Oggi si vota nel Regno Unito, chi andrà al numero 10 di Downing Street non solo segnerà i prossimi anni di governo della Gran Bretagna, ma potrà essere decisivo anche in Europa.
Oggi si vota nel Regno Unito, chi andrà al numero 10 di Downing Street non solo segnerà i prossimi anni di governo della Gran Bretagna, ma potrà essere decisivo anche in Europa.
Latest Survation poll:
LAB – 34% (-)
CON – 33% (+2)
UKIP – 16% (-1)
LDEM – 9% (+1)
GRN – 4% (-)— Britain Elects (@BritainElects) May 5, 2015
Secondo il sondaggio di Survation, pubblicato a due giorni dalle elezioni nel Regno Unito, il partito laburista sarebbe in vantaggio di un punto percentuale rispetto ai conservatori.
Il Labour sarebbe al 34 per cento e i conservatori al 33 per cento. Un sondaggio precedente di Populus, sempre di oggi, aveva previsto un testa a testa di laburisti e conservatori al 34 per cento. Mentre un sondaggio di Ashcroft dava i conservatori al 32 per cento e i laburisti al 30 per cento.
Nell’ultimo dibattito sulla BBC, andato in onda ieri, erano presenti tutti i contendenti del N.10 di Downing Street – tra cui Miliband e Farage – tranne l’attuale inquilino, il Primo Ministro uscente, David Cameron. Tutto il resto è racchiuso in questa immagine. Quando la comunicazione politica è un’arte e a farla è un artista.
Slegati da dietrologie senza senso, ormai al passo con i più vecchi sistemi di pensiero, aggrappate ad una (finta) religiosità che, per niente, professa l’uguaglianza.
Alfano ha stancato. Il Ministro ordinerà questa mattina ai prefetti di annullare le trascrizioni dei matrimoni gay contratti all’estero. A parte una rispolverata di diritto internazionale e del riconoscimento delle sentenze, soprattutto per i paesi membri dell’Unione Europea, la questione si fa seria proprio perché a parlare è un ministro del Governo Renzi, un governo a guida PD, il mio partito, di centrosinistra (l’animo…del partito). Renzi aveva promesso la civil partnership ma non c’è l’ombra n’è di civil n’è di partnership. In Italia le uniche coppie di fatto riconosciute, sono quelle politiche. Vedi Renzi e Alfano, ad esempio. Oppure a Taranto, tra PD e Forza Italia.
Quanto tempo ancora dovrà passare affinché, nel nostro Paese, centrodestra e centrosinistra si svincolino da queste inettitudini e posizioni da medioevo? Forse è giusto ricordare che in Gran Bretagna (dove dal 2005 esiste la civil partnership), David Cameron – leader dei Tory (conservatori), nonché Primo ministro – ha rilasciato una dichiarazione che profuma di normalità.
Perciò, lo ripeto: Alfano, hai stancato. “È l’ora che tu vada a giocare con la balena bianca sotto il porticato di casa tua” (cit.)
In contemporanea, il compagno Ballini ha lanciato una petizione su Change.org e dirvi di firmarla mi sembra il minimo.
Apprezzo il fatto che Renzi stia affrontando un tour europeo, anche se a mio avviso dovremmo prima occuparci di questioni inerenti la politica interna, più che quella estera, ma mi lascia perplesso il fatto che Renzi abbia fatto visita alla Merkel e non invece all’SPD, a Schröder, per esempio.
Ora volerà per Parigi e Londra, spero che, oltre ad incontrare Hollande magari provi ad immaginare un sistema di collaborazione più forte e articolato, come lo stesso Presidente della Repubblica ha ribadito in queste ore.
Su Londra, mi auguro che ci sia lucidità e che ad un modello anti-europeista come quello portato avanti da David Cameron, si preferisca il progetto labour di Ed Miliband. Così, giusto per avere le idee chiare.
Lo abbiamo visto anche questa volta, con la chiusura del bilancio dell’Unione Europea. Un tira e molla infinito, che ha prodotto una situazione indecifrabile, soprattutto sul piano delle risorse, non tanto nella loro quantità e qualità di smistamento, quanto per l’assurdo teatro che si cela dietro ogni riunione del Consiglio Europeo.
Il Partito Popolare Europeo ha l’egemonia sui maggiori organi istituzionali dell’EU, il risultato quindi è sempre lo stesso: poco investimento sull’innovazione, con qualche caso sporadico, austerity allo stato puro e interessi politici alle stelle che non fanno bene all’Europa.
Il personaggio più in vista in questa vicenda? David Cameron e il suo euroscetticismo a giorni alterni, minacciando un referendum su “Europa si, Europa no” e vincolando il suo appoggio alla previsione di bilancio se le cifre non superavano i 905 miliardi di €. Vi invito a leggere il resto.
Campagne elettorali alle porte, leader europei in piena scena elettorale, una tra tutte la Germania,al voto il 22 settembre di questo anno e con la CDU della Merkel sul filo del rasoio. Una Europa al servizio della politica nazionale anziché delle politiche nazionali, intese come azioni per il rilancio degli Stati Membri? Sembra di si e questo è il segno di come l’Europa in queste condizioni è un progetto a rischio fallimento.
Ecco il documento programmatico sul bilancio UE del 8 febbraio 2013:
Dal nuovo programma studi nazionale si evince l’intenzione da parte del Regno Unito di eliminare ogni riferimento all’Unione Europea come unione politica ed economica, sinonimo di coesione e collaborazione internazionale.
Infatti, pare che dai prossimi programmi di studio, l’Europa rimanga, ma come soggetto esterno alla Gran Bretagna, come sinonimo di una visione ampia delle relazioni internazionali del Regno Unito. (altro…)