Tag: ecosostenibilità

  • Pare essere evidente. La questione dell’ecologia è associabile ad un concetto di ipocrisia pura. Per giorni abbiamo ascoltato i problemi dei lavoratori FIAT, ci siamo sentiti parte integrante, chi più chi meno, del mondo operaio, ci siamo preoccupati del futuro dell’azienda italiana per eccellenza, la Fabbrica Italiana Automobili Torino.

    Abbiamo sentito nostra la voglia di riscossa, abbiamo ascoltato, visto con estrema sensibilità e curiosità la vicenda. Chi criticava Marchionne, chi ne faceva una statua in suo onore. Ma di statua, al ricordo perenne, bisognerebbe farla all’ambiente e alla sua difesa.

    Di difesa dell’ambiente, nell’agenda politica ne vedo poca o niente. In questi quasi 3 anni di governo, di ecologia, di sviluppo del territorio e della salvaguardia della morfologia ne abbiamo sentito solo in campagna elettorale, durante questo triennio nulla.

    Si pensa a dar soldi e a puntare i riflettori sull’automobile, solo quando c’è un caso palesemente politico, ma non quando dovremmo parlare di ecosostenibilità e di mobilità.

    La mobilità dovrebbe essere al centro dell’interesse pubblico: la questione principale dell’avanzamento sociale ed economico di un paese, sta anche nel sapere creare nuove forme di vivere, nuovi modi di produrre energia, nuovi modi di progettare una città.

    La città è il cuore della civiltà, questo è poco ma sicuro. Il fulcro centrale del sistema umano, del mondo intero, è fondato sullo scambio di culture, di denaro e di idee, che passa da città a città, da provincia a provincia, da stato a stato.

    Come ci muoviamo nei centri abitati? Come affrontiamo uno spostamento da un punto ad un altro di una metropoli? Pensiamo, forse, basti costruire piste ciclabili e creare aree pedonali?

    Per nuovi modi di collegamento, dovremmo assolutamente prendere in considerazione internet, l’autostrada dell’informazione. Da molto tempo a questa parte, il lavoro telematico potrebbe essere la soluzione migliore ad una diminuzione del traffico nelle strade. Il lavoro tramite terminali, da casa, risulterebbe essere il modo migliore per decimare il traffico nelle ore di punta, per ridurre l’inquinamento.

    L’automobile deve essere bruciata, o almeno, progettata ex novo. E’ arrivato il momento di lasciare da parte il senso dell’auto come uno svago, come una bamboniera. La vettura deve avere una posizione strumentale e prettamente finalizzata ad uno spostamento semplificato. Dovremmo passare da una progettazione dissennata di interni con sedili di pelle rossa, verde, blu, nera, gialla, impianto audio “eccellente”, frigobar e televisioni attaccate allo schienale delle poltrone e chi più ne ha più ne metta, ad un parto strabiliante di strutture ecosostenibili, con due obiettivi principali: no-inquinamento e sicurezza.

    Un esempio è la macchina a impianto GPL, ad Idrogeno o la poco famosa, purtroppo, auto ibrida che fino ad un determinato numero di giri del motore funziona ad elettricità, per poi passare al benzina, mentre l’elettrico si ricarica dall’energia sprigionata dalla combustione del carburante.

    Ecco una parte importante della mobilità: progettiamo un nuovo modo di pensare lo spostamento, il viaggio, la viabilità.


  • “…baricentro più basso, interni in pelle, tettoia con panoramica, consumi minimi, cerchi in lega, gps, controllo automatico di guida, servosterzo, sedili vibranti anti-reumatismi, aerodinamicità, spazio abbondante, impianto stereo a 10 uscite audio…” Sono le caratteristiche tecniche delle auto nuove di zecca. L’automobile, mezzo incontrastatamente più utilizzato nel XX secolo, ha subito un forte cambiamento da quando fu inventata. La casa, esiste dal tempo degli homo sapiens e forse anche più, ma oltre che a garantire fresco in estate e caldo in inverno, con qualche cambiamento nello stile di costruzione, non è riuscita ad essere al passo con l’auto. In Austria, l’urbanista Roland Rainer ha dato vita ad una Solar City, ovvero una città che vive completamente grazie alla luce del sole. Prese le caratteristiche metereologiche del luogo, il genio dell’urbanistica ha chiaramente dedotto che, per quanto possa essere scontato, il sole poteva produrre energia, vista la costante e lunga presenza di luce solare. Case sovrastate da pannelli solari, producono energia per se stessi e il restante lo immettono in un ciclo di distribuzione. Perchè, al posto di spendere 100000 € per piastrellare il bagno, quando invece, si può risparmiare per quella stanza e spendere invece di più per gli infissi. Non di ultima invenzione, esistono degli infissi a tre vetri, fra ogni vetro c’è l’Argon, un gas nobile che non fa passare ne calore ne freddo ma solo luce. In Italia questo è possibile, ma se non arriva in televisione oppure sulle strade con le maxe-pubblicità, nessuno capirà di poter spendere di più alla costruzione della propria dimora, ma di risparmiare per sempre nel riscaldamento. Il piano casa del Governo Berlusconi, se fatto come si deve, avrebbe senza dubbio inserito la possibilità di poter rimodernare le proprie abitazioni con pannelli solari, con riciclo dell’acqua travasata negli scarichi, come l’acqua dei piatti, delle robe, liquido contenente detersivi e additivi chimici. Tutto questo è utilizzabile, basta un sistema di recupero delle acque e farle confluire all’interno del serbatoietto sopra il water. Chiediamo troppo? Penso proprio di no. Quando cambieranno le cose? Spero quando i nonni del XIX secolo andranno in pensione e lasceranno la progettazione e le legiferazione ai posteri, si spera, diversi dagli attuali dirigenti.