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  • Fin quando le cose le si dicono e basta è un conto. La legge va salvaguardata, si, che storia! Berlusconi dice di voler cambiare l’art. 41. Uno degli articoli più importanti della Costituzione, per bellezza e significato. Ecco cosa dice:

    L’iniziativa economica privata è libera. / Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. / La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

    In parole povere, garantisce la libertà economica, pilastro fondamentale del sistema del nostro Paese, ma dall’altra parte, pone dei vincoli ben precisi alle aziende in territorio nazionale. Il secondo comma è un pezzo di storia, di storia contemporanea, di un racconto infinito, che parte dal passato e guarda al futuro del futuro, ma per molti, la fine arriva ancor prima di aver preso la pensione. Quante sono state le morti bianche nel 2010? 526. Ci sarà stato un motivo, non credete? Anche se il numero di caduti è diminuito, credo però che queste morti siano dovute ad una negligenza da parte dei datori di lavoro che, già prima dell’annuncio di B., quell’articolo 41 della Costituzione non lo hanno mai considerato.

    Se da un lato il Governo parla di rispetto delle regole, di salvaguardia della vita degli operai, di sicurezza sul lavoro in ambiti generalizzati, dall’altra tenta di modificare una parte che parla proprio di questo, eliminando i vincoli che, secondo lui (B.), impediscono alle imprese di lavorare come si deve. Sarà proprio vero? Credo proprio di no, anche perchè mai nessun imprenditore si è mai lamentato dell’art. 41 e come tale va salvaguardato. Ciò che deve risultare una priorità all’interno dell’agenda politica, al posto della giustizia ad personam, contra judicem, sono proprio le liberalizzazioni. Bisogna liberalizzare le imprese, condurre una politica liberale, la solita storia che il Cavaliere spolvera in campagna elettorale.

    Ma se un Governo guidato da un imprenditore, ricco di esperienza industriale, decide di modificare l’art. 41, in materia di sicurezza e di salvaguardia dei diritti e della dignità dell’uomo, vuol dire che c’è qualcosa che non va.

    Cosa aspettiamo? La catastrofe? O che nascano i papaveri sull’albero? Aspettiamo, come solo noi sappiamo fare: a braccia conserte, senza lottare e metterci del nostro nella cacciata di Berlusconi e di tutti i suoi scagnozzi-servi.

  • Una volta si diceva che erano i panifici, le pizzerie ed i ristoranti ad avere la meglio sul mercato, a non aver mai conosciuto crisi, prima le persone erano bendate dal cibo, ora invece è la dea bendata ad avere la meglio, dea però che non bacia tutti e non in tutta Italia. La psicologia del giocatore non è sbagliata, almeno non del tutto. La politica non riesce a dare sicurezza alle famiglie, ai precari e ai disoccupati. Migliaia di famiglie non riescono ad arrivare a fine mese e le spese aumentano sempre di più. Dalla spesa alle tasse universitarie, passando per la benzina e il gas, tutto aumenta e nessuno riesce a spiegare perchè. Vi ricordate lo slogan di Berlusconi? “Abbasseremo le tasse a tutti”, quel tutti mi rende perplesso e soprattutto dispiaciuto per un sistema tasse che di giustizia sociale non ne ha vista nemmeno un po’. Bene abbassare le tasse (mai accaduto), ma abbassarle a tutti proprio no. Si pone la questione dell’uguaglianza sociale come uno strumento per giustificare i “favori” alle classi più ricche.

    La questione delle tasse è importante, l’ex-ministro Padoa-Schioppa lo diceva bene, il suo “tesoretto” era invidiato da tutti. Nel precedente Governo Prodi, la buonanima del Ministro dell’Economia aveva dato vita ad entrate extra, derivanti dalla lotta all’evasione e agevolando gli affitti per i giovani, con lo slogan da lui coniato “mandiamo i bamboccioni fuori di casa“. Come non ricordare anche le parole pronunciate durante l’intervista ad In Mezz’ora di Lucia Annunziata: “Le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili quali istruzione, sicurezza, ambiente e salute“, accadde il putiferio dai banchi del centro-destra e lecchini al seguito, ma questa è un’altra storia.

    La situazione paradossale la troviamo con l’abolizione dell’ICI sulla prima casa (Imposta Comunale sugli Immobili), da parte del Governo Berlusconi, il governo del popolino. Proprio con questa catastrofe economico-politica inizia il problema delle casse dei Comuni. La situazione pare essere ottima per le tasche degli italiani, peccato però che i soldi da lì sono stati persi ma sono stati recuperati, sottobanco, dalle altre imposte, tra le quali gas, luce, acqua e chi più ne ha più ne metta, di aumenti ce ne sono stati e pure parecchi.

    L’italiano però nel 2010 ha perso la speranza, risparmiare sulla prima casa non è servito a nulla, ingolfato nei problemi economici era ed è rimasto. Anche il giochetto della seconda casa intestata al figlioletto non è riuscita a garantire stabilità alle tasche dei cittadini. L’italiano medio si aggrappa al gioco d’azzardo, aumentano sempre di più gli “spennati” da questi giochi senza mai fine. Le sale giochi spuntano come funghi, ora il business si è spostato sulla sofferenza post-gioco. Compagnie altolocate del settore giocano con la psicologia delle persone. “Vuoi vincere facile?” “Cosa aspetti? La dea bendata ti attende” o peggio ancora creando sistemi di vincita complessi, come ad esempio una sala bingo e tutti i suoi premi, in base al numero di palline estratte o in base all’ora dell’estrazione. L’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) ha creato il bollino qualità anche per i siti di gioco on-line: hanno legalizzato il poker online, i casinò sul web, modi più veloci per attirare e spennare gente, anche di una certa età (parlo di ragazzi di 14 anni).

    La sofferenza porta a tutto anche a creare il gioco delle totonomine e devo dire che a Napoli e altri posti d’Italia c’è chi ci gioca, anche seriamente. Ci manca solo che alla nomina del Papa, o alla vincita delle elezioni politiche, vengano associate scommesse. Ah no, quelle già ci sono!

    In che mani finiremo? In quelle della dea bendata? O dello Stato bendato?

    Articolo su Repubblica Milano

  • Cesare Battisti è un terrorista e come tale va condannato e rinchiuso in carcere. Lula crede che l’ex-terrorista italiano sia un perseguitato, dopo tutte le dichiarazioni anti-sinistra del Presidente del Consiglio, l’ormai ex-presidente del Brasile crede che Berlusconi stia approfittando del fatto che Battisti è stato membro del PAC (Proletari Armati per il Comunismo), un movimento di sinistra degli anni di piombo. Il Cesare Battisti terrorista, da non confondere con l’altro Cesare Battisti, deve tornare in Italia per scontare la sua pena, deve vedere in faccia le vittime di quei suoi gesti orrendi e deve pagare tutto quanto il male fatto. Tutte le forme di violenza devono essere punite, questo non lo dico io, lo dice il buon senso e le leggi, lo dice il senso civico di un paese occidentale come il nostro. La non violenza deve essere al centro delle ideologie di tutto il mondo: “n’a parola” e lo so, ma almeno nei paesi civili e economicamente più sviluppati, oltre che socialmente, questo è il minimo. Ma come mai il “caso Battisti” è stato rispolverato ora? Eppure è dal 1981 che l’ex-leader, non che fondatore, del PAC è un latitante, dopo aver tradotto libri dal francese all’italiano, tra i quali libri di Manchette, nel 2004 viene arrestato a Parigi e dopo aver ricevuto dalle autorità francesi l’estradizione in Italia del condannato, lui riesce a scomparire di nuovo e questa volta si dirige in Brasile, dove il 18 marzo 2007 viene catturato a Copacabana e da qui inizia il calvario brasiliano del terrorista rosso. Nel 2009 riceve lo status di “rifigiato politico”, con la motivazione, da parte delle istituzioni giudiziarie brasiliane, di essere un perseguitato a causa delle sue ideologie politiche. Mi chiedo se tutte quelle persone siano morte da sole, si siano suicidate a colpi di pistola, oppure qualcuno li abbia massacrati. L’ipocrisia del “pararsi il culo” porta a tutto anche a negare l’evidenza della storia. Il malessere italiano è quello di avere un Governo non rispettato da nessuno, incapace di sostenere le proprie tesi e di sembrare un organo istituzionale di garanzia civile e giudiziaria per il proprio Paese.

    Il desiderio di impunità e di fuggi fuggi dalla giustizia, palesemente attribuita a B., sta entrando in tutti gli italiani nel mondo. Il tag più ricercato su Google è “come evadere le tasse”, sul web ci sono una marea di siti italiani che spiegano come fregare il fisco, come mai non censurano quei siti? E invece rompono le scatole ai blogger che magari esprimono loro pareri e informano? Perchè non si decide di prendere provvedimenti su quei contenuti, che fanno veramente male al Paese? Si lasciano dichiarazioni contro Wikileaks, affermando che sia un sito da chiudere, da odiare, mentre non ha fatto altro che dire quanto sia “biricchino” il nostro Premier (ormai gli italiani sapevano tutto e non sono rimasti di stucco, hanno gli anticorpi e le palle indurite). Che fine faremo? E che fine farà Battisti? Lo scopriremo nelle prossime puntate.

  • Manca poco al fatidico giorno. Manca poco all’ora in cui B., il suo governo ed il Paese intero sapranno le sorti della politica nazionale: elezioni o governicchio instabile? A dirla così, la situazione pare essere chiara: al Senato della Repubblica il Governo Belusconi ha la maggioranza, infatti il PdL ricopre ben 134 seggi e la Lega Nord esattamente 26, per un totale di 160 seggi e quindi stesso numero di voti a favore del Governo. Ponendo il caso che dal Gruppo Misto contenente 13 senatori una buona parte voti a favore della fiducia con un’oscillazione di 7/8 voti da sommare ai 160 della maggioranza, avremo quindi una situazione pari a 168 possibili voti a favore, contro i 148 voti a sfavore (112 PD, 12 IdV, 10 Fli, 14 UdC & MpA)1. Perciò al Senato il Governo dovrebbe avere la fiducia ad occhi chiusi.

    Passando alla Camera, la situazione si fa difficile per l’esecutivo, dove i voti a favore di B. sono 303 (235 PdL, 59 Lega Nord, e 6 del gruppo Misto) ed invece i voti contro sono 327 (206 PD, 24 IdV, 35 UdC, 36 Fli, 6 Api, 5 MpA, e 15 Misto)2.

    La situazione pare essere chiara: il cosiddetto “Terzo Polo” ha già redatto la propria mozione di sfiducia e quindi voterà contro il Governo. Se le cose stanno così, abbiamo la certezza che ad una delle due camere, in questo caso alla Camera dei Deputati, il Governo non ha la maggioranza e di conseguenza, in base alla legge, deve rassegnare le dimissioni e lasciare la parola al Capo dello Stato.

    L’On. Aprea, presidente della Commissione Istruzione alla Camera, voleva, assieme al Ministro, far passare la Riforma Gelmini prima della votazione di fiducia in modo da essere sicuri al 100% che la riforma sulle università riuscisse a passare alla verifica del Senato. Dopo la conferenza dei capigruppo al Senato, la decisione è stata di rinviare il tutto a dopo la fiducia, licenziando la decisione con la seguente dichiarazione: “Abbiamo deciso di rinviare il DDL Gelmini al Senato a dopo la fiducia, per garantire una stabilità politica necessaria per analizzare e per lavorare concretamente su quella riforma e su tutto l’iter legislativo”.

    Attendiamo con fermezza il 14 dicembre ed i possibili inciuci che B. metterà a segno, sempre se riesca a trovare delle prede. La vedo dura.

    1. Dati presi dal sito ufficiale del Senato della Repubblica

    2. Dati presi del sito ufficiale della Camera dei Deputati

  • Oggi al senato un gruppo di studenti ha tentato di entrare nell’edificio, con l’intento di sfondare la porta d’ingresso. Un atto del genere va condannato, senza se e senza ma, perchè mina la credibilità degli studenti e delle manifestazioni studentesche.

    Le organizzazioni studentesche e i singoli dovranno lavorare per dare credibilità al senso di appartenenza ad un numerosissimo gruppo di malcontenti e di disgrazie sociali. La scuola pubblica italiana sta subendo un forte trauma a causa dell’incapacità da parte del Governo di affrontare il discorso dello sviluppo e dell’investimenti nella ricerca, vera fonte di futuro del nostro Paese.

    Mi auguro che queste azioni violente siano SEMPRE isolate e, quando possibile, bloccate dagli studenti stessi.

  • Ieri alla Camera si è votata la fiducia al governo Berlusconi. 342 voti favorevoli e 275 contrari, una maggioranza risicata che vede, senza ombra di dubbio, il Governo appeso ad un filo. Un filo finiano.

    Sono contento e mi riconosco al 100% con quanto ha detto Bersani nel suo intervento. Napolitano ha dichiarato che “la legislatura deve continuare“, bene, ma io penso che la legislatura camperà a stento fino alla primavera, perchè anche se B. vuole raggiungere la fine della legislatura, Bossi spinge ad andare al voto.

    Il segretario PD Bersani, dopo aver sentito le parole di B., ha descritto il discorso del Premier come debole e “reciclato”. Il berlusconismo sta per finire? Io penso e spero di si, perchè non è possibile avere un Paese che per vent’anni non ha parlato di se ma di un personaggio “sfruttatore” della politica per affari personali. Cosa significa che “Berlusconi non è sceso in politica per affari suoi ma per cambiare il Paese”? Ma chi vogliamo prendere in giro? Cosa ha fatto Berlusconi da quando è al governo di questo Paese? Condoni, scudo fiscale, lodo Mondadori e ha tentato e tenta tutt’ora di creare una legge che lo favorisca nei processi in cui è indagato. Sinceramente tanti cambiamenti non ne vedo e non gli ho mai visti. Ha ragione Bersani quando parla di “chiusura di una pagina vecchia“? Prima di girare pagina, quella successiva deve essere pronta, pulita e sana per poterci scrivere la storia di questo Paese. Abbiamo la penna? Nera?! No…rossa è meglio…bene! Forza! Dettiamo il nostro futuro.