Ne parlavo già qui, in questo articolo di qualche giorno fa.
Oggi, su Il Foglio, è apparso questo articolo che vi segnalo che descrive, partendo da un’infarinatura storica, quale sia il problema a cui andiamo incontro, con la guerra alle fake news.
Buona lettura e fatemi sapere che ne pensate. Commentate qui sotto.
Certe volte bisogna proprio dirlo: è più facile comprendere cose più complesse che questa, ma probabilmente molti non si sforzano neanche.
Che Berlusconi sia stato assolto nel processo Ruby, non deve smuoverci sul piano politico. Può anche non essere reato aver fatto sesso con la nipote di Mubarak (minorenne a sua insaputa), ma un Presidente del Consiglio, per di più in carica, non può, non deve partecipare a bordelli, pagare le olgettine, chiamare la polizia di Milano, realizzare un abuso d’ufficio a 360°, e così via.
Massimo Gramellini, che più di me sa raccontare e spiegare le cose, ne parla nel suo Buongiorno di oggi, su La Stampa. Vi consiglio di leggerlo.
Per il resto, prepariamoci a sonore bastonate nei marroni, per almeno una settimana e forse più. Brunetta si sta già impegnando: chiede la grazia del Presidente della Repubblica – su un caso completamente differente rispetto a quello del Ruby-Gate, infatti Berlusconi è stato condannato in via definitiva per frode fiscale (gradirei spiegazioni in merito al nesso logico di tale richiesta) – e una commissione d’inchiesta sul “colpo di stato del 2011”.
Camomilla in endovena e avanti per la nostra strada.
Ps. leggete questa chicca, proveniente dallo Statuto del PCI. Erano altri tempi.
Il processo a Berlusconi ha fatto il suo corso naturale, arrivato in Cassazione ha ricevuto conferma dei 4 anni di reclusione e un rinvio per l’interdizione dai pubblici uffici.
Siamo di fronte NON ad un caso eccezionale di cui dovremmo stupirci, ma un naturale epilogo: la Giustizia, al cittadino Berlusconi, ha inflitto una condanna basata sui fatti e sulle prove e il caso Mediaset può essere definito non come un caso politico ma come il risultato della responsabilità imprenditoriale di B., di cosa ci preoccupiamo?
Se oggi il Governo Letta dovesse cadere a causa di questa sentenza, potremo dire, ora, di trovarci davanti ad un caso eccezionale, che in altri paesi europei non sarebbe mai accaduto. Le sorti di un governo nazionale, con problemi ed urgenze da risolvere non può essere al seguito di un soggetto che pur essendo stato protagonista indiscusso negli ultimi 20 anni della politica italiana, oggi si ritrova tra il martello e l’incudine a causa di sue responsabilità oggettive.
Ciò che mi preoccupa di più, in questo momento, è la posizione del PD o di alcuni del PD. Procedere con una crociata tra pro-inciucio e anti-inciucio fa male al Partito Democratico, l’abbiamo detto più volte e più volte lo dirò.
Aspettiamo ovviamente i risvolti politici e se il PD entrerà in crisi dopo questo capitolo, ritengo sia doveroso sbaragliare le scuse e porre con chiarezza, su di un tavolo, magari congressuale, le sorti del progetto PD, progetto a cui ho aderito e sento di difendere a spada tratta, con le unghie e con i denti, non da chi è esterno al PD, ma da chi oggi lo guida, con mille errori e regressione al seguito.
Non concepisco il modo con cui, al giorno d’oggi, certi giornali e televisioni sono sul mercato, entrano nelle nostre case e ci inzuppano di spazzatura.
Ritengo che la televisione debba essere la prima cosa da modificare, se vogliamo il cambiamento, nel nostro Paese. Tutte le vie di comunicazione devono essere rigorosamente riformulate, basta alla politicizzazione degli strumenti d’informazione, dei mezzi di comunicazione, la Rai deve diventare una SPA, con azionisti del calibro di Giovanni, Giuseppe e nonna Milena, semplici cittadini e telespettatori, con all’interno del Consiglio d’Amministrazione, non esponenti politici, ma rappresentanti delle compagnie teatrali, cinematografiche, sportive, un rappresentante dei piccoli azionisti e un delegato del Presidente della Repubblica come garante del rispetto delle norme costituzionali.
Tempo perso criticare il budget televisivo di Mediaset, quella è una macchina di propaganda occulta. Rete4, Canale 5 e Italia1 riescono ad inserire nella testa delle persone un semplice concetto: diventate imbecilli. Ora, considerate le poche probabilità di essere popolare per quello che sto per dire, avviso tutti voi che il mio pensiero sulla televisione non ha nessuna differenza se Mediaset o Rai, ora come ora sono allo stesso livello.
Un programma a mio avviso da eliminare è senza dubbio il “Grande Fratello”. Non è possibile vedere ancora, dopo 11 anni, gente (non tanto comune, tutta con un passato dietro le quinte di qualche spettacolo o raccomandati) rinchiusa in una casa extralusso, all’insegna di chi non si può permettere nemmeno di pagare la luce, con il peggio di trovarsi ogni giorno scene raccapriccianti, di qualcosa che non esiste, tutto finto.
I giornali, quelli che prima erano considerati “la finestra sul mondo”, ora sembrano più una “finestra sulle strade di Napoli”, per tutte gli argomenti spazzatura, insulti, dossier antiuomo, considerazioni su basi politiche, invece che squisitamente oggettive.
Internet stava per fare la stessa fine, prima D’Alia (UDC) poi Carlucci (PdL), i politici hanno tentato di infangare l’unico strumento d’informazione che nessuno, forse, riuscirà mai ad imbavagliare. Wikileaks ne è la conferma: un portale d’informazione che ha messo in ginocchio il più potente sistema del mondo, gli USA, è stato minacciato da una parte all’altra, senza mai però essere scalfito, perchè la verità fa male, ed è difficile da nascondere.
Tanti sono stati e sono tutt’ora, i blog nel mirino dei politici, per una “leggera” antipatia nei confronti dei contenuti che risiedono nelle righe dei loro post, tanti sono gli esponenti di partito o portavoce di ideologie che, chi prima chi dopo, hanno aperto un loro blog, un loro spazio web dove condividere e mettere in vetrina le loro “idee” e i loro progetti. C’è chi ne ha tratto vantaggio, vedi Beppe Grillo, e c’è chi è stato bombardato di insulti e parolacce (a mio avviso meritate), vedi Clemente Mastella.
Il web prenderà il posto del cartaceo e del tubo catodico, i cristalli liquidi e i led verranno utilizzati principalmente per la costruzione di schermi per computer, tablet e dispositivi informatici. I giornali passeranno sul web definitivamente, e guai a loro a scrivere fesserie, abbandonando il cartaceo, prima di tutto per ragioni ambientali ma anche per ragioni di sopravvivenza (ricerca dei lettori), il New York Times ha annunciato che entro il 2015 passerà integralmente sul web, lasciando il cartaceo.
La televisione? Che fine farà Minzolini? Il “direttorissimo” camperà fino a quandocamperà Berlusconi, dopo di che, addio alla pelata dello slinguazzatore in cravatta. L’esempio di Minzolini è l’esempio chiave di tutti coloro che lavorano in televisione grazie all’aiuto di parenti, amici, conoscenti e amici di amici, con ruoli politici. Il TG1 è il telegiornale filo-governativo per eccellenza, lo è da una vita, lo sarà sempre? Se la RAI rimane politicizzata, certo.
In una televisione di Stato, quindi pubblica, non bisogna creare due programmi apparentemente uguali, come “Annozero” e “L’ultima parola” solo perchè uno ha un conduttore che fa faville, ma è di sinistra, mentre l’altro di scintille non ne fa nemmeno con l’accendino, ed è palesemente spostato a destra, anche nei suoi modi di porsi con gli esponenti politici.
Si crea la Par Condicio, status necessario per tutto ciò che è pubblico, ma senza ping pong mediatico e da palinsesto.
Cosa ne pensate? Riusciremo a vedere un’informazione leale? Ricca di contenuti e non di spazzatura? Io lascio il punto interrogativo.