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  • In principio fu la fiducia

    La società è come una casa. Nelle fondamenta troviamo le leggi e ad innalzare le mura troviamo squadre di uomini e donne, queste squadre si chiamano partiti e hanno tutti un loro modo di costruire. C’è chi ruba un mattone, chi scaglia un pezzo in testa ad un altro, chi si rifiuta di sporcarsi le mani e lascia agli altri il lavoro sporco, chi vorrebbe costruire con un metodo condiviso da tutte le squadre. I mattoni sono i provvedimenti, le riforme, i progetti per una casa migliore, ma ciò che manca è il cemento. Il cemento deve necessariamente essere raffigurato dalla fiducia e dalla partecipazione attiva della cittadinanza alla vita politica e amministrativa del proprio Paese, partendo dai comuni, fino ad arrivare al governo centrale.

    Oggi faccio una proposta a tutti voi: una domenica di marzo, con i vostri amici più fidati, i vostri amici di partito, della vostra associazione, o con semplice organizzazione collettiva, prendete un tavolino, due sedie, in una vi sedete voi, nell’altra attendete che il cittadino in difficoltà venga da voi e vi spieghi le sue difficoltà quotidiane che è costretto a vivere a causa della non curanza da parte dell’amministrazione comunale. Alla fine della raccolta dati, del mettere insieme le notizie e le lamentele dei cittadini che, sicuramente, con grande interesse, si sono avvicinati a voi, unica fonte di risposte e di sana politica, stilate un documento politico da consegnare alla vostra amministrazione comunale.

    Ora, il progetto consiste nel non essere schierati, necessariamente, con un partito o un movimento politico, ma basta semplicemente essere organizzati e volenterosi, il resto vien da se.

    Siamo la fonte del cambiamento, non lasciamoci prendere da logiche di partito ormai morte, ma soprattutto non facciamoci attaccare dal morbo dell’immobilità culturale, sociale e politica, malattia che, purtroppo, ha infetto ormai molti giovani.

    Trovate il regolamento e degli aiuti (anche del materiale) per l’organizzazione dell’azione di pura cittadinanza attiva, qui.


  • Parla con me

    La svolta è nel senso civico. I partiti hanno perso il vero senso della politica. Al tempo dei nostri padri costituenti non si è mai pensato ad una situazione di questo genere. La casta si ingrandisce ogni giorno di più. A fare la differenza sono solo i comuni cittadini, mentre i finti eletti parlano di immunità e di leggi ad personam, mentre il Paese è allo scatafascio. La prossima invenzione del Parlamento sarà costituire una Commissione Affari Berlusconiani, presidente: On. Cicchitto. Una volta, la “gerarchia” del potere era basata su un principio di rappresentanza: il politico partiva dall’amministrazione locale, passando per quella provinciale e/o regionale, per poi passare al Parlamento, sempre se fosse riuscito a far valere i proprio ideali e si fosse dimostrato un politico capace di saper gestire gli interessi del territorio. Le liste per le politiche, come ben noto, sono a livello regionale, i coordinatori regionali, in accordo con la direzione nazionale del partito, “scelgono” i propri candidati. Una vergogna, perchè vedere politici “odiati” dalla base del proprio partito, essere tra i primi nella lista, mi fa vomitare. Se ci fosse una legge elettorale diversa, a quest’ora non ci sarebbero il 75% delle persone che oggi compongono il Parlamento.

    La politica nel locale sta perdendo significato. Gli amministratori perdono tempo nel spartirsi le poltrone, nel capire se è meglio una pista ciclabile rossa o gialla, rimpasti mensili della giunta, insomma, i Comuni hanno perso la bussola. Non tutti, purtroppo c’è da dire questo: la destra, nelle amministrazioni comunali, non riesce a guadagnare quella marcia in più, quel mattone in più fondamentale, capace di poter sbloccare la macchina amministrativa e avviare la risoluzione dei problemi.

    Ho assistito al Consiglio Comunale del mio paese, non ho mai visto una cosa del genere: 3/4 d’ora a discutere se era giusto avere 10 minuti di sospensione del Consiglio oppure no e poi, come se non bastasse, vedere consiglieri comunali che giravano per la sala consiliare o parlavano al telefono, lasciandolo prima squillare per un bel po’.

    Ecco perchè nasce “Parla con me”. Significa dare un senso alle nostre idee e ai nostri principi. Se tutto ciò che facciamo rispecchia il nostro essere e se siamo quello che diciamo di voler essere, allora non possiamo rimanere con le mani in mano.

    Scendiamo in piazza, prendiamo un gazebo, un tavolino e delle sedie e aspettiamo, aspettiamo che i cittadini sentano la voglia di parlare dei loro problemi, di segnalarci che sotto casa loro c’è qualcosa che non va. La politica non va dai cittadini? Nessun problema, saranno i cittadini ad andare dalla politica. Alla fine della giornata, che può anche ripetersi più di una volta, con tutti i dati raccolti, tutte le segnalazioni saranno parte principale del report che verrà preparato e consegnato all’amministrazione comunale delle propria città.

    Questa è una sfida, fatta da cittadini ai cittadini. Riprendiamoci il ruolo da protagonisti, facciamolo subito.