Obama, l’avrete sentito ovunque, ha deciso di invertire la rotta che gli USA perseguivano da molto tempo, in barba ad accordi internazionali.
“Siamo la prima generazione a subire gli effetti del riscaldamento globale e siamo l’ultima generazione che può fare qualcosa per migliorare l’ambiente che ci circonda”. Questa affermazione è molto importante e deve farci riflettere. Tutti.
Avete ragione, non ho ancora espresso un mio parere in merito alla Guerra in Libia, cercherò di farlo adesso.
Penso che non sia il momento di fare i moralisti, prima di tutto, e credo che, mai come ora, la coesione nazionale sia più che necessaria. L’effetto boomerang sarà inevitabile, se non per ragioni di sicurezza territoriale, lo sarà per ragioni prettamente economiche.
A sfilarci i contratti stretti con la Libia, sarà la cara Carlà Brunì e consorte, il caro Sarkozy che pur di riconquistare i cuori della destra francese, in vista delle Presidenziali del 2012, ha premuto l’ONU affichè ci fosse un’azione di guerra per “tutelare i civili”, questa è la motivazione di tali bombardamenti. La cosa di cui dovremmo preoccuparci è essenzialmente una: siamo sicuri che stiamo facendo del bene al Popolo Libico? E se si, lo stiamo facendo “a pennello”? Se ci fa tanto scalpore una fan di Gheddafi che sputa sulla foto del Raìs, dopo il massacro a Misurata, poniamoci la domanda se qualche ribelle abbia sputato sulla bandiera francese, americana e inglese, dopo i diversi bombardamenti che hanno spazzato via, purtroppo, vite di persone “contro-Gheddafi”.
Ma la curiosità, mi porta a domandarmi chi prenderà il potere in Libia, nel post-Gheddafi. Saranno veramente i componenti del Governo di Bengasi a prendere il controllo politico ed economico o le truppe Total colonizzatrici della Francia pianteranno la propria bandierina sulle coste libiche? Questo è tutto da vedere: se da un lato la Coalizione Internazionale si sta facendo garante della libertà di un Popolo, ormai distrutto dal dittatore che dal 1969 controlla e governa il Paese, dall’altro vediamo un’insieme di Nazioni pronti ad accaparrarsi il bell’oro nero, pasto succulento di tutte le nazioni più sviluppate.
Eppure, io una delusione lo avuta: Obama ha avviato una nuova guerra durante il suo mandato, che strano caso è l’America? Forse è necessario avviare un conflitto internazionale, per essere considerati Presidenti degli Stati Uniti, ufficialmente? Credevo che il sogno di una ritirata delle truppe alleate dall’Iraq e dall’Afghanistan iniziasse ad essere realizzabile, ma dalle ultime vicende, traspare un semplice senso di sfruttamento e di potenziamento di interventi militari nella valle dell’Oro Nero.
Ma guardiamo la cosa da un semplice punto di vista: cosa è stato fatto in Iraq? in Afghanistan? In Iraq è stato rovesciato il regime di Saddam Hussein, benissimo, ma ora chi c’è? Ci sono i cittadini Iracheni alla guida di quel Paese? O ci sono gli Americani? Stessa cosa potrebbe succedere in Libia, bisogna fare molta attenzione. Ecco perchè è necessario che ci sia qualche Paese o qualcuno di molto rilevante, sul piano internazionale, che ricordasse al Presidente della Repubblica Francese le sue parole, durante i diversi comunicati ed interviste rilasciate minuti prima e dopo l’avvio dei rais.
Attendo con ansia l’esito della guerra, e soprattutto, vorrei tanto sapere quanto durerà questo intervento di “pace”. Obama dice poche settimane, la storia dice anni.
Nel nuovo mondo, quello che ci circonda, tutto pare essersi spostato sul web. Lo scossone più grande l’ha dato Obama durante la sua campagna elettorale del 2008 e ho serie certezze che, ancora una volta, lo rifarà durante la campagna del 2012.
Il commercio è diventato “e”, cioè “elettronico”, il cosiddetto “e-commerce”, ormai tutto si vende online, la spesa? Scegli, compri e ti arriva a casa. Tutto il mondo ormai è web, tra poco i principali giornali scompariranno per dar vita a siti, già esistenti per diversi quotidiani, aggiornato e pieno di contenuti extra, interessanti e pronti all’uso.
La politica ha fatto la sua parte e continua a farla. Oggi non c’è partito che non abbia un sito internet. Anche il candidato a consigliere di un paese di provincia ha un proprio spazio web su cui scrivere, condividere idee e progetti.
L’uso sproporzionato di questo metodo non può che far bene. Non c’è altro modo se non quello di scrivere sempre di più, non saremmo in grado di comunicare, altrimenti. In Egitto internet è stato bendato. Non durerà abbastanza a lungo. L’esplosione c’è stata e ci sarà anche sul web. In Cina prima o poi accadrà lo stesso, me lo sento. Google è ormai una potenza, non esiste altro motore di ricerca più grande al mondo. E’ strano come, in poco tempo, una semplice idea possa concretizzarsi in qualcosa di astratto, come un sito web e diventare fonte di una ricchezza assoluta, non solo dal punto di vista pecuniario, ma dal lato dell’informazione, del modo di comunicare.
A Davos c’erano anche i rappresentanti delle potenze del web, come negare loro la presenza e un ruolo da protagonisti all’interno della comunità economica mondiale. Google ha comprato tutto, prima YouTube, poi Facebook, ha immensi servizi di qualsiasi genere, insomma, è il padrone del web.
Il web è padrone del mondo, noi siamo i padroni del mondo, noi siamo il web.
Da quanto tempo non sento parlare di giovani da parte dei politici, da parte del Governo, da parte delle classi dirigenti. I “cittadini del futuro” sono solo un pretesto, pretestoso, per cambiamenti repentini, volti alla trasformazione della società, ma tutto questo senza vedere e pensare agli interessi degli stessi. Uno spiraglio di luce arriva dagli Stati Uniti: Obama ha commentato con parole commosse e tristi i casi di suicidio di ragazzi omosessuali – vittime dei bulli, a causa della loro scelta sessuale. Il messaggio di Obama, a mio parere, indica due aspetti principali, 1 – guarda ai giovani con forte interesse e soprattutto con grande democrazia, 2 – non discrimina gli omosessuali, anzi li aiuta e li spinge a non aver paura. La lotta al diverso, in Italia, è oggetto di propaganda politica, basti vedere la Lega con le sue idee anti-islamiche e anti-meridionali. In Italia la situazione tra i giovani non è tanto distinguibile da quella citata prima: la discriminazione molte volte è motivo di superbia e di snobbaggine, particolarità delle nuove generazioni e soprattutto delle nuovissime. Considerando le vecchie tradizioni, Obama ha ormai infranto il tabù del potere, un potere che si era presentato distante dalle necessità dei cittadini, che non riusciva a captare i problemi della società, non solo dal punto di vista economico e sociale, ma anche dal punto di vista interpersonale che, senza ombra di dubbio, deve essere sempre al centro dell’attenzione della politica. Impariamo da questo grande uomo cosa sia, veramente, fare politica dal basso puntando in alto.