Da decenni si discute di futuro. Un futuro che, a mio avviso, è stato sempre idealizzato come un’azione costruttiva della classe dirigente attuale in prospettiva di periodi successivi: riforme, leggi, decisioni politiche. Sbagliando, in parte.
Ma c’è un problema di fondo: nessuno ha mai compreso che per parlare di futuro, progettando una visione lungimirante della società del nostro Paese, sia necessario chiamare a raccolta chi quel futuro lo vivrà a pieno ritmo, le giovani generazioni.
Credo sia di fondamentale importanza ringraziare chi ha già dato, ma chiedendo di andar via, ma non fraintendetemi, non parlo mica di una radicale sostituzione della classe dirigente – cosa che in Italia sarebbe necessaria, vista l’età media di 65 anni, ma di una presa in considerazione forte di una grande fetta della popolazione, con i suoi problemi e esigenze, ma soprattutto con le sue idee e proposte da inserire all’interno del dibattito comune.
La proposta? Se dovessi dare un’idea per risolvere questo problema, potrei benissimo fare 2 proposte: la prima va all’attuale classe dirigente, chiedendo di inserire all’interno del confronto, ad ogni livello, i giovani, gli studenti e i giovani lavoratori; dall’altra, la seconda e più impegnativa proposta va a noi.
Se vogliamo guadagnarci il futuro, e magari un futuro migliore rispetto all’attuale prospettiva, dobbiamo unire le nostre forze per far sentire la nostra voce: dobbiamo creare un documento nazionale, una petizione generazionale, che richiami all’”ordine” il nostro Paese e che ci dia la forza per rivendicare la nostra posizione nel sistema sociale, aprendo un forum perenne con la politica e le istituzioni, ad ogni livello.
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Si progetta un futuro vuoto!
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dal Parlamento_Giorno della Memoria
Il Parlamento Regionale dei Giovani è convocato in seduta straordinaria il 30 gennaio 2012 ore 11.00 presso laSala Consiliare della Regione Puglia (via Giuseppe Capruzzi 204 – Bari) in occasione del “Giorno delle Memoria”.
Programma:
– Saluto Presidente Consiglio Regionale – Onofrio Introna
– Introduzione Vito Antonio Leuzzi – Direttore I.P.S.A.I.C
– Testimonianze, ricordi di militari pugliesi internati (IMI) nei lager tedeschi dal 1943-45 e presentazione dei volumi e memorie di Carla Giacomozzi, Nuccio Carriero, Vitoronzo Pastore, Luigi Di Cuonzo, Dionisio Altamura, Matteo Fantasia.
– Intervento di Giorgio Salamanna, Campo di Concentramento di Zemun (Belgrado)
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Prepariamoci!
In questo momento mi trovo in treno, per partecipare alla riunione di Esecutivo Provinciale dei GD. Ho sempre visto il mio impegno politico come un modo di integrarmi nella società ma ancora di più di sentirmi cittadino al 100%. Non credo nella politica per soddisfare i propri, e dico propri, interessi personali, anzi, la vera grande sfida è quella di lasciar da parte l’IO e di prendere in cnsiderazione il NOI. Chi utilizza il VOI, la maggior parte delle volte, vede il suo impegno come un lavoro, disinteressandosi della partecipazione e soprattutto dimenticando di essere anche lui un cittadino a tutti gli effetti. Bisogna credere nelle nuove generazioni? Io credo proprio di si, soprattutto per quella parte di nuove generazioni che vuole risolvere i problemi del proprio futuro, mettendosi in prima persona, al “fronte” della politica, davanti alle enormi problematiche che lo attendono, tra le quali, l’ostilità da parte di molti cittadini, nel vedere un giovane attivo in politica, nelle Istituzioni.
La prima settimana di settembre sarò a Torino, per ragioni personali, ma non perderò occasione di essere alla Festa Nazionale dei Giovani Democratici e del Partito Democratico. Voglio proprio vedere cosa si dirà in quel luogo, voglio capire se all’interno della componente giovanile, di cui faccio parte, abbiamo una classe dirigente che parla di futuro o che è paralizzata da logiche politiche vecchie. Staremo a vedere. Per il resto, per cambiare, partiamo ognuno dalle nostre città.
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Cari coetanei stiamo sbagliando
Cari signori, stiamo sbagliando tutto! La reazione spontanea ha dato i suoi frutti ma qualcosa sta andando storto. Milioni sono i giovani che affollano la rete, i social network e tutti i mezzi di comunicazione, per non parlare delle centinaia di migliaia di discorsi pseudo-politici che ognuno di noi avrà fatto almeno una volta nella vita. Tutta arte nobile, tutti aspetti positivi, certo, come non negarlo, ma siamo sempre stati in grado di ascoltarci? Guardarci allo specchio? Non ne abbiamo voglia, o forse troppa da non accorgerci che la finalità di tali azioni è capire su che binario stiamo viaggiando.
Le nostre reazioni a questo scempio sono abbastanza contrastanti, basti pensare che due ragazzi della stessa età, vissuti in nuclei familiari simili, con famiglia media, padre e madre lavoratori (o precari), un mutuo da pagare, e tante altre affinità, ma con una concezione diversa della società che a mio parere debba far riflettere sulla strada che noi, nuove generazioni, stiamo percorrendo e sui tranelli presenti su di essa.
Siamo bravissimi, noi nuove generazioni, a fare la morale a chi è più grande di noi, penso che in alcuni aspetti, io stesso mi riconosco in questa mia critica e devo dire che nella maggior parte delle volte non fa male criticare i più grandi, gli errori dei più grandi, perchè questo è sinonimo di semplice cura del proprio futuro e della propria crescita.
Ma ritengo che quando le giovani generazioni criticano se stesse, penso che in quel momento stiano dando il peggio del meglio di se, mi spiego: quando noi avviamo un dibattito con un nostro amico è qualcosa di strabiliante, vuol dire che due o più cervelli (uno se siete pazzi e parlate da soli) stanno lavorando per dar vita ad idee condivise, magari punti di convergenza ma che comunque sono sinonimi di un senso critico attivo. Quando però denigriamo dei diritti, diventiamo come le stesse persone che noi tanto critichiamo e accusiamo di aver mandato allo sfascio il nostro Paese: siamo divisi in due fazioni, peccato che queste siano estremiste, la via di mezzo non esiste, e permettetemi di dire che per via di mezzo non intendo di certo un soggetto ibrido, capace solo di annuire a tutti perchè intriso di un “grigiume”, sinonimo di insipidezza dei sentimenti, ma parlo della capacità di saper coordinare l’emotività e soprattutto le parole.
Mai reagire con azioni estreme e soprattutto lasciamo da parte gli estremi, non fanno mai bene a nessuno. Gli estremisti sono come i vegetariani, non avranno mai le proteine che la carne può dar loro, almeno che prendano delle medicine, ma per il nostro caso, le medicine sono a spese del futuro del Paese, una Nazione che cade a pezzi.
Non denigriamo una persona per il suo pensiero o per la sua voglia di fare, magari perchè ci sentiamo toccati nel vedere qualcosa che magari noi vorremo. Non siamo ostili nei confronti di nessuno, ma dialoghiamo e contribuiamo alla democrazia.
Prima di pensare alla destra o alla sinistra, pensiamo ad andare avanti con la nostra personalità e il nostro diritto al futuro.
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Giovani, politici
Credo che il miglior modo per rispondere all’articolo di Dino Amenduni, uscito ieri sul FattoQuotidiano.it, sia descrivere quelle emozioni che, per quanto possano essere rilevanti per gli altri, per me consistono nella mia unica ragione di impegno e di lavoro per contribuire al Cambiamento, con la C maiuscola.
Io, da aprile 2010, sono un Giovane Democratico, per mia scelta e per mie ragioni squisitamente politiche. Sin dal primo giorno mi sono impegnato nel costruire assieme agli altri amici e compagni di partito, chiamarli tesserati non suona bene, per il senso forte che un ragazzo ha all’interno di un’organizzazione).
Ho sempre ritenuto, e ritengo tutt’ora, che un partito politico debba costantemente e paritariamente, con tutti, contribuire alla crescita e alla realizzazione di una persona, non per questo si dice che l’apice della persona sia il partito e non viceversa, cosa che siamo abituati, purtroppo, a vedere da un po’ di anni a questa parte. I primi a cui dare questa opportunità sono senza dubbio i giovani, nuovi protagonisti della politica a tutti i livelli, vi invito a vedere i programmi elettorali redatti dalle giovanili di partito per le Amministrative 2011: sono specchio di semplicità, coerenza e soprattutto impegno ed amore verso la propria città e i propri concittadini.
Se dovessi tracciare un racconto, un filo logico, su tutto ciò che potrebbe significare per un partito politico, avere nelle proprie viscere una giovanile, credo che non basterebbe un romanzo, per descrivere i sentimenti, il lavoro, i sacrifici e soprattutto la passione che migliaia di ragazze e ragazzi riversano all’interno di organizzazioni politiche giovanili, stesse passioni che non avrebbero spazio in partiti “standard”, per una semplice ma persistente sottovalutazione delle nostre capacità.
Come lo stesso Segretario dei GD “Terra di Bari”, Pierpaolo Treglia, che nella sua risposta al medesimo articolo, ha sottolineato l’importante presa di posizione che i giovani hanno preso all’interno del partito e della grandissima importanza che ognuno di loro ha e del fatto che essere iscritti ad una giovanile, non implica l’essere banditi dall’organizzazione “ufficiale” o, se vogliamo, “madre”.
Io credo nelle giovanili, ci credo fortemente perchè penso siano l‘unico spazio che noi giovani e giovanissimi abbiamo per esprimere, per impregnare le nostre mani in un mondo così complesso come quello della politica e, soprattutto, riusciamo a vivere da protagonisti vicende, prese di posizione, in grado di crescere con la consapevolezza di come si gestisce un partito, di quelle che sono le difficoltà (non poche) nel portare avanti un’organizzazione politica: penso all’oneroso compito di coordinare i lavori, di mantenere i rapporti con altre organizzazioni, sviluppando anche una politica di relazioni, basata su esperienze e sulla costruzione di una visione delle cose più cristallina e mirata al giusto, che senza dubbio sarà utile e spendibile per un ruolo decisivo nello sviluppo dell’organizzazione madre.
Sono sempre stato fortemente contrario alle organizzazioni politiche gestite in malo modo e, senza alcun timore, ho denunciato più volte le questioni irrisolte che all’interno del mio stesso partito (PD) vagheggiano e vengono alimentate dal dirigente di turno, messo lì per caso, per occasione o per una sorta di clientelismo. Ovviamente la questione l’estendo agli altri partiti che, purtroppo, ci sguazzano dentro con un sottile strato di ipocrisia.
Più che abolire le giovanili, direi di fondare le “anzianili”, o se vogliamo chiamarle in altro modo, direi che è arrivata l’ora di scagliare sassi e bastoni contro una parte dei partiti politici che ha già dato, che non ha più risorse e passione e che sfrutta le azioni di partito per sanare propri interessi, di accompagnarle verso un settore del partito che si occupi, magari, di consigli, direttive e/o semplicemente sviluppare la storia interna del partito, lasciando libero campo a chi ha l’età per dichiararsi giovane e proiettato al futuro. Direi che la miglior visione delle cose, sarebbe quella di dividere il percorso politico di un individuo (di giovane età) in 3 fasi: • prima fase, giovanili di partito per comprendere, vivere e crescere politicamente; • seconda fase, con un bagaglio non poco prezioso sulle spalle, si affronta la politica vera, attiva e magari entrando nelle istituzioni, mettendo in pratica tutto quello che si ha acquisito durante il periodo di formazione; • terza fase, concluso il proprio mandato, l’individuo lascia la “politica delle istituzioni”, impegnandosi in una fondazione o semplicemente lavorando all’interno del partito, come colonna portante di stabilità e di esperienze preziosissime in caso di crisi interna o di consigli su questioni rilevanti e delicate. Ecco come dovrebbe svilupparsi un percorso politico. Ovviamente ci sono casi in cui la prima fase, quella delle giovanili, viene omessa, ma non per questo significa che le giovanili non servono, perchè a loro volta, chi si affaccia in politica ad un’età fuori dai limiti, per inserirsi all’interno di una giovanile, viene da una storia di associazionismo, di un forte interesse politico.
La giovanile fa gruppo, la giovanile crea sentimenti, li sviluppa, educa al rispetto del prossimo e del pubblico ma soprattutto accende la passione all’interno dei “giovani politici”, futuri, si spera, amministratori e governanti di questo paese. Se non fossero questi i principi su cui basare l’esistenza di un’organizzazione, mi chiedo a cosa serva la politica e mi chiedo con quale motivazione i giovani si affaccino all’amministrazione della Res Publica, io voglio credere in una salita in politica, anzichè in una scesa, voglio credere in una strada aperta e illuminata dalla democrazia e dalla meritocrazia.
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Comunicato Politico n.2
Guardo dalla finestra e mi chiedo se tutto questo sia utile. Mi guardo allo specchio e mi chiedo se questa faccia potrà essere utile alla società. Esco di casa e mi chiedo se un giorno tutto sarà diverso. Sono queste domande che mi tormentano, che mi tartassano il cervello, a spingermi nello scrivere questo comunicato politico, il secondo, a dir la verità.
La situazione in Italia è a dir poco traumatizzante: l’economia traballa, nuovi tagli arriveranno per i servizi dello Stato e non sappiamo come e dove arriveremo, ci sentiamo pieni di spazzatura, da ogni angolo delle città esce del marcio, siamo stanchi di vedere un Paese come l’Italia, soggiogato da una miriade di politici in doppio petto che distruggono la dignità della nostra Nazione. Ma la questione si fa più interessante quando, a mo di addizione algebrica, i giovani vengono messi da parte, tracciando un forte senso di smarrimento generazionale.
Le Amministrative sono ormai alle porte, i candidati hanno avviato la loro campagna elettorale, e i ragazzi non mancano mai nelle liste. Ma qual’è la funzione della loro presenza? Riempire le liste? Portare voti? O garantire il diritto all’impegno politico, di chi, pur con un’età giovane, ha deciso di impiegare il suo tempo al “noioso” compito di amministratore locale.
Noi dobbiamo garantire l’ingresso in politica a tutte quante le generazioni, palesemente dichiarandoci favorevoli ad un cambio generazionale, a tutti i livelli. Gli studenti, i giovani lavoratori e precari, hanno il diritto di essere attivi politicamente, non solo all’interno del partito, ma anche all’interno delle istituzioni, lasciando un messaggio ben chiaro: lì dove le vecchie generazioni hanno fallito, le nuove riusciranno a ridare speranza. Io credo in questo messaggio e mi faccio portatore in prima linea.
Cos’è il 2023? E’ un anno qualsiasi? Adesso si, per l’attualità è un anno come tutti gli altri, forse con scadenze, forse con altri problemi, ma al momento è una data da destinare al futuro. Per me invece, il 2023 è un anno importante, un anno che spero di prelevare dal futuro presente e consegnarla alla storia. Non chiedetemi cosa sarà quell’anno, ma vi posso assicurare che i preparativi sono già incominciati e nessuno dovrà tirarsi indietro, perchè i protagonisti siamo tutti noi.
Sono stanco di guardare il mondo dalla TV, sono pronto per scrivere assieme agli altri un nuovo copione, una nuova società.
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La Rete del ragno
La Rete è un immenso contenitore di idee. Le idee sono belle e brutte, quindi anche la Rete può assumere aspetti positivi e aspetti negativi. Quando vedi un gruppo di ragazzi che si impegnano per il sociale, ti rendi conto di quanto sia importante la condivisione istantanea. E’ un arma potente, Facebook e Twitter l’hanno capito in ritardo, ora hanno paura del mostro che sono diventati: hanno favorito la rivoluzione democratica. Sono le nuove navi da guerra della civiltà, come missili hanno le parole, come controlli semplici tastiere qwerty. Il lavoro nella Rete è fantastico, bisognerebbe sfruttarlo al massimo, non sempre questo avviene, ma quando vedi Enti che si impegnano su questo fronte, non puoi che non essere felice.
La Regione Puglia ha dato vita a FirstLaif, una piattaforma di condivisione con una filosofia di cittadinanza attiva, piena di amore verso il proprio territorio e verso la politica attiva. Ecco una piccola descrizione del progetto:
Sei stanco di sentirti dire
“Voi giovani siete tutti bamboccioni”?Bene ora puoi dimostrare tutto il tuo valore entrando a far parte del network di pugliesi Creattivi che vogliono esprimere talento, creatività e impegno mettendoli al servizio del territorio.
Perchè i giovani non sono solo il futuro della nostra regione, ma anche il PRESENTE.
Perchè è il momento di agire.
Perchè potrai conoscere tanti nuovi amici e creare la tua squadra perfetta.
Perchè si vincono tanti premi originali fatti su misura per te.
Puoi partecipare da solo o in gruppo con un’officina, con i tuoi amici o i con i Creattivi della community.
Potrai vincere un sacco di premi!
Prendi conoscienza delle tue idee e inizia questo percorso.