Tag: Italia


  • Il Paese della mediocrità

    Il Paese della mediocrità

    Mi sono assentato da questo blog per una settimana, torno ed è successo di tutto, ma di questo tutto non ve ne parlerò. Non mi interessa commentare, al momento, ciò che  sta accadendo nel centrodestra, un centrodestra diviso, orfano di un leader pregiudicato e giustamente espulso dal Senato, ma vorrei chiedervi cosa è per voi l’impegno politico. Cosa crediate che sia per voi la politica e soprattutto il rispetto verso non i cittadini, ma verso il Paese che è ben altra cosa. Vi spiego perché.

    Sono giorni febbricitanti per tutti, almeno per quelli che da quando si alzano la mattina sono travolti dalle mille cose da fare e dalle mille emozioni che un congresso nazionale, come quello che stiamo per svolgere, attraverso le primarie aperte, può dare.
    Mi dispiace, tuttavia, di come i mezzi di informazione tentino di oscurare un progetto di partito che merita dignità e rispetto, forse più di altri, perché privo di spinte d’interesse e di giochetti da vecchia politica.

    Dobbiamo tutti quanti immaginare una politica che guardi all’interesse del Paese, nel suo concetto di alta moralità pubblica, sovrapersonale. Perché uno degli aspetti più importanti per uno Stato è quello di saper educare i propri cittadini e non che venga condizionato, travolto senza un minimo di resistenza, dalla volgarità, dall’irrazionalità e, purtroppo, anche ignoranza, che ci caratterizza a livello internazionale e che regna sovrana nelle scelte populiste della classe politica attuale, altrettanto populista e demagoga.

    Sento gente lamentarsi, oggi, di come va l’Italia. Hanno ragione, certo, ma in realtà hanno torto, perché la responsabilità di ciò che è oggi l’Italia è anche degli italiani, elettori di una classe politica mediocre, incapaci di chiedere il meglio dalla politica, ma sempre e solo propensi a galleggiare nella mediocrità.

    Questa storia deve finire e, purtroppo, ancora non si vede la luce in fondo al tunnel.


  • Formazione “Made in Italy”

    Formazione “Made in Italy”

    Gli ultimi dati OCSE segnano l’Italia in una posizione sotto la media europea (ennesima), se non proprio ultima, per formazione professionale dei cittadini adulti che cercano lavoro o sono allocati nei diversi settori.

    L’Italia è ultima per la capacità di comprensione dei testi e penultima (sotto c’è solo la Spagna) nelle competenze numeriche e nel rapporto con la matematica, in generale. Vediamo i grafici per avere un esempio visivo di quello che stiamo dicendo: il primo riguarda la percentuale di adulti, per livello di comprensione:

    1-comprensione_testo-piaac-1

    Se poi confrontiamo questa differenziazione con un riferimento alle fasce d’età, allora avremo un’enorme differenza tra generazioni, segno che la scolarizzazione ha fatto notevoli passi in avanti ma, purtroppo, ancora insufficiente, visto e considerato il fatto che ci ritroviamo, comunque nelle ultime posizioni.

    fig-2-fasce-eta-comprensione-testuale

    Dopo aver snocciolato e sintetizzato al massimo quanto riportato dall’OCSE (i dati complessivi li trovate qui) è necessario fare un po’ un quadro generale rispetto alla situazione della formazione professionale in Italia, nelle sue sfaccettature, ma soprattutto, nelle sue differenze tra Nord e Sud.

    Questa scarsa professionalità e preparazione della popolazione – basti pensare agli indici della padronanza della lingua inglese nel settore pubblico (28,7%) e in quello privato (28,6%) – è il risultato di una mancanza di prospettiva del sistema formativo italiano. Un sistema formativo proiettato verso la specializzazione della popolazione dovrebbe coniugare meglio il rapporto tra enti formativi (scuole e università) e le aziende,  le attività produttive del territorio (di questo ne ho già parlato).

    Da dove incominciare – Lo vediamo tutti i giorni, non c’è spazio alla menzogna: le nostre Università meritano spazio, perchè hanno studenti capaci e meritevoli. Chi “governa” le nostre Università deve necessariamente sforzarsi per tessere rapporti con soggetti terzi che possono garantire formazione su campo e una prospettiva sul futuro dei giovani laureati. L’impegno, tuttavia, non deve essere unilaterale: le aziende devono spingere verso questa frontiera della formazione, utile a loro e soprattutto agli studenti, senza dimenticare i diritti di chi affronta uno stage presso un privato o un pubblico (affrontare la questione retribuzione sarebbe una gran cosa).


  • Mangiafuoco e il governo marionetta

    Come volevasi dimostrare: il governissimo ha un burattinaio che muove il governo non con dei fili, ma accarezzando dolcemente la spina che lo tiene in vita. Altra conferma arriva oggi, dopo il caso Biancofiore, ora tocca alla cittadinanza per i figli degli immigrati. Mi chiedo come mai, in Italia, il principio dello ius soli non venga rispettato, visto che a mio parere è l’aspetto più ovvio nell’assegnazione della cittadinanza. Se sei nato in territorio italiano, sei italiano. Punto. Ci vuole tanto? Ma come vediamo alla fine Berlusconi non ritiene giusto chiamare italiani ragazze e ragazzi che se pur appartenenti a famiglie non italiane, siano nate e cresciute nei nostri comuni, abbiano frequentato le nostre scuole, che sappiano parlare oltre ad un perfetto italiano, anche il dialetto romagnolo, lombardo, toscano, pugliese, siciliano, napoletano. Niente. Per loro è infamia. Per me è un concetto così ovvio che una legge ad hoc per ribadirlo, non serviva. Ovvimente, noi, siamo in Italia. Come posso pretendere tale sforzo? Che sciocco che sono!
    In tutto questo sembra che il Pd si sia preso il contentino della Presidenza del Consiglio, mentre al resto ci pensa lui. Mi sono rotto un po’ i coglioni, effettivamente.


  • La volontà del Paese

    La volontà del Paese

    Mi sono imbattuto, questa mattina, in questo sondaggio curato da SWG: i cittadini vogliono più meritocrazia e più giovani al comando. Il problema è intrecciare il tutto e renderlo concreto. Accadrà anche a Noci? Lo scopriremo alle prossime elezioni, questo maggio.

    20130430-094417.jpg


  • Il vero partito di maggioranza

    Pensavo tra me e me, analizzando quello che sta accadendo in Italia e soprattutto in Parlamento.
    C’è la necessità di dare un governo al Paese, di dare delle risposte serie e concrete ai problemi che affliggono l’intera società.
    Si è parlato di pagamento dei debiti della PA alle imprese – cosa sacrosanta – e di modalità della politica – la cui mancanza ha segnato lo sfacelo dell’antipolitica.
    Il lavoro: sul lavoro c’è da lavorare, scusate il giro di parole, ma una cosa è certa, l’urgenza è, soprattutto, per le giovani generazioni. 38,7% dei giovani sono senza lavoro, una situazione drammatica che se tradotta in un partito politico, vincerebbe le elezioni ad occhi chiusi.
    Bisogna fare presto! Le lagne sono a zero!


  • Minacce positive

    Che da Casaleggio arrivino minacce al Movimento 5 Stelle di lasciare se quest’ultimo dovesse stringere un patto di collaborazione per un governo di vitali punti programmatici con il PD, c’è solo da cogliere aspetti positivi. Bloccare il M5S ed impedirgli di assumere responsabilità politiche ricevute, legittimamente, dalle elezioni è un attentato al Paese. Fitch ci declassa in serie B, migliaia di posti di lavoro sono sull’orlo del precipizio e l’Italia aspetta risposte serie e rivoluzionarie, ma è tutto bloccato per una ricerca della coerenza da parte di Grillo e Casaleggio, coerenza basata sul vaffanculo. È questa la novità? È questo il soggetto politico rivoluzionario? Ditemi voi. Qui si piange e basta.


  • La corruzione è veleno, le elezioni l’antidoto

    La corruzione è un veleno sotterraneo. Riparte il futuro, al contrario, è un progetto chiaro e trasparente che si spiega con poche parole.

    Basta una firma per aderire alla più grande e innovativa petizione online contro la corruzione. Chiediamo ai candidati alle prossime elezioni politiche di sottoscrivere e rispettare 5 impegni di trasparenza, entro i primi 100 giorni di governo.

    Vogliamo arrivare a primavera con una nuova luce sul nostro futuro.


  • Perchè ho sottoscritto l’appello “Ripartire dalla cultura”

    cultura

    Ho deciso di sottoscrivere l’appello Ripartire dalla cultura, perchè credo sia importante sviluppare una visione del nostro Paese che rinvigorisca le radici culturali, storiche e artistiche, segni distintivi dell’Italia rispetto agli altri paesi europei e del resto del mondo.

    La cultura oggi, non rappresenta solo teatro, musica, pittura, scultura e tutte le forme concrete, tangibili che si possono attribuire ad essa, ma è anche istruzione, ricerca e quindi scuola, università, formazione.

    Se l’Italia fosse paragonata ad un corpo umano, ricollegherei la cultura alle piastrine del sangue, pronte ad intervenire in caso di trauma, a bloccare la fuoriuscita della forza necessaria per ripartire e per non essere in pericolo. Ecco l’importanza della cultura, ecco perchè è importante sottoscrivere questo appello, che vi invito a leggere e a porre il vostro nome a supporto.