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  • Qualcuno dia lezioni di Diritto Costituzionale e di Diritto Parlamentare a Beppe Grillo. Dalle sue recenti dichiarazioni pare che il leader del M5S voglia proporre a Napolitano un Governo a 5 Stelle, pur non avendo maggioranza alla Camera e al Senato. Mi chiedo con quanta sincerità dica una cosa del genere. Vorrà forse rinfacciare al Presidente della Repubblica il suo rifiuto a tale proposta e poi farci una campagna elettorale ad hoc su questo? Io non avrei tanti dubbi, ma non vorrei che qualcuno pensasse che io sia malizioso. Certo è che non si può andare avanti così e agli attivisti e sostenitori del Movimento 5 Stelle dico che non devono prendersela se si parla del loro movimento e soprattutto ho una concezione dello stesso non tanto positiva. Non gridate al complotto o alla “tendenza della politica ad essere contro la rivoluzione”, perchè io di rivoluzione non ne vedo ombra, ma come ho già detto ieri, solo tanta disperazione nel Paese. Sarò pure superficiale, ma credo che non sia una dimostrazione di alto profilo quella di Grillo e Casaleggio. Mettere alle strette gli stessi neo-parlamentari a 5 stelle, minacciando il loro allontanamento dal M5S è l’esatta traduzione di un modo di far politica vecchio, becero, dove le persone vengono prima delle idee e dei progetti  comuni. Mi dispiace, ma non è così che si fa la rivoluzione. Le giubbe stellate devono riporre nel cassetto l’antipolitica e ricordarsi che ora non sono più nelle piazze, ma nelle Istituzioni e come tale, c’è bisogno di un comportamento degno di tale posizione.

  • Che da Casaleggio arrivino minacce al Movimento 5 Stelle di lasciare se quest’ultimo dovesse stringere un patto di collaborazione per un governo di vitali punti programmatici con il PD, c’è solo da cogliere aspetti positivi. Bloccare il M5S ed impedirgli di assumere responsabilità politiche ricevute, legittimamente, dalle elezioni è un attentato al Paese. Fitch ci declassa in serie B, migliaia di posti di lavoro sono sull’orlo del precipizio e l’Italia aspetta risposte serie e rivoluzionarie, ma è tutto bloccato per una ricerca della coerenza da parte di Grillo e Casaleggio, coerenza basata sul vaffanculo. È questa la novità? È questo il soggetto politico rivoluzionario? Ditemi voi. Qui si piange e basta.

  • Il capogruppo alla Camera del M5S, Roberta Lombardi, su un blog ha spaziato in lungo e in largo attuando quel revisionismo storico tipico di un neo-fascista.

    Più tardi scriverò due righe in merito, ora lancio la mia arma contro gente riprovevole come il Presidente dei Deputati a 5 Stelle. Per il momento, ti prendi solo questo: VAFFANCULO! Tanto ti è famigliare.

  • D’accordo si, siamo in guerra. Almeno a dirlo è Beppe Grillo che da casa, dal suo computer, dal suo blog, comanda a bacchetta i neo eletti deputati e senatori del M5S. Lo dico con curiosità: voglio proprio vedere se un giorno un parlamentare a 5 stelle (chiamarli “grillini” mi da fastidio, è come dire “bersaniani”, “renziani”, “berlusconiani”) gli venisse in mente di votare l’esatto opposto di quello che il gruppo, in via di principio, aveva scelto. Conoscete i “voti ribelli”, sapete cosa sono, no? (Per maggiori informazioni, clicca qui) A parte questo, mi chiedo se la libertà del parlamentare, per il M5S, sia fondamentale, oppure no. Se le decisioni sulle singole leggi e sulle votazioni degli stessi parlamentari dovrà essere deciso sul web, tra gli iscritti del movimento, allora sorge un dubbio: il Movimento 5 Stelle cadrebbe nell’incostituzionalità, visto che l’art. 67 della Costituzione cita: «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». Quello che dice Grillo è esattamente l’opposto, mentre si flasha con la democrazia diretta, partecipazione dal basso, ecc…ecc…tutto bello, se non fosse che il tutto è condizionato dalla voce strillante del comico genovese e quello che pensano molti esponenti del M5S, ormai non sono altro che le parole di Grillo con voce diversa, ma termini identici (vedi video).
    A Grillo va almeno letta la Costituzione Italiana e ricordargli che nessuno, neanche lui e il suo amico Casaleggio, può essere esente dai principi costituzionali e dal buon senso.
  • La vicenda di Grillo ha interessato l’opinione pubblica, è da irresponsabili e, soprattutto, inutile nasconderlo.
    Ma un fondo di falsità c’è in quello che il comico genovese afferma sul suo blog, sui giornali e nei diversi video in cui commenta i risultati ottenuti alla prima tornata elettorale di queste Amministrative (si attendono i ballottaggi, soprattutto a Parma, roccaforte del centrodestra che, questa volta, vede scontrarsi al secondo turno, centrosinistra e Movimento5Stelle) ed è quella di considerarsi come l’espressione dell’antipolitica. Ora, siccome lo stesso guru a 5 stelle denuncia l’uso improprio delle parole, partendo da “operatori di pace” per chiamare i soldati in missione all’estero e “rimborso elettorale” per camuffare dei veri e propri finanziamenti ai partiti, anche lui commette un tragico errore.
    Lasciando sottinteso il revanscismo che muove le fila del movimento nato dal blog beppegrillo.it, gli eletti, i candidati e tutti coloro che militano e supportano a loro modo l’evoluzione delle vecchie “Liste Civiche a 5 stelle”, con la loro Carta di Firenze, non fanno altro che politica, con un loro programma, delle idee che, purtroppo, sono frutto di uno solo (sempre lui): basti osservare attentamente il dibattito tenuto negli studi de “L’UltimaParola“, da parte di una delegazione di eletti M5S, per sentire citazioni fedelissime di Beppe Grillo.
    A differenza di molti, impegnati in politica e nei partiti, io rispetto questo gruppo, perchè ha riacceso il dibattito del cambiamento, necessario per dare speranza all’Italia e ad intere generazioni che, non solo non hanno futuro, ma che non riescono ad occuparsi della Cosa Pubblica, perchè i posti sono tutti occupati da vecchie figure della Prima e della Seconda Repubblica. La Terza Repubblica non può iniziare con le stesse persone, c’è bisogno di svecchiare le idee e i protagonisti del dibattito, uno svecchiamento non per forza anagrafico, ma capace di dare voce a chi ha ancora molto da offrire al proprio territorio e alla propria nazione.