Tag: giovani


  • Perchè ho deciso di “rovinarmi la vita”

    Perchè ho deciso di “rovinarmi la vita”

    L’impegno politico, a quasi 20 anni, è uno spreco di energie e di tempo, ti rovini solo la gioventù e la vita. Lascia fare ai grandi.“, dicono i grandi “luminari”, sbagliando amaramente.

    Sarò noioso con questo post? Me ne scuso, non andate oltre queste parole, se volete, ma sentivo la necessità di esternare quelle motivazioni che mi hanno spinto, tempo fa, a non essere più uno spettatore, ma a rimboccarmi le maniche per dare il mio contributo, sbagliando o facendo la cosa giusta.

    (altro…)


  • I ragazzi del Sud sanno stare sulle proprie gambe

    I ragazzi del Sud sanno stare sulle proprie gambe

    da “la Repubblica.it[clicca qui]

    di Davide Montanaro
    Presidente Parlamento Regionale Giovani Puglia

    Il Sud non ha bisogno di nessuno, ma di credere in se stesso.

    Non c’è scossa che tenga per un popolo che ogni giorno combatte su più fronti le proprie battaglie, si alza all’alba e da il suo contributo al Paese e ne esce sconfitto, perchè bollato come il responsabile della crisi e fautore della criticità in cui riversa l’Italia da tempo.

    Il Sud non è quello che racconta chi, sentendosi Dio sceso in terra, pensa che l’intervento dall’alto possa far emergere quell’energia necessaria per accendere il motore del riscatto e ripartire.

    Il Mezzogiorno d’Italia ha bisogno di credere nelle proprie capacità, nelle proprie risorse. Se oggi J.F.K. fosse qui, in Italia e si fosse trovato davanti ad una platea di meridionali, avrebbe sicuramente esordito dicendo: “non chiedetevi cosa possa fare l’Italia per il Mezzogiorno, ma chiedetevi cosa possa fare il Mezzogiorno per l’Italia” e da qui nasce l’intento di ricostruire, di sentirsi responsabili del futuro del proprio territorio, della propria nazione.

    Dalla Puglia alla Sicilia, passando per la Campania e la Sardegna, un immenso laboratorio si estende nel Mediterraneo, piantando le radici nello sviluppo di nuove idee, sostenendo l’innovazione che riesce a coniugare territorio all’interesse generale del Paese. In Puglia, ad esempio, Principi Attivi e Bollenti Spiriti sono solo piccoli ma grandi esempi di come la buona politica possa rendere un’idea innovativa il modo per rivalutarsi e distruggere quell’idea malsana e poco realista di un Sud piegato dalla raccomandazione e dai favoritismi, focolaio di un sistema corrotto e corrosivo per l’intera Penisola.

    Migliaia di ragazze e ragazzi sono lì, dove nessuno avrà mai il coraggio di essere, perchè nel Sud il riscatto è iniziato e la scintilla è arrivata dalla lotta alle mafie, fronteggiando a volto scoperto la criminalità organizzata.

    Parlare di meritocrazia, oggi, significa non aver compreso che prima della meritocrazia c’è l’uguaglianza di base che in Italia non c’è, a partire dalle scuole e dalle università.

    Io voglio poter studiare al Sud ed essere considerato preparato e pronto al mondo del lavoro quanto uno studente del Nord o di chi, meridionale, ha avuto la fortuna di poter frequentare una università del Nord.

    Per l’ennesima volta c’è chi crede che il Sud sia un blocco unico, con stessi problemi, con un modo di agire e pensare che è insito dentro ogni singolo meridionale, ma in realtà la situazione è molto complessa nel suo modo di presentarsi.

    Ora basta. Ecco perchè il Mezzogiorno d’Italia ha scelto Pier Luigi Bersani, perchè c’è bisogno di un messaggio netto, che parli di credibilità, orgoglio ritrovato e tanta voglia di crescere, partendo dalla formazione di una nuova classe dirigente che guardi negli occhi i problemi del proprio territorio e si sappia fronteggiare con il resto del Paese, perchè l’Italia parte dalle Alpi e finisce a Lampedusa e si è uniti nella buona e nella cattiva sorte, sempre.

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  • Generazione Neet

    Generazione Neet

    In Europa ci sono 14 milioni di giovani che non studiano e non lavorano. Con la crisi il fenomeno cresce di anno in anno, assumendo i contorni di una vera emergenza sociale.

    da 

    Un giovane napoletano disoccupato da tempo; una ragazza madre della Sassonia-Anhalt; un liceale di Lelystad che ha abbandonato la scuola; e un depresso di Vilnius che poltrisce tutto il giorno. Sono tutti giovani a rischio, estranei al mondo del lavoro, e a causa del perdurare della crisi economica sono sempre  più emarginati dall’Europa che lavora.

    “Le cifre dell’aumento della disoccupazione giovanile sono sconvolgenti. Oltretutto, in genere in questi calcoli si tiene conto soltanto di coloro che sono pronti a lavorare e vogliono lavorare, mentre è in forte aumento il numero di coloro che sono senza motivazioni e si stanno estraniando dal mercato del lavoro”, ci dice a telefono Massimiliano Mascherini dellaFondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, un’agenzia dell’Ue.

    Mascherini ha studiato i giovani che non lavorano, non studiano e non seguono alcuna formazione (“Not in employment, education or training”, Neet). Ha studiato il background e il comportamento di questi nullafacenti e ha calcolato quanto costano all’Europa. I risultati del suo studio sono preoccupanti. I giovani europei che non fanno nient’altro che guardare la televisione in pantofole sono 14 milioni, pari al 15,4 per cento dei giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Alcuni sono disoccupati per loro scelta, altri viaggiano, ma la maggior parte non fa niente. “Hanno scarsa fiducia nelle istituzioni e nel prossimo. Sono isolati socialmente e politicamente. E hanno anche maggiori probabilità di finire in reti malavitose”, dice Mascherini.

    Bruxelles sta monitorando da vicino l’evolversi della situazione dei Neet, e vista la gravità della situazione è particolarmente preoccupata. Mascherini ha calcolato che la disoccupazione giovanile è costata agli stati membri 153 miliardi di euro nel 2011, mentre nel 2008 era costata “appena” 119 miliardi. Ma queste sono stime soltanto prudenziali, che tengono conto esclusivamente dei servizi sociali e non di altri aspetti quali la criminalità e l’assistenza sanitaria.

    Tom Eimers, direttore del Knowledge Centre for Professional Education and the Labour Market (Kba) conosce fin troppo bene la realtà di questo gruppo problematico. “Si tratta spesso di giovani disabili, con difficoltà di apprendimento e/o complesse situazioni familiari”. Il sociologo apprezza l’utilità del nuovo studio: “Descrive l’abbandono scolastico e la disoccupazione come manifestazioni di uno stesso tipo di problema: i giovani rischiano di perdere contatto con la società. In tempi di crisi, i loro problemi aumentano”.

    In particolare, colpisce molto il fatto che i giovani di varie regioni europee reagiscono alla propria situazione in maniera diversa. Nei paesi anglosassoni e dell’Europa centrale e orientale, i Neet sono passivi: sono delusi dalla società e dalle istituzioni e hanno la sensazione che nessuno voglia aiutarli. In reazione a ciò si allontanano dalla società, ritengono poco importante la politica e in buona parte non votano. Ciò che meglio li definisce è presto detto: guardare la televisione, isolarsi dalla società, starsene da soli.

    Nei paesi del Mediterraneo, invece, questa difficile categoria di giovani èpoliticamente attiva. “Ci sono ottimi motivi per i quali i giovani scendono a manifestare in piazza in Spagna e in Grecia”, dice Mascherini. “Non sentono rappresentati i loro interessi dalla classe politica. Sono inclini all’estremismo. Se in quei paesi emergesse un blocco estremista, c’è il rischio non indifferente di un ampio supporto da parte di questi giovani”.

    Benché si parli sempre della Spagna come di un paese dall’alto tasso di  disoccupazione, la situazione in Italia e in Bulgaria è ben più preoccupante, dice Mascherini. “Gli spagnoli sono relativamente ben istruiti e hanno molta esperienza: la disoccupazione giovanile da loro è una conseguenza diretta della crisi. I problemi in Bulgaria e in Italia sono di natura più strutturale. Istruzione e formazione non sono conformi  alle esigenze del mercato. In Italia i giovani se ne stanno tranquillamente a casa per anni, aggravando ancor più la situazione”.

    Il sociologo Eimers preferisce spiegare la differenza tra insoddisfazione passiva e attiva in un modo diverso: “Penso che la frustrazione abbia maggiori probabilità di evolversi in rabbia nell’Europa del sud perché gli interessati sono molti di più. Se tutto a un tratto Nijmegen avesse un tasso di disoccupazione giovanile del 40 per cento, si vedrebbero anche qui i giovani sulle barricate. Ma se appartieni a un gruppetto esiguo, è più verosimile rinchiudersi in casa e provare vergogna”.

    Eccezione scandinava

    Secondo lo studio, l’unica regione europea nella quale i Neet non scenderanno esagitati in strada è la Scandinavia. “In quei paesi tutti i giovani sono coinvolti allo stesso modo nella società e nella politica, disoccupati e non, che abbiano lasciato la scuola o la continuino”, dice Mascherini. “Anche i paesi come Svezia e Danimarca vanno bene da questo punto di vista, dato che non c’è un grande divario tra la formazione e il mercato del lavoro. Le differenze rispetto alla Bulgaria e all’Italia non potrebbero essere maggiori”. E i Paesi Bassi? Mascherini crede che siano un paese esemplare. “Hanno pochi problemi strutturali, molti progetti e la situazione sotto controllo, anche se a causa della crisi il numero dei casi problematici è in aumento”.

    Secondo Hennie van Meerkerk questo quadro è troppo roseo: è la presidente del consiglio di amministrazione di Scalda, una scuola di formazione vocazionale per chi ha abbandonato il liceo ed è disoccupato. Descrive la nuova categoria di giovani in questi termini: “Molti hanno problemi psicologici, soffrono di depressione e spesso entrano in contatto con le forze di polizia”.

    La criminalità è una preoccupazione legittima, dice Mascherini: dal suo studio emerge infatti che questi giovani hanno maggiori probabilità di cadere vittime di tossicodipendenza e alcolismo. “Questo è allo stesso tempo causa e risultato dell’abbandono scolastico e della disoccupazione. I giovani nullafacenti che restano a casa dei genitori a lungo spesso cadono in depressione e cedono all’alcol e alle sostanze stupefacenti. E tramite la tossicodipendenza molti finiscono nel traffico di droga, mentre le ragazze spesso diventano madri single in giovane età”.

    Van Meerkerk aggiunge: “I posti di lavoro a tempo indeterminato sono pochi. E a subirne maggiormente le conseguenze sono proprio questi giovani che non riescono ad esprimersi bene o hanno qualche difficoltà”. Anche Eimers lo conferma: “Il loro numero non sarà alto quanto in Spagna o in Italia, ma il numero di giovani che hanno problemi sta aumentando a causa della crisi. Si possono prevedere i problemi che incontreranno sul lavoro già quando vanno a scuola. Dovrebbe esserci più collaborazione tra autorità locali, agenzie che erogano sussidi e organizzazioni responsabili della frequenza scolastica obbligatoria. Per intervenire non bisogna aspettare che la situazione precipiti”.


  • Creamo un Erasmus del lavoro

    Creamo un Erasmus del lavoro

    Mentre la disoccupazione giovanile raggiunge livelli drammatici, l’Ue vuole sopprimere una delle poche iniziative capaci di aiutarli. Basterebbe una minima parte del budget europeo per sovvenzionare la mobilità dei lavoratori tra i paesi membri.

    da 

    Grazie alla crisi dei mutui abbiamo conosciuto i Ninja americani (“no income, no jobs, no assets”). Ma chi conosce invece i Neet europei?

    I Neet hanno fra 15 e 29 anni e non sono in nessuna statistica: non hanno lavoro, non hanno studiato e non hanno una formazione professionale. Non bisogna andare molto lontano per trovare un Neet: basta guardare nella propria famiglia, fra gli amici o nel proprio quartiere. In Europa sono 14 milioni, un ragazzo su sei.

    Il problema è che i Neet cominciano a costare caro: 153 miliardi di euro all’anno di mancati guadagni, secondo uno studio dell’agenzia europea Eurofond. Una cifra più alta del bilancio dell’Unione europea (142 miliardi di euro).

    Chissà se i Neet europei hanno seguito in questi giorni le farsa delle fallite trattative sul bilancio europeo per i prossimi sei anni? E se sanno che l’Europa di Bruxelles, al contrario di quello che si sarebbe potuto credere in questi tempi di crisi e di rigore, è ricchissima?

    Talmente ricca da pensare di distribuire almeno mille miliardi di euro nei prossimi sei anni: 420 miliardi per l’agricoltura, 300 miliardi “per la coesione per la crescita e l’occupazione” – di fatto i trasferimenti dalle regioni ricche a quelle povere e poco importa se: a) 15 dipartimenti francesi hanno un pil procapite inferiore a quello della Grecia; b) i 350 miliardi spesi in questi sei anni non hanno avuto grande effetto sulla coesione (come per esempio nel caso della Grecia), sulla crescita (una contrazione dello 0,3 per cento nel 2012) e sull’occupazione (25 milioni di disoccupati nell’Unione).

    A questi fondi si devono poi aggiungere i 58 miliardi di euro per “l’Europa, attore globale”, peraltro globalmente assente per la mancanza di un’Europa della difesa nella soluzione di tutti i conflitti e delle crisi recenti (Libia, Siria, Israele-Palestina, Iran). Non dimentichiamo infine i 56 miliardi di spese amministrative dell’Unione.

    Un’altra politica di bilancio è possibile: consisterebbe nello smettere di sovvenzionare gli errori e il passato dell’Unione, per interessarsi invece al suo futuro, cioè ai giovani e in primo luogo ai Neet.

    A quanto pare invece i dirigenti dell’Unione, in difesa dei loro interessi nazionali o burocratici, stanno pensando di sopprimere definitivamente Erasmus, l’unico vero risultato concreto, tangibile e paneuropeo dell’Ue negli ultimi anni. Dalla sua creazione nel 1987, Erasmus ha permesso a tre milioni di studenti europei di andare a studiare in uno dei paesi dell’Unione con una sovvenzione molto modesta dei loro studi (250 euro al mese).

    Questo programma ha contribuito a creare uno spirito e una realtà europea, al contrario di quello che ci è proposto oggi, cioè la chiusura in se stessi dietro le proprie frontiere nazionali, l’assenza di progetti per le nuove generazioni, la gestione a breve termine delle emergenze finanziarie. Dalla sua creazione fino a oggi Erasmus è costato 4,1 miliardi di euro, cioè meno degli errori di pagamento nell’esecuzione del bilancio dell’Unione europea nel 2011 (4,9 miliardi di euro).

    Forse è giunto il momento non solo di non cancellare Erasmus, ma al contrario di accrescerlo proponendo un Erasmus per l’occupazione. Questo programma potrebbe sovvenzionare ogni anno, per esempio attraverso la copertura dei contributi sociali, un milione di contratti della durata di un anno nel settore privato – dei veri posti di lavoro nell’economia reale.

    Otto miliardi all’anno

    Questo progetto darebbe ogni anno la possibilità a un milione di giovani europei prima di tutto di lavorare, e di lavorare in un paese dell’Unione. Questo significherebbe viaggiare, imparare a lavorare in un’altra cultura, in un’altra lingua, dimenticare i nazionalismi angusti e i protezionismi per vivere l’Europa delle imprese – anziché quella delle burocrazie.

    Partendo dall’ipotesi di uno stipendio medio di 20mila euro all’anno e di contributi sociali del 40 per cento, si arriverebbe a una sovvenzione di otto miliardi all’anno. È troppo chiedere di dedicare il 6 per cento del bilancio dell’Unione europea per un investimento del genere?

    In un certo senso dobbiamo dare ragione ai sostenitori del rigore e del controllo di bilancio dell’Unione: questo bilancio da mille miliardi è un insulto agli stati, alle famiglie e alle imprese che fanno degli sforzi drammatici per ridurre i loro deficit e le loro spese. Ma se c’è un investimento che dobbiamo preservare e accrescere, è proprio quello del nostro futuro.

    Creare un’Erasmus per l’occupazione permetterebbe di ridare una speranza ai giovani, di offrire crescita per tutti in Europa e di rafforzare lo spirito europeo. Del resto questo programma migliorerebbe la competitività delle imprese europee alleggerendo i contributi per i loro nuovi assunti. Inoltre ridarebbe una legittimità alle istituzioni europee, oggi molto lontane dalla realtà delle imprese e dei cittadini.

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  • Il nostro impegno a sostegno dell’Italia

    Il nostro impegno a sostegno dell’Italia

    un momento della conferenza stampa di presentazione, tenutasi a Brindisi, il 15 novembre 2012. Clicca qui

    Esistono momenti in cui bisogna decidere da che parte stare e per quali valori lottare. Le primarie del centrosinistra rappresentano uno di questi momenti perché ricorrono nel momento più doloroso di questa lunga crisi economica,  che vede migliaia di giovani lavoratori e lavoratrici perdere il proprio posto di lavoro e molti altri smettere pure di cercalo. È la nostra generazione  che sta pagando il conto più salato delle politiche scellerate delle destre, di quelle politiche figlie di una visione di società classista e quanto mai basata sulla ricchezza finanziaria che indebolisce i soggetti dell’economia reale ( lavoratori, consumatori, famiglie). Crediamo che la competizione tra le imprese si giochi sul terreno dell’innovazione e della ricerca e non sulla cancellazione dei diritti dei lavoratori. Ma, nonostante l’alto prezzo che stiamo pagando, abbiamo deciso di non arrenderci allo sconforto e di continuare a credere nell’impegno politico come strumento indispensabile per risollevare il destino dell’Italia.

    Abbiamo scelto di sostenere alle primarie del centrosinistra Pierluigi Bersani, perché condividiamo un’idea di Italia più equa, capace di difendere le categorie più deboli e che vede nella diffusione della cultura e del sapere lo strumento fondamentale per il riscatto sociale degli individui.

    Un’Italia protagonista delle scelte europee dopo anni di isolamento nel contesto politico internazionale. Un’Italia che vorremmo tornasse ad avere un ruolo di rilievo nelle difficili situazioni che coinvolgono il bacino euro-mediterraneo.

    Pensiamo che il rinnovamento delle classi dirigenti di questo Paese sia fondamentale per ridare slancio all’economia, ma riteniamo offensivo dover battagliare per una mera questione d’età. È offensivo perché ognuno di noi vuole essere valutato per quello che fa ogni giorno per la propria comunità, all’interno dei suoi luoghi di vita, dei propri luoghi di studio e di lavoro finanche all’interno della propria organizzazione politica.

    Siamo fortemente convinti che Bersani saprà dare alla nostra generazione uno spazio adeguato nell’agenda di governo per combattere la moltitudine di problemi che ci attanagliano.

    Crediamo che per il bene dell’Italia sia necessario costruire una coalizione che metta insieme tutte le forze progressiste e riformiste di questo Paese e che abbia come primario obiettivo la stabilità di governo e la capacità di non perdere il contatto con gli elettori. Siamo sicuri che la figura di Pierluigi Bersani rappresenti in questo momento la migliore garanzia per tutte le forze che si riconoscono nel grande progetto del centrosinistra.

    Il 25 novembre  2012 si scriverà una pagina importante per la nostra democrazia, noi abbiamo scelto da che parte stare. Se anche tu condividi la nostra idea sottoscrivi il Manifesto mandandoci una mail a [email protected] specificando il tuo nome cognome e cosa fai nella vita. Una politica diversa e una Italia diversa dipende anche da te !

    PROMOTORI

    Andrea Bracciale – Addetto Alenia Brindisi

    Mauro Curci – Giovane Imprenditore Bisceglie

    Davide Montanaro – Presidente Parlamento Regionale Giovani Puglia

    Chiara Pappadà – Studente Giurisprudenza Università del Salento

    Domenico Perelli – Operatore Teleperfomance Taranto

    Antonio Potenza – Consigliere Comunale Apricena

    Giovanni Vecchio – Presidente Consulta Studenti Universitari Bari

    GIOVANI PUGLIESI A SOSTEGNO DI PIERLUIGI BERSANI PREMIER 2013

    Seguono firme in raccolta su [email protected]

    Oriana Genchi – Vice Presidente Consulta degli Studenti Bari

    Francesco Balducci – Bancario Unicredit

    Alesio Apicella – Praticante Avvocato

    Antonio Bozzo – Impiegato Poste Sindacalista CGIL

    Pietro Petruzzelli – Consigliere Comunale Bari

    Antonio Giampietro – Dottore di Ricerca Università degli studi di Bari

    Giuseppe Scaglione – Sindacalista autonomo

    Ubaldo Pagano – Avvocato

    Domenico Scaramuzzi – Avvocato

    Roberto Romano – Praticante Avvocato

    Matteo Macchia –

    Gianluca Vurchio – Assessore Servizi Sociali Cellamare

    Francesco Digioia – Consigliere Comunale Cellamare

    Nicolò Ceci – Praticante Avvocato

    Pierpaolo Treglia – Studente Architettura Politecnico di Bari

    Nicola Boccadoro – Studente Architettura Politecnico di Bari

    Claudia Minervini – Dottore in Architettura Politecnico di Bari

    Davide Abbrescia – Operatore Telecom

    Fabio Abrescia – Studente Scienze Politiche Università degli studi di Bari

    Giuseppe Mastandrea – Studente Ingegneria Informatica Politecnico di Bari

    Antonella Vaccaro – Studente Giurisprudenza Università degli studi di Bari

    Michele Vaccaro – Operaio qualificato

    Biagio Vaccaro – Studente Ingegneria Meccanica Politecnico di Bari

    Maurizio Cariello – Studente Chimica Università degli studi di Bari

    Elisa Saracino – Studente Scienze della FormazioneUniversità degli studi di Bari

    Leonardo Piglionica – Disoccupato

    Sabino Nitti – Studente Giurisprudenza Università degli studi di Bari

    Giacomo Ferrarese – Studente Giurisprudenza Università degli studi di Bari

    Paolo D’Attolico – Studente Giurisprudenza Università degli studi di Bari

    Antonia Sardone – Studente Giurisprudenza Università degli studi di Bari

    Ciccio Colonna – Studente Scienze Politiche Università degli studi di Bari

    Francesco Marcone –Studente Ingegneria Politecnico di Bari

    Savino Tatoli – Studente Giurisprudenza Università degli studi di Bari

    Raffaella Mangione – Laureata in Scienze dei Beni Culturali

    Salvatore Lotito – Laureato in Giurisprudenza

    Donato Fiorentino – Studente Ingegneria Informatica Politecnico di Bari

    Domenico Maffei – Operaio

    Marcello Putignano – Consigliere Comunale Santeramo in Colle

    Nico Di Sabato – Segretario Provinciale Nidil CGIL Bari

    Francesco Putignano – Nidil CGIL Bari

    Pasquale Cotrufo – Studente Lettere Università degli Studi di Bari

    Francesca Pietroforte – Assessore Cultura e Politiche Giovanili Acquaviva delle Fonti

    Linda Bianco – Biologa

    Antonella Gatti – Consigliere Comunale Adelfia

    Salvatore Ilacqua – Studente Giurisprudenza Università degli studi di Bari

    Chiara Labadessa – Assistente Sociale

    Domenico Lofù – Studente Ingegneria Informatica Politecnico di Bari

    Antonello Pignataro – Studente Giurisprudenza Università degli studi di Bari

    Giuseppe Liso – Informatico

    Alesio Valente – Sindaco Gravina di Puglia

    Niko Angelastro – Studente Scienze Politiche Università La Sapienza di Roma

    Iliana Bellino – Studente Medicina Università degli studi di Bari

    Vito Danese – Pubblicista

    Giacomo Ferrarese – Studente Giurisprudenza Università degli studi di Bari

    Davide Pellicano – Disoccupato

    Giacomo Mandriota – Laureato Scienze Biotecnologiche

    Luisa Mandriota – Studentessa Ingegneria Edile Politecnico di Bari

    Tommaso Amendolara – Ingegnere

    Matteo Petruzzella – Studente Giurisprudenza Università degli studi di Bari

    Giuseppe Percoco – Informatico

    Liliana Ventricelli – Studente  Giurisprudenza Università degli studi di Bari

    Agostino Portoghese – Studente Economia LUM Casamassima

    Marco Rifino – Studente Scienze Politiche Università degli studi di Bari

    Francesco Paolicelli – Praticante Avvocato

    Marica Angelillo- Studente Giurisprudenza Università degli Studi di Bari

    Gianvito Lanzillotta – Studente Giurisprudenza Università degli studi di Bari

    Giovanni Potenzieri – Studente Ingegneria Politecnico di Bari

    Anna Citarella – Studente Biologia Università degli studi di Bari

    Raffaele Cantore – Studente Infermieristica Università degli studi di Bari

    Gabriele Porcelli – Studente Biologia Università degli studi di Bari

    Carlo Romanazzi – Studente Ingegneria Politecnico di Bari

    Alessandra Morea – Studente Ingegneria Edile Politecnico di Bari

    Giorgio Donvito – Fisioterapista

    Giuseppe Mattia- Studente Scienze Politiche Università di Bari

    Luciano  Marrocco- Studente Università del Salento

    Chiara  Pappadà – Studentessa Università del Salento

    Sandro  Accogli- Studente Università del Salento

    Giorgio  Adamo- Imprenditore

    Boris  Amico- Web Designer

    Luca  Antonio- Studente Università del Salento

    Paolo Battista- Studente Università del Salento

    Luigi  Calsolaro- Studente Università del Salento

    Giulia Castellano- Studentessa Università del Salento

    Diego Dantes- Agente di Commercio

    Mariarosaria De Bartolomeo- Studentessa Università del Salento

    Manuel De Carli- Studente Università del Salento

    Gianluigi Elia- Studente Università del Salento

    Cosimo Esposito- Studente Università del Salento

    Emanuele Fina- Promotore finanziario

    Giacomo Fronzi- Ricercatore Università del Salento

    Federico Giaccari- Studente Liceo Scientifico

    Davide Leone- Geometra

    Greta Liaci- Studentessa Università del Salento

    Davide Manfreda- Studente Università del Salento

    Bruno Martina- Impegato

    Marco Martina- Studente Università del Salento

    Pierluigi Melcarne-Avvocato

    Emilio Micocci- Studente Università del Salento

    Stefano Minerva- Responsabile nazionale saperi e mezzogiorno GD

    Fabrizio Morgagni- Studente Università del Salento

    Alessandra Nocco- Dot.ssa in Legge

    Alessandro Nuzzo- Studente Università del Salento

    Virginia Panese- Studentessa Università del Salento

    Sara Perrone- Studentessa Università del Salento

    Giusi Rizzo- Studentessa Università del Salento

    Giacomo Siciliano- Studente Università del Salento

    Emanuela Sicuro- Impiegata

    Carmen Simini- Studentessa Università del Salento

    Valerio Stendardo- Impiegato

    Giuseppe Verri- Studente Università del Salento

    Lucia Viola- Studentessa Università del Salento

    Francesco Vitto- Ragioniere

    Antonio Melcore- Studente in sociologia

    Umberto Barletta- Impiegato

    Giuseppe Melcore- Studente

    Luca Ciani- Studente

    Riccardo Barletta- Studente

    Umberto Giosa- Studente

    Alessia Vulpitta- Disoccupata

    Alessia Lanotte-Studente

    James Lamarina- Disoccupato

    Civelek Huseyin- Studente

    Francesco Rogoli- Studente in  Economia

    Luca Dell’Atti- Studente in Giurisrpudenza

    Alberto Liaci- Studente in Scienze Politiche

    Amelia Ignone- Studentessa in Economia

    Andrea Bracciale- Operaio Alenia

    Rosalinda Giannotti- Studentessa

    Alessandro Denitto- Operatore socio-sanitario

    Silvio Molfetta- Dottore in Giurisprudenza

    Enrico Leo- Organizzatore eventi

    Andrea Poci- Operaio Alenia

    Francesco Verardi- Studente in Ingegneria industriale

    Claudio Zanzarielli- Giovane amministratore PD

    Friscina Antonio- Operaio in cassa integrazione

    Andrea Morendini- inoccupato

    Dino Lazzaro- Impiegato agenzia immobiliare

    Benedetto Ligorio- Studente in storia

    Matteo Missere- Studente in Giurisprudenza

    Andrea Fiorentino- Inoccupato

    Daniele Malerba- Grafico

    Marangio Marta- Accademia delle belle arti Lecce

    Pennetta Damiana- Studentessa università del Salento

    D’andrea Federica- Studentessa università del Salento

    Pecoraro Eugenia- Studentessa di ingegneria Lecce

    Dantes Adolfo- Libero professionista

    Casalini Nicola- Controllo qualità azienda metalmeccanica

    Malerba Daniele- Grafico

    Conte Davide- Studente

    Pecoraro Andrea- studente

    Dell’atti Francesca- Studente beni culturali lecce

    Gesuè Alessandro- Impiegato ufficio sindacale CISL

    Dell’atti Antonio- Studente

    Marangio Giuseppe- Studente

    Paolantonio Palumbo- Studente Giurisprudenza Taranto

    Stefania Caracciolo- Disoccupata

    Andrea Barbati- Lavoratore Alenia

    Domenico Perelli- Lavoratore T.P.

    Andrea Leggieri- Disoccupato

    Giovanni Caracciolo- Lavoratore Centro Vodafone

    M.Cristina Tomai Pitinca- Lavoratrice

    Fabrizio Camera- Studente Economia Bocconi

    Alex Borsci- Studente Giurisprudenza Lecce

    Federica Stani- Studentessa Giurisprudenza Taranto

    Silvia Stani- Studentessa Liceo Archita

    Gianfranco Palmisano- Studente Università Bari

    Cataldo Fuggetti- Lavoratore ILVA

    Angelo Notaristefano- Studente Ingegneria Taranto

    Egidio Pignatelli- Tirocinante Commercialista

    Vera Campanelli- Studentessa Università Chieti

    Cinzia Ginaldi- Studentessa Giurisprudenza Taranto

    Vincenzo Scarano- Lavoratore azienda edile

    Antonio Lecce- Lavoratore ALENIA

    Francesco Parisi – Funzionario Parlamento Europeo

    Bonito Savino, studente in Giurisprudenza, Università Degli Studi di Foggia

    Caputo Domenico, studente presso l’Istituto Tecnico Economico(ITES) “Fraccacreta” di San Severo

    Caputo Marina Elizabeth, studentessa in Lingue presso , Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti e Pescara

    Cassano Giovanni, studente in Economia, Università degli Studi di Foggia

    Castigliego Marcello, studente in Scienze della Formazione Primaria, Università del Molise

    Ciavarella Mauro, studente in Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Foggia

    Lattaruolo Luciano, assistente all’autonomia e alla comunicazione.

    Consorti Giuseppe Pio, studente presso l’Istituto Tecnico Economico(ITES) “Fraccacreta” di San Severo

    Crosa Angelo, studente in Medicina, Università degli Studi dell’Aquila

    Cruciano Nazario, studente in Ingegneria, Università Politecnica delle Marche – Ancona

    Daniele Luigi, studente in Filosofia, Università degli Studi di Bari

    Di Muro Costanza, archivista volontaria presso l’Archivio di Stato di Foggia

    Di Noia Francesco, dottorando di ricerca in diritto del lavoro, Università di Bari

    Di Noia Vincenzo, amministratore Energia+ s.r.l. Zapponeta

    El Hawi Fatma, studentessa presso il liceo polivalente “Carolina Poerio” di Foggia

    Emanuele Davide, dottorando di ricerca in diritto processuale civile, Università di Bari

    Fiorella Antonio, studente in Economia, Università degli studi di Foggia

    Grieco Luca, studente in Ingegneria Civile del Politecnico di Bari

    Iantoschi Alessandro, consulente presso la Giesse Gestione Sinistri

    Kristiana Shllaku, studentessa presso l’Istituto Tecnico Economico(ITES) “Fraccacreta” di San Severo

    Lupoli Paolo, studente in Ingegneria Civile del Politecnico di Bari

    Mangano Paola, studentessa in Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Foggia

    Maria Michela Di Monte, studentessa presso l’Istituto Tecnico Economico(ITES) “Fraccacreta” di San Severo

    Mascolo Domenico Maria, studente in Giurisprudenza, Università degli Studi di Teramo

    Mastroluca Michela, studentessa in Lettere Moderne, Università degli Studi di Foggia

    Morra Francesco, studente in Ingegneria civile magistrale, Politecnico di Bari.

    Morra Pasquale, studente in Ingegneria civile magistrale, Politecnico di Bari.

    Panizio Enzo, studente liceo “De Rogatis – Fioritto”, San Nicandro Garganico

    Panza Matteo, studente in Giurisprudenza ,Università degli Studi di Foggia

    Petrucci Matteo, studente in Economia, Università degli Studi di Foggia

    Placentino Matteo Pio, studente in Psicologia, Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti e Pescara

    Possidente Giuseppe, borsista presso Confartigianato Molise

    Potenza Antonio, geometra ad Apricena

    Rispoli Tommaso, studente in Scienze Sociali, Università degli Studi “G. D’Annunzio” Chieti e Pescara

    Francesco Francavilla – Studente Medicina

    Ferdinando Insanguine Mingarro- Studente Giurisprudenza, Arbitro

    Francesco Demartino- Studente Giurisprudenza

    Pasquale Tedeschi – Studente Medicina

    Pietro Grippo- Studente medio


  • I giovani parlamentari scrivono alla Regione

    I giovani parlamentari scrivono alla Regione

    Il Presidente del Parlamento Regionale dei Giovani della Puglia, Davide Montanaro, a nome di tutti i giovani parlamentari, scrive agli organi dirigenti e a tutti gli eletti della Regione Puglia, per chiedere l’istituzionalizzazione del PRGP, per garantire continuità e un profilo istituzionale ad un progetto, dopo ormai 9 anni.

    Vi scrivo questo messaggio a nome di tutti i giovani parlamentari del Parlamento Regionale dei Giovani della Puglia, che ho avuto l’onore di presiedere nell’anno 2011/2012.

    Il sentimento di stima e di profondo affetto verso la nostra terra e verso il nostro status di cittadini, ci ha portato ad analizzare la situazione odierna della nostra Regione, notando che un territorio così virtuoso sulle politiche giovanili, basti guardare Bollenti Spiriti, o Principi Attivi, o le diverse politiche dell’innovazione, pecca, in realtà, in un particolare, direi fondamentale: la partecipazione attiva dei giovani alla gestione della cosa pubblica e un esempio di modalità di partecipazione è proprio il Parlamento dei Giovani, ma affinché esso possa diventare un vero mezzo e non un fine, è necessario che venga istituzionalizzato.

    In un momento così tragico per il nostro Paese, in un momento in cui i nostri coetanei sono spaventati dalla politica, vista come un insieme di malaffare, misto a parole incomprensibili e cattivo costume, lontana dal sentimento comune dei cittadini onesti che mai, quanto oggi, devono essere tutelati e soprattutto spronati a mettersi al servizio della comunità, tutto questo è necessario, vitale. Noi siamo pronti.

    Istituzionalizzare il Parlamento Regionale dei Giovani della Puglia, ecco cosa Vi chiedo, attraverso questa iniziativa, a nome delle ragazze e dei ragazzi che hanno dato un’anima al Parlamento nell’ultima edizione, anche se a noi piace chiamarla “legislatura”, perchè la terminologia è quanto mai importante e va ben utilizzata, soprattutto se la considerazione che si ha di quello che si fa è alta, come è alta la passione di ognuno di noi, assieme alla forte dedizione che abbiamo riversato nei mesi passati nel dare il nostro contributo alla Puglia.

    Avere un organo di riferimento per tutti i giovani della Puglia è qualcosa di emozionante, pensare che attraverso delle elezioni democratiche si possa scegliere il proprio candidato, il proprio punto di riferimento sul territorio per il PRGP è un momento di crescita, non solo del giovane parlamentare, assumendo e percependo delle responsabilità forti, di rappresentanza, che i “veri” parlamentari, oggi, poco sentono sulla loro pelle, ma ancora di più, è un momento di crescita per lo studente che vota, perchè davanti ad una scelta, dare un valore a quella preferenza su un nome anzichè su un altro, non è un semplice atto formale, ma è strumento di democrazia, valore fondamentale per rendere un essere umano cittadino.

    Chi oggi è in formazione presso le scuole e le università è già in moto per prendersi la legittima posizione nella società, una società che poco rappresenta le giovani generazioni, basterebbe uno sguardo alla sua attuale classe dirigente. Noi non faremo gli stessi errori delle generazioni precedenti, non rimarremo indifferenti.

    Con la presente sollecitazione, chiedo, a nome dei giovani parlamentari, un incontro in cui discutere di questa nostra proposta e ci impegneremo, con una delegazione, a presentarci con idee e proposte, facendoci carico di responsabilità nei confronti della nostra generazione.

     

    Davide Montanaro

    Presidente del Parlamento Regionale

    dei Giovani della Puglia e tutti i giovani parlamentari

    della VIII Legislatura.


  • Finalmente il MontyBis!

    Finalmente il MontyBis!

    Anche se non c’entra nulla con quanto voluto fortemente da Casini e il minestrone del Terzo Polo, dalla settimana prossima parte MontyBis, il mio programma radiofonico su RadioJP, nata dalla passione di un gruppo di ragazzi che mi hanno coinvolto e trasmesso il loro obiettivo, fare radio con passione e dedizione. Il resto è scontato: politica, giovani, sociale e sviluppo. Questi i temi, mancano solo gli ascoltatori.


  • Lettera a Matteo Renzi

    Caro Matteo,
    sono Davide Montanaro. Mi permetto di chiamarti per nome perchè, un anno fa, a presentarti così, eri stato proprio tu, a Palazzo Vecchio, quel giorno in cui incontrasti noi, studenti del Sud, di Bari, in viaggio nella bellissima Firenze.
    Sono un giovane democratico, fiero di esserlo e di impegnarmi per la giovanile del PD. Il motivo di questa lettera è molto semplice, oltre che augurarti una campagna elettorale che più di essere vissuta come una guerra tra sfidanti leader, possa essere un momento di crescita per tutti, nessuno escluso, a partire da chi svolgerà un ruolo chiave sui territori.
    L’attenzione particolare che rivolgo ai Giovani Democratici, mi pone una domanda che devo necessariamente rivolgerti, con la speranza che a rispondermi possa essere tu e non un membro del tuo staff: con la Segreteria di Pier Luigi Bersani, i GD hanno ottenuto notevolissime conquiste, come ad esempio l’istituzione di una scuola di formazione per 2000 giovani del Sud, o la Carta di Cittadinanza all’interno del partito, con annessa indipendenza e autonomia rispetto al partito “madre”.
    Come ti porresti nei confronti della giovanile del Partito Democratico, in caso di tua vittoria? Quali sono le aspettative che un giovane democratico dovrebbe intravedere nella tua candidatura alle Primarie per supportarti?
    Attendo una tua risposta, anche se so perfettamente che questa sfida è per la leadership del centrosinistra e non un congresso del PD, lasciandoti con un messaggio ben chiaro: nulla deve ostacolare il Partito Democratico e il progetto che viene sorretto e sognato da migliaia e migliaia di militanti, che ogni giorno alzano le saracinesche delle sezioni, per essere vicini alla propria gente e smuovere comuni, provincie e regioni, con la speranza di un’Italia migliore.
    Sono della Puglia, la regione d’Italia che più di tutti ha vissuto le primarie, sia nel 2005 che nel 2010, con Vendola.
    Le Primarie sono importanti e per questione di esperienza, a noi della Puglia, le Primarie non fanno paura, anzi, sappiamo che sono uno strumento democratico di assoluta necessità ed importanza, se e solo se, chi vince le elezioni, che siano primarie o “secondarie”, rispetti il mandato consegnatogli dai cittadini elettori.
    Non credo in Grillo, non credo in un minestrone di controtendenze, per questo non sopporterei l’idea che il PD sia destinato a vincere le elezioni solo se alleata con un partito, quello di Casini, che tutto è tranne che sano, trasparente e coerente. La novità non sta nel creare un nuovo partito, nel modificare il logo o sistuire una parola con un’altra, il vero rinnovamento sta nelle idee e credo che questo sia ormai scontato, perchè tutto ciò che fino ad oggi è stato mascherato come rinnovamento e speranza, oggi è crollato e non esiste più. Chi ha candidato e difeso a spada tratta un condannato per mafia, deve rimanere lontano dalla nostra attività e della nostra cultura politica.
    Ti auguro di formarti, di apprendere da queste Primarie. Non si finisce mai di imparare, la vita è una scuola infinita, con mille risorse e mille sorprese, vorrei poter sottolineare quest’ultima affermazione, in modo più che evidente, non troppo tardi.
    Buon viaggio con il tuo camper, ti aspettiamo qui, nel Sud, in Puglia, in Provincia di Bari.

    Firmato,
    Davide Montanaro

    [inviato via email alle 02:26 del 13 settembre 2012]