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  • Discorso di uno studente al Parlamento

    Onorevoli cittadini,

    si proprio questo, cittadini. Voi siete cittadini chiamati qui ad amministrare la Cosa Pubblica, a rendere migliore il nostro vivere quotidiano, con provvedimenti legislativi e meritocratici. Tuttavia, ho il dovere di dirlo, avete fatto veramente poco, rispetto a ciò per cui siete stati eletti.

    Voi non mi conoscete, sono uno studente, un giovane cittadino che, con grande attenzione, segue ogni singola vicenda politica e spera in un cambiamento. Il cambiamento deriva da una voglia di riscatto che i cittadini hanno fatto propria e che ,ora vogliono più che mai, vogliono far esplodere. Faccio parte di quella schiera di persone che nessuno di voi ha mai incontrato, se non per motivi elettorali o personali. Sono un comune cittadino, un cittadino attivista.

    Mi sento onorato di essere qui, in questa aula, Montecitorio, eppure sento un terribile imbarazzo nel vedere puntati verso di me, occhi di gente immorale e disonesta, che ha sfruttato e sfrutta tutt’ora il suo ruolo per i suoi sporchi interessi. Questo Palazzo, come anche Palazzo Madama, sono da sempre un faro di democrazia per il nostro Paese, fulcro centrale del sentimento patriottico e democratico che ha sempre caratterizzato l’Italia, dal 1946 ad oggi, pur peccando, spesse volte, di qualità e di decoro istituzionale.

    Il mio intervento di oggi è dovuto alla necessità che i cittadini hanno nei confronti della politica, una necessità tinta di nero, per il luttuoso senso di smarrimento che nessuno può scongiurare se non proprio la politica stessa.

    La catastrofe politica ha toccato dei punti importanti per il nostro vivere e per la nostra società. Cominciando dalla scuola, fino al lavoro, passando per i numerosi tentativi di scardinare la Giustizia Italiana.

    I miei più sentiti ringraziamenti vanno al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e ai lavoratori precari, vero motore dell’economia nazionale.

    Questo 2011 sarà un anno che difficilmente dimenticheremo, da una parte per i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità del nostro bellissimo Paese, ma dall’altra per una vicenda che profuma di libertà, la sfida dei ribelli verso Gheddafi in Libia.

    La politica deve riprendere a vivere e far sognare i cittadini. La politica deve necessariamente essere civilizzata, la classe dirigente del nostro Paese non può sentirsi estranea alle vicende che toccano il nostro benessere e il nostro sistema sociale. Chiunque abbia una posizione di rilievo nel nostro Paese deve necessariamente comprendere l’importanza di aprire all’innovazione e di chiudere definitivamente ad aspetti obsoleti come il nucleare, passando anche ad una revisione di riferimenti legislativi di vecchissima data, per ridare respiro alla nostra economia e al nostro spirito d’iniziativa.

    E con questo discorso che mi rivolgo a voi, precari, si spera, del Parlamento. Precari perchè quest’aula deve essere per tutti voi un momento di passaggio, un momento di lavoro intenso ma che poi si deve lasciare, per dare spazio ad altri, magari con aspetti diversi e talvolta positivi per la crescita del nostro Paese.

    Ho sofferto con tutto me stesso quando, in un determinato momento di questa legislatura, il Sen. D’Alia e l’On. Carlucci, hanno tentato di mettere il bavaglio alla rete e a tutte quante le persone che la popolano. Mai e poi mai, in sintonia con la Carta Costituzionale, si dovrà toccare la libertà di opinione e di parola. La libertà è sacra e il popolo libico ci sta dando una forte lezione di libertà e di riscatto sociale.

    Noi siamo italiani, siamo il Paese della Cultura e non possiamo spegnere il fuoco del sapere e dell’arte. Il turismo in Italia è solamente effetto delle meraviglie che custodiamo nel nostro territorio. I cittadini stranieri ci gridano a gran voce di non abbandonare a se stessi, tutte le opere storiche ed artistiche della Nazione.

    Siamo pronti al riscuotere il successo? Il tanto sudato premio di tutti gli italiani? Se lo vogliamo tutti, tutti quanti dobbiamo abbandonare il forte attaccamento alle poltrone e dirigere l’immenso egoismo che noi uomini puntiamo su nomine e denaro, su un aspetto comune e di vitale importanza per tutti: la crescita del nostro Paese.

    W la Democrazia! W i Cittadini Italiani! W l’Italia intera!


  • Parla con me

    La svolta è nel senso civico. I partiti hanno perso il vero senso della politica. Al tempo dei nostri padri costituenti non si è mai pensato ad una situazione di questo genere. La casta si ingrandisce ogni giorno di più. A fare la differenza sono solo i comuni cittadini, mentre i finti eletti parlano di immunità e di leggi ad personam, mentre il Paese è allo scatafascio. La prossima invenzione del Parlamento sarà costituire una Commissione Affari Berlusconiani, presidente: On. Cicchitto. Una volta, la “gerarchia” del potere era basata su un principio di rappresentanza: il politico partiva dall’amministrazione locale, passando per quella provinciale e/o regionale, per poi passare al Parlamento, sempre se fosse riuscito a far valere i proprio ideali e si fosse dimostrato un politico capace di saper gestire gli interessi del territorio. Le liste per le politiche, come ben noto, sono a livello regionale, i coordinatori regionali, in accordo con la direzione nazionale del partito, “scelgono” i propri candidati. Una vergogna, perchè vedere politici “odiati” dalla base del proprio partito, essere tra i primi nella lista, mi fa vomitare. Se ci fosse una legge elettorale diversa, a quest’ora non ci sarebbero il 75% delle persone che oggi compongono il Parlamento.

    La politica nel locale sta perdendo significato. Gli amministratori perdono tempo nel spartirsi le poltrone, nel capire se è meglio una pista ciclabile rossa o gialla, rimpasti mensili della giunta, insomma, i Comuni hanno perso la bussola. Non tutti, purtroppo c’è da dire questo: la destra, nelle amministrazioni comunali, non riesce a guadagnare quella marcia in più, quel mattone in più fondamentale, capace di poter sbloccare la macchina amministrativa e avviare la risoluzione dei problemi.

    Ho assistito al Consiglio Comunale del mio paese, non ho mai visto una cosa del genere: 3/4 d’ora a discutere se era giusto avere 10 minuti di sospensione del Consiglio oppure no e poi, come se non bastasse, vedere consiglieri comunali che giravano per la sala consiliare o parlavano al telefono, lasciandolo prima squillare per un bel po’.

    Ecco perchè nasce “Parla con me”. Significa dare un senso alle nostre idee e ai nostri principi. Se tutto ciò che facciamo rispecchia il nostro essere e se siamo quello che diciamo di voler essere, allora non possiamo rimanere con le mani in mano.

    Scendiamo in piazza, prendiamo un gazebo, un tavolino e delle sedie e aspettiamo, aspettiamo che i cittadini sentano la voglia di parlare dei loro problemi, di segnalarci che sotto casa loro c’è qualcosa che non va. La politica non va dai cittadini? Nessun problema, saranno i cittadini ad andare dalla politica. Alla fine della giornata, che può anche ripetersi più di una volta, con tutti i dati raccolti, tutte le segnalazioni saranno parte principale del report che verrà preparato e consegnato all’amministrazione comunale delle propria città.

    Questa è una sfida, fatta da cittadini ai cittadini. Riprendiamoci il ruolo da protagonisti, facciamolo subito.


  • Comunicato politico n.1

    L’Italia è in pericolo. L’Italia è in serio pericolo. La società è allo sbaraglio. I cittadini vedono il proprio reddito scendere a vista d’occhio(-2,7%). I giovani vedono il loro lavoro (precario) sempre più lontano, la disoccupazione giovanile è salita al 29%, dato storico. Il Parlamento non ha più poteri, il dittatore con il passamontagna ha ormai sradicato il senso di quei posti, dove si è fatta l’Italia, dove sono nati i veri progetti per lo sviluppo del Paese. La paura è tanta, non si riesce a comprendere da che parte stare. Il senso dell’umiltà è ormai scomparso, non c’è nemmeno più la dignità di ammettere di aver sbagliato. Tutto questo è stato sostituito dalla superbia e dalla faccia tosta di negare la realtà, di negare le parole trascritte dalle intercettazioni. Le televisioni sono impantanate in un contesto melmoso, fatto di servitù politica e di lecchinaggio a tutto spiano. Annozero fa un unico errore: lascia troppo spazio a puttane e papponi e non si occupa di sondare il territorio, di effettuare un’indagine giornalistica degna di una trasmissione da 7 milioni di telespettatori. L’alternativa al berlusconismo doveva essere il centro-sinistra, ma qui pare essere la nuova destra di Fini. Che dolore atroce al popolo riformista di sinistra, che dolore atroce a chi ha creduto in un progetto. L’ipocrisia è in tutti noi, ognuno di noi ha qualcosa dentro di se che lo rende impocrita, purtroppo, nel momento meno opportuno. Il centro-destra italiano è stato mangiato vivo da Berlusconi, ma la sinistra è stata divorata in un sol boccone dall’anti-berlusconismo. Il Partito Democratico perde sempre consensi, pur perdendo credibilità anche il PdL e la Lega. Il partito più grande d’Italia ha un nome e governerà il Paese nella prossima legislatura, si chiama il Partito dei Cittadini Incazzati, il partito degli astensionisti. Gli astensionisti sono coloro che affrontano la situazione con un forte gesto politico, molto di più di quello che sembra. La situazione è paradossale, in un sistema democratico, basato di forti divergenze tra destra e sinistra, se una parte perde consensi, l’altra ne trae vantaggio, facendo suoi i voti degli scontenti. In Italia è tutto diverso, come sempre. Il grande centro, in realtà è una farsa, un’orgia politica, nata con l’unico scopo di portare i partiti che la compongono al Governo. Un partito che durerebbe 10 min, 6 se all’interno c’è anche il Partito Democratico. La sensazione di smarrimento nel più grande partito di sinistra è forte, a dimostrarlo sono anche i Giovani Democratici di Tivoli, con la loro lettera di addio al PD e l’annuncio del passaggio a SeL. Dovrei parlare di partiti? I partiti sono troppi e troppi rimarranno fino alla caduta della Seconda Repubblica. La Prima è stata la Repubblica delle coalizioni post-elezioni, la Seconda quella del leader al comando della coalizione. Ma dopo cosa accadrà? Si avvierà un nuovo processo, o si ritornerà indietro? Ci sarà una Terza Repubblica? Quella fondata sulle idee e sui progetti comuni o si ritornerà alla Repubblica della DC e del compianto PCI? Il consenso pare essere l’unico pane dei partiti. Tutto viene fatto esclusivamente per quello, ma se una determinata mossa, magari positiva per il Paese e per rilanciare, ad esempio, l’economia è impopolare, non si fa. Meglio il populismo, meglio sparare fesserie a tempo record. Tutta l’Europa si prende a braccetto per risollevare l’economia del continente, per salvare l’Euro dalla speculazione, ma l’Italia preferisce parlare, solo ed esclusivamente, di giustizia. Chissà per quale motivo. Io sono stanco di sentir parlare di lodo, legittimo impedimento, leggi ad personam, voglio sentir parlare del mio futuro. Voglio accendere la tv, guardare Ballarò e sentir parlare Bersani del futuro dei ragazzi di questo Paese, voglio sentir dire da un esponente dell’opposizione di essersi stancato di parlare di puttane, consigliere regionali e ministre. Voglio sentir dire da un esponente dell’opposizione che se il programma ha come tema i fatti personali del premier, lui non parteciperà alla trasmissione. Voglio sentir dire questo, voglio capire da che parte stare. I cittadini si stanno mobilitando, il 13 febbraio a Roma e in tutta Italia ci sono state manifestazioni per la salvaguardia dei diritti e della dignità delle donne. Io amo le donne. Amo il loro modo di essere, di saper interpretare il mondo. L’uomo senza la donna è perso. Se Dio creò la donna da una costola dell’uomo, significa che senza quella costola noi crolleremmo all’istante, come invertebrati. In tutta la Penisola, c’è una raccolta firme in corso, per chiedere le dimissioni di Berlusconi. Anche qui andiamo divisi. Anche qui il PD ha i suoi moduli e Rifondazione Comunista i suoi. Ma perchè sono sempre gli stessi a fare queste cose? I cittadini sono stanchi! L’Italia dei Valori e Sinistra Ecologia e Libertà hanno aderito all’iniziativa firmando i moduli dell’altro partito, senza creare dei propri moduli, con testi differenti e con una matrice politica un po’ diversa. Pensate che i cittadini siano contenti nel vedere questo scempio? Io sputerei per terra. L’ipocrisia di chi guida è tanta. I paraocchi di chi è alla base, immensi. Non ci accorgiamo che chi chiede sacrifici, non ha mai sentito la necessità di dare l’esempio. Il predicare bene e razzolare male, porta ad un’unica strada, quella della fine. Berlusconi ne è l’esempio, il 6 aprile sarà processato e se fino a quel momento, non si sarà fatto una legge ad personam, sarà la fine per colui che, più di tutti, ha preso in giro l’Italia. Dall’altra parte del Mediterraneo sta accadendo qualcosa di bellissimo. I dittatori sono schiacciati dal Popolo, con la P maiuscola. Anche in Iran e Algeria è iniziata la rivoluzione. Dobbiamo avere coraggio e soprattutto capacità di credere in qualcosa di remoto, ma che prima o poi potrà toccarci e cambiare la nostra vita. W l’Italia. W il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. W il Sud. W il Nord. W il Centro. W le Isole. W Noi. W chi ha voglia di cambiare.