Tag: coronavirus


  • Le relazioni e l’impatto sociale della pandemia | Podcast

    Le relazioni e l’impatto sociale della pandemia | Podcast

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    Ultimo appuntamento con il podcast “5 Under35 Raccontano la Post-pandemia“. La chiusura di questa (a mio avviso) bellissima esperienza è dedicata a noi stessi. Al centro della chiacchierata, l’impatto psicologico che la pandemia ha avuto (e avrà) sulle nostre relazioni interpersonali, su come adatteremo (o cercheremo di farlo) la nostra vita sociale.

    Ho avuto il grande piacere di parlarne con Ilaria Bracuti Monaco, 28 anni, psicologa psicoterapeuta sistemico-relazionale. Grazie alla sua esperienza e alla sua chiave di lettura, abbiamo parlato di un tema tanto rilevante quanto sottovalutato: gli impatti che questa emergenza sanitaria ha avuto, con la quarantena, il lockdown e il distanziamento sociale, sugli stati emotivi di ognuno di noi.

    Un tema che ci riguarda tutti, sia direttamente che indirettamente, sia in modo consapevole che inconsapevole. Insomma, abbiamo chiuso in bellezza e ci tengo a ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto questo progetto. Grazie al vostro supporto abbiamo ottenuto ottimi risultati negli ascolti, nei download su tutte le piattaforme di streaming.

    Grazie. Grazie. Grazie. Restiamo in contatto qui e lì, sul blog e nel mondo reale. Ora rimbocchiamoci le mani e diamoci da fare per riprenderci i nostri spazi e le nostre vite, in questo mondo nuovo che la pandemia ha creato.

    La puntata è disponibile anche su Spreaker, Spotify, Google Podcast e Apple Podcast.


    Per il 10° anniversario del mio blog, ho pensato di creare un nuovo progetto. Breve ma, spero, utile per chiunque vorrà approfondire alcuni temi cruciali, alla luce dell’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19.

    Ho incontrato (virtualmente) cinque under35 e con loro ho dialogato sul prossimo futuro. Attraverso le loro esperienze e le loro competenze, abbiamo provato ad immaginare il mondo che ci attende fuori dalla nostra finestra. L’emergenza sanitaria, prima o poi, finirà. Ma le scelte che si stanno concretizzando in queste settimane incideranno sulle nostre vite anche quando del Covid-19 resterà solo un vecchio e brutto ricordo.

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  • L’Europa e la Solidarietà dopo la pandemia | Podcast

    L’Europa e la Solidarietà dopo la pandemia | Podcast

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    Il quarto appuntamento con il podcast “5 Under35 Raccontano la Post-pandemia” è dedicato all’Europa e alla Solidarietà europea, alle risposte che le Istituzioni europee hanno posto al centro dell’azione politica ed economica dell’Unione per fronteggiare la crisi sanitaria provocata dal Covid-19 e le sue implicazioni economiche.

    Il vento anti-europeista ha ripreso a soffiare prepotentemente sul nostro continente, travolgendo il progetto europeo. Ma quali sono le reali risposte che l’Europa ha dato agli Stati membri? Come stanno reagendo a questa emergenza le Istituzioni europee? Stanno davvero dimostrando di non essere all’altezza? O è la solita retorica anti-europeista e sovranista che cerca di sfruttare le paure e la rabbia dei cittadini per raggiungere i propri scopi politici?

    Di questo e molto altro ne ho discusso con l’On. Brando Benifei, 34 anni, Eurodeputato e capo-delegazione del Partito Democratico al Parlamento Europeo, nel 2016 tra i 30 politici under30 più influenti d’Europa secondo Forbes.

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    Per il 10° anniversario del mio blog, ho pensato di creare un nuovo progetto. Breve ma, spero, utile per chiunque vorrà approfondire alcuni temi cruciali, alla luce dell’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19.

    Ho incontrato (virtualmente) cinque under35 e con loro ho dialogato sul prossimo futuro. Attraverso le loro esperienze e le loro competenze, abbiamo provato ad immaginare il mondo che ci attende fuori dalla nostra finestra. L’emergenza sanitaria, prima o poi, finirà. Ma le scelte che si stanno concretizzando in queste settimane incideranno sulle nostre vite anche quando del Covid-19 resterà solo un vecchio e brutto ricordo.

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  • Le imprese e il coraggio di innovare | Podcast

    Le imprese e il coraggio di innovare | Podcast

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    Il terzo appuntamento con il podcast “5 Under35 Raccontano la Post-pandemia” è dedicato all’Impresa e all’Innovazione, alle sfide che il tessuto produttivo del Paese dovrà affrontare dopo l’emergenza sanitaria.

    Una chiave di lettura differente, dove al centro c’è l’esigenza di porre un’accelerazione all’innovazione dell’imprenditoria. Siamo un’economia dinamica, fatta per di più di piccole e medie imprese che sfidano ogni giorno il mondo sempre più vicino e sempre più competitivo.

    Quali sono le principali questioni da affrontare? Siamo davvero un’economia “basata sui bonus” come qualcuno ha affermato nei giorni scorsi? Molte imprese sono in difficoltà a causa del lockdown o il problema proviene da più lontano?

    Ne parlo con Domenico Colucci, 30 anni, Co-fondatore e Marketing Leader di Nextome, Miglior Imprenditore dell’anno dalla Commissione Europea, Miglior Innovator under 35 per la rivista del MIT – Massachussets Institute of Technology, Forbes 30 Under 30.

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    Per il 10° anniversario del mio blog, ho pensato di creare un nuovo progetto. Breve ma, spero, utile per chiunque vorrà approfondire alcuni temi cruciali, alla luce dell’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19.

    Ho incontrato (virtualmente) cinque under35 e con loro ho dialogato sul prossimo futuro. Attraverso le loro esperienze e le loro competenze, abbiamo provato ad immaginare il mondo che ci attende fuori dalla nostra finestra. L’emergenza sanitaria, prima o poi, finirà. Ma le scelte che si stanno concretizzando in queste settimane incideranno sulle nostre vite anche quando del Covid-19 resterà solo un vecchio e brutto ricordo.

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  • La Costituzione e lo stress test del Titolo V | Podcast

    La Costituzione e lo stress test del Titolo V | Podcast

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    Il secondo appuntamento con il podcast “5 Under35 Raccontano la Post-pandemia” è dedicato alla Costituzione, alla sua grande abilità senza tempo di adattarsi alle esigenze del tempo che passa.

    L’emergenza sanitaria ha posto un grande tema divisione e gestione delle competenze tra Stato e Regioni, soprattutto dopo le diverse polemiche innescate da alcuni presidenti di regione che hanno intrapreso vie diverse da quelle indicate, in linea generale, dal Governo centrale.

    Competenze esclusive e concorrenti tra il Centro e la Periferia del Paese. Quali saranno gli impatti sul Titolo V della Costituzione, già oggetto di mire da parte della classe politica che ha provato a cambiarla più volte. Reggerà allo stress test? Se sì, perché? Se no, cosa potrebbe succedere?

    Ne parlo con Luca Dell’Atti, avvocato di 29 anni, dottore di ricerca in Diritto Costituzionale e membro dell’Esecutivo nazionale dell’ADI – Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia.

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    Per il 10° anniversario del mio blog, ho pensato di creare un nuovo progetto. Breve ma, spero, utile per chiunque vorrà approfondire alcuni temi cruciali, alla luce dell’emergenza sanitaria provocata dal Covid-19.

    Ho incontrato (virtualmente) cinque under35 e con loro ho dialogato sul prossimo futuro. Attraverso le loro esperienze e le loro competenze, abbiamo provato ad immaginare il mondo che ci attende fuori dalla nostra finestra. L’emergenza sanitaria, prima o poi, finirà. Ma le scelte che si stanno concretizzando in queste settimane incideranno sulle nostre vite anche quando del Covid-19 resterà solo un vecchio e brutto ricordo.

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  • Contact tracing, Immuni e la libertà (quasi) violata

    Contact tracing, Immuni e la libertà (quasi) violata

    Sul Corriere della Sera di oggi, a pagina 3, c’è un focus sulla nuova app “Immuni”, licenziata dalla Task Force del Ministero dell’Innovazione e ufficialmente scelta tramite ordinanza del Commissario straordinario Arcuri.

    Cominciano ad emergere le particolarità dell’applicazione e, tra queste, fa sobbalzare dalla sedia la scelta di rendere l’utilizzo dell’app (quasi) obbligatorio, impedendo a chi non ne faccia uso di poter circolare nel rispetto delle modalità che saranno applicate dal 4 maggio in via generale.

    Tale obbligo si scontra con l’indirizzo fortemente sostenuto da parte dell’Autorità Garante per la Protezione dei dati personali che – voglio ricordarlo – sin da subito si era resa favorevole al contact tracing solo, però, se nel rispetto del principio di proporzionalità dei trattamenti. Dello stesso avviso è stato il comitato europeo dei garanti privacy, lo European Data Protection Board (EDPB) che, nell’individuazione di una base giuridica adeguata sulla quale fondare il tracciamento, aveva sostenuto la necessità di rendere volontario l’uso dell’app e di non prevedere alcuna conseguenza per coloro che non intenderanno installarla. Alla lettera, ecco quanto dichiarato:

    The enactment of national laws, promoting the voluntary use of the app without any negative consequence for the individuals not using it, could be a legal basis for the use of the apps

    Dall’altra parte, il Governo sostiene che l’uso di quest’app avrà l’effetto di contenere il contagio solo se almeno il 60% dei cittadini ne farà uso. Il bilanciamento tra privacy e diritto alla salute è un tema caldissimo nelle ultime settimane, eppure spingere i cittadini ad installare un’app pur di non cadere in restrizioni ulteriori lede la libertà di scelta che è l’effetto applicativo di quella proporzionalità sostenuta dal Garante (in primis) e meglio esplicitata dall’EDPB (in secundis).

    Se il Governo vuole incentivare i cittadini all’uso di Immuni lo faccia pure, ma non a colpi di “sanzioni sociali”, perché è bene ribadirlo: qui non si sta sindacando sull’utilizzo di questa tecnologia per frenare il contagio e permetterci di tornare per le strade delle nostre città, ma sulla relazione tra uso dell’app e restrizioni sociali. Un tema delicato quanto di non facile ed immediata comprensione.

    Il futuro ci attende e tornare indietro sarà molto difficile.

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  • Se Calamandrei avesse potuto…

    Se Calamandrei avesse potuto…
    Lo avrai
    Coronavirus
    il monumento che pretendi da noi italiani
    ma con che pietra si costruirà
    a deciderlo tocca a noi.
     
    Non coi sassi impregnati
    delle lacrime strappate dalla tua indiscriminata ferocia
    non colla terra dei cimiteri stracolmi
    dove i nostri cari
    riposano finalmente in serenità
    non colla polvere inviolata delle città deserte
    che per lunghi mesi ti sfidarono
    non colla primavera di queste valli
    che ti videro agire.
     
    Ma soltanto col silenzio dei malati
    più duro d’ogni macigno
    soltanto con la roccia di questo patto
    giurato fra donne e uomini di Scienza e di Stato
    che in prima linea si schierarono
    per dovere e amore e non per idolatria
    decisi a riscattare
    la sofferenza e il terrore per la morte.
     
    Su queste strade se vorrai tornare
    ai nostri posti ci ritroverai
    morti e vivi collo stesso impegno
    popolo serrato intorno al monumento
    che si chiama
    ora e sempre
    RESISTENZA
     
    =======
    Spero che Piero Calamandrei possa perdonarmi per aver usurpato la sua opera d’arte.

  • Il Parlamento italiano si riunisca. Al completo.

    Il Parlamento italiano si riunisca. Al completo.

    Serve rispettare un metro di distanza tra parlamentari. Okay.
    Serve tutelare la salute dei parlamentari, come di tutti gli altri cittadini. Cosa sacrosanta.

    Palazzo Madama e Palazzo Montecitorio non riescono a garantire spazi utili per garantire le misure di sicurezza? Troviamo una soluzione alternativa.

    Il Parlamento si riunisca nei padiglioni della Fiera di Roma, di un palazzetto dello sport, in Piazza del Popolo con Fico e la Casellati su un palchetto ed un megafono.

    Insomma, si riunisca ma lo faccia al completo. No categorico ad una diminuzione arbitraria dei parlamentari attivi (pare 316). Chi li sceglie? Chi rappresenteranno? Saranno rappresentati tutti i territori in egual modo? Oppure ci sarà un criterio che tenga conto dell’incidenza del contagio in alcuni territori? Sulla base di quali principi costituzionali si effettuerebbe tale scelta?

    Diamoci da fare.

    Viva la Democrazia! Viva la Costituzione! Viva il Parlamento!
    Viva l’Italia!


  • Lettera a me stesso fuori dalla quarantena

    Lettera a me stesso fuori dalla quarantena

    Caro Davide,

    Sono te in un momento abbastanza complicato. Probabilmente, quando rileggerai queste parole, tra qualche mese, penserai che è tutto così strano. Sappi che è strano anche per me, adesso.

    Ti scrivo dalla cucina della mia (nostra) casa di Roma. Sono le 00.51 di un giovedì sera che non assomiglia per niente ad altri giovedì sera. Non è stata una giornata come le altre. È inutile dirtelo. Però ti scrivo perché voglio che non dimentichi mai quello che hai vissuto e hai pensato in un momento come questo.

    Il nostro Paese sta vivendo una delle situazioni più difficili dal secondo dopoguerra. Un virus aggressivo ci tiene rinchiusi nelle nostre case, rintanati tra quattro mura. Le strade deserte. Negozi e luoghi di aggregazione sbarrati. Si ha la sensazione che tra un momento e l’altro una bomba possa esplodere sulle nostre teste. C’è la nostra vita in gioco. E non parlo di “vita” come si fa nella retorica spicciola di tutti i giorni – quelli normali – no. Qui si lotta tra il vivere e il morire. E ci sono persone che stanno morendo, Davide, tra le braccia di angeli con il camice.

    Ho paura. Ho paura di morire. Lo so, forse sono uno sciocco a pensarlo, ma è la verità. E nascondere a te le mie sensazioni sarebbe un controsenso. Oltretutto, non ho alcuna intenzione di “fare il forte”. Non serve. Non vi è ragione di nascondere le proprie emozioni e queste sono le mie.

    In questi giorni, osservo il cielo dalla mia finestra, esco solo per fare la spesa e quando varco la porta di casa, mi guardo intorno furtivamente, come se qualcuno stesse per tendermi una trappola. Guanti, mascherina di fortuna (una sciarpa legata stretta al viso, perché qui le mascherine sono tutte finite) e si corre a comprare il necessario.

    La tecnologia mi è venuta in soccorso, in questi giorni di solitudine. Riesco a sentire e vedere le persone a cui voglio bene. Non ti nascondo che il desiderio di tornare da loro è forte. Forse avrei potuto farlo, fino a qualche giorno fa. E forse potrei farlo anche ora. Alla fine, sono residente in Puglia. Chi può mai impedirmi di tornare dove ho “ufficialmente” la mia casa? Eppure non l’ho fatto né prima e né l’ho fatto ora. Perché? Beh…perché non riesco più a pensare a mamma, papà, mio fratello, le mie nonne, i miei familiari, i miei amici e le persone a me care come ho fatto fino a qualche giorno fa. Non sono più solo la loro voce, i loro sguardi, il loro affetto e le loro storie. Sono vite umane da salvare. E per me questa cosa è più importante di qualsiasi altro desiderio. Non voglio mettere a rischio nessuno. Per nessuna ragione al mondo. Non voglio pensarci neanche lontanamente. Non sono un assassino e né, tantomeno, un incosciente.

    Devi sapere, caro Davide, che in questi giorni, tra le mille preoccupazioni, ho preso coscienza di una cosa, più di quanto già non ne avessi: la gente è pazza! Non tutta, per fortuna. Ma c’è qualcuno che ha dimostrato che, per loro, la vita delle altre persone non è così importante. Per quanto mi riguarda, se decidi di fregartene delle regole e di non proteggere con le tue azioni la vita degli altri, non sei né il più furbo e né il più figo. Sei solo un misero stronzo.
    Mi chiedo come potrai rivolgere loro la parola, d’ora in avanti? Non farlo. Te ne prego.
    Ci siamo dati delle regole e queste andavano rispettate. Cosa c’era di così difficile? Come è possibile che qualcuno metta al primo posto i propri interessi, senza curarsi di quello che può accadere a chi si ha accanto? Anche quando si tratta dei propri nonni e dei propri genitori?

    Dalla mia stanza osservo, leggo e ascolto quello che succede. Mi ribolle il sangue nell’apprendere ciò che sta accadendo attorno alle persone che, loro malgrado, questo virus lo hanno preso. Abitazioni segnate con la vernice, come accadeva con la peste. Nomi e cognomi finiti tra messaggi fatti girare a destra e a manca, invitando tutti coloro che fossero stati a contatto con questi di segnalarlo alle autorità e di mettersi in quarantena fiduciaria.
    Ogni volta che vi è anche solo una voce messa in circolazione, scatta la caccia alle streghe. Cosa devo sopportare. Cosa hai dovuto sopportare! Come si può trattare il prossimo in questo modo? Come si può, a maggior ragione, quando quella persona sul patibolo è un tuo conoscente o, peggio, il tuo vicino di casa?

    Anche in questo momento in cui ti scrivo, chiudo gli occhi e immagino di essere tra le persone che amo. In questo momento sono lontane, ma non come lo sono da ormai 2 anni e mezzo a questa parte, da quando vivo (vivi) a Roma. Sembrano essere sulla Luna. Perché raggiungerle non mi è possibile. Eppure vorrei tanto abbracciarle.

    Ecco, una cosa che devi ricordare è che ci è stato vietato di abbracciarci e di baciarci. Che strano vero? Gli abbracci e i baci, simboli di affetto e amore verso gli altri, non possiamo né darli e né riceverli per lo stesso affetto e lo stesso amore che loro
    rappresentano . Perché dobbiamo proteggerci gli uni con gli altri.

    Davide, promettimi una cosa: quando tutto questo sarà finito, torna tra le tue persone. Abbracciale e baciale come non hai mai fatto sino ad ora. Stringile a te, sentendo il peso di ogni singolo istante. Perché vorrei farlo io, in questo momento, ma non mi è possibile. E ricorda che niente è scontato. Anche quei gesti che compiamo ogni giorno possono essere messi a repentaglio da pericoli più grandi di noi, anche da quelli che non si vedono ad occhio nudo.

    Un’ultima cosa: apprezza tutto. Vivi le tue libertà come fossero conquiste quotidiane. Lavora, studia, fai cose. Ma falle con una consapevolezza in più, cioè che siamo deboli nelle nostre certezze. Ed ama. Ama più che puoi. Ma Ama. Perché l’amore e la voglia di rivedersi sono le uniche cose che ti danno la forza di sognare la luce, quando intorno a te tutto sembra così buio.

    Ti saluto, caro Davide.
    Domani inizia un altro giorno di quarantena e dovrò segnare un “-1” a ciò che mi separa dall’essere te.

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