Domani mattina presento la mozione di Pippo Civati nel mio circolo, a Noci. Emozionato, certo, ma anche consapevole che il progetto da noi supportato è un progetto di vero rinnovamento e vero cambiamento. Il Partito Democratico non può sprofondare nella Terza Via fallimentare proposta da Renzi e da un conservatorismo d’apparato che si cela dietro Cuperlo. Lo diciamo con assoluta franchezza e siamo certi che avremo un bellissimo ed importantissimorisultato.
Forza! Vi aspetto domani, ore 10.00, presso il Chiostro delle Clarisse di Noci.
Scenari di vita quotidiana, in un Paese fuori da ogni rigor di logica, con un PD alle prese con se stesso e l’orgasmo da larghe intese con un partner in piena crisi personale.
Se avessimo intelligenza, oltre che tattica politica, un minuto dopo avremmo dovuto staccare la spina alle larghe intese e andare alle elezioni, vincerle e governare con un chiaro programma elettorale e con una maggioranza chiara, precisa e soprattutto di centrosinistra. Ops! Ma questo non è possibile, attualmente, perché siamo in pieno Congresso e non possiamo avere altre distrazioni. Sarà dopo. Ops! Di nuovo. Il Congresso pare lo vincerà colui che, tra i suoi supporters, ha l’attuale Presidente del Consiglio e buona parte dei killer di Prodi (i restanti sono con Cuperlo). Per scongiurare ogni tipo di dubbio, pare abbia dichiarato di essere pronto a ricandidarsi a Sindaco di Firenze, giusto per capire quale sia l’orizzonte per il PD nei prossimi due anni.
Diciamo che i 101 continuano ad avere il controllo del partito ed a non ridarlo in mano agli elettori. Ops! Per la terza volta! Pare che il Congresso lo vincerà quello “giovane”, voluto dagli elettori, nuovi o vecchi che siano. Ops! Per la quarta volta! Mi dispiace dirvelo, ma a 38 anni non si è più giovani, si è adulti. Perché se lui è giovane io che cosa sono?
Ops! Pare che questo Congresso abbia già dei vinti: gli elettori, i militanti, tutti coloro che andranno a votare. Perché? Semplice: così come il fallimento di Bersani con il M5S era tutto architettato per “giustificare” le larghe intese, così il PD, con il prossimo congresso, non otterrà la tanto voluta rivoluzione generazionale (meglio nota come “rinnovamento”), perché la nave partita da Firenze si è trasformata in una scialuppa di salvataggio per i tanti Schettino del PD e sarà solo un tentativo (riuscito) di sopravvivenza.
Io preferisco nuotare con le mie braccia. Almeno sai che puoi contare solo sulle tue forze e non sull’ipocrisia.
Avvitato su se stesso, lontano dai problemi della gente. Il dibattito interno nel PD, in queste ore, è focalizzato su regole, tesseramenti e vittorie locali a suon di tessere e colpi di coda. “Sono più bello io. No, sono più bello io.” in sintesi, il congresso del PD. Ovviamente non vale per tutti.
Anche se con ritardo, vorrei lasciare il mio commento al dibattito di ieri pomeriggio su SkyTG24, sul congresso del PD. Di quello che si è detto, ma soprattutto di quello che non si è detto.
Mezz’ora di diatribe. In quella mezz’ora il PD si stava dimostrando di essere quello che è sempre stato, suo malgrado, nostro malgrado: l’esasperazione di se stesso.
Mezz’ora di trasmissione, mezz’ora di battibecchi, neanche una discussione su tematiche importanti, come quella sul PSE (per altro oggi ho cercato di chiederlo a Renzi tramite il #matteorisponde, senza risultato). Tema centrale quello Europeo che, secondo Gad Lerner(sostenitore di Cuperlo), è surreale per come si sta ponendo nel dibattito interno. Importante, sarebbe stato, parlare, oltre che dell’Europa, anche di lavoro, ambiente, istruzione e nuove tecnologie. Sembrava di vedere una fossa di gattopardi, anziché di leoni inferociti e pronti a tutto pur di difendere le proprie idee.
Mi meraviglio di questo, mi meraviglio di meravigliarmi. Forse sono io che sbaglio, forse sono io che intendo questo congresso non un semplice momento di passaggio di consegne (fasullo, dove subito dopo continuerà la fitta rete di interessi e di giochi del potere), ma un momento di rifondazione culturale e politica del partito. Come puoi rifondare il partito se l’unico argomento, nel 98% dei casi, è solo “regole, tesseramento, siamo più belli noi di voi, ecc”.
Mi dispiace per Nico Stumpo, Chiara Geloni e Simona Bonafé, ma hanno messo in scena un siparietto da capogiro. L’unica, e dico l’unica, che ha dimostrato di essere concentrata sulle tematiche politiche è stata Elly Schlein. Sia chiaro che non lo dico perchè appoggia Pippo Civati.
Tornando sull’adesione o meno del PD al Partito Socialista Europeo, mi permetto di fare questa piccolissima comparazione di intenti dello stesso PD in due ambiti: uno nazionale e l’altro europeo.
Sul piano nazionale, il PD ha sempre definito la sua posizione come garantedelbipolarismo e Renzi ne ha ripetuto più volte il concetto.
Sul piano europeo, lo stesso partito ha aderito al gruppo dei Socialisti & Democratici (un progetto pressappoco fine a se stesso), una via di mezzo, diciamo che non è ne carne e ne pesce.
All’interno del Parlamento Europeo, il bipolarismo è minato da gravi risultati in altri Paesi europei, dove gli estremismi dilagano: il PD deve essere difensore del bipolarismo (PSE-PPE) ed essere coerente (fra le tante cose) con il suo progetto politico naturale, sin dalle Europee del 2014.
Molte persone, ormai, mi chiedono spesso cosa ci faccia io nel PD, perché continui a difendere il mio partito da attacchi e luoghi comuni che avvolgono il Partito Democratico, lasciatemelo dire, molte volte indegnamente e sbagliando alla grande.
Io sono del e nel PD perché credo che il Partito Democratico sia l’unico e vero partito con un sistema di decisione democratica al suo interno, capace di essere vero strumento di rinnovamento, cambiamento e soprattutto di buon governo. Non come qualche 101 vuole far credere, soprattutto sulle slabbrate intese(più che larghe).
Il buon governo lo vediamo soprattutto nei territori, dove nelle amministrazioni locali, nelle province e nelle regioni, il PD riesce a dare un suo forte contributo alla cittadinanza, trasformandosi in sentinelle verso i cittadini. Certo, non mancano i disguidi e i problemi, ma non sono nel PD perché è un partito perfetto, anzi, proprio perché lo si può sempre migliorare, cercando soluzioni ai problemi che si presentano di giorno in giorno, senza dover chinare la testa davanti a nessuno.
“Non chinare la testa davanti a nessuno”: solo chi è veramente libero può dire una cosa del genere. Lo dicevo qualche giorno fa: il PD ha un sistema interno feudale, fatto di leader nazionali, vassalli regionali, valvassori provinciali e valvassini cittadini. Non sono pochi coloro che pur di tenere ben salda la propria posizione predominante nel gruppo, si affiliano a capibastone che possano intercedere per loro e per i loro interessi.
Ma dov’è il punto? Da come descrivo questi particolari, sembra che sia più che stanco di queste logiche da politichetta da quattro soldi, da uomini falliti, ebbene, lo sono. Sono stanco di queste logiche, ma non sono stanco del PD, anzi, sono spronato ad andare avanti perché in quel simbolo vedo l’unica speranza per questo Paese.
Mi dispiace per tutti coloro che sperano in uno sfascio totale del Partito Democratico. Chi augura il fallimento del PD, augura il fallimento della sinistra italiana e la condanna alla vittoria per il centrodestra, un centrodestra ormai più che perso.
Qualcuno dirà: “ma perché il PD è di sinistra?”. Lo è, molto più di quanto possiate pensare, fino a quando ci saranno persone che combattono per la democrazia decisionale e sperano in un sistema di consultazione perenne con i tesserati, il PD sarà di sinistra. Fino a quando qualcuno combatterà per i diritti dei lavoratori, dei cassintegrati e dei disoccupati, il PD sarà di sinistra. Fino a quando qualcuno nel PD dirà che le larghe intese sono state l’errore più grande che si sia compiuto, il PD sarà di sinistra. Fino a quando ci saranno persone come Pippo Civati che vogliono aprire un dialogo con gli elettori del Movimento 5 Stelle e capire perché sono scappati dal centrosinistra, il PD sarà di sinistra.
Finiamola con tutti questi luoghi comuni, ne va della nostra intelligenza. Cominciamo a discutere se e come il PD dovrà affrontare il discorso “coalizione” e se può esserci finalmente una grande casa comune dei partiti della sinistra italiana, riformisti e progressisti, per creare un progetto per il Paese che guardi al futuro, senza dimenticare per strada chi ha bisogno di aiuto (e ad oggi sono molti, anzi, moltissimi).
Ve lo ricordo: sono del PDperché credo in questo partito come unico strumento per ridare vigore all’Italia, alla politica, alla democrazia e alla dignità delle persone.
Sono del PD perché credo che non ci sia altro partito che mi possa garantire la possibilità di dire la mia e di poter contribuire alle decisioni politiche di maggiore rilevanza.
Sono del PD perché credo fermamente che additare dall’esterno e giudicare senza vivere in prima persona i fatti, sia il peggior modo di vivere e di prendere una posizione.
Sono del PD perché più di molti altri commentatori sono stanco dell’attuale classe dirigente del mio partito e molto più di altri ho intenzione di combattere contro questa e di far valere le mie ragioni, ragioni che accomunano molti giovani e meno giovani militanti, come me.
Un invito ad Epifani: più che chiedere ai militanti (e non solo) le ragioni che portano a votare PD, con #iovotoperché, dobbiamo chiedere #sonodelPDperché
Indirizzata a tutti i responsabili dello schifo di questi giorni.
Egregi adulti del PD,
sia ben chiaro, adulti per una questione di età, più che di saggezza. Non offendetevi, ma ora capirete il perché di questa mia posizione.
Sono ormai più di tre anni che combatto quotidianamente per questo partito e non pensavo di dover combattere, un giorno, contro lo stesso. Combatto perché non posso accettare in nessun modo quanto sta accadendo in tutta Italia, nei circoli, nelle federazioni provinciali. Combatto perché ho una dignità che mi spinge a calpestare violentemente l’uso improprio che molti di voi stanno facendo del tesseramento, per una lotta interna tra correnti, tra vecchi ex, tra capibastone. Che vergogna.
Mi dispiace per voi, cari adulti del PD, ma non è questo l’esempio che avreste dovuto dare ai giovani militanti, a chi è rimasto fuori ad osservare prima di prendere una decisione sul tesserarsi o meno (allontanandolo spaventato, inesorabilmente).
Avete fallito. Fallito nella vostra vita politica, siete i primi responsabili del tracollo del nostro Paese, perché non siete riusciti a creare un soggetto politico capace di sanare il vuoto che il berlusconismo ha creato nel Paese. Avete fallito perché non siete moralmente superiori a nessuno, ma credete l’esatto contrario. Con che faccia criticate un elettore di Berlusconi, se voi siete la fotocopia di un modo di intendere la politica e il partito?
La differenza tra il partito di Berlusconi e il vostro, che voi avete plasmato (e che noi demoliremo per ricostruirlo da zero), sta nel fatto che per uno c’è solo un leader, per l’altro, ogni circolo ne ha 3 o 4. La sostanza non cambia, anzi, peggiora.
Cari adulti del PD, io sono un giovane del PD. Non lo dico per vantarmi, perché io e, come me, tanti altri ragazzi abbiamo un fardello molto più grosso e pesante del vostro: noi dobbiamo combattere, non solo, contro vecchie logiche politiche ma anche e soprattutto contro i nostri coetanei che ci credono vecchi perché impegnati in un partito.
Cari adulti del PD, abbiate un minimo sussulto di dignità: dimettetevi da qualsiasi carica politica e chiedete scusa alle vittime dei vostri interessi, chiedete scusa a chi crede veramente nel PD e nei congressi, come momento cardine per il rinnovamento del partito e quindi dell’Italia. Così non sarà e questo mi dispiace.
Cari adulti del PD, abbiate fede, qualcuno darà vita al vero PD. Una cosa è certa: non saranno coloro che giocano con il tesseramento.
Vorrei semplicemente sottolineare un piccolo concetto che ho in mente da un po’ e che mi fa saltare alla mente una proposta che feci(più che altro una provocazione), la quale ha ricevuto, a suo tempo, non poche critiche, che rispetto tutte. Ma a quelle persone, che erano così scettiche di quel modus operandi per i congressi di circolo, vorrei far notare quanto sta accadendo in Italia, nel Partito Democratico “in carne ed ossa” o, proprio per tutto questo trambusto, dovrei dire “in pacchetti di tessere e accordi sottobanco”.
Si vuole far credere che il modo con cui si stanno celebrando i congressi nei territori sia il modo più naturale possibile per un partito al passo con i tempi. Che sciocchezza inaudita. Credevo che fosse una provocazione bella e buona la mia, ma non mi aspettavo di vedere quanto da me ipotizzato, mostruosamente elaborato dal tanto mostruoso “genio” di coloro che hanno varato il regolamento per i congressi di diverso livello.
Volete farmi credere che far tesserare le persone che vengono a votare, anche lo stesso giorno delle votazioni, sia il parametro di garanzia per questi congressi? Semplicemente sono congressi a 15€. Ma questa è roba da gomblottisti, da bambini che giocano alla politica e che non sono pronti o non capiscono cosa significa realmente il “pacchetto di tessere”.
Io pacche sulla spalla da chi giustifica i pacchetti di tessere non ne accetto, forse dovrei dire che pacche sulla spalle non le accetto comunque, ma provate a farlo (intendo a tutti coloro che si stanno ribellando per lo schifo che sta succedendo in ogni parte della Penisola) e sono sicuro che non vi funzionerà un arto (metaforicamente parlando, anzi, politicamente parlando).
Saluti.
Ps: con ciò non volevo manifestare il mio stupore, anzi, volevo semplicemente mettere nero su bianco quello che mi frulla nella testa su questo maledettissimo gioco di tessere e di poltrone. Ri-saluti.
Non ricordo da quanto tempo, ormai, la politica si poggia sulla logica del meno peggio.
Un quesito del genere non può non balzare alla mante se si guarda cosa sta succedendo nei vari congressi del Partito Democratico, ad ogni livello, sia chiaro.
Mi dispiace veramente tanto per quello che sta accadendo a livello provinciale, qui in Terra di Bari, dove il congresso si è trasformato in una conta tra correnti, in alchimie da premio Nobel, tra capibastone che credono in un partito al proprio servizio e a loro uso e consumo.
Candidarsi per conto di qualcuno è qualcosa che non ho mai compreso e mai accetterò, soprattutto quando si perde la propria personalità e si è semplicemente la manifestazione di una scelta di altri.
Ieri ho partecipato all’Assemblea degli Iscrittidel PD di Noci, la mia città: si è parlato di proposizione di una propria candidatura, di una sorta di presa di coscienza che porti alla scelta di mettersi in gioco e di poter contribuire nelle proprie forme e nelle proprie misure al partito. Tanto di cappello ad un ragionamento di questo livello, ma io credo che il problema sia più grande di quanto possiamo immaginarlo.
Se è vero che è una presa di coscienza e che la settimana prossima si eleggerà il nuovo segretario di circolo, credo che il flusso di coscienza che porti ad una autocandidatura sia ormai più che avviato dentro ogni ipotetico candidato, per questo non capisco come si possa temporeggiare e accettare che una candidatura possa essere proposta a poche ore dal voto. Inaccettabile e assurdo.
Sapete, sino a quando il Partito Democratico si ridurrà a scegliere il meno peggio credo che il PD sarà il peggiore di tutti i partiti. Nei circoli, nelle federazioni, non possono esserci interessi personali nella scelta del segretario, per rispetto dei militanti e di tutti coloro che ci mettono la faccia (e qualcos’altro). Chiedo troppo? Se così fosse allora non c’è motivo di continuare a far politica, o meglio, non c’è motivo di credere ancora nel PD.
Io ci credo, molto, moltissimo, nel progetto che raffigura il PD. Proprio per questa ragione non posso accettare che i congressi si trasformino in rese dei conti o peggio degli uffici di collocamento “politico” di amici di amici. Basta. Ora o mai più.