Vi delizio con pensieri non miei, leggete e poi ditemi:
Ogni eletto risponderà al Programma del M5S e alla propria coscienza, non a organi direttivi di qualunque tipo […]
altra delizia
Ogni eletto percepirà un massimo di 3.000 euro di stipendio, il resto dovrà versarlo al Tesoro, e rinunciare a ogni benefit parlamentare, iniziando dal vitalizio pensionistico.
Ma gli eletti dopo tutto, guadagnano solo 11.000€, tutto il resto son bazzecole. Andiamo avanti:
Oggi i parlamentari sono soltanto dei peones che schiacciano un pulsante se il capo, che li ha nominati, lo chiede.
Anche qui, c’è da andar male di stomaco, visto quale sia la vera realtà, oltretutto, sotto gli occhi di chiunque. Continuiamo:
Il M5S vuole far entrare degli uomini e delle donne alla Camera e al Senato che rispondano solo alla Nazione e al proprio mandato.
Prima che qualcuno possa dire qualcosa, ho semplicemente riportato le parole tratte da un post di Beppe Grillo, sul suo blog, dell’agosto 2011.
Tutto il resto lo lascio alle vostre considerazioni.
Buon voto a tutti. Si, proprio un buon voto.
Un buon voto perché simbolo della democrazia.
Un buon voto perché se esiste è grazie ai tanti morti per la libertà e la dignità umana.
Un buon voto perché è il mezzo per poter cambiare le cose.
Un buon voto perché è il simbolo della sovranità popolare.
Un buon voto se frutto della sincerità.
Un buon voto se libero.
Un buon voto se non comprato.
Un buon voto se degno di un uomo e di una donna indipendente e pensante.
Un buon voto, perché con ciò ognuno di noi può cambiare il Paese.
Un buon voto perché nella cabina elettorale siamo tutti uguali, ognuno vale uno e uniti si fa la forza. Buon voto, buona democrazia.
Un mio modesto parere:
Non è tollerabile vedere gente pestata a sangue, mentre difende i propri diritti, ne tanto meno prendersela con le forze dell’ordine che seguono ordini dall’alto, anche se con mano pesante sui civili, cosa da condannare.
L’avanzamento tecnologico è importante, ma è anche vero che la popolazione deve avere la possibilità di confrontarsi con le istituzioni e discutere assieme delle diverse vie di sbocco, per un problema sempre più grave.
Che il Popolo faccia la sua parte è d’obbligo e che le istituzioni debbano ascoltare i bisogni e i problemi della gente è un dovere.
Troviamo una soluzione, basta a sangue e fumogeni. Basta ad imporre soluzioni, la vera Democrazia è fatta di partecipazione e di condivisione.
La democrazia ha i denti di carta. Riesce a mordere al primo colpo, ma in difesa è debole. Eravamo partiti in quarta, ce l’avevamo messa tutta e alla fine avevamo raccolto firme e informato milioni di cittadini, tutti quanti per il referendum sull’acqua, sul legittimo impedimento e sul nucleare, ma ora qualcosa è andato storto. Non credo che sia oggetto di stupore l’attività che il Governo sta portando avanti per disintegrare la fortezza popolare sulle decisioni abrogative come appunto il Referendum. E’ evidente che la situazione porti ad un’unica soluzione: pretendere di votare comunque l’abrogazione delle leggi in vigore o di cambiare (in tempo) il Referendum da abrogativo a consultivo. Perchè non farlo? Perchè non provarci? E’ senza dubbio la via migliore. Non possiamo dipendere dalle voglie di Berlusconi, che peraltro conosciamo molto bene e sappiamo essere contro qualsiasi forma di intromissione democratica.
Se il Referendum diventasse consultivo, riusciremmo in 2 mesi a impiegare meno lavoro di quello che stiamo facendo ora, per un semplice fatto: il Referendum abrogativo ha quell’anomalia di dover votare SI per dire NO e molte volte le persone anziane o poco informate comprendono il contrario, votando diversamente da quello che pensano. Perciò diventerebbe il semplice, ma non banale: “Volete il nucleare in Italia? SI o NO?”, “Volete l’acqua pubblica in Italia? SI o NO?”, “Volete garantire il legittimo impedimento ai membri del Governo? SI o NO?”. Credo che basterebbe un semplice ragionamento, applicabile anche da un bambino di scuola elementare, per capire cosa è meglio votare, il giorno delle urne.
Purtroppo questo è un blog “di provincia”, mi piacerebbe che questa idea arrivasse anche a chi ha raccolto le firme, a chi ha speso tutto se stesso per organizzare raccolta adesioni in tutta Italia e che oggi ha costituito i comitati referendari, i coordinamenti di propaganda per il SI (vi ricordo che ci sono 4 SI per questo Referendum, considerando anche quello sul Nucleare. Parlo del SI per l’abrogazione dell’atomo, uno per il legittimo impedimento, due per l’acqua pubblica). Sarebbe una contromossa sensazionale, potremmo mobilitare le parti sociali e farcela. L’unica cosa che bloccherebbe il tutto sono le schede già in stampa, ma visto che a sprechi andiamo abbastanza forti, credo che uno spreco, per una battaglia nobile come questa, sia più che giustificato.
Devo scusarmi con tutti voi per questa mia assenza, ma sono stato impegnato con la scuola e altri problemi. Nel corso di questi 20 giorni, ho maturato una concezione della politica che forse già avevo dentro di me, che magari ero anche riuscito a manifestare, ma oggi la voglio mettere per iscritto, così da dare la possibilità a tutti di potersi confrontare con me.
Da quando Berlusconi è diventato l’arraffone, pappone e ladrone della politica italiana, un carro armato guidato da antiberlusconiani sta travolgendo tutto, ma in particolare, l’ordinamento politico della Repubblica.
Ho sempre pensato che i partiti, per quanto possano essere marci all’interno, di marcio ci sono solamente le persone che dirigono, per questo non sono d’accordo nell’attivismo politico sfrenato dell’associazionismo civico che denigra i partiti. L’associazionismo è una cosa bellissima, io vivo di associazionismo e devo dire che le migliori idee nascono proprio durante riunioni di associazioni democratiche. Ma il punto dov’è?
C’è un’aspetto dell’associazionismo che ritrae una voragine ideologica e sociale, potrei definirla come narcisismo, e forse nemmeno riuscirei a racchiudere il senso. Parlo di quelle posizioni, anche morali, che i membri delle associazioni (non tutti, per carità) assumono nei confronti dei partiti e del mondo politico in sè. Quando qualcuno pensa che il motore della società civile sia l’associazionismo, ha perfettamente ragione. Persino lo Stato possiamo definirlo come una grande associazione. I partiti? Sono delle associazioni politiche, ma hanno un significato diverso dall’associazione culturale o dall’associazione attivista.
I partiti sono il motore del mondo politico e così dovranno rimanere. La miglior cosa sarebbe quella di vedere persone formarsi all’interno delle associazioni e poi di inserire le proprie capacità in un contesto partitico e sviluppare, su basi ideologiche, morali e inerenti alle istituzioni, progetti per la cittadinanza.
Se vogliamo salvare la Democrazia, non possiamo disintegrare i partiti. Se vogliamo salvare la Repubblica, non possiamo decidere con migliaia e migliaia di associazioni, ma solo lavorare idee, progetti da consegnare ai partiti e da mettere in cantiere.
Ultima cosa: impegnamoci a cambiare i partiti dall’interno.
Il golpe in Italia è in atto da tanto tempo. Non si tratta di un golpe militare, ma forse neanche politico. Il colpo di stato è in atto e a dargli consistenza è il cambiamento morale e psicologico dei sottomessi, gli italiani.
Siamo a gennaio 2011 e, purtroppo, avvenimenti che non vorremmo più vedere come ribellioni di stampo politico e militare, sono all’ordine del giorno e non si stancano mai di nascere. La questione è semplice: in Italia qualcosa (o qualcuno) ha dato in pasto alla nullità il cervello dei cittadini.
Altri avvenimenti, non tanto meno dolorosi, collocati nel loro ambito e nella loro circostanza, sono su tutti i giornali. Mi chiedo cosa tenga sulla poltrona i milioni di cittadini italiani che, costantemente, vengono inondati di immondizia mediatica e politica: D’Addario e Berlusconi, Ruby e Berlusconi, insomma, zoccole e Berlusconi, inchieste, lodi, critiche alla magistratura, tagli alla cultura e alla scuola, teatri e cinema che chiudono, lavoro in continua diminuzione. Cosa altro deve accadere per arrivare ad un colpo di stato (psicologico) degli uomini e delle donne di tutta la penisola?
Quando ci sarà il risveglio, ovviamente prima possibile, ad occhi aperti avremo la stessa situazione di chi è emigrato all’estero e torna nella sua vecchia patria, trovando tutto diverso, tutto distrutto, tutto cambiato, tutta un’altra “favola” (per modo di dire).
La società odierna è frastornata da un ingaggio prismatico dei sistemi informativi, di giornalisti che, spogli del loro umile ruolo di reporter, diventano dei veri e propri soldati armati di penna e registratori. A volte sanno fare il loro dovere, altre volte diventano servi del potere.
Se ci fosse un golpe in Italia, da parte dei cittadini, i primi ad essere eliminati (lascio a voi immaginare la modalità di sgombero) sarebbero Berlusconi e tutti i suoi lecchini, Bossi e Lega al seguito, Emilio Fede e il TG4, Lele Mora e Micio Macio Corona, Minzolini, Bruno Vespa, tutta la redazione di Studio Aperto e i loro cani parlanti, tutta quanta l’attuale classe dirigente di questo Paese, insomma, riprendendo una citazione di Garibaldi, “fatta l’Italia, ora facciamo gli italiani” direi che il verbo fare indichi snaturare gli italiani dal berlusconismo e dal menefreghismo, accaparrandoci il buon senso e la voglia di cambiamento.