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  • Avrebbe dovuto compiere 96 anni, oggi, 18 luglio 2014. Google celebra con un doodle la nascita del leader sudafricano. Un doodle speciale, animato, che ripercorre la vita del Presidente Nelson Mandela attraverso le sue citazioni più famose.

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  • A dirlo è il CEO Google, Eric Schmidt in visita a Roma. “Google pronta ad investire se l’Italia sviluppa la banda larga”.

    Serviva Mr. Google per capire che l’Italia deve fare una scelta di fondo sul proprio piano di sviluppo, se vuole riemergere e non farsi superare da chiunque? Credo proprio di no. Tuttavia Eric Schmidt ha strigliato abbastanza il nostro Paese e, permettetemi, ha fatto bene.

    L’Executive Chairman della Google Inc., passeggiando per Roma ha immaginato cosa possa raffigurare come ricetta ideale per l’Italia per uscire dalla crisi e spiccare (nuovamente) il volo nella produzione, con il “Made in Italy” vittima, nell’ultimo periodo, di contraffazioni e di una concorrenza spietata, oltre che di uno scarso sostegno da parte delle Istituzioni.

    Schmidt parla di banda larga come dei nuovi binari dello sviluppo economico e sociale, come base da cui dar forza alle imprese e alle idee innovative. Di questo ne abbiamo già parlato. Ma ciò che dovrebbe rendere appetibile, più di qualsiasi altra sostanziale motivazione, è l’intenzione di Google di investire in Italia, ma solo se l’internet veloce sarà ormai presente in tutto il territorio nazionale.

    Ma la cosa che il CEO del colosso di Palo Alto afferma e che andrebbe discussa è la specializzazione della produzione: dice bene quando afferma che la California si è specializzata in quello che sa fare meglio – ovvero creazione di nuove tecnologie – ed ora è leader-place mondiale in quel settore (anche se, alla fine, la produzione è tutta in Cina).

    Noi possiamo fare di più: perchè non abbiamo bisogno di produrre su larga scala, perchè il nostro tessuto imprenditoriale si basa sulla piccola-media azienda, non abbiamo bisogno di esportare la produzione, ma possiamo produrre noi, dobbiamo produrre noi, perchè il brand del Made in Italy è imbattibile e deve restare tale. Quelle aziende che oggi producono nei paesi dell’Est-Europa e continuano ad avere il Made in Italy, a mio avviso, dovrebbero subire degli interventi da parte delle autorità europee.

    Bisogna dare energia all’artigianato, alle PMI e soprattutto a chi vuole aprire un’attività imprenditoriale, soprattutto se giovani che hanno preferito restare nel proprio Paese, anziché scappare oltre il confine.

    Le nuove tecnologie sono ormai fondamentali, non smetterò mai di dirlo. Immaginate cosa possa creare un artigiano se nella sua bottega avesse la connessione veloce: un sistema di prenotazione in tempo reale, direttamente sul luogo di lavoro, ad esempio, o un sistema di e-commerce che preveda la consegna organizzata su via digitale, in una rete di distribuzione territoriale e non solo. Oltre a questo, c’è la proposta di Schmidt di affidare ai nostri artigiani delle stampanti 3D e di unirle al nostro design.

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  • Ecco un articolo de “Il Post” sulla sensazionale invenzione di Google, ecco un concept che rivoluzionerà la vita di ognuno di noi.

    Gli occhiali di Google (il Post)
    La società sta lavorando a occhiali con lenti che diventano schermi per interagire con l’ambiente circostante, come mostra un’efficace simulazione video

  • Se nel XX Secolo la concorrenza era basata su prodotti di uso quotidiano, come indumenti, farmaci e strumenti tecnologici di prima necessità – basti osservare il notevole passo in avanti che hanno fatto i telefoni cellulari, mentre ora il mercato e le iniziative commerciali, sono state dirottate su un diverso piano strategico, fagocitato da un differente modo di produrre e di pensare il prodotto.
    Nel XXI Secolo, invece, la concorrenza non passa più tra i noiosi scaffali dei negozi o nel nostro guardaroba, ma sul nuovo mondo, dove ormai tutto è codici ed informazioni: internet.
    Nel 2004 nasce una rete di social network, a dargli vita è uno studente dell’Università di Harvard, di soli 19 anni. In 7 anni di attività, il sito, che ti aiuta a connetterti e rimanere in contatto con le persone della tua vita, ha incrementato, in milione in milione, i suoi iscritti, passando da un piccolo spazio di condivisione tra studenti dell’università ad essere il social network più utilizzato del mondo, toccando quota 600.000.000 di profili sul proprio database.
    Ma cosa rende Facebook e la filosofia che accompagna questo progetto, così allettante? Oltre alla fama internazionale, anche il “modico” fatturato di 1.1 miliardi di dollari, raddoppiatosi in soli 2 anni (nel 2009 era di 550 milioni $).
    Dal lancio di questa piattaforma, altre sono state lanciate, risultando a volte dei flop, altre capaci di saper cogliere quel senso di originalità, indispensabile, per poter tirare avanti e crescere passo dopo passo.
    “Social Network non si nasce, si diventa”, palesemente è questa la legge del più forte: se riesci a garantire svago, ma allo stesso tempo utilità, proiettando l’utente ad esprimersi e realizzarsi su un determinato campo, vuol dire che hai raggiunto l’obiettivo principale di una rete sociale.
    Da un po’ di tempo a questa parte, Google ha posizionato nella rete un suo nuovo social network, da perfetta concorrenza al colosso di mamma Zuckerberg: “Google +”, lasciando un po’ spiazzati coloro che, visitandolo, leggono “cerchia” anziché “amici”, non hanno tante possibilità di svago, come giochi o altre particolari funzionalità riconducibili al mondo di Facebook.
    Ciò che importa è che tutti questi siti, una cosa buona l’hanno fatta sul serio: hanno contribuito al risveglio della Democrazia nei paesi del Nord Africa e coordinano iniziative popolari contro il potere, sempre più distante dal volere dei cittadini.

  • Nel nuovo mondo, quello che ci circonda, tutto pare essersi spostato sul web. Lo scossone più grande l’ha dato Obama durante la sua campagna elettorale del 2008 e ho serie certezze che, ancora una volta, lo rifarà durante la campagna del 2012.

    Il commercio è diventato “e”, cioè “elettronico”, il cosiddetto “e-commerce”, ormai tutto si vende online, la spesa? Scegli, compri e ti arriva a casa. Tutto il mondo ormai è web, tra poco i principali giornali scompariranno per dar vita a siti, già esistenti per diversi quotidiani, aggiornato e pieno di contenuti extra, interessanti e pronti all’uso.

    La politica ha fatto la sua parte e continua a farla. Oggi non c’è partito che non abbia un sito internet. Anche il candidato a consigliere di un paese di provincia ha un proprio spazio web su cui scrivere, condividere idee e progetti.

    L’uso sproporzionato di questo metodo non può che far bene. Non c’è altro modo se non quello di scrivere sempre di più, non saremmo in grado di comunicare, altrimenti. In Egitto internet è stato bendato. Non durerà abbastanza a lungo. L’esplosione c’è stata e ci sarà anche sul web. In Cina prima o poi accadrà lo stesso, me lo sento. Google è ormai una potenza, non esiste altro motore di ricerca più grande al mondo. E’ strano come, in poco tempo, una semplice idea possa concretizzarsi in qualcosa di astratto, come un sito web e diventare fonte di una ricchezza assoluta, non solo dal punto di vista pecuniario, ma dal lato dell’informazione, del modo di comunicare.

    A Davos c’erano anche i rappresentanti delle potenze del web, come negare loro la presenza e un ruolo da protagonisti all’interno della comunità economica mondiale. Google ha comprato tutto, prima YouTube, poi Facebook, ha immensi servizi di qualsiasi genere, insomma, è il padrone del web.

    Il web è padrone del mondo, noi siamo i padroni del mondo, noi siamo il web.