E’ illegittima la norma che equipara le sostanze stupefacenti leggere a quelle pesanti. La questione era stata sollevata dalla Cassazione per infrazione dell’articolo 77 della Carta. Torna così a vivere la Iervolino-Vassalli come modificata dal referendum del 1993
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Lunedì, a Radio Locale, ho intervistato Stefano Anastasia, presidente onorario dell’Associazione “Antigone” di Roma, un osservatorio sulla giurisdizione penale italiana, tra i principali sostenitori della battaglia contro la Fini-Giovanardi, norma, questa, nelle mani della Corte Costituzionale che si pronuncerà oggi sul suo profilo di incostituzionalità.
La spropositata pena per chi detiene droghe leggere, oltre ad essere un vero disagio per il Paese, lo è anche per le carceri italiane che, stando alle ultime rilevazioni, sono più che sovraffollate.I procedimenti in corso, sino ad oggi, a seguito della Fini-Giovanardi sono 8mila su ben 23mila imputati (immaginate i costi della Giustizia), e su 40mila condannati, 15mila lo sono proprio per questa norma. Uno strazio.
Se la Consulta si pronuncia a favore dell’incostituzionalità, si ritorna alla vecchia norma (e non c’è un vuoto normativo) e la pena ritorna dai spropositati minimi 6 e massimi 20 anni di reclusione, con annessa multa da 26mila€ a 260mila€, a dai 2 ai 6 anni (questa volta massimi).
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Ps. a parte il “scaffare” abbastanza dialettale, dovuto ad un impeto di rabbia, il resto spero sia di vostro gradimento.