un politico che per arrivare dov’è, è stata votata con le preferenze, cosa che invece il caro D’Alema non ha ricevuto. Ecco l’alleanza, da sogni, del futuro centro-sinistra: PD, IdV, SeL, e FdS (sempre se non decide di andare da sola, cosa da non scartare).

    L’UdC ha dato tanto, si. Ha dato tanto schifo al Paese. Un partito che ne ha visti di tutti i colori (politici, ovviamente). In alcune parti d’Italia è con il centro-destra, in altre con il centro-sinistra, ad altre da sole. Ma che razza di partito è questo? Il salvatore di che? Della Patria? Per salvare il Paese servirebbe che un po’ di dirigenti cominciassero a salire sugli stessi barconi con cui, in questi giorni, tanti tunisini sono giunti a Lampedusa, e con la costa italiana alle spalle, a mai più rivederci!