Oggi, Mauro Biani. Su Il Manifesto.
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Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha convocato i leader dell’Unione europea a Bruxelles per partecipare a un Consiglio straordinario in cui si discuterà del nuovo flusso di migranti in arrivo dal Nordafrica e del tragico naufragio avvenuto tra il 18 e il 19 aprile del 2015 al largo della Libia. Tusk ha risposto a una richiesta d’intervento del primo ministro italiano Matteo Renzi. Reuters
via: Internazionale
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Il PD non sa dove mettere la faccia, o così sembra. In realtà pare si vergogni di vergognarsi di ciò che sta accadendo a due ministri del governo di cui è principale azionista.
Il Ministro all’Agricoltura De Girolamo è stata intercettata mentre usciva le “balls of steel” – caratteristiche di questo governo (stando alle dichiarazioni del suo Primo Ministro) – su una vicenda che toccava il presidio ospedaliero di Benevento. Non starò qui a raccontare il fatto, se volete leggetelo qui, ma la faccenda mi interessa sul piano prettamente logico-politico-morale. Non so se sono stato chiaro, o volete che metta qualche altro trattino e continui?
In un paese normale, quale non è l’Italia, in casi del genere, un ministro si dimette incondizionatamente e presa a calci nel culo viene spedito a casa o agli arresti, cosa più che giusta, visto che è del pubblico che si sta parlando e della salute di tantissime persone.
Non è banale quello che dico, soprattutto se relazionato alle dichiarazioni di Alfano dove bollava le intercettazioni come “illegali”. Dopo aver dato un buffetto potenziato ad Angelino sulla guancia e messo a dormire, la domanda sorge spontanea: c’è qualcuno che crede ancora a questa storia delle intercettazioni come attacco alla privacy? Lo vorrei sapere, perché credo che se questo è il risultato: W le intercettazioni! Se ascoltare una telefonata di un ministro porta a scoprire cose di questo genere, io credo che sia solo un modo come un altro di considerare questo strumento d’indagine utile per smascherare delle sottospecie di boss, maschi o femmine che siano non ha importanza.Parlavo di Alfano prima, sì. Ora sta dormendo, il buffetto era più che potenziato, ma l’ha combinata grossa. A “Che tempo che fa” di Fabio Fazio parla di unioni civili e immigrazione e come una scarica di diarrea butta tutto fuori e ne dice di paroloni. Conclude la sua intervista con un tweet
https://twitter.com/angeaIfa/statuses/422466912111849472
Ecco, dopo questi due esempi, dovremmo vergognarci, noi del PD, chiedere non solo le dimissioni dei due ministri (quello che sta dormendo, è persino vice-premier) ma porre fine a questo governo, e andare alle elezioni. Un altro giorno con Alfano e la De Girolamo non so se riuscirei a resistere.
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Checché ne dica l’Europa, l’Italia è l’unico vero fronte per la salvezza della disperazione dei popoli dell’altra parte del Mediterraneo. Lo abbiamo visto con la tragedia delle scorse ore, lo abbiamo visto con moltissime altre situazioni difficili degli scorsi mesi, anni e lo vedremo nei prossimi mesi, anni, forse anche settimane o addirittura giorni.
Lampedusa è il molo d’Europa e vive sulla propria pelle più di tutti, forse in modo esclusivo ed unico, la tragedia dell’immigrazione e per questo è stato lanciato l’appello per consegnare all’isola il Nobel per la Pace. Con le seguenti motivazioni.
1. Lampedusa è oggi la più importante porta d’ingresso all’Europa. Dall’altra sponda del Mediterraneo – spinti dalla fame, dal dolore, dalle persecuzioni razziali tribali o religiose – partono centinaia di uomini donne e bambini che per tentare di conquistarsi il diritto a vivere mettono nel conto perfino la possibilità di morire. Lì, su quell’isola, si svolge ogni giorno una nobilissima battaglia in nome e per conto del mondo intero.
2. A combatterla è una piccola comunità – 6300 abitanti – che mette da parte la sua vita privata e dimentica i suoi interessi legati a una stagione turistica che dura poche settimane all’anno, per impegnarsi in una straordinaria gara di solidarietà. Uomini donne e bambini che fermano lo scorrere della loro vita normale per aiutare e ospitare i sopravvissuti a drammatici viaggi della speranza. Un popolo che non ha mai smesso di essere umano.
3. Premiare un’isola e i suoi abitanti con un riconoscimento internazionale altamente significativo servirebbe anche a svegliare l’Unione Europea dal suo torpore, da un silenzio talvolta fatto di egoismo e indifferenza, e spingerla a occuparsi del dramma di intere popolazioni di migranti che non può essere affidato alla generosità e all’altruismo di un solo paese o addirittura di un piccolo scoglio in mezzo al mare.
4. Premiare Lampedusa sarebbe come gridare “alt” allo scandaloso traffico di carne umana sul quale lucrano all’origine mediatori, scafisti e perfino piccoli ras locali e che costituisce per molti governi del Mediterraneo il sistema più semplice per fingere di risolvere, o almeno di allentare e rinviare nel tempo, drammatici problemi di fame e miseria.
5. Premiare Lampedusa significherebbe infine offrire una piccola ma intensa luce di speranza a chi è costretto ad abbandonare la sua terra e a cercare a casa altrui ciò che non avrà mai a casa propria. Vorrebbe dire che qualcuno nel mondo sta pensando anche a loro, ai dannati della terra, ai morti del mare.
Firma qui l’appello