Tag: generazione

  • A.D. 2014, in Italia si prospetta una catastrofe culturale. Lo sento sulla mia pelle, lo sento ogni volta che mi guardo intorno.

    Che vergogna mi fa questa società, che vergogna mi fa, vedere certe persone prendersela con chi non ha mai fatto nulla di male, con chi tenta di porre un rimedio ai danni che si sono susseguiti nel corso del tempo.

    Che schifo. Non ho altro da aggiungere. Che schifo.

    La disperazione di cittadini è tanta, molte delle cose che si rivendicano sono giuste, sono esattamente il frutto di anni di assenza della politica, ma mi chiedo dove si voglia arrivare. Crediamo davvero che possa essere un simbolo a certificare l’onestà di una persona? Crediamo davvero che si possa dar seguito ad un modo di intendere il confronto come una contrapposizione senza se e senza ma, rappresentato da quel “o noi o loro“? Noi chi? Loro chi? Se io e la mia generazione che fa politica all’interno di un partito, siamo parte dei “loro”, vuol dire che questo Paese sta cadendo nell’oblio più totale.

    Come vi permettete? Chi siete voi per giudicare cosa io sia, cosa la mia generazione rappresenta? Mi rivolgo alle generazioni passate, perché questo Paese è stato frutto delle loro scelte. Aristotele diceva che ogni popolo ha il governo che si merita ed è stato sempre così. Badate bene, quando si fa riferimento al governo, si intende la classe dirigente, una classe politica incapace di assumersi le proprie responsabilità che ha avuto la possibilità di sedere in posizioni di potere solo perché l’Italia, rappresentata dai suoi elettori, ha permesso ciò. Sottolineo questo, poiché qualche costituzionalista dell’ultim’ora voleva (e vuole tuttora) farci credere che il governo è eletto direttamente dai cittadini (non siamo una repubblica presidenziale o semi-presidenziale).

    Se, nei decenni passati, avessimo avuto l’accortezza di ragionare prima di dare un voto, probabilmente oggi saremmo un Paese all’altezza dell’Europa, della Germania, dell’Olanda, della Svezia. La corruzione non solo economica ma anche culturale italiana è sempre stata il cemento con cui si è costruito di tutto. Oggi venite a farci la morale? I veri responsabili sono coloro che per decenni hanno permesso a determinati personaggi di sperperare denaro, dignità e credibilità del nostro Paese ed oggi siamo tutti infuriati, come se fossimo un popolo innocente trapiantato in un mondo di corrotti.

    Perciò non permettetevi mai più di puntare il dito contro una generazione che non solo vuole assumersi le proprie responsabilità davanti al futuro, ma ha la forza di addossarsi tutti gli errori che le generazioni passate hanno commesso. Lo faremo senza chiedere il permesso a nessuno. Lo faremo guardando in faccia la gente, con la consapevolezza che quando troveremo qualcuno che ci definirà dei corrotti, puttanieri e delinquenti, senza averci mai sentito parlare, senza conoscere i nostri percorsi personali e collettivi, noi non volteremo le spalle dall’altra parte, ma ci impegneremo a stravolgere un modo di vedere le cose sbagliato, senza futuro, che cade sempre nell’errore del “sono tutti uguali“.

    Saremo la generazione che risolleverà questo Paese se e solo se saremo capaci di non assorbire come delle spugne la melma culturale che ci circonda, se e solo se saremo capaci di costruire una nuova cultura del rispetto, della dignità, del particolare e non del generico, delle emozioni senza perdere, però, la razionalità.

    Possiamo combattere questa decrescita culturale non con la rabbia e le urla, ma con tutta la passione che possiamo esprimere e mettere in pratica.

    Un’ultima cosa: andate sempre a votare. Chi non sceglie lascia il potere alla folla e la folla sceglie sempre Barabba. (cit.)

    Buon voto per domani! E ricordate che si vota solo domani, dalle 07.00 alle 23.00!

  • Guardo dalla finestra e mi chiedo se tutto questo sia utile. Mi guardo allo specchio e mi chiedo se questa faccia potrà essere utile alla società. Esco di casa e mi chiedo se un giorno tutto sarà diverso. Sono queste domande che mi tormentano, che mi tartassano il cervello, a spingermi nello scrivere questo comunicato politico, il secondo, a dir la verità.

    La situazione in Italia è a dir poco traumatizzante: l’economia traballa, nuovi tagli arriveranno per i servizi dello Stato e non sappiamo come e dove arriveremo, ci sentiamo pieni di spazzatura, da ogni angolo delle città esce del marcio, siamo stanchi di vedere un Paese come l’Italia, soggiogato da una miriade di politici in doppio petto che distruggono la dignità della nostra Nazione. Ma la questione si fa più interessante quando, a mo di addizione algebrica, i giovani vengono messi da parte, tracciando un forte senso di smarrimento generazionale.

    Le Amministrative sono ormai alle porte, i candidati hanno avviato la loro campagna elettorale, e i ragazzi non mancano mai nelle liste. Ma qual’è la funzione della loro presenza? Riempire le liste? Portare voti? O garantire il diritto all’impegno politico, di chi, pur con un’età giovane, ha deciso di impiegare il suo tempo al “noioso” compito di amministratore locale.

    Noi dobbiamo garantire l’ingresso in politica a tutte quante le generazioni, palesemente dichiarandoci favorevoli ad un cambio generazionale, a tutti i livelli. Gli studenti, i giovani lavoratori e precari, hanno il diritto di essere attivi politicamente, non solo all’interno del partito, ma anche all’interno delle istituzioni, lasciando un messaggio ben chiaro: lì dove le vecchie generazioni hanno fallito, le nuove riusciranno a ridare speranza. Io credo in questo messaggio e mi faccio portatore in prima linea.

    Cos’è il 2023? E’ un anno qualsiasi? Adesso si, per l’attualità è un anno come tutti gli altri, forse con scadenze, forse con altri problemi, ma al momento è una data da destinare al futuro. Per me invece, il 2023 è un anno importante, un anno che spero di prelevare dal futuro presente e consegnarla alla storia. Non chiedetemi cosa sarà quell’anno, ma vi posso assicurare che i preparativi sono già incominciati e nessuno dovrà tirarsi indietro, perchè i protagonisti siamo tutti noi.

    Sono stanco di guardare il mondo dalla TV, sono pronto per scrivere assieme agli altri un nuovo copione, una nuova società.

  • Siamo la generazione del XXI secolo

    Siamo la generazione del domani

    Siamo la generazione delle lauree

    Siamo la generazione dell’antimafia

    Siamo la generazione dell’antiproibizionismo

    Siamo la generazione della televisione

    Siamo la generazione della radio abbandonata

    Siamo la generazione dell’omertà

    Siamo la generazione delle macerie

    Siamo la generazione dell’antipolitica

    Siamo la generazione della disperazione

    Siamo la generazione dell’ansia

    Siamo la generazione della tecnologia

    Siamo la generazione della musica a palla

    Siamo la generazione del non andare a piedi

    Siamo la generazione della comodità

    Siamo la generazione dei vizi

    Siamo la generazione del “ti aiuto al compito” ma poi non spiccichiamo un aiuto

    Siamo la generazione dell’”adesso studio”

    Siamo la generazione del sesso facile

    Siamo la generazione degli stupri

    Siamo la generazione dell’ipocrisia

    Siamo la generazione del menefreghismo

    Siamo la generazione della pirateria audiovisiva

    Siamo la generazione del divertimento

    Siamo la generazione dello sballo

    Siamo la generazione della moda

    Siamo la generazione dell’invidia

    Siamo la generazione dei social network

    Siamo la generazione del “tanto la versione la trovo su internet”

    Siamo la generazione del “dimmi come si chiama che lo trovo su Facebook”

    Siamo la generazione del porno

    Siamo la generazione del sentirsi offeso sempre e comunque

    Siamo la generazione della falsa controtendenza

    Siamo la generazione dell’apparenza

    Siamo la generazione della non-solitudine

    Siamo la generazione dei rapporti a distanza

    Siamo la generazione del sentito dire

    Siamo la generazione dello zaino bello ma piccolo

    Siamo la generazione dell’ultimo grido

    Siamo la generazione dello sparlare alle spalle

    Siamo la generazione del sorriso d’argento

    Siamo la generazione dell’alcool

    Siamo la generazione dei pub e discoteche

    Siamo la generazione delle comitive numerose ma divise

    Siamo la generazione dell’incertezza

    Siamo la generazione dell’incompetenza

    Siamo la generazione della lentezza

    Siamo la generazione dei finti giovani

    Siamo la generazione della finta raccolta differenziata

    Siamo la generazione del “ma tanto non possiamo farci niente”

    Siamo la generazione del fidanzamento a 11 anni

    Siamo la generazione delle ragazze madri

    Siamo la generazione dell’apprendistato a 14 anni

    Siamo la generazione dai soldi facili

    Siamo la generazione del bello ma non utile

    Siamo la generazione dai pantaloni bianchi

    Siamo la generazione del rimorchiare su internet

    Siamo la generazione dell’auto sportiva

    Siamo la generazione delle critiche a prescindere

    Siamo la generazione del sentirsi grandi

    Siamo la generazione del voler crescere in fretta

    Siamo la generazione del romanticismo per convenienza

    Siamo la generazione dell’”una botta e via”

    Siamo la generazione dei libri romantici

    Siamo la generazione distaccata dal mondo

    Siamo la generazione delle anomalie

    Siamo la generazione dei tagli all’istruzione

    Siamo la generazione dei movimenti

    Siamo la generazione dei partiti giovanili

    Siamo la generazione della cravatta a 50 anni

    Siamo la generazione della palestra come moda

    Siamo la generazione dello sport 24h/24

    Siamo la generazione degli acciacchi incompresi

    Siamo la generazione della discriminazione

    Siamo la generazione della multi-etnia

    Siamo la generazione delle Converse®

    Siamo la generazione del maglioncino e la camicia

    Siamo la generazione degli anfibi al posto delle scarpe da ginnastica

    Siamo la generazione degli Alternativi

    Siamo la generazione dei Punk

    Siamo la generazione degli Emo

    Siamo la generazione di Valerio Scanu

    Siamo la generazione di Amici

    Siamo la generazione del Grande Fratello

    Siamo la generazione del “va tutto male”

    Siamo la generazione del “è andato male il compito” e poi prendiamo 9

    Siamo la generazione del “non sono stato io”

    Siamo la generazione della novità

    Siamo la generazione della convivenza

    Siamo la generazione dell’omofobia

    Siamo la generazione dell’anti-omofobia

    Siamo la generazione di tutte le fobie

    Siamo la generazione del ritardo

    Siamo la generazione dei tacchi a 12 anni

    Siamo la generazione del non voler figli

    Siamo la generazione dei viaggi lunghi e costosi

    Siamo la generazione della crisi economica

    Siamo la generazione dell’ascoltare il dio Faber

    Siamo la generazione del chiamare “amore” il proprio partner dal secondo giorno insieme

    Siamo la generazione di internet

    Siamo la generazione dei bracciali rumorosi e/o colorati

    Siamo la generazione degli squilibrati

    Siamo la generazione della droga

    Siamo la generazione del ripudio alla droga

    Siamo la generazione del fumarsi 4 pacchetti al giorno

    Siamo la generazione del fumo passivo

    Siamo la generazione della paura

    Siamo la generazione del precariato

    Siamo la generazione del sentimento facile

    Siamo la generazione fragile

    Siamo la generazione del lavoro facile

    Siamo la generazione del disinteresse

    Siamo la generazione dei pettegolezzi

    Siamo la generazione dello scansare gli anziani

    Siamo la generazione dei progetti

    Siamo la generazione dei sogni nel cassetto

    Siamo la generazione dei cassetti bloccati

    Siamo la generazione dell’aspirina facile

    Siamo la generazione del brusio

    Siamo la generazione del prendere in giro

    Siamo la generazione del rossetto nero

    Siamo la generazione dalle unghie lunghe e colorate

    Siamo la generazione dell’inquinamento

    Siamo la generazione del terremoto

    Siamo la generazione dei morti sotto un pezzo di soffitto di scuola

    Siamo la generazione delle cotte facili

    Siamo la generazione dei film romantici

    Siamo la generazione dell’anticlericalità

    Siamo la generazione del disertare la messa domenicale

    Siamo la generazione della filosofia fast food

    Siamo la generazione dei cibi grassi

    Siamo la generazione degli infarti a 14 anni

    Siamo la generazione delle amicizie brevi ma intense

    Siamo la generazione dei veri amici come i capelli, pochi ma buoni

    Siamo la generazione del pretendere

    Siamo la generazione del camminare scalzi

    Siamo la generazione del “professoressa può non interrogare oggi?”

    Siamo la generazione dei doveri mancati

    Siamo la generazione del non adempiere al dovere per difendere lo stesso

    Siamo la generazione dell’università facile o last minute

    Siamo la generazione dell’inglese facile o maccheronico

    Siamo la generazione del voler conquistare il mondo

    Siamo la generazione del non voler stressarsi

    Siamo la generazione degli impegni brevi

    Siamo la generazione della spugna gettata prima di subito

    Siamo la generazione dell’orecchino e del piercing

    Siamo la generazione del conformismo

    Siamo la generazione del finto anti-conformismo

    Siamo la generazione delle celebrità usa e getta

    Siamo la generazione delle canzoni usa e getta

    Siamo la generazione del vintage

    Siamo la generazione di You Tube

    Siamo la generazione del “ci penso io”

    Siamo la generazione del “speriamo bene”

    Siamo la generazione de “l’orologio al polso è anti estetico”

    Siamo la generazione del III Millennio

    Siamo la generazione dei mille problemi

    Siamo la generazione delle mille sfumature

    Siamo noi, tutto qui.