Tag: Movimento 5 Stelle

  • Devo esservi sincero, mi aspettavo che il PD vincesse queste elezioni europee, ma non con il 40%. Credo che questo abbia interessato moltissimi italiani, non solo addetti ai lavori.

    Ho provato a spiegarmi quali possano essere state le ragioni di questo boom di consensi.

    Il Governo e Renzi. Inevitabilmente, ciò che il Governo sta facendo in queste ultime settimana ha dato prova di se, attraverso un consenso che non si ferma solo agli 80€ in più in busta paga (come hanno voluto far credere i 5 Stelle e qualche berlusconiano attaccato alla dentiera) che, per altro, non hanno toccato tutte le famiglie italiane, ma che, nella totalità, hanno diffuso tra i cittadini quel senso di una politica che inizia a muoversi, contrapposta ad anni di immobilismo e di tecnicismi altisonanti e poco percettibili. Berlusconi dice che il Governo Renzi è un governo “troppo di sinistra” e quelli di sinistra dicono che il Governo Renzi è “troppo di destra”. Nel frattempo che si decidano a dare un indirizzo politico all’operato dell’Esecutivo, quando la politica si muove da i suoi frutti. E si vede.

    La campagna elettoraleI ragazzi di Proforma sono dei grandi esperti di comunicazione, lo hanno dimostrato sul campo in ogni occasione. Ciò che però ha caratterizzato questa campagna elettorale è stata la modalità con cui il PD ha interagito con gli elettori. Il ritorno alla Piazza è stato importante e le parole usate nei comizi e per le strade ha centrato l’interesse generale. Unica nota dolente, a mio avviso, la gara sterile a chi ce l’aveva più grosso (il pubblico) tra Grillo e Renzi. Da oggi sappiamo che ciò che Nenni disse, molti anni fa, è ancora attuale e che a piazze piene possono corrispondere urne vuote. Se lo ricordino quelli del Movimento 5 Stelle (Grillo e Casaleggio in primis).

    La forza dei militantiSbagliano coloro che credono in un PD trainato da una sola figura e che questo risultato sia essenzialmente “personale”. Io vorrei invece ringraziare tutti i militanti che si sono spesi, come sempre, sui territori, casa per casa, azienda per azienda, strada per strada alla ricerca del consenso, spiegando attentamente quelli che erano e saranno i nostri progetti per l’Europa. I militanti sono la vera forza del Partito Democratico, sono coloro che danno un volto al partito sui territori e sono anche coloro che, spesse volte, per colpe attribuibili a qualche stratega di Roma, si prendono schiaffoni dai cittadini, con la consapevolezza che il loro compito è anche quello, oltre che spiegare gli eventi e raccogliere informazioni dagli elettori.

    Ma ora arrivo al dunque.

    GrilloTralasciando quel mitomane di Casaleggio, il quale immagina di essere in Guerre Stellari, il coautore di questo importantissimo risultato del PD è proprio lui.
    Crederete sia pura retorica la mia ma, per le mie conoscenze base nella comunicazione politica, Grillo ha sbagliato tutto ed è stato un errore che non ha dato i suoi frutti immediatamente, ma ha richiesto la concreta realizzazione del vuoto politico in Parlamento, dove il M5S più che forza politica sembrava forza “animatrice” dei dibattiti, con cartelli, magliette e bende.
    Ecco perché (ironicamente) amo Grillo. È riuscito a risvegliare nella gente quel senso di allerta a favore della Democrazia, delle Istituzioni; quel ricordo dolente degli anni difficili, in cui la violenza di piazza dilagava, dove il “circondare il Quirinale” significa assaltare il Paese, dove sventrare cani e urlare in piazza ha voluto significare tutto e niente.
    Caro Beppe, grazie per averci aiutato in questa campagna elettorale. Visti i risultati, faresti bene a lasciare il Movimento, per il bene dello stesso, per il bene delle persone (ne conosco molte) che credono in quel progetto e che si sono trovate prigioniere di un modo di far propaganda becero, antidemocratico, senza nessun principio di dignità e umiltà.
    Vedere persone con delle ottime qualità personali parlare usando i nomignoli che Grillo ha assegnato a tutti i suoi avversari (vedi Renzie, ad esempio), credere ai complotti mediatici, dire che chi fa parte dei partiti politici sono tutti uguali, è stato il dolore più grande che ho provato in questa campagna elettorale.
    Grazie ancora Beppe, senza di te, l’Italia non avrebbe riscoperto il valore della libertà, della democrazia e del rispetto verso le Istituzioni.


    Ps: vedo sui social network e su qualche sito di informazione titoli “I renziani serrano i ranghi. Molti convertiti alla ricerca di un nuovo posizionamento”.
    Sarò schietto: io renziano non lo sono mai stato e non ho alcuna intenzione di esserlo oggi. Riconosco il valore della democrazia e delle primarie, le quali mi hanno consegnato un nuovo segretario che rispetto per il ruolo che ha assunto e, responsabilmente, supporto, con lavoro di squadra, non per il bene di Renzi, ma per il bene del Partito Democratico e del Paese. Amo quell’idea di politica che ha un nome. Il suo nome è Partito Democratico. Sono un democratico, in tutto e per tutto. Il nome del blog ne da conferma.

  • “Andiamo a dare un’occhiata in Europa” è lo spirito che aleggia nel M5S. “Piove, PD ladro” dice la lista Tsipras, che tutto dovrebbe fare tranne che indebolire il centrosinistra. Queste elezioni sono quasi alle porte e pare di giocare a Risiko.

    Le elezioni, nel loro significato più alto, sono il momento in cui una comunità, attraverso il voto, concretizza il valore che da alle cose che la circonda. Più è alto il valore, più il voto sarà dato secondo uno schema razionale, differente da individuo ad individuo, dove le esperienze personali modellano il significato del “giusto” e “sbagliato”.

    Oggi, dopo un bel po’ di tempo dal mio ultimo post, riparto da questo concetto e qui voglio costruire un ragionamento sul significato che io attribuisco al voto e alle elezioni, come momento di crescita collettiva, come momento in cui, con un semplice segno su un pezzo di carta, si possono cambiare le cose.

    Qualche giorno fa ho partecipato ad una discussione in cui un sostenitore del Movimento 5 Stelle spiegava che era inutile soffermarsi troppo sui soliti argomenti attribuiti all’Europa e che il movimento, con i suoi “futuri” eletti, andrà al Parlamento Europeo “per dare un’occhiata e capire il da farsi“.

    Chi “da un’occhiata” a qualcosa è, nella maggior parte dei casi, l’intruso, o magari qualcuno che si sente estraneo a quel qualcosa. Dare un’occhiata in giro non è ciò che ci si aspetta dalla politica, nemmeno da chi tenta di distruggere l’attuale sistema per crearne un altro (peraltro senza precise caratteristiche).

    Queste elezioni hanno un valore aggiunto importante e fino a quando non lo capiremo, in Europa saremo sempre e solo il fanalino di coda nella politica europea. Il nostro Paese è il fanalino di coda in molti ambiti ed oggi possiamo finalmente cambiare tendenza e ottenere una posizione forte nell’UE. Sogno un’Italia rappresentata da gente capace, onestà inclusa, ovviamente, ma che vada in Europa non a dare un’occhiata in giro ma a porre le nostre condizioni sulle attività produttive, agricoltura e pesca, energia, sviluppo, fondi strutturali, fiscal compact e tutto ciò che rientra nelle politiche europee, oggi sotto il bersaglio degli euroscettici, della francese Marine Le Pen (leader del Front National, estrema destra), di Beppe Grillo e del suo Movimento che, al primo punto del mini-programma per le Europee, presenta il referendum sull’Euro. Sull’uscita dalla Zona Euro, vi rimando a questo magistrale articolo del Prof. Baglioni.

    Oggi non possiamo permetterci il lusso di prendere sottogamba nulla, ne tantomeno di essere poco lungimiranti, com’è il caso della lista “L’Altra Europa con Tsipras“. Perché? Semplice: come ho sempre sostenuto, un progetto nato a ridosso delle elezioni europee non può andare troppo lontano, soprattutto quando la persona “candidata” alla presidenza della Commissione europea è stata individuata, inutile negarlo, sulla base del consenso elettorale che questi ha nel suo Paese. Fin qui possiamo controbattere su molti temi, anche sul come si è scelto Tsipras e, devo esservi sincero, poco mi interessa oggi. La cosa che mi fa infuriare (chi mi conosce e ha avuto modo di discutere con me, lo sa) è che l’Altra Europa con Tsipras non fa campagna elettorale contro Grillo, contro quei partiti euroscettici, populisti e di destra, ma la stragrande maggioranza degli argomenti sono “il PD ha fatto questo”, “il PD non ha fatto questo”, “piove, PD ladro”. Giusto per completare il ragionamento, vi ricordate Barbara Spinelli che dichiarava di essere pronta a collaborare con Grillo in Europa? Come potrei interpretarla? Come dovrei intendere questa mano tesa nei confronti un personaggio che sminuisce l’Olocausto e Primo Levi sul suo blog?
    Mi dispiace davvero tanto, ma alla fine che posso farci? Non sono io che detto la linea e nemmeno la comunicazione (non ho un bikini a portata di mano).

    Ricapitolando: l’obiettivo è quello di indebolire il centrosinistra, per rafforzare la sinistra e andare in Europa schiacciati da Forza Italia, Movimento 5 Stelle e partiti minori? Geniale! Date un Premio Nobel a chi lo ha deciso!

    Detto ciò, ecco perché le elezioni europee non sono un gioco. C’è molta carne sul fuoco e tante sono le difficoltà, ma oggi non può essere dato per scontato nulla e bisogna lavorare seriamente, sui territori e nelle Istituzioni (Europee e non), per ridare credibilità ad un Paese, il nostro, svilito da decenni di teatrini politici.

    Poi, su chi votare io ho la mia idea, ma lo sapete già.

    PS. se volete, ho lanciato un questionario a cui vi chiedo di rispondere. Aspetto il vostro parere.

  • Ieri, assieme ad Ezio e Gianclaudio, ho intervistato Elly Schlein, leader di OccupyPD e componente della Direzione nazionale del Partito Democratico, protagonista della mozione Civati, durante l’ultimo congresso nazionale del partito, con cui abbiamo parlato del Governo Renzi e soprattutto della visione complessiva del panorama politico nazionale.

    Altrettanto interessante è stato l’intervento di Giovanni Favia, Consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, ex-M5S (orgogliosamente, stando alle sue parole), con cui abbiamo parlato del confronto Renzi-Grillo, del decreto Imu-Bankitalia e ovviamente del Governo Renzi.

    Riascolta la puntata, qui.

    Ps. da oggi Radio Locale si chiama Radio ANSiA, ecco qui la pagina su Facebook.

    Il logo di Radio ANSiA • solo su Radio JP

  • Questo è il video delle consultazioni di Renzi con Grillo. Sappiamo tutti come è andata.

    Mi chiedo, cosa sarebbe successo se Grillo avesse spiazzato Renzi dicendo:

    “ok, Matteo, il governo lo fai con noi. Però manda a fanculo Alfano e quella schiera di coglioni del tuo partito che ti stanno mantenendo il culo pur di avere una poltrona (parafrasando il gergo di Grillo) e lunedì ci sarà una nuova maggioranza PD-M5S e le riforme le facciamo insieme, non con il pregiudicato Berlusconi”

    ipotesi n.1 – Renzi se la filava, perché forse il suo desiderio di fare il governo con Alfano e i destroidi è più forte di lui;

    ipotesi n.2 – Lunedì fiducia del primo governo PD-M5S, con Vice Premier Di Battista (o chi volete voi) e ministri 5S e nuovo corso per l’Italia.

    Conclusioni: purtroppo rimarrà fantapolitica.

  • Riascolta la 12ª puntata di Radio Locale.
    Ospiti del giorno:

    • Francesco Nicodemo: Responsabile nazionale alla Comunicazione del Partito Democratico – Segreteria Renzi;
    • Antonio Decaro: Candidato sindaco alle Primarie del centrosinistra di Bari, Deputato del PD.

  • La campagna elettorale pare incominciata per il Movimento 5 Stelle. Le mura del Parlamento non reggono il populismo dilagante che ci stanno propinando in questi giorni attivisti, parlamentari e televisioni.

    C’è chi fa promesse, chi si rimbocca le maniche e chi invece preferisce chiedere la messa in stato d’accusa (non impeachment!!) del Presidente della Repubblica o chiedere le dimissioni del Presidente della Camera. Un film già visto, già terribilmente sopportato per molto tempo.

    Manca solo che annuncino l’esplosione del Parlamento il 5 novembre e corro a comprarmi la maschera di V per Vendetta, o G per Grilletta (battuta, da non trasformare in oggetto di gomblotti, ndr).

    Mi dispiace per tutti coloro che ci credono seriamente nel M5S e che non si riconoscono in questi metodi da pseudo-fascisti, partendo dai parlamentari, fino agli attivisti.

    La violenza non è tollerabile, ne da una parte ne dall’altra dell’emiciclo.

  • Pare che il M5S abbia due pesi e due misure su quanto accade in Parlamento: condanna il deputato Dambruoso (SC), Questore della Camera, per aver interagito in modo brusco con l’On. Lupo (M5S) e apostrofa, tramite l’On. De Rosa (M5S), le deputate del Partito Democratico come brave a fare pompini, ragione per cui esse risiedano sugli scranni di Montecitorio. Che differenza c’è tra il gesto dei due parlamentari? Per me, nessuno.

    Cosa potevamo aspettarci da un cretino che si è messo sotto i riflettori dell’opinione pubblica per una così infelice dichiarazione? Ma alla fine questo è il prezzo per non aver utilizzato un sistema incontrollato di selezione della classe dirigente. Volete fare l’esempio degli altri partiti? No, non potete. Perché loro hanno molte gatte da pelare, anche e soprattutto per questo, ma da un movimento che si reputa rivoluzionario, non si possono accettare queste indecenze.

    Ma forse De Rosa è lì perché è bravo a fare qualcosa. Che cosa non è dato sapere, ma forse non voglio proprio saperlo. Il sessista lo sa fare, altro che, però.

    La Lupo, invece, so perché è in Parlamento: pensava di essere alle selezioni per una squadra di rugby ed invece erano le parlamentarie sul blog di Grillo.

    Chapeau!

  • Questa mattina ho presentato la mozione “Civati per L’Italia“, con emozione e soprattutto un risentimento forte, dentro di me, dovuto a questa battaglia congressuale, che poteva e può essere svolta sui temi cari al PD e al Paese, ma che invece si sta dimostrando una battaglia a suon di legnate interne. Ed io mi incazzo, perché sogno un partito diverso. Lo sogniamo in molti.

    Cosa voglio dire è molto semplice: la situazione nei circoli pare incresciosa, una falsa competizione pre-primarie, dove gli interessi di corrente vengono prima di qualsiasi altro tipo di obiettivo comune. Queste convenzioni sono una pagliacciata. Sapete perché? Perché è l’occasione per i notabili locali di procedere ad una conta e ad una strumentalizzazione del voto.

    Ho forse esagerato nell’enfasi, oggi, ma credo e spero di aver spiegato per filo e per segno quale sia il progetto di partito che con Pippo stiamo portando in giro nei circoli. Non possiamo accettare che il partito rimanga nelle mani dei soliti noti, gente che dovrebbe andare a lavorare e lasciare che il partito sia gestito da persone che credono fino in fondo in quel simbolo, così tanto schernito da chi è fuori i nostri circoli e che invece dovrebbe conoscere il vero valore di un progetto riformista come quello che dovrebbe oggi raffigurare il Partito Democratico.

    Quanti possono permettersi di dire che i 101 devono essere presi e cacciati dal partito? Quanti? Nessuno può permettersi di dirlo, perché tutti hanno qualche 101 come sponsor. Tutti tranne uno. Colui che può permettersi di fare una battaglia aperta contro l’inciviltà politica che ha investito il nostro partito, a difesa delle persone per bene che, mi dispiace per tutti i commentatori da salotto o da tastiera, ci sono nel PD, ci sono e ci saranno sempre fino a quando qualcuno avrà il coraggio di pensarla diversamente dagli strateghi che ci hanno portato al governo delle larghe intese.

    La battaglia contro i 101 è una questione di civiltà. Aumento il tiro e dico che i 101 sono ovunque, che in realtà non sono solo 101 ma sono più di mille e anche più. Sono presenti ovunque ed ogni giorno pongono interessi di potere a quelli collettivi. Ci sono e sono ovunque e non possiamo arrenderci all’idea di dover abbandonare la nave. Chi abbandona o volta le spalle al PD è come un capitano che lascia la propria nave mentre affonda.

    Ipocrisia allo stato puro. Ecco cosa sento nell’aria dei congressi locali, nelle votazioni per le varie convenzioni. Come si possono permettere queste persone di ritenere il partito un oggetto di loro proprietà? Come? È vergognoso. Luridamente presente e individuabile.

    Chiedetevi cosa state facendo e perché appoggiate l’uno anziché l’altro candidato. E se tra le prime 3 motivazioni vi balza alla mente il “perché è giovane”, sappiate che non siete niente di nuovo e il rinnovamento non arriverà da lì, non arriverà da quella scelta, perché è la base di quella scelta che è sbagliata.

    Se Matteo Renzi è giovane, io cosa sono? A 38 anni si è adulti e si deve essere responsabili delle proprie azioni e di cominciare a capire che la coerenza delle proprie idee viene prima di qualsiasi tipo di marketing politico e di camicie con maniche arrotolate e jeans all’ultimo grido. A 38 anni si deve comprendere che non si può far politica facendo giravolte ogni giorno, sui temi più importanti: governo sì, governo no. Cancellieri sì, Cancellieri no.
    Se si è convinti che queste larghe intese debbano finire quanto prima, non si annuncia la propria disponibilità a ricandidarsi a Sindaco. Non abbiamo mica scritto in fronte “giocondo”. Eddai su!

    Ha fatto bene Pippo ad annunciare la presentazione, nell’assemblea dei parlamentari PD di martedì prossimo, del documento per la mozione di sfiducia a carico del Ministro Cancellieri. Così testeremo fino in fondo e con chiarezza la coerenza dei nostri parlamentari, visto che si rifiutano di votare la mozione presentata dal Movimento 5 Stelle, non perché c’è una motivazione politica a riguardo, ma perché è stata presentata dal M5S. Un fatto di principio. Diciamo che è una replica della votazione del Presidente della Repubblica: Rodotà no, non perché non è di sinistra, ma perché è stato presentato e supportato dal movimento di Grillo e quindi non possiamo piegarci e seguire, una volta tanto, con umiltà. Poi no anche a Prodi, perché non avrebbe mai permesso un governo PD-PDL e sarebbe svanito il sogno feticista di molti leaderini e vice-leaderini di poter compiere il gemellaggio a spese degli elettori (presi per il culo, alla stragrande). Quindi in barba ad una prassi assodata dalla nascita della Repubblica Italiana, abbiamo rieletto l’arbitro delle crisi di governo che più di tutti giustifica questo valzer di coppia tra democratici e berlusconiani (oggi anche con i nuovi alfaniani). Diciamo che era giusto farlo riposare, ha la sua età e il Paese e le Istituzioni devono avere un ricambio di personalità, con diversi modi con cui approcciarsi ai problemi.

    Continuiamo la nostra battaglia e non fermiamoci davanti a nulla. Chi ha paura degli ostacoli prima o poi si bloccherà. Noi dobbiamo cambiare le cose, cambiandole, non con il sorriso, ma con la serietà e la coerenza che deve contraddistinguerci.