Tag: diritto allo studio

  • Apprendiamo, per mezzo stampa, che il merito della copertura totale delle borse di studio, erogate dall’ADISU Puglia, sia il frutto dell’attività di alcune organizzazioni studentesche presenti all’interno dell’Università.

    In particolar modo, l’associazione “UP – Università Protagonista” accusa i Giovani Democratici pugliesi di essersi appropriati il merito di aver reso reale un diritto di tutti gli studenti.

    Ci fa piacere aver risvegliato i suddetti rappresentanti con la nostra dovuta precisazione di qualche giorno fa, condivisa dal nostro Presidente della Regione, Michele Emiliano.

    Il tutto è nato da un comunicato della Rete della Conoscenza Puglia, con un titolo che tuonava “Borse di studio ADISU 2016/2017 – gli studenti ottengono la copertura totale delle erogazioni a seguito della mobilitazione nazionale e regionale del 7 ottobre 2016”.
    È stato chiaro l’intento di volersi appropriare un risultato che non è, in realtà, frutto della mobilitazione studentesca, ma di un lavoro durato anni da parte dei Giovani Democratici e che ha visto il culmine, al fianco del Presidente Emiliano, durante le Sagre del Programma, in occasione delle Elezioni regionali 2015.
    L’intera Organizzazione giovanile del Partito Democratico si è impegnata a favore della copertura totale delle borse di studio, cercando ed ottenendo un impegno concreto da parte della coalizione di centrosinistra prima, e del Governo regionale poi, per la creazione delle condizioni ottimali per garantire la copertura totale delle borse, cancellando quella vergognosa voce di “idoneo non borsista”.

    Un lavoro fatto senza urlare, attraverso un intenso e costante impegno dei GD Puglia, tramutatosi nell’inserimento, all’interno del Programma di governo regionale, della copertura per tutti gli studenti idonei, per ogni ateneo pugliese.
    Un lavoro, come detto, che non ha origine recente: infatti, già nel 2012, grazie all’impegno dell’allora capogruppo PD in Regione, Antonio Decaro, riuscimmo ad ottenere la copertura di tutte le erogazioni.

    Quello che le associazioni studentesche vogliono ottenere, oggi, è sì una copertura, non delle borse di studio, ma di tutti gli errori commessi in questo anno di rappresentanza, che ha visto le condizioni degli studenti aggravarsi notevolmente.

    È utile sottolineare, a tal proposito, il grande caos a seguito dell’innalzamento delle tasse universitarie, dovuto a […]

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  • L’UniBA ha un problema, piuttosto serio. Ieri è comparsa la seconda rata per l’a.a. 2015/2016, pubblicate in totale ritardo per un problema con il sistema di calcolo delle tasse.

    Fin qui, il disagio poteva essere compreso e accettato, se tale attesa avesse consentito un calcolo appropriato e privo di errori delle rate.
    L’attesa, tuttavia, è stata vana e il risveglio di moltissimi studenti dell’Ateneo barese, ieri è stato amarissimo.
    Una seconda rata da più di 1000 (mille) euro farebbe saltare dalla sedia anche il più ataràssico degli studenti.

    Auspichiamo che l’Università degli Studi di Bari si attivi immediatamente nell’espletamento dell’attività di verifica di tali quote e che, nel frattempo, inoltri, tempestivamente, una notifica ai contribuenti di attendere il pagamento, per scongiurare un ingarbugliato sistema di rimborsi o conguagli.

  • Pare che Campus X, la struttura che ospita 600 posti letto per studenti e docenti universitari, sia stato oggetto di un abuso “politico” da parte del Comune di Bari e delle società sportive.

    Come si apprende dai vari giornali, la struttura pare sia stata utilizzata per ospitare soggetti ricollegati agli enti e società sopra citate e che soprattutto si sia deviata l’utilizzazione di un servizio messo su per gli studenti universitari, a prezzi agevolati con servizi di prima necessità, per lo studio e la vita dello studente fuorisede.

    Non mi soffermo sul merito della questione, ma ci tengo a precisare un piccolo particolare, forse ennesimo ma importante, che non può passare innosservato: tutto ciò è semplicemente un fatto di cultura politica.

    Se il Comune di Bari acconsente all’utilizzo alternativo di quelle strutture, vuol dire che l’autore di tale autorizzazione non ha a mente il valore di quell’agglomerato, delle possibilità che può dare a 600 studenti fuorisede e che di certo si affianca ad un sistema di diritto allo studio già risicato sul territorio.

    Attenzione a quello che fate. Non siamo un paradiso del diritto allo studio: se ora incominciamo a convertire gli spazi per altre finalità, siamo a cavallo. Ma ovviamente noi vogliamo differenziarci sempre. Poi ci lamentiamo che il Sud venga schernito quotidianamente. Un pò di coerenza: ciò che la politica ha ormai perso da tempo e va riconquistata. Di certo, non con queste persone.

    Buona giornata.

  • Ulteriore attacco al welfare studentesco da parte del Governo Monti, in particolare, ad opera del Ministro Francesco Profumo. Per concludere in ‘bellezza’, il MIUR ha pensato di ridimensionare la distribuzione delle borse di studio, attraverso una rimodulazione dei criteri di assegnazione, diminuendo la soglia massima consentita per risultare idonei nell’assegnazione della borsa.

    Partiamo con ordine: in Puglia, ad esempio, il bando per l’assegnazione delle borse di studio comprendeva una suddivisione in due fasce: Fascia “A” con reddito inferiore o uguale a 11.500,00 €, con relativa priorità in caso di individuazione dell’assegnatario; poi la Fascia “B” con reddito compreso tra 11.500,01€ e 17.000,00€, con una leggera contrazione dei servizi economici a disposizione dello studente rientrante in questa fascia. (altro…)


  • Mi sono chiesto quale sia la motivazione di base che dovrebbe spingere tutti gli studenti del nostro Paese a non lasciarsi trascinare da questa situazione devastante che travolge l’istruzione pubblica. Da una parte, la rivendicazione di un sistema di formazione pubblico, che abbraccia sia i percorsi di studi di ogni ordine e grado, ma anche la formazione professionale, essenziale per poter accedere al lavoro e quindi di essere competitivi sul mercato. Dall’altra parte, non può non esserci la rabbia nel vedere un diritto, quello di studiare, che di norma dovrebbe essere garantito, in un paese come il nostro, ma che viene deriso e preso di mira nel momento in cui c’è la necessità di tagliare fondi, per “il bene della finanza”. Come ci sentiremmo se qualcosa che ci appartiene venisse compromesso da un “esterno”, da chi ha usufruito, tempo addietro, delle stessa cosa, ma in modo più facile, perchè magari collocato in periodo storico meno travagliato e pieno di problemi, come quello attuale? Personalmente non riterrei quell’individuo autorizzato a condizionare la mia vita e il mio percorso. Stesso ragionamento deve essere fatto per la scuola e l’università: non possiamo più assistere alla distruzione di migliaia di speranze, di ragazze e ragazzi che vogliono studiare, che hanno la passione per quello che fanno, ma che purtroppo per una questione puramente burocratica, non riescono ad accedere a borse di studio, vedono la propria vita universitaria sconvolta da un drastico aumento delle tasse, a causa di un governo di professori universitari (precisiamolo), che hanno in testa una loro idea di università e di scuola pubblica totalmente distanti dalle esigenze degli studenti. L’idea che uno Stato possa mettere i bastoni tra le ruote alle proprie giovani generazioni è qualcosa di surreale. In Italia tutto è surreale, basta mettere a confronto il Bel Paese con gli altri stati europei. L’Europa non deve essere semplicemente oggetto di confronto in ambito economico, ma si deve osservare, comprendere e unificare un modo di intendere il diritto allo studio come necessaria condizione per considerare una nazione, democratica, fondata su principi di uguaglianza. Il feticismo politico sull’istruzione pubblica deve finire, non è possibile vedere stravolto l’assetto delle scuole e delle università ad ogni cambio di governo. I consigli di rappresentanza studentesca nazionali devono svolgere un ruolo fondamentale. Si abbatta quella impossibilità di dialogare con le istituzioni e si sviluppi un sistema per rendere le riforme importanti, condivise, frutto di collaborazione generazionale e non come una battaglia politica di “ultra-adulti” adepti all’idea che il sistema formativo sia il modo per condizionare intere generazioni a proprio favore. Sarà impossibile ottenere qualcosa di buono, senza l’intervento dei diretti interessati. Ecco perchè gli studenti medi e universitari devono unirsi per far fronte a questa mancanza della politica italiana. Le riforme devono essere frutto di un’unione di idee, progetti ed esperienze sul campo. Non fermiamoci e andiamo avanti. Il futuro ci attende, ma non possiamo vivere il presente da spettatori.