Minuti, ore, giorni, settimane, anni passati nel capire come va il mondo, a come farlo funzionare e poi provarci. Questa potrebbe essere una definizione esistenziale della politica e del suo essere.
Come farlo funzionare: il mondo funziona a modo suo, è chiaro, ma quando poi ci si rende conto che con impegno e passione si possono costruire dalle piccole alle grandi cose, allora lì la politica ha raggiunto il suo punto più bello.
A Monte Sant’Angelo, una cittadina in provincia di Foggia, il Comune è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Un gruppo di giovani – che dedicano il loro tempo a far funzionare il mondo che lo circonda – aveva denunciato da tempo tutti quei soprusi che hanno portato all’epilogo, pagandone un caro prezzo. Minacce, atti di violenza e intimidazione. A Giovanni, giovanissimo consigliere comunale, ad esempio, gli hanno incendiato l’auto. Aveva denunciato una manifesta illegalità nella gestione dei servizi comunali.
Oggi, a Giovanni e a quei ragazzi di Monte Sant’Angelo dico di non demordere e che il Comune sciolto per mafia è una sconfitta per la criminalità ma non per il mondo e per chi, come loro, cercando di farlo funzionare al meglio.
Questa mattina mi sono svegliato diverso dal solito, avevo l’amaro in bocca, un amaro che mi portavo dietro da ieri, dopo la conclusione della Direzione regionale del mio partito.
Noi Giovani Democratici pugliesi, proprio in quella sede, abbiamo ricevuto un doppio sputo in pieno volto, un gesto che non dimenticheremo, che cambierà gli atteggiamenti, il modo di vivere il partito, la politica.
Ieri, il PD pugliese ha approvato le liste per le prossime Regionali. Nella lista della Provincia di Bari è stata candidata Anita Maurodinoia, la più suffragata alle scorse elezioni Amministrative a Bari, nella lista di Schittulli (candidato del centrodestra alla Regione); una persona che diceva di essere “più amata di Tatarella“, storico esponente dell’MSI. Uno scempio, politico e umano. Politico per aver, ancora una volta, attaccato fortemente un progetto politico che nulla ha a che vedere con quello che si sta cercando di realizzare. Umano, perché non si da peso alle storie personali, alle scelte del passato, a quelle del presente. Una memoria storica ormai in frantumi, utile solo per le commemorazioni, per prendere qualche applauso.
A Foggia, c’è un altro caso gravissimo: il PD di Capitanata ha estromesso la candidatura, nella propria lista, del Segretario provinciale dei Giovani Democratici, Francesco Di Noia. Un ragazzo capace, onesto e soprattutto che ha dimostrato negli anni di porre l’interesse comune a quello personale. Anche questa candidatura era frutto di un interesse comune, di un territorio che chiedeva rappresentanza, di una generazione che chiedeva rappresentanza. Una volontà disattesa, per far fronte ad interessi personali della classe dirigente del partito di quella provincia. Questo gravissimo errore costerà caro.
Il caro prezzo è questo: vogliono metterci all’angolo? Si sbagliano di grosso, hanno ottenuto esattamente il contrario. Ci offrono di candidarci in una lista civica? Non è mai stato il nostro obiettivo quello di candidarci per forza. La nostra candidatura era un modo per suggellare un impegno già chiaro, un impegno che mira a far crescere il partito, a dare rappresentanza degna a tutti quei militanti che vengono presi a schiaffoni ogni giorno da una classe dirigente incapace di sostenere gli interessi della collettività.
La nostra casa è il PD. Se pensavamo di poter convivere con chi, anche velatamente, poneva veti su di noi, sul nostro progetto, ora non hanno ben compreso quale sia il risultato ottenuto: non cambieremo casa, la ricostruiremo, magari cominciando ad accompagnare alla porta i coinquilini maleducati, poco rispettosi. Il Partito Democratico non è di un segretario provinciale, né di qualsiasi “big”. Il Partito Democratico è di chi fa vivere il Partito Democratico, nei suoi valori, nei suoi propositi. Quelli siamo noi, giovani generazioni impegnate in politica, che dalla sera alla mattina aprono i circoli, i comitati elettorali, fanno volantinaggio, organizzano iniziative, si confrontano con i cittadini – diventando i volti veri ed onesti del PD sul territorio.
Franco Balbis – soldato, ucciso dai nazifascisti perché partecipò alla Resistenza – nella sua ultima lettera scrisse
Possa il mio sangue servire per ricostruire l’unità italiana e per riportare la nostra Terra ad essere onorata e stimata nel mondo intero.
Ieri, i responsabili di questo scempio, hanno sputato anche in faccia a Balbis, hanno offeso il suo sangue, il suo gesto di amore e di speranza verso un Paese capace di saper guardare oltre i propri errori, difendere a spada tratta il bene comune. Penso a ieri e penso a quante volte, Balbis, sia morto invano. Ieri è stata l’ennesima volta.
Quando un gatto si trova all’angolo, circondato da dei cani inferociti o da altri gatti che vogliono fargli il culo, comincia ad uscire gli artigli ed a rizzare il pelo.
L’immagine che vedo in questi giorni a Foggia, che coinvolge in prima persona il capolista di Cuperlo, in quella provincia, è proprio quella di un vecchio gatto messo all’angolo.
Quanto detto da D’Alema sull’Assessore regionale al Welfare Elena Gentile, di Cerignola (Fg), sostenitrice appassionata di Pippo Civati (ha fatto vincere Pippo nella provincia di Foggia, durante le “primarie dei tesserati” in cui c’erano le famose convenzioni) è una caduta di stile bella e buona. Non c’è da dir nulla se non che il vecchio gatto si sente ormai indifeso dalle sue stesse logiche e da un sistema partitico che ha costruito per avere tutto sotto controllo e a completa disposizione.
Però facciamo attenzione al vecchio gatto, perché ha nelle vene sangue di vecchia volpe e il 9 dicembre, ce lo ritroveremmo alla prua del PD, ad osservare l’orizzonte, mentre il nuovo segretario, il giovane vecchio rottamatore Renzi o il mangiatore di libri Cuperlo, con in mano il timone ascolterà il navigatore col baffo.
Ma tanto #vinceCivati e quindi problemi non ce ne sono.
Ieri, 17 marzo 2012, esattamente un anno dopo la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, si è tenuto il 1° Congresso Regionale dei Giovani Democratici della Puglia.
Non vi farò la telecronaca di quanto accaduto, vi basterebbe la semplice ricerca tag su twitter (per i pigri, eccola).
Quello che penso dei Giovani Democratici è che sono la miglior cosa che al Partito Democratico possa esser capitata, dopo la sua nascita, per alcuni aspetti. Non dico questo, per il semplice fatto che io stesso sia un GD, ma perchè realmente c’è speranza in quello che accade all’interno della giovanile, a partire da eventi come questo.
Poteva sembrare un evento come tutti gli altri, magari una semplice formalità, ma il dibattito che si era acceso, dalle 11 di mattina, conclusosi alle 19:15, mi ha fatto riflettere sulla valenza delle giovani generazione all’interno della politica.
Tante idee, tanti nuovi modi di intendere la politica. La novità è pericolo? Bene, se lo è, i Giovani Democratici sono pieni di soggetti pericolosi, ed io credo di essere uno di questi.
I GD in Puglia hanno assicurato loro un futuro con ottimi risultati, dando l’incarico di segretario regionale a Pierpaolo Treglia! Auguri Pier! Il resto ve lo dico più tardi!