Tag: cultura


  • Il NociCortinfestival non si farà. Siamo tutti più poveri

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    C’ho lavorato per 3 anni. Ho fatto un po’ di tutto e per me è stata una bellissima esperienza. Il NociCortinfestival non era soltanto un evento cinematografico, ma era diventato un po’ come la festa di San Rocco. Un appuntamento atteso, che segnava l’estate nocese.

    Il NociCortinfestival, quest’anno non si farà. Questa mattina mi sono svegliato con questa bruttissima notizia, diramata dalla stessa associazione NociCinema.

    Mancano i fondi. Sempre la stessa storia, sempre lo stesso cancro di questo maledettissimo Paese che non sa sfruttare le proprie potenzialità, che considera tutto scontato, che non alimenta, ma lascia che la fiaccola dell’intraprendenza si spenga, quando la candela si è ormai consumata.

    Le ragioni, nello specifico, sono elencate nel comunicato stampa dell’associazione, che vi consiglio di leggere attentamente, ma su un punto voglio aprire una riflessione: non è vero quando si dice che basta “avviare” qualcosa che questa camminerà con le sue gambe. Non basta aver dimostrato per 10 anni di essere sinonimo di qualità, di promozione territoriale di alto livello. Non basta nulla. Non c’è mai nessuna certezza. Non c’è sensibilità davanti ad eventi del genere. La certezza risiede in altri luoghi e per altre attività.

    E sia ben chiaro: qui non si parla di sensibilità dei cittadini – gli spettatori e i partecipanti al NCF sono sempre stati entusiasti e attenti all’evento – mi riferisco alle Istituzioni, ad ogni livello. Potete conoscere la vicenda sul comunicato, come vi ho detto.

    Per il resto, Noci, la Puglia, il Mezzogiorno e l’Italia intera hanno perso il prestigio di un evento internazionale come il NociCortinfestival. Da oggi siamo tutti più poveri.

    Ps. spero ancora in un salvataggio di questa edizione e del Festival intero.


  • Università come Pompei

    Università come Pompei

    Ci lamentiamo, giustamente, della situazione incresciosa in cui si trovano gli scavi di Pompei, l’Ara Pacis di Roma e molti altri luoghi di grande valore culturale e artistico. Facciamo bene a lamentarci.

    Aggiungo, però, anche le università: al Politecnico di Bari, due cedimenti di soffitto a distanza di qualche giorno, al Palazzo Del Prete di Giurisprudenza, un pezzo di cornicione viene giù. Tutto a seguito della pioggia che ha colpito nei giorni scorsi la Città.

    Se questa è l’Italia che esce dalla crisi, stiamo proprio bene. Bisogna dirlo a Letta e ai suoi ministri.


  • Perchè ho sottoscritto l’appello “Ripartire dalla cultura”

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    Ho deciso di sottoscrivere l’appello Ripartire dalla cultura, perchè credo sia importante sviluppare una visione del nostro Paese che rinvigorisca le radici culturali, storiche e artistiche, segni distintivi dell’Italia rispetto agli altri paesi europei e del resto del mondo.

    La cultura oggi, non rappresenta solo teatro, musica, pittura, scultura e tutte le forme concrete, tangibili che si possono attribuire ad essa, ma è anche istruzione, ricerca e quindi scuola, università, formazione.

    Se l’Italia fosse paragonata ad un corpo umano, ricollegherei la cultura alle piastrine del sangue, pronte ad intervenire in caso di trauma, a bloccare la fuoriuscita della forza necessaria per ripartire e per non essere in pericolo. Ecco l’importanza della cultura, ecco perchè è importante sottoscrivere questo appello, che vi invito a leggere e a porre il vostro nome a supporto.


  • Appello dal Jazz ai candidati alle Politiche 2013

    Firma l’appello

    I firmatari di questo documento richiedono che vengano adottati alcuni provvedimenti in grado di favorire una migliore conoscenza di questa musica sul territorio nazionale e all’estero e migliori condizioni per i musicisti, gli organizzatori e le altre figure professionali del settore.

    In particolare richiedono:
    – Un diverso sistema di finanziamento della musica superando i limiti del Fus, con una maggiore attenzione per le strutture specializzate nel jazz e nelle musiche d’oggi, stemperando il privilegio esistente, nella prassi se non nella legge, verso la musica classica.
    – Che nella determinazione dei finanziamenti venga premiato il “rischio culturale”: l’attività dei musicisti giovani o di quelli impegnati nella sperimentazione di nuove forme e nuovi linguaggi; l’attività dei promoter che operano in zone periferiche e disagiate. (altro…)


  • Marte sulla Terra

    Sono stato per una settimana in Cornovaglia. Non vi dirò tutto, perchè mi rendo conto che potrei solo far invidia a molti di voi (battutona), ma vi racconterò ciò che è successo e mi ha lasciato senza parole.

    Parte prima: sapete quando diventate una sorta di museo vivente? Quando tutti vi guardano, osservano e si domandano quali siano le origini dei reperti di quel museo, che voi siete? Ok, sono rimbambito, ma lasciatemi almeno dire a cosa mi stia riferendo.

    Tutto è incominciato quando, arrivato a destinazione, ho dovuto oltrepassare l’ingresso della Mounts Bay School, una scuola, a mio parere, che merita tutti gli onori, per la buona organizzazione didattica e disciplinare. Entrati a scuola, subito, come ovvio che sia, siamo stati raggiunti da molti studenti inglesi che, visti ragazzi di altre nazioni europee (Italia, Norvegia, Bulgaria, Turchia, Polonia e Germania) hanno subito chiesto nomi e altre cose. Ma dov’è la notizia? Aspettate un secondo e ve la dico: arrivati al gruppo italiano (3 membri: 1 ragazzo – io, 2 ragazze) hanno fatto domande sulla cultura, hanno espresso la loro ammirazione nei confronti del Paesaggio e della Storia che ci portiamo sulle spalle (indegnamente, al giorno d’oggi), ma arrivati all’ultima domanda, la punzecchiatina arriva al dunque: cosa ne pensi di Berlusconi? Ma come fate ad averlo ancora come Primo Ministro? A tal domanda, non sapete come il mio cuore si è aperto in una dirompente scia di emozioni patriottiche (quindi anti-berlusconiane) e lascio a voi immaginare cosa io abbia potuto dire.

    Il motivo per cui ero lì, in Cornovaglia, era per un progetto Comenius, scambi studenteschi finanziati dalla Comunità Europea, che hanno come primi obiettivi lo sviluppo della lingua inglese e della categoria disciplinare in questione (può essere sulle biotecnologie – il mio, sull’architettura e su altri argomenti, inerenti al percorso di studi). Beata Comunità Europea! Meno male che esisti!

    Riprendendo il discorso, mi sono sentito fuori dal mondo lì, ma di certo non per il degrado, anzi, il contrario. Strade pulite, leggi severe, cinture allacciate anche ai sedili posteriori, mai il cellulare durante la guida,  strade non invase da centauri o da macchine parcheggiate in tripla fila, insomma, mi sentivo in Europa.

    E a dire che siamo sempre il Paese numero uno per le leggi, da noi è nata la Storia Romana, il Diritto Romano, un faro del mondo e musa ispiratrice delle leggi e dei codici civili del mondo.

    Questa è l’Italia di Berlusconi. Questa è l’Italia del ritorno al nucleare. Questa è l’Italia senza fondi alla Cultura. Questa è l’Italia del 2011. E nel 2012? Staremo a vedere.


  • A Carnevale ogni scherzo val€

    In questi miei 3 giorni di assenza sul blog, ho avuto modo di partecipare ad un Convegno Internazionale di Studi sul Carnevale e il Mediterraneo, a Putignano. Sono entrato in contatto con un enorme bagaglio culturale di tanti docenti universitari che, ognuno dal proprio centro di studi, ha elaborato il percorso storico, artistico e sociale che il Carnevale, come viva tradizione in tutto il mondo, ha compiuto in tantissimi anni.

    Il Carnevale viene sostituito, al giorno d’oggi, da un semplice senso di satira attraverso fumetti e battute. Il popolo dell’antichità cercava modi di impossessarsi del controllo della sicurezza, del sentirsi protetti da un senso comune di sbeffeggiamento del male, del dolore e della vergogna.

    Come il Maestro Luigi Maria Lombardi Satriani ha riferito nel suo intervento, il carnevale è inserito in un contesto realistico e attuale. La necessità di intrecciarsi con il mondo che lo circonda, il Carnevale si dimostra all’altezza di un senso profondo di umanità, di forte voglia di riscatto.

    La Cultura nel nostro Paese è in forte bilico. Vedere docenti universitari che hanno, a dir poco, incantato la platea durante questa “3 giorni”, mi lascia stupito. Il contesto in cui vivono oggi i più grandi personaggi del teatro, del cinema, della musica e della cultura in generale, mi trasmette ansia, un’ansia rivolta al mio futuro, al mio progetto di vita.

    La società umana è stata, da sempre, artefice di alchimie sovrannaturali, come sovrannaturale è l’uomo stesso, e non perderei attimo a dubitare dell’inserimento del Carnevale in una formula complessa di gestione dei sentimenti e delle emozioni.

    Lo sbeffeggiare il potente di turno è qualcosa di sublime, che non tutti i popoli, purtroppo, a causa della loro cultura, possono provare. Durante un intelligente e armonioso confronto tra il Carnevale ebraico e il Carnevale tradizionale della nostra cultura, una delle religioni più severe, dal punto di vista delle tradizioni, permette in determinate feste, molto importanti, di vestirsi in maschera o di deridere chi, in un contesto generalizzato, verrebbe semplicemente rispettato e seguito. Moni Ovadia ha raccontato dei diversi modi di intendere il “rompere il ghiaccio” con le tradizioni arcaiche.

    Torniamo a Putignano: i cittadini sono divisi a metà, da un lato c’è chi è favorevole al Carnevale e quindi ad una continuazione di una tradizione ormai arrivata a 617 anni di vita e c’è chi preferirebbe “spendere i soldi altrove”. Ma guardiamo Viareggio: un paese di 64.000 abitanti, in provincia di Lucca, cosa ha di noto, se non il Carnevale? Viareggio senza il Carnevale non sarebbe tale. Così è Putignano, senza il Carnevale non sarebbe la stessa Putignano. A parte le spese per il Comune, ma che credo poi siano ben ripagate in affluenza di turisti e anche di entrate, credo che gli albergatori, i piccoli B&B e i negozianti, siano toccati in prima persona dalle visite di forestieri.

    In un momento così difficile per tutta la Cultura nel nostro Paese, vedere una tradizione popolare, quale appunto il Carnevale di Putignano, rimanere in piedi, nonostante le diverse peripezie fatte dagli organizzatori, è qualcosa di straordinario. Noi, predicatori in doppio petto, pieni di “astuzia” e grandi esponenti della società, ci dimentichiamo di ricordare che, nella grandissima parte delle volte, tra le nostre rivendicazioni c’è proprio il non perdere l’identità comune, il non piegarsi alle pressioni del mondo esterno, ma conservare tradizioni e manifestazioni popolari che, se non ora in futuro, saranno un tesoro inestimabile e potrebbero far crescere di gran lunga la città e tutto quanto il nostro Paese.

    Perchè dalla Cultura dovrà nascere la nuova identità comune del nostro Paese, una nuova moralità, un nuovo modo di essere cittadini.