Tag: mattarellum

  • Colgo l’occasione della discussione affrontata giovedì scorso a Monopoli, durante l’iniziativa organizzata dai GD monopolitani, per lasciare una riflessione sulla legge elettorale.

    Possiamo discutere di proporzionale o maggioritario, di legge alla tedesca o alla francese, all’americana o alla spagnola, il punto vero è capire cosa sia prioritario tra governabilità e rappresentatività.

    Troppa rappresentatività, si è detto, potrebbe portare ad una ingovernabilità, in quanto non si arriverebbe mai ad una decisione, d’altro canto, il maggioritario taglia fuori una fetta di popolazione che si riconosce e vota soggetti politici minoritari che, spesse volte, a causa delle soglie alte di sbarramento, non riescono ad ottenere rappresentanza in Parlamento.

    Ieri, ho definito il sistema elettorale come la chiave davanti ad uno spartito: chiave di violino o di basso, in base a quale apponiamo davanti, leggiamo lo spartito in modo diverso. Sta alla classe politica saper individuare quale di queste chiavi utilizzare.

    Chiudendo con una mia opinione personale, ritengo che il sistema oggi più funzionale e che rispecchi i tempi in cui ci troviamo sia quella del proporzionale con una soglia di sbarramento tale da non creare eccessiva frammentazione nell’emiciclo parlamentare e raggiungere l’esatto opposto di ciò che diceva Alexis de Tocqueville: dalla dittatura della maggioranza alla dittatura delle minoranze, che per una manciata di voti spostano il bilanciere da una parte o dall’altra.

    Serve funzionalità ma anche correttezza. La correttezza è sinonimo di riconoscimento delle minoranze e della frammentazione che c’è nel Paese. Ritenere le minoranze un valore e non una zavorra, saper porre al centro la responsabilità e non il proprio tornaconto politico è cosa imprescindibile.

    Crediamo davvero che il problema della governabilità si risolva con una legge elettorale di stampo maggioritario? forse si dovrebbe guardare alla mobilità libera dei parlamentari una volta eletti. Dovremmo, forse, emanare una legge che impedisce ai parlamentari di cambiare casacca? Potremmo ma, giustamente, verrebbe bocciata dalla Corte costituzionale come incostituzionale, poiché in contrasto con l’art.67 della Costituzione.

    Ecco, quindi, l’elemento costitutivo di una stabilità politica del nostro Paese: la responsabilità, oltre alla governabilità e alla rappresentatività.

    La responsabilità di non utilizzare il partito come un pullman; la responsabilità di non credersi moralmente e politicamente superiori e vergini, senza dire che gli altri puzzano e quindi lungi dall’allearsi con questi (mi riferisco, soprattutto, ai ragionamenti che certa sinistra fa nei confronti del PD); la responsabilità di unire e non di dividere; la responsabilità della sintesi e non delle forzature.

    Si parta da qui per trovare il giusto sistema elettorale, sapendo che, nei fatti, non esiste quello perfetto.

    Articolo pubblicato su GDBari.it

  • Cambiano come il vento, secondo gli umori dei due leader, le posizioni del Movimento 5 Stelle, proiettandolo fuori da ogni processo riformista e quindi fuori dalla Storia del Paese.

    Uno scempio bello e buono. Non tollero chi tentenna, soprattutto se lo fa per i suoi sporchi interessi, sguazzando nella, ormai tanti qui citata, ipocrisia.

    Beppe Grillo torna a farmi ridere, solo che non lo fa in veste di comico, ma di leader di una forza politica.

    Il Movimento 5 Stelle ha votato a favore della mozione Giachetti, tanto sbandierata contro il Partito Democratico, giustamente, che aveva votato a sfavore della sua approvazione, di fatto, lasciando il porcellum dov’era.

    Ora i 5 Stelle tentano di porre i freni ad un ennesimo tentativo di modificare questa legge elettorale, in maniera ipocrita rispetto alle tante dichiarazioni dei “cittadini a 5 stelle” in Parlamento.

    C’è la possibilità di un ritorno al Mattarellum e il movimento di Grillo frena. Le motivazioni sono date dall’esigenza di attendere il feedback degli attivisti che devono visionare la proposta ed emendarla.

    Due cose ribadisco e giro agli attivisti e sostenitori del Movimento 5 Stelle, oltre che a Grillo e Casaleggio:

    a. se i partiti sono fuori dalla Storia, voi siete fuori dai tempi, perché non può essere, per nessuna ragione al mondo, un meccanismo interno di decisione a rallentare il cambio della legge elettorale. Tutto è meglio del Porcellum, potremmo dire in extremis. Tutto. Il Parlamento Italiano deve ritornare ad essere un luogo di eletti e non di nominati dalle segreterie di partito, altrimenti hanno ragione i Simpson quando dicono che il Parlamento italiano è corrotto.

    b. Grillo e Casaleggio sanno con certezza assoluta che l’attuale legge elettorale garantisce la possibilità al M5S di poter contare solo ed esclusivamente sull’immagine che da Roma (o meglio, da Genova) verrà data al movimento, senza dover fare i conti con il territorio e quindi con ogni singolo candidato che, in molte occasioni, si ritroverebbe a doversi confrontare con altri candidati molto più preparati e magari più validi (dirlo non deve essere oggetto di vergogna o un eresia, perché è così!). In parole povere, addio al populismo.

    Ma tolto il porcellum e il populismo, quale peso avrebbe in Parlamento il Movimento 5 Stelle?

    Le parole di Grillo, ora, gli si ritorcono contro:

    1. Rifiutata la possibilità di essere parte di un governo del cambiamento proposto da Bersani, rifiuto che ha portato alla giustificazione politica (come è scritto nello scandaloso libro di Geloni/Di Traglia) del governo delle larghe intese;
    2. Aver bruciato, di fatto (a causa del troppo orgoglio e della poca propensione al dialogo), la candidatura a Presidente della Repubblica del Prof. Stefano Rodotà;
    3. Impantanati in un sistema decisionale interno fittizio, dove su tematiche delicata gli unici a prendere una decisione sono Grillo e Casaleggio, per di più causa di perdita di tempo (vedi la questione sulla legge elettorale);
    4. Soggetti a virus mutante, secondo gli umori del guru, su temi cardine e di estrema attualità (vedi sempre questione legge elettorale).

    Ne ho elencati 4, ma una cosa è certa, a causa di questi enormi problemi, il Movimento 5 Stelle sta uscendo dalla Storia del nostro Paese e forse, non è mai entrato, sul serio.

  • tra il Porcellum e il Mattarellum. Così, giusto per capire cosa è successo alla proposta di Giachetti sul ritorno al Mattarellum che aveva ricevuto abbastanza consenso prima della votazione ma che poi si è trasformato in un nulla di fatto.