Tag: Governo

  • Siamo al bivio. Quale sarà il futuro del Partito Democratico? Provo un grande malessere, in queste ore, per quella che potrebbe essere la sorte di un progetto che ho amato e che amo tutt’ora. Non bisogna mollare, ma combattere. L’incoerenza lasciamola agli altri. A testa alta, combattiamo per noi, per il PD e per l’Italia.

    È un dolore nuovo, per me, quello che sto provando in queste ore. Una situazione che non avrei mai sperato di dover affrontare, almeno non ora, ma che mi scaraventa contro un muro e mi pone davanti serie difficoltà, serie decisioni da prendere, da analizzare, da pesare e soprattutto una necessaria introspezione, che mi faccia riflettere e comprendere cosa io sia, cosa io voglio dalla politica e, soprattutto, per la politica.

    Pippo Civati ha puntato, contro di me, dei raggi X, costringendomi a vedermi dentro, una scoperta difficile, se ci pensate, non sempre facile da comprendere e d’accettare.
    Perché tutto questo? La risposta è semplice. Perché la situazione politica attuale ha portato ad una bivio: o fiducia o cambio di passo. In questo video, è racchiuso il senso del mio malessere che ho definito psico-politico.

    Mi fermo, mi tuffo nella mente e penso a cosa sia meglio fare. E guardate, per chi crede che questo dolore, che io provo, in questo momento, possa essere sinonimo di insicurezza, si sbaglia di grosso. Machiavelli ci fa capire che l’uomo insicuro è colui che viene travolto dagli eventi, ma qui non si tratta di insicurezza, ma di un sentimento profondo verso un progetto politico, ora minato dagli eventi tragici che accompagnano la politica nazionale, soprattutto il PD, ma che ha un valore immenso, troppo grande da poter sostituire.

    Pippo, come possiamo abbandonare la nave? Abbiamo subito un arrembaggio, ma non possiamo buttarci in mare e non combattere, per salvare una nave che tutti quanti noi abbiamo contribuito a costruire. Come possiamo? Io non lo capisco.

    Lasciare il Partito Democratico, per me, sarebbe un dolore troppo grande e troppo ingiustificabile, che non riesce a trovare pace dentro di me. Aiutiamoci ma non molliamo. Chi ti spinge a questo deve rifletterci. Votare contro la fiducia ad un governo guidato dall’attuale segretario è una sfiducia verso il Presidente del Consiglio, non verso il partito. Sarebbe incoerente con quello che succede negli organi decisionali: allora se votiamo no in Direzione nazionale è anche quello un dissenso sulla linea, dovremmo andarcene ogni volta in cui diciamo no a qualcosa. Se così fosse, dove saremmo ora? Non lanciamoci contro degli aculei che gli altri ci hanno preparato e su cui vogliono vederci finire a velocità fulminea.

    Non darò mai la soddisfazione a chi vuole allontanarci dal partito, falsamente forti nella loro posizione, grazie all’esito delle scorse primarie. Il PD non è un partito personale, ma rischia di diventarlo se molliamo. Non posso accettare una cosa del genere. Io voglio combattere tutti coloro che vogliono vederci alla gogna politica, da dentro, negli stessi luoghi, non a distanza.

    Me ne fotto altamente di quello che pensano i vari troll presenti nella Rete, il PD deve essere la risposta giusta non solo per l’Italia, ma anche per chi vuole fare politica seriamente e con la consapevolezza che solo la responsabilità di un partito grande come il PD può dare.

    Non voglio mollare. Ho troppa rabbia per poterlo fare, ho troppa voglia di riscatto per poter accettare una cosa del genere. Ho troppa voglia di spazzare via l’arrivismo che sta caratterizzando, per molti versi, il partito, in questo momento. Io voglio spazzarlo via, ma non da solo. Ho bisogno di sentirmi parte integrante di una forza pura, piena di passione. Ho voglia di vedere alcuni di quelli che ho incontrato in Assemblea regionale essere messi all’angolo, in netta minoranza, sfiduciati dalla politica, da un PD capace di essere PD.

    Pippo, quale può essere la risposta giusta? Neanche io la so, ed è per questo che, pur non potendo essere di persona a Bologna, questa domenica, mi auguro di poter seguire in streaming e di comprendere quello che succede e magari rispecchiarmi appieno nelle parole di qualcuno che interverrà e dirà le stesse mie cose. Spero possa essere tu, quella persona, Pippo.

    Una cosa è certa, il mio appello, se pur da una posizione di semplice militante, attualmente dislocato in Assemblea regionale in Puglia, è quella di non mollare. Immaginiamo il PD come un grande ring dove, lo scorso dicembre, ha vinto il titolo Renzi, ma un titolo che non è a vita e che si spezza al peso dell’incoerenza palpabile delle proprie azioni. Sono certo che, con la nostra presenza e il nostro lavoro, quell’incoerenza non travolgerà il PD, che sarà capace di auto rigenerarsi, ma spazzerà via solo i responsabili.

    Sono passati solo 2 mesi dalle primarie, la strada è ancora lunga e in salita, ma abbiamo appena iniziato a correre. Ci serve solo forza di volontà e la Storia farà la sua parte.

  • Risuona bene quella esclamazione che ha di certo abbastanza, soprattutto per la concezione stessa della politica. Peccato però che chi ha basato la propria campagna elettorale su ciò, non stia, in realtà, dimostrando tanta coerenza, anzi, forse per niente, anzi, per niente. Punto.

    Ecco a voi un sondaggio fresco di calcolo che dimostra come gli elettori, se pur autori di una situazione politica frammentata come quella attuale, vogliano un governo e vogliono che PD e M5S stiano insieme. Si badi bene che il campione ingloba solo elettori a 5 stelle e della coalizione Italia Bene Comune. Niente pidiellini.

    Anche se sono contro l’elemosina e la vendita delle chiappe ad un comico, credo che se il Paese voglia questo accordo, Grillo deve essere un semplice dipendente dei cittadini e mettere all’angolo le sue manie disfattiste e qualunquiste. Tutto il resto non serve, ecco il sondaggio. Per stasera mi sto zitto.

    sondaggiopdm5s
    clicca per ingrandire
  • Con che faccia si sarà presentato Beppe Grillo da Napolitano, oggi, nel secondo giorno delle consultazioni, dopo che per mesi, forse anni, l’ha definito “Morfeo” Napolitano?

    Il sempre grande Sergio Staino ha ipotizzato cosa possa accadere in quelle stanze del Quirinale.

  • Oggi si insedia ufficialmente il Parlamento, con la prima seduta plenaria e l’elezione dei presidenti provvisori. Alla luce di tutto questo, io sono felice che l’aula in cui i rappresentanti del Popolo dovranno confrontarsi per dare speranza al Paese, sia stata avviata con qualche scossone, non solo un terremoto 5 Stelle, ma anche generazionale. Peccato che la durata sarà brevissima, forse la più breve della Storia.

    Parallelamente alle scene da “Harry Potter e la pietra filosofale” – precisamente, quando gli studenti arrivano ad Hogwarts e cominciano a guardarsi intorno, con occhi sgranati e fare cauto – c’è la Puglia’s Hell a distanza di qualche centinaia di chilometri dalla Capitale.

    Nichi Vendola, da buon pasticcere, rimpasta la Giunta Regionale, come se bastasse per mettere a tacere le grandi delusioni ricevute all’ultima tornata elettorale, ma ciò che mi lascia più perplesso è, senza ombra di dubbio, la perplessità di molti nel vedere dei montiani entrare in giunta. Sono fasi delicate, da prova di convivenza, ne paga la Puglia e i pugliesi, ma per il resto, a chi importa?

    Che ci siano new entry del PD e aver visto qualche assessore che ha lavorato con dedizione essere allontanato dal Governo Regionale, mi rattrista. In ultima analisi, riferendomi sempre a questo episodio, vorrei capire quale sia la scelta di chi è stato eletto in Parlamento e allo stesso tempo nominato Assessore. Larisposta è positiva, aspettiamo risvolti.

  • Qualcuno dia lezioni di Diritto Costituzionale e di Diritto Parlamentare a Beppe Grillo. Dalle sue recenti dichiarazioni pare che il leader del M5S voglia proporre a Napolitano un Governo a 5 Stelle, pur non avendo maggioranza alla Camera e al Senato. Mi chiedo con quanta sincerità dica una cosa del genere. Vorrà forse rinfacciare al Presidente della Repubblica il suo rifiuto a tale proposta e poi farci una campagna elettorale ad hoc su questo? Io non avrei tanti dubbi, ma non vorrei che qualcuno pensasse che io sia malizioso. Certo è che non si può andare avanti così e agli attivisti e sostenitori del Movimento 5 Stelle dico che non devono prendersela se si parla del loro movimento e soprattutto ho una concezione dello stesso non tanto positiva. Non gridate al complotto o alla “tendenza della politica ad essere contro la rivoluzione”, perchè io di rivoluzione non ne vedo ombra, ma come ho già detto ieri, solo tanta disperazione nel Paese. Sarò pure superficiale, ma credo che non sia una dimostrazione di alto profilo quella di Grillo e Casaleggio. Mettere alle strette gli stessi neo-parlamentari a 5 stelle, minacciando il loro allontanamento dal M5S è l’esatta traduzione di un modo di far politica vecchio, becero, dove le persone vengono prima delle idee e dei progetti  comuni. Mi dispiace, ma non è così che si fa la rivoluzione. Le giubbe stellate devono riporre nel cassetto l’antipolitica e ricordarsi che ora non sono più nelle piazze, ma nelle Istituzioni e come tale, c’è bisogno di un comportamento degno di tale posizione.

  • Che da Casaleggio arrivino minacce al Movimento 5 Stelle di lasciare se quest’ultimo dovesse stringere un patto di collaborazione per un governo di vitali punti programmatici con il PD, c’è solo da cogliere aspetti positivi. Bloccare il M5S ed impedirgli di assumere responsabilità politiche ricevute, legittimamente, dalle elezioni è un attentato al Paese. Fitch ci declassa in serie B, migliaia di posti di lavoro sono sull’orlo del precipizio e l’Italia aspetta risposte serie e rivoluzionarie, ma è tutto bloccato per una ricerca della coerenza da parte di Grillo e Casaleggio, coerenza basata sul vaffanculo. È questa la novità? È questo il soggetto politico rivoluzionario? Ditemi voi. Qui si piange e basta.

  • Ecco i punti che Bersani ha proposto per un governo di emergenza che risolva i problemi urgenti e che riporti il Paese alle urne.