Tag: Matteo Renzi

  • Torno alla newsletter dopo qualche settimana. E mi scuso del prolungato silenzio. Non volevo invadere la vostra casella di posta elettronica come fanno tutti in campagna elettorale: il nostro filo diretto va avanti in molti casi da anni, non è uno spot per prendere due voti. E dopo – alla luce dei risultati – ho cercato con cura di non finire nel tritacarne delle dichiarazioni e dei pastoni studiati con cura dagli addetti ai lavori. […]

     

  • left_wing“La serietà al governo”. Così era scritto nel 2006 sui manifesti della campagna di Romano Prodi, capo di una coalizione che peraltro di serio aveva ben poco da offrire, composta com’era da una miscela che comprendeva i più vieti demagoghi (Antonio Di Pietro, i Verdi di Pecoraro Scanio) e i più spregiudicati trasformisti (Clemente Mastella, Lamberto Dini, eccetera) […]

  • È tutto uno sfacelo. Dal centrosinistra al cervello di chi ha votato di nuovo il pappone di Arcore, non mi sento di escludere nessuno.

    Farò delle piccole considerazioni, ennesime, in una giornata in cui la politica è sulla bocca di tutti e tra una settimana molti si dimenticheranno della sua esistenza o riprenderanno a schifarla, come qualcosa che non gli appartiene.

    Il PD ha sbagliato. Sarei uno sciocco se non lo ammettessi. Abbiamo creduto che la gente potesse svestirsi da un (mal)costume portato per vent’anni, che potessero percepire nella coalizione di centrosinistra e in Bersani l’unica forza capace di contrastare i problemi dilaganti che attanagliano il nostro Paese. Invece no.

    Invece no, perchè la rabbia ha ingrossato le fila di Grillo e del Movimento 5 Stelle, perchè Silvio Berlusconi ha chiamato a raccolta i suoi elettori con le sue solite promesse da campagna elettorale. Dare ora la colpa agli elettori è quanto mai un errore da non commettere, come in passato, perchè non ci darebbe la possibilità di crescere e di comprendere i nostri errori.

    Confidando nella onestà di Pierluigi Bersani, sono sicuro che prenderà atto di tale risultato, emulando ciò che Walter Veltroni fece nel 2009, lasciando il posto ad un nuovo corso nel partito, che non avrà nomi e non avrà tendenze, in quanto prematuro poter definire la linea dell’orizzonte verso cui si affaccerà il PD, fatto sta che per il governo del Paese, dopo Bersani, non può non toccare a Matteo Renzi. Lo dicono i risultati delle primarie e soprattutto lo stesso Segretario e quando la ruota gira, dopo Bettola, deve toccare a Firenze nel dare i natali al candidato premier del Partito Democratico. Questo è inevitabile, senza dubbio la migliore offerta che si possa fare all’Italia, per conciliare il riformismo di cui abbiamo bisogno e la voglia di cambiamento.

    Perchè dico queste cose, ora? Perchè ho creduto che l’Italia fosse stanca dei personalismi e del populismo, di schiamazzi e false promesse, ma invece no, Berlusconi e Grillo sono lì, più minacciosi che mai. Il rinnovamento sta anche nel fare mente locale di cosa è stato e trarre le dovute considerazioni, cambiare opinione, senza perseverare, sapendo di aver sbagliato, di aver avuto una idea diversa.

    Una cosa è certa: chi chiede le dimissioni dei vertici nazionali e regionali del PD, è più che legittimato a farlo e qui lo ribadisco anche io, ma chi pensa di buttare nel calderone i giovani del partito, ragazze e ragazzi con la passione per la politica ed emozioni che non esitano a manifestarsi, sbagliano di grosso. I giovani del partito sono l’unica ragione per cui il PD, soprattutto in Puglia, non è sceso sotto il 10%. Attenzione perchè qualcuno può farsi male e il ring del congresso è ormai alle porte (anche per scadenza naturale), l’importante è che sia ben chiaro un concetto: a nome del PD non dovrà parlare più nessuno di coloro che oggi risiedono nella segreteria nazionale e che hanno una carriera pluridecennale alle spalle. Ce lo chiede la gente e lo chiede al partito una generazione che è stanca di vedere il proprio lavoro, di mesi, anni e con tanti sacrifici, buttati a mare, per colpa di scarso interesse da parte di alti dirigenti e poca lungimiranza nel prendere decisioni.

    Dobbiamo prenderci il partito e ricostruirlo da zero.

    A chi ha intenzione di fare l’inciucio con il PDL: sappia solamente che sarà la volta buona per un viaggio di sola andata per l’Africa.

  • Il Partito Democratico è di tutti. Pensare minimamente che la vittoria di uno comporti la soppressione dell’altro è un concetto che non ci appartiene. Invito tutti coloro che la pensano così, di guardarsi alle spalle e di vedere se tutte le primarie che si sono svolte nel centrosinistra italiano, non abbiano costruito un senso di responsabilità interna al gruppo, compattandolo e dando maggiore forza a chi ha portato avanti le proprie idee. Ho sostenuto Pierluigi Bersani, perchè credo in una politica che sappia raccontare alla gente un’Italia migliore e che sappia trasformare CONCRETAMENTE le esigenze in azioni di governo. Molti pensavano che avrei supportato Matteo Renzi, perchè l’ho sempre seguito, perchè è un giovane che vuol cambiare la politica, ebbene, io non ho scelto lui NON per una questione di tifoseria o interessi di partito, ma perchè le sue idee non sono uguali alle mie e perchè è ora di smetterla di far scegliere alla nostra pancia. Renzi è stato un ottimo, e lo è ancora oggi, esponente del Partito Democratico, ma politicamente e intellettualmente mi sento distante dalla sua visione del Paese. La sua idea di Università, la sua concezione del Sud, un Sud che è chiuso in se stesso e che non vuol cambiare, quando basterebbe poco per rendersi conto di tutti quei ragazzi che combattono nella propria terra, con le idee e con la speranza di far sorridere il proprio paese, la propria città. Ora non bisogna far polemiche, è giunto il momento di lavorare tutti insieme, come lo stesso Patto dei Progressisti afferma, con un senso di responsabilità. Oggi non ci sono stati brogli, i volontari sono gente comune, gente per bene al servizio della politica partecipativa. Dubitare dei volontari, significa non credere in chi fa vivere il Partito Democratico e tutti gli altri partiti, la gente comune.

    Tutti X l’Italia. Adesso! Auguri!

  • Caro Matteo,
    sono Davide Montanaro. Mi permetto di chiamarti per nome perchè, un anno fa, a presentarti così, eri stato proprio tu, a Palazzo Vecchio, quel giorno in cui incontrasti noi, studenti del Sud, di Bari, in viaggio nella bellissima Firenze.
    Sono un giovane democratico, fiero di esserlo e di impegnarmi per la giovanile del PD. Il motivo di questa lettera è molto semplice, oltre che augurarti una campagna elettorale che più di essere vissuta come una guerra tra sfidanti leader, possa essere un momento di crescita per tutti, nessuno escluso, a partire da chi svolgerà un ruolo chiave sui territori.
    L’attenzione particolare che rivolgo ai Giovani Democratici, mi pone una domanda che devo necessariamente rivolgerti, con la speranza che a rispondermi possa essere tu e non un membro del tuo staff: con la Segreteria di Pier Luigi Bersani, i GD hanno ottenuto notevolissime conquiste, come ad esempio l’istituzione di una scuola di formazione per 2000 giovani del Sud, o la Carta di Cittadinanza all’interno del partito, con annessa indipendenza e autonomia rispetto al partito “madre”.
    Come ti porresti nei confronti della giovanile del Partito Democratico, in caso di tua vittoria? Quali sono le aspettative che un giovane democratico dovrebbe intravedere nella tua candidatura alle Primarie per supportarti?
    Attendo una tua risposta, anche se so perfettamente che questa sfida è per la leadership del centrosinistra e non un congresso del PD, lasciandoti con un messaggio ben chiaro: nulla deve ostacolare il Partito Democratico e il progetto che viene sorretto e sognato da migliaia e migliaia di militanti, che ogni giorno alzano le saracinesche delle sezioni, per essere vicini alla propria gente e smuovere comuni, provincie e regioni, con la speranza di un’Italia migliore.
    Sono della Puglia, la regione d’Italia che più di tutti ha vissuto le primarie, sia nel 2005 che nel 2010, con Vendola.
    Le Primarie sono importanti e per questione di esperienza, a noi della Puglia, le Primarie non fanno paura, anzi, sappiamo che sono uno strumento democratico di assoluta necessità ed importanza, se e solo se, chi vince le elezioni, che siano primarie o “secondarie”, rispetti il mandato consegnatogli dai cittadini elettori.
    Non credo in Grillo, non credo in un minestrone di controtendenze, per questo non sopporterei l’idea che il PD sia destinato a vincere le elezioni solo se alleata con un partito, quello di Casini, che tutto è tranne che sano, trasparente e coerente. La novità non sta nel creare un nuovo partito, nel modificare il logo o sistuire una parola con un’altra, il vero rinnovamento sta nelle idee e credo che questo sia ormai scontato, perchè tutto ciò che fino ad oggi è stato mascherato come rinnovamento e speranza, oggi è crollato e non esiste più. Chi ha candidato e difeso a spada tratta un condannato per mafia, deve rimanere lontano dalla nostra attività e della nostra cultura politica.
    Ti auguro di formarti, di apprendere da queste Primarie. Non si finisce mai di imparare, la vita è una scuola infinita, con mille risorse e mille sorprese, vorrei poter sottolineare quest’ultima affermazione, in modo più che evidente, non troppo tardi.
    Buon viaggio con il tuo camper, ti aspettiamo qui, nel Sud, in Puglia, in Provincia di Bari.

    Firmato,
    Davide Montanaro

    [inviato via email alle 02:26 del 13 settembre 2012]

  • Mi compiaccio quando vedo gente che la pensa come me, sopratutto quando questi sono ad un livello più alto e riescono a fungere da “altoparlanti” verso la classe dirigente attuale. Di cosa sto parlando: ovviamente di politica e ovviamente dell’azione comune che Civati, la Serracchiani e tutti gli aderenti a “Il nostro tempo” stanno portando avanti. Che si scherzi sul fatto che risulterebbe essere una pseudo-corrente, la 17^, per l’esattezza, non duole alla pancia, se di satira si tratta, ma che si possa scherzare su un fatto reale come questo, mi lascia alquanto amareggiato, non tanto per la battuta, ma per la reale situazione in cui vive il PD.
    Mi chiedo cosa comporterebbe se, in un futuro non molto remoto, il Partito Democratico che risulta, ad oggi, il primo partito in Italia, andasse al governo di questo Paese. Un ministero per corrente? E gli alleati? Sinceramente spero che il PD, a livello nazionale, trovi la giusta via, cosa che incomincia ad intravedersi, grazie al lavoro, di non poco conto, del Segretario Bersani, unico, al momento, in grado di tenere unito il partito sulle diverse tematiche.
    Cosa buona e giusta, direbbe qualcuno, vedere le nuove generazioni pretendere spazio, certo! Cosa altrettanto buona sono le convention organizzate per proporre temi, argomenti e problemi al vaglio dell’opinione pubblica. Ma cosa non rende questi movimenti, due tra questi, quelli di Civati, per l’appunto, e quello di Renzi “il rottamatore”, non credibili? Il modo con cui alcune cose vengono esplicate.
    Presi gli argomenti trattati dal sindaco fiorentino, analizzati su un piano puramente politico e senza troppe emozioni al seguito, hanno come risultato un plebiscito di consensi, parlando di cambio generazionale, politiche sociali al passo con i tempi, per non parlare di quelli di Civati e della Serracchiani, dove basta vedere chi ha organizzato, per scorgere un bagliore di speranza in tutto ciò. Non che io sia un “Democratico per davvero” o un “civatiano”, ma penso che se il partito fosse pieno di tanti civati, serracchiani e giovani disposti a tutto pur di servire il proprio Paese e il proprio territorio, al PD si interesserebbero oltre il 50% dei cittadini.
    E se a darci conferma del disastro attuale, arriva la notizia del possibile aumento dell’età pensionabile a 67 anni, beh…credo proprio che un esame di coscienza dovremmo farcelo, se non riusciamo a crescere nei sondaggi, mentre il partito di B. scende e tutta quanta la fiducia al Governo, da parte dei cittadini, ha un deficit di dieci punti percentuali e più, rispetto al passato.
    Dobbiamo rilanciare il partito, partendo dal contatto diretto con la gente. Se c’è un motivo per cui la politica ha perso consensi e fiducia da parte dei cittadini è perché questa non riesce a figurarsi più come ponte tra il problema e la soluzione dello stesso. Non fermiamoci mai, attendiamo con ansia un confronto serio, ricordando però, che l’errore più grande per noi nuove generazioni, sarebbe quello di fare di tutta l’erba un fascio. Non bisogna mandare via le persone per l’età fisica, ma per l’età mentale. Chi non riesce più ad offrire idee innovative per il Paese, faccia un passo indietro.

  • La Santa Alleanza. Che nome insolito, sembra quasi simile ad un’alleanza per una guerra santa, in nome di un popolo o in nome di un sentimento religioso ormai perso. E’ questa l’Italia che vogliamo costruire? E’ questo il modo di fare politica? Da tutto questo trambusto, l’UdC ne esce come la corteggiata che se la tira e il Partito Democratico il provolone sfigato rifiutato.

    Sono molto sincero quando si parla di alleanze, non ho paura a dirlo: sogno un alleanza di centro-sinistra, pura e dura. Ma cosa dobbiamo sistemare nel nostro territorio politico? Semplice: evitare che nasca il nuovo Berlusconi della sinistra. La persona non fa la differenza, ma ciò che pesa è il modo di essere. Berlusconi se fosse stato uno di quei politici che non predicano e razzolano male, non avrebbe dato vita al berlusconismo. Le particolarità del Conte di Hard-core sono essenzialmente 3: 1) carisma; 2) grande comunicatore; 3) vittima del viagra e della papaverina. Tralasciando l’ultimo aspetto, nel centro-sinistra, attualmente, chi ha in mente di presentarsi come Presidente del Consiglio è proprio lui, Nichi Vendola. Nichi è uno dei migliori politici che la sinistra abbia attualmente. Ce ne sono pochi in grado di poter essere portavoce di una coalizione. Esempi? Solo 2, secondo me. Il primo in assoluto è Matteo Renzi, giovane, presente nella vita pubblica della sua città, tanto da arrivare ad essere il sindaco più amato d’Italia. C’è chi dice che Renzi abbia avuto il cattivo gusto di andare ad Arcore, in visita ufficiale, per chiedere aiuti per la sua città. Chi non l’avrebbe fatto? Viene prima il bene della città di cui si è primo cittadino, oppure bisogna dare priorità a logiche politiche del 1700? L’incontro ha avuto i suoi frutti: è stato istituito il fondo turistico per Firenze, ogni turista pagherà una piccolissima tassa, pari a 1€, per poter visitare la Città Fiorentina. La seconda proposta è, senza ripensamenti, Debora Serracchiani. La Serracchiani è stata una sorpresa, dopo l’assemblea nazionale dei circoli del 2009. Il punto di partenza? Piuttosto che punto di arrivo? Le Europee. Da quando lavora a Strasburgo e Bruxelles, una delle donne più amate del PD, sta lavorando con un senso di responsabilità indiscutibile. Un politico che per arrivare dov’è, è stata votata con le preferenze, cosa che invece il caro D’Alema non ha ricevuto. Ecco l’alleanza, da sogni, del futuro centro-sinistra: PD, IdV, SeL, e FdS (sempre se non decide di andare da sola, cosa da non scartare).

    L’UdC ha dato tanto, si. Ha dato tanto schifo al Paese. Un partito che ne ha visti di tutti i colori (politici, ovviamente). In alcune parti d’Italia è con il centro-destra, in altre con il centro-sinistra, ad altre da sole. Ma che razza di partito è questo? Il salvatore di che? Della Patria? Per salvare il Paese servirebbe che un po’ di dirigenti cominciassero a salire sugli stessi barconi con cui, in questi giorni, tanti tunisini sono giunti a Lampedusa, e con la costa italiana alle spalle, a mai più rivederci!

  • Quando il politico chiede il rinnovamento va apprezzato. Matteo Renzi, classe ’75, sindaco di Firenze, Partito Democratico, rottamatore. Nel primo partito del centro-sinistra, di correnti ce ne sono a buttare: una più brutta delle altre. Ce n’è una in particolare che non rientra nella categoria delle correnti, è quella dei cosiddetti “rottamatori”. Il giovane sindaco, sin da quando era presidente della Provincia di Firenze, parlava di cambio generazionale e sinceramente vederlo eletto presidente della provincia a soli 28 anni è qualcosa di strabiliante, non solo per lui e per la politica, ma soprattutto per i cittadini che hanno capito quanto fosse grande il bisogno di rinnovamento e di aria nuova. E nel resto del Paese? Renzi sta diffondendo il desiderio di cambio generazionale, ogni giorno, quando parla di limite massimo di 3 mandati parlamentari e poi a casa, parla di qualcosa che dovrebbe essere nella natura delle cose, nel modo di fare semplice e coerente della politica, una politica che ormai non esiste più e che col passare del tempo sparisce e lascia spazio alla demagogia e al populismo. Il sogno di un vero italiano? Riavere la politica. Ritornare alla Prima Repubblica? Mai! Rimanere nella Seconda? Manco per sogno! Entrare in una nuova fase? Si, è questo quello che vogliamo. Entrare in una nuova fase della Repubblica Italiana, avviare una Terza Repubblica che parli non di grandi partiti o di leader carismatici, ma di programmi sostanziosi e soprattutto concreti. Il programma elettorale non è un semplice documento da presentare alle elezioni, per essere votati e magari eletti, ma un vero e proprio biglietto da visita della politica. Un candidato sindaco, non può fare affidamento solo ed esclusivamente al suo carisma o al suo modo di essere presente tra la gente, ed a volte non corrisponde con il vero essere di una persona, ma deve necessariamente affrontare un discorso programmatico. Il candidato ad una poltrona non può pretendere di prendere in mano la situazione che si troverà davanti, in caso di vittoria, e dire: “bene, ora vediamo, pensiamo e poi andiamo avanti. I problemi verranno fuori e quando usciranno allo scoperto penseremo a come risolverli”. No, non è assolutamente così. Chi si candida ha il dovere di presentare un progetto ai cittadini e quest’ultimi devono scegliere in base ad esso. Dopo la campagna elettorale e le elezioni, il politico eletto ha il dovere di mantenere le promesse e di rispondere ai cittadini. W i giovani! Abbasso le menzogne!

    PS: Andate a votare alle primarie del centro-sinistra a Milano.