Vi delizio con pensieri non miei, leggete e poi ditemi:
Ogni eletto risponderà al Programma del M5S e alla propria coscienza, non a organi direttivi di qualunque tipo […]
altra delizia
Ogni eletto percepirà un massimo di 3.000 euro di stipendio, il resto dovrà versarlo al Tesoro, e rinunciare a ogni benefit parlamentare, iniziando dal vitalizio pensionistico.
Ma gli eletti dopo tutto, guadagnano solo 11.000€, tutto il resto son bazzecole. Andiamo avanti:
Oggi i parlamentari sono soltanto dei peones che schiacciano un pulsante se il capo, che li ha nominati, lo chiede.
Anche qui, c’è da andar male di stomaco, visto quale sia la vera realtà, oltretutto, sotto gli occhi di chiunque. Continuiamo:
Il M5S vuole far entrare degli uomini e delle donne alla Camera e al Senato che rispondano solo alla Nazione e al proprio mandato.
Prima che qualcuno possa dire qualcosa, ho semplicemente riportato le parole tratte da un post di Beppe Grillo, sul suo blog, dell’agosto 2011.
Tutto il resto lo lascio alle vostre considerazioni.
Alzato di buon ora, questa mattina, vi lancio un messaggio che viene dalla notte e che trova conciliante un documentario sulla nascita della Repubblica Italiana e dei lavori della Costituente, con successivo excursus di tutti i Presidenti della Repubblica che, in questo momento (07:30) è in onda su Rai Storia.
Cosa è successo nei giorni scorsi in Parlamento? Boldrini e Grasso sono semplicemente la risoluzione diplomatica di uno stallo o la loro elezione significa qualcosa di più? Beh, io credo che essere disfattisti non porti nessun vantaggio, sminuire un passaggio importante delle Istituzioni neanche.
Le elezioni di febbraio hanno lanciato un messaggio importante alla politica: non si può più tentennare dinanzi alla necessaria e vitale propensione al rinnovamento e all’abbattimento di vecchie logiche partitiche. Alfano dice si ad un governo del PD se al Quirinale andrà uno di loro. Se dovessi essere il soggetto preposto a rispondere al segretario del PDL, direi senz’altro che un partito che sfila davanti ad un tribunale per difendere il suo fondatore, non può accedere ad una carica di garanzia istituzionale, in un momento così delicato per la politica italiana e per il Paese, in ogni suo angolo.
E le giovani generazioni quale ruolo hanno in una fase così delicata? Pensare, oggi, che il rinnovamento abbia trovato il suo appagamento nell’elezione di deputati under-35 è superficiale. Io non credo che sia finita qui, io credo che mai si sia attenuata la responsabilità di noi giovani verso il futuro dell’Italia e verso ogni singolo territorio che ci vede protagonisti, attivi su ogni tema a noi caro, ma che incontra per la sua strada l’indifferenza di molti, non solo, però, di ragazze e ragazzi, ma soprattutto di donne e uomini che credono di non avere tempo per ascoltare una idea nata da un giovane.
Io continuo ancora a guardare il documentario sui Presidenti della Repubblica. Vedere l’Assemblea Costituente che lavora incessantemente per dare al nostro Paese la Costituzione, mi emoziona. Vedere personaggi come De Nicola, Einaudi, Gronchi o Pertini, Ciampi ed in ultimo, Giorgio Napolitano, mi lascia pensare che quel ruolo spetti a persone che si sono distinte per la difesa dell’Ordine dello Stato e della dignità del Paese. Non pensa serva altro per spezzare le gambe a chi cerca di approdare al Quirinale dopo le numerose vicende che lo hanno visto protagonista.
Oggi si insedia ufficialmente il Parlamento, con la prima seduta plenaria e l’elezione dei presidenti provvisori. Alla luce di tutto questo, io sono felice che l’aula in cui i rappresentanti del Popolo dovranno confrontarsi per dare speranza al Paese, sia stata avviata con qualche scossone, non solo un terremoto 5 Stelle, ma anche generazionale. Peccato che la durata sarà brevissima, forse la più breve della Storia.
Parallelamente alle scene da “Harry Potter e la pietra filosofale” – precisamente, quando gli studenti arrivano ad Hogwarts e cominciano a guardarsi intorno, con occhi sgranati e fare cauto – c’è la Puglia’s Hell a distanza di qualche centinaia di chilometri dalla Capitale.
Nichi Vendola, da buon pasticcere, rimpasta la Giunta Regionale, come se bastasse per mettere a tacere le grandi delusioni ricevute all’ultima tornata elettorale, ma ciò che mi lascia più perplesso è, senza ombra di dubbio, la perplessità di molti nel vedere dei montiani entrare in giunta. Sono fasi delicate, da prova di convivenza, ne paga la Puglia e i pugliesi, ma per il resto, a chi importa?
Che ci siano new entry del PD e aver visto qualche assessore che ha lavorato con dedizione essere allontanato dal Governo Regionale, mi rattrista. In ultima analisi, riferendomi sempre a questo episodio, vorrei capire quale sia la scelta di chi è stato eletto in Parlamento e allo stesso tempo nominato Assessore. Larisposta è positiva, aspettiamo risvolti.
Processare Bersani è quanto di più ipocrita ci possa essere. Processarlo dopo averlo scelto alle primarie e dopo aver sostenuto con il cuore il Partito Democratico è l’errore più grande che si possa fare ad un partito che oggi vive in una situazione di grande responsabilità. Pier Luigi Bersani ha portato la sua onesta e coerente modalità di intendere la politica. Ha sbagliato la campagna elettorale, ma non può essere il diretto responsabile del metodo. Il processo, quindi, se deve esserci e se deve toccare determinate persone, quelle sono coloro che hanno partecipato alla riunione subito dopo e alla classe dirigente nazionale che lo circonda. Ora tutti uniti e non lasciamo il segretario da solo. La responsabilità tocca anche noi, soprattutto noi.
Il segretario del Pd: “Destra irresponsabile, noi avanti con moralità e lavoro”
Intervento integrale del segretario del Pd alla Camera durante le dichiarazioni di voto finale sul provvedimento di riduzione dei costi della politica.
Una simulazione su cosa accadrebbe in Parlamento con l’ultima proposta di legge elettorale avanzata in Commissione.
L’11 ottobre il Senato della Repubblica ha licenziato una proposta di modifica dell’attuale legge elettorale, il cui testo può essere scaricato qui.
Per sommi capi e’ una legge elettorale proporzionale, basata sulmetodo d’Hondt con una soglia variabile di accesso alla ripartizione dei seggi indicativamente del 5% a livello nazionale e un premio di maggioranza del 12,5%.
Vediamola piu’ in dettaglio.
Alla Camera, tolti i seggi del premio di maggioranza (76) e quelli assegnati dalle circoscrizioni estere (12), rimangono da assegnare 541 seggi.
Questi seggi vengono ripartiti con metodo d’Hondt tra le liste nazionali che
hanno superato il 5% a livello nazionale
qualora coalizzate con altre liste hanno superato il4% a livello nazionale
hanno superato il 7% in un insieme di circoscrizioni elettorali che assommino almeno 1/5 dell’elettorato
siano liste rappresentative di minoranze linguistiche conosciute, presentatesi in una circoscrizione in una regione a statuto speciale che preveda la loro presenza
Alla coalizione col maggior numero di voti vengono assegnati poi i 76 seggi del premio di maggioranza e quindi il totale dei seggi viene ripartito in maniera proporzionale nelle singole circoscrizioni.
Il medesimo metodo si applica al Senato della Repubblica che ha un premio di maggioranza di37 seggi, con la particolarità pero’ che il calcolo delle liste ammesse alla ripartizione dei seggi su base regionale avviene su base nazionale e il calcolo dei seggi da assegnare viene fatto con il metodo proporzionale classico. Per esemplificare: se SEL ha più del 5% a livello nazionale ma il 4% nel Veneto, viene comunque ammessa alla ripartizione dei seggi al Senato in Veneto.
Da sottolineare anche come il metodo d’Hondt in caso di ripartizione di pochi seggi favorisca il primo partito a scapito dell’ultimo, producendo alla Camera un lieve effetto distorsivo a favore del PD.
Utilizzando questo metodo abbiamo simulato una tornata elettorale considerando le medie da noi calcolate a inizio settimana. Abbiamo, per semplicità, accorpato i piccoli partiti di centrosinistra e centrodestra, che vanno sotto la voce Altri, al PD e al PDL, mentre abbiamo ipotizzato che le liste del Terzo Polo si unirebbero, come pare, in una lista unica. Abbiamo infine considerato una coalizione PD+SEL e una seconda contenente PDL e La Destra.
Fatte queste assunzioni si può subito notare che La Destra i Radicali e la FdS non raggiungono la soglia di sbarramento e quindi non avrebbero accesso al parlamento. Inoltre, nonostante la coalizione di centrosinistra vinca facilmente le elezioni e si aggiudichi il premio di maggioranza non ottiene la maggioranza dei seggi in nessuna delle due camere, costringendo quindi i vincitori delle elezioni a cercare un accordo in parlamento o con il Terzo Polo o con l’IDV o con il movimento di Beppe Grillo per garantire un governo al paese.