Girando in Rete ho trovato questo sito, realizzato dal Gruppo Espresso. Un database che riporta i dati relativi al gioco delle slot-machine. Macchine macinasoldi. Questo lo sapevamo.
Commenti non possono essere fatti, così, su due piedi. È opportuno chiedersi come e perché le persone trovino nelle VLT un’àncora a cui aggrappare il proprio destino. La crisi economica? Sempre lei? Forse. O anche l’ormai persa speranza nel contesto sociale in cui si vive, spogliato di ogni potenzialità e suggestione tale da accattivare l’ingegno e l’impegno nel costruirsi o ricostruirsi un futuro.
Io, dal canto mio, rimango impressionato dal dato della mia cittadina, Noci, in provincia di Bari. Un comune di 19221 abitanti: 733€ pro-capite giocati, nel 2016. Ora, non tutti i cittadini giocano, chiaramente, perciò la spesa “reale” per colore che giocano, per davvero, è molto più elevata e forse fa spavento. Fanno già spavento quei 700 e più euro a capoccia. Figurarsi il resto.
Che Di Battista sia un’idiota poco ci credo, ma il dubbio sorge nel momento in cui su internet si trovano video come questo.
Voglio ringraziare pubblicamente l’On. Di Battista per avermi spiegato attentamente chi siano i soggetti più esposti al gioco d’azzardo, effettivamente credevo che a spendere fortune in slot machine fossero le persone che hanno una vita felice e non i disperati.
Al caro Di Battista voglio dire che la questione sul condono alle concessionarie di slot machine è vergognoso. Chiunque dica il contrario è solo un cretino. Ma se uno dei cinque che valgono più di uno nel M5S attribuisce questo a donazioni fatte da queste società ai partiti e alle fondazioni, dice bene. Il problema è che si è appena buttato la zappa sui piedi.
Il Dibba (per gli amici) si sta trasformando in un urlatore da strapazzo, o forse non è mai stato altro, visto che gridava al tempo dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ed urla ora contro i finanziamenti privati ai partiti.
Mi chiedo come si debba fare politica sul territorio. E vi prego di risparmiarmi il sermone della politica a costo zero. Io preferisco un partito radicato che fa iniziative e che abbia alla base i propri circoli e non un sito web che macina soldi da pubblicità.
Se all’abolizione del finanziamento pubblico, si fosse preferito un controllo serrato dei fondi dei partiti, con relative tracciabilità delle spese e delle entrate, credo che avremmo evitato due cose: 1) non hai soldi? Al massimo puoi candidarti nel tuo condominio; 2) Aver gettato nelle braccia delle lobbies tutto il sistema politico italiano. Movimento 5 Stelle compreso. Statene certi.
Una volta si diceva che erano i panifici, le pizzerie ed i ristoranti ad avere la meglio sul mercato, a non aver mai conosciuto crisi, prima le persone erano bendate dal cibo, ora invece è la dea bendata ad avere la meglio, dea però che non bacia tutti e non in tutta Italia. La psicologia del giocatore non è sbagliata, almeno non del tutto. La politica non riesce a dare sicurezza alle famiglie, ai precari e ai disoccupati. Migliaia di famiglie non riescono ad arrivare a fine mese e le spese aumentano sempre di più. Dalla spesa alle tasse universitarie, passando per la benzina e il gas, tutto aumenta e nessuno riesce a spiegare perchè. Vi ricordate lo slogan di Berlusconi? “Abbasseremo le tasse a tutti”, quel tutti mi rende perplesso e soprattutto dispiaciuto per un sistema tasse che di giustizia sociale non ne ha vista nemmeno un po’. Bene abbassare le tasse (mai accaduto), ma abbassarle a tutti proprio no. Si pone la questione dell’uguaglianza sociale come uno strumento per giustificare i “favori” alle classi più ricche.
La questione delle tasse è importante, l’ex-ministro Padoa-Schioppa lo diceva bene, il suo “tesoretto” era invidiato da tutti. Nel precedente Governo Prodi, la buonanima del Ministro dell’Economia aveva dato vita ad entrate extra, derivanti dalla lotta all’evasione e agevolando gli affitti per i giovani, con lo slogan da lui coniato “mandiamo i bamboccioni fuori di casa“. Come non ricordare anche le parole pronunciate durante l’intervista ad In Mezz’ora di Lucia Annunziata: “Le tasse sono una cosa bellissima, un modo civilissimo di contribuire tutti insieme a beni indispensabili quali istruzione, sicurezza, ambiente e salute“, accadde il putiferio dai banchi del centro-destra e lecchini al seguito, ma questa è un’altra storia.
La situazione paradossale la troviamo con l’abolizione dell’ICI sulla prima casa (Imposta Comunale sugli Immobili), da parte del Governo Berlusconi, il governo del popolino. Proprio con questa catastrofe economico-politica inizia il problema delle casse dei Comuni. La situazione pare essere ottima per le tasche degli italiani, peccato però che i soldi da lì sono stati persi ma sono stati recuperati, sottobanco, dalle altre imposte, tra le quali gas, luce, acqua e chi più ne ha più ne metta, di aumenti ce ne sono stati e pure parecchi.
L’italiano però nel 2010 ha perso la speranza, risparmiare sulla prima casa non è servito a nulla, ingolfato nei problemi economici era ed è rimasto. Anche il giochetto della seconda casa intestata al figlioletto non è riuscita a garantire stabilità alle tasche dei cittadini. L’italiano medio si aggrappa al gioco d’azzardo, aumentano sempre di più gli “spennati” da questi giochi senza mai fine. Le sale giochi spuntano come funghi, ora il business si è spostato sulla sofferenza post-gioco. Compagnie altolocate del settore giocano con la psicologia delle persone. “Vuoi vincere facile?” “Cosa aspetti? La dea bendata ti attende” o peggio ancora creando sistemi di vincita complessi, come ad esempio una sala bingo e tutti i suoi premi, in base al numero di palline estratte o in base all’ora dell’estrazione. L’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato) ha creato il bollino qualità anche per i siti di gioco on-line: hanno legalizzato il poker online, i casinò sul web, modi più veloci per attirare e spennare gente, anche di una certa età (parlo di ragazzi di 14 anni).
La sofferenza porta a tutto anche a creare il gioco delle totonomine e devo dire che a Napoli e altri posti d’Italia c’è chi ci gioca, anche seriamente. Ci manca solo che alla nomina del Papa, o alla vincita delle elezioni politiche, vengano associate scommesse. Ah no, quelle già ci sono!
In che mani finiremo? In quelle della dea bendata? O dello Stato bendato?