Da guardare.
Da guardare.
La risposta è più che scontata: sì.
Matteo Renzi dice che il vecchio PD ha difeso la Cancellieri, mentre il nuovo non farà cose di questo genere.
Sbaglio o Renzi ha una grossa fetta di parlamentari “renziani” (della prima e dell’ultim’ora)? Come mai non hanno supportato la mozione presentata da Civati, l’altro ieri, in assemblea? La Bonafè? La Boschi? Giachetti? Tutti dispersi?
La risposta se la danno da soli e basta sapere quanto detto da Gentiloni, sempre in assemblea parlamentari, per capire che #matteopigliaperilculo
Cosa voglio dire è molto semplice: la situazione nei circoli pare incresciosa, una falsa competizione pre-primarie, dove gli interessi di corrente vengono prima di qualsiasi altro tipo di obiettivo comune. Queste convenzioni sono una pagliacciata. Sapete perché? Perché è l’occasione per i notabili locali di procedere ad una conta e ad una strumentalizzazione del voto.
Ho forse esagerato nell’enfasi, oggi, ma credo e spero di aver spiegato per filo e per segno quale sia il progetto di partito che con Pippo stiamo portando in giro nei circoli. Non possiamo accettare che il partito rimanga nelle mani dei soliti noti, gente che dovrebbe andare a lavorare e lasciare che il partito sia gestito da persone che credono fino in fondo in quel simbolo, così tanto schernito da chi è fuori i nostri circoli e che invece dovrebbe conoscere il vero valore di un progetto riformista come quello che dovrebbe oggi raffigurare il Partito Democratico.
Quanti possono permettersi di dire che i 101 devono essere presi e cacciati dal partito? Quanti? Nessuno può permettersi di dirlo, perché tutti hanno qualche 101 come sponsor. Tutti tranne uno. Colui che può permettersi di fare una battaglia aperta contro l’inciviltà politica che ha investito il nostro partito, a difesa delle persone per bene che, mi dispiace per tutti i commentatori da salotto o da tastiera, ci sono nel PD, ci sono e ci saranno sempre fino a quando qualcuno avrà il coraggio di pensarla diversamente dagli strateghi che ci hanno portato al governo delle larghe intese.
La battaglia contro i 101 è una questione di civiltà. Aumento il tiro e dico che i 101 sono ovunque, che in realtà non sono solo 101 ma sono più di mille e anche più. Sono presenti ovunque ed ogni giorno pongono interessi di potere a quelli collettivi. Ci sono e sono ovunque e non possiamo arrenderci all’idea di dover abbandonare la nave. Chi abbandona o volta le spalle al PD è come un capitano che lascia la propria nave mentre affonda.
Ipocrisia allo stato puro. Ecco cosa sento nell’aria dei congressi locali, nelle votazioni per le varie convenzioni. Come si possono permettere queste persone di ritenere il partito un oggetto di loro proprietà? Come? È vergognoso. Luridamente presente e individuabile.
Chiedetevi cosa state facendo e perché appoggiate l’uno anziché l’altro candidato. E se tra le prime 3 motivazioni vi balza alla mente il “perché è giovane”, sappiate che non siete niente di nuovo e il rinnovamento non arriverà da lì, non arriverà da quella scelta, perché è la base di quella scelta che è sbagliata.
Se Matteo Renzi è giovane, io cosa sono? A 38 anni si è adulti e si deve essere responsabili delle proprie azioni e di cominciare a capire che la coerenza delle proprie idee viene prima di qualsiasi tipo di marketing politico e di camicie con maniche arrotolate e jeans all’ultimo grido. A 38 anni si deve comprendere che non si può far politica facendo giravolte ogni giorno, sui temi più importanti: governo sì, governo no. Cancellieri sì, Cancellieri no.
Se si è convinti che queste larghe intese debbano finire quanto prima, non si annuncia la propria disponibilità a ricandidarsi a Sindaco. Non abbiamo mica scritto in fronte “giocondo”. Eddai su!
Ha fatto bene Pippo ad annunciare la presentazione, nell’assemblea dei parlamentari PD di martedì prossimo, del documento per la mozione di sfiducia a carico del Ministro Cancellieri. Così testeremo fino in fondo e con chiarezza la coerenza dei nostri parlamentari, visto che si rifiutano di votare la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle, non perché c’è una motivazione politica a riguardo, ma perché è stata presentata dal M5S. Un fatto di principio. Diciamo che è una replica della votazione del Presidente della Repubblica: Rodotà no, non perché non è di sinistra, ma perché è stato presentato e supportato dal movimento di Grillo e quindi non possiamo piegarci e seguire, una volta tanto, con umiltà. Poi no anche a Prodi, perché non avrebbe mai permesso un governo PD-PDL e sarebbe svanito il sogno feticista di molti leaderini e vice-leaderini di poter compiere il gemellaggio a spese degli elettori (presi per il culo, alla stragrande). Quindi in barba ad una prassi assodata dalla nascita della Repubblica Italiana, abbiamo rieletto l’arbitro delle crisi di governo che più di tutti giustifica questo valzer di coppia tra democratici e berlusconiani (oggi anche con i nuovi alfaniani). Diciamo che era giusto farlo riposare, ha la sua età e il Paese e le Istituzioni devono avere un ricambio di personalità, con diversi modi con cui approcciarsi ai problemi.
Continuiamo la nostra battaglia e non fermiamoci davanti a nulla. Chi ha paura degli ostacoli prima o poi si bloccherà. Noi dobbiamo cambiare le cose, cambiandole, non con il sorriso, ma con la serietà e la coerenza che deve contraddistinguerci.
Domani mattina presento la mozione di Pippo Civati nel mio circolo, a Noci. Emozionato, certo, ma anche consapevole che il progetto da noi supportato è un progetto di vero rinnovamento e vero cambiamento. Il Partito Democratico non può sprofondare nella Terza Via fallimentare proposta da Renzi e da un conservatorismo d’apparato che si cela dietro Cuperlo. Lo diciamo con assoluta franchezza e siamo certi che avremo un bellissimo ed importantissimo risultato.
Forza! Vi aspetto domani, ore 10.00, presso il Chiostro delle Clarisse di Noci.
Alfano annuncia la non adesione a Forza Italia e la nascita dei gruppi autonomi a Camera e Senato. E noi? Il centrodestra si è frantumato e ha perso credibilità e il PD? Rimaniamo a guardare, impietositi e magari con occhi da chi queste vicende le ha vissute e le vive ancora. Barzellette, per noi.
Se avessimo intelligenza, oltre che tattica politica, un minuto dopo avremmo dovuto staccare la spina alle larghe intese e andare alle elezioni, vincerle e governare con un chiaro programma elettorale e con una maggioranza chiara, precisa e soprattutto di centrosinistra.
Ops! Ma questo non è possibile, attualmente, perché siamo in pieno Congresso e non possiamo avere altre distrazioni. Sarà dopo. Ops! Di nuovo. Il Congresso pare lo vincerà colui che, tra i suoi supporters, ha l’attuale Presidente del Consiglio e buona parte dei killer di Prodi (i restanti sono con Cuperlo). Per scongiurare ogni tipo di dubbio, pare abbia dichiarato di essere pronto a ricandidarsi a Sindaco di Firenze, giusto per capire quale sia l’orizzonte per il PD nei prossimi due anni.
Diciamo che i 101 continuano ad avere il controllo del partito ed a non ridarlo in mano agli elettori. Ops! Per la terza volta! Pare che il Congresso lo vincerà quello “giovane”, voluto dagli elettori, nuovi o vecchi che siano. Ops! Per la quarta volta! Mi dispiace dirvelo, ma a 38 anni non si è più giovani, si è adulti. Perché se lui è giovane io che cosa sono?
Ops! Pare che questo Congresso abbia già dei vinti: gli elettori, i militanti, tutti coloro che andranno a votare. Perché? Semplice: così come il fallimento di Bersani con il M5S era tutto architettato per “giustificare” le larghe intese, così il PD, con il prossimo congresso, non otterrà la tanto voluta rivoluzione generazionale (meglio nota come “rinnovamento”), perché la nave partita da Firenze si è trasformata in una scialuppa di salvataggio per i tanti Schettino del PD e sarà solo un tentativo (riuscito) di sopravvivenza.
Io preferisco nuotare con le mie braccia. Almeno sai che puoi contare solo sulle tue forze e non sull’ipocrisia.
Anche se con ritardo, vorrei lasciare il mio commento al dibattito di ieri pomeriggio su SkyTG24, sul congresso del PD. Di quello che si è detto, ma soprattutto di quello che non si è detto.
Mezz’ora di diatribe. In quella mezz’ora il PD si stava dimostrando di essere quello che è sempre stato, suo malgrado, nostro malgrado: l’esasperazione di se stesso.
Mezz’ora di trasmissione, mezz’ora di battibecchi, neanche una discussione su tematiche importanti, come quella sul PSE (per altro oggi ho cercato di chiederlo a Renzi tramite il #matteorisponde, senza risultato). Tema centrale quello Europeo che, secondo Gad Lerner (sostenitore di Cuperlo), è surreale per come si sta ponendo nel dibattito interno. Importante, sarebbe stato, parlare, oltre che dell’Europa, anche di lavoro, ambiente, istruzione e nuove tecnologie. Sembrava di vedere una fossa di gattopardi, anziché di leoni inferociti e pronti a tutto pur di difendere le proprie idee.
Mi meraviglio di questo, mi meraviglio di meravigliarmi. Forse sono io che sbaglio, forse sono io che intendo questo congresso non un semplice momento di passaggio di consegne (fasullo, dove subito dopo continuerà la fitta rete di interessi e di giochi del potere), ma un momento di rifondazione culturale e politica del partito. Come puoi rifondare il partito se l’unico argomento, nel 98% dei casi, è solo “regole, tesseramento, siamo più belli noi di voi, ecc”.
Mi dispiace per Nico Stumpo, Chiara Geloni e Simona Bonafé, ma hanno messo in scena un siparietto da capogiro. L’unica, e dico l’unica, che ha dimostrato di essere concentrata sulle tematiche politiche è stata Elly Schlein. Sia chiaro che non lo dico perchè appoggia Pippo Civati.
Tornando sull’adesione o meno del PD al Partito Socialista Europeo, mi permetto di fare questa piccolissima comparazione di intenti dello stesso PD in due ambiti: uno nazionale e l’altro europeo.
Sul piano nazionale, il PD ha sempre definito la sua posizione come garante del bipolarismo e Renzi ne ha ripetuto più volte il concetto.
Sul piano europeo, lo stesso partito ha aderito al gruppo dei Socialisti & Democratici (un progetto pressappoco fine a se stesso), una via di mezzo, diciamo che non è ne carne e ne pesce.
All’interno del Parlamento Europeo, il bipolarismo è minato da gravi risultati in altri Paesi europei, dove gli estremismi dilagano: il PD deve essere difensore del bipolarismo (PSE-PPE) ed essere coerente (fra le tante cose) con il suo progetto politico naturale, sin dalle Europee del 2014.