Non sono a Roma. Sono rimasto a Bari. Ma col cuore sono tra i Giovani Democratici che in queste ore stanno celebrando la fase finale del Congresso nazionale. Anche se non presente, voglio lasciare delle mie parole alla nostra Comunità. Fate finta che le abbia lette dal palco.
Care giovani democratiche, cari giovani democratici,
oggi, ci troviamo tutti, chi fisicamente, chi tramite la diretta streaming, a vivere la conclusione di una fase che ci ha visti tutti impegnati: il nostro Congresso.
Ho sempre creduto che la fase congressuale fosse un momento di crescita collettiva e, a differenza di quel che si possa pensare – leggendo quello che hanno scritto di noi i giornali – così è stato.
Abbiamo vissuto momenti di tensione altissima, fortemente destabilizzante, in alcuni casi, ma non lo riterrei, questo, un aspetto negativo, anzi, credo che sia servito. Molto. Credo sia servito a scoprire i nervi sensibili di un’organizzazione che oggi si trova a vivere una fase della politica diversa da quella di qualche anno fa, di quella che abbiamo vissuto durante la precedente fase di rinnovamento della nostra classe dirigente, nel 2012.
In quattro anni, la politica è cambiata, così come è cambiato il nostro Paese. È cambiato il modo di intendere l’impegno politico, è cambiata la sinergia che muove il nostro fare e il nostro essere militanti. Il Partito Democratico, oggi, governa l’Italia e lo fa ponendosi come soggetto determinante nel panorama politico e questo ha portato, inevitabilmente, a trasformare la vita interna dello stesso. I Giovani Democratici, proprio perché parte integrante del PD, questa “nuova vita” l’hanno vissuta sulla loro pelle, soprattutto durante la fase che oggi volge al termine.
Sappiamo quante difficoltà abbiamo riscontrato sui territori. Sappiamo come il partito si sia inserito all’interno delle nostre dinamiche, come abbia contaminato il nostro procedere. Ma dobbiamo anche dire che quello che abbiamo passato è anche frutto dei nostri errori, nell’aver inteso l’Organizzazione giovanile come una macchina semplice, lineare, quando in realtà non lo è affatto, perché è composta da persone e le persone sono, per loro natura, complesse e la complessità volge il suo sguardo all’interno dei soggetti intermedi, quale noi siamo.
Dobbiamo esserne consapevoli, se vogliamo davvero trarre insegnamento da quanto successo.
Proprio perché da qui dobbiamo ripartire, rivolgo il mio messaggio soprattutto a tutti coloro che si sentono delusi, scontenti, sdegnati da quello che hanno vissuto direttamente.
Cari amici e compagni, è vero, la politica non è giocare; la politica non è scherzare; la politica non è solo sognare. La politica è combattere, scontrarsi, vincere o perdere. La politica è vita.
Proprio perché la politica è vita, in tal modo dobbiamo considerarla e in modo coerente, con questo modo di intenderla, dobbiamo viverla, giorno per giorno, lotta su lotta, scontro dopo scontro. Si perde e si vince, ma si deve continuare ad avere la testa alta e il cuore aperto al mondo.
Proprio per questo, a voi dico di non fermarvi, di riprendere il cammino che avete iniziato tempo fa. Innamoratevi nuovamente dei nostri colori, della nostra bandiera, del nostro simbolo e del nostro nome. Si torni ad essere comunità pensante, rivoluzionaria. Una comunità d’avanguardia. Avanguardia sui temi, avanguardia nell’essere militanti, nel fare politica.
Prima di dirlo a voi, lo dico a me stesso, che ho sempre ritenuto i Giovani Democratici la vera ragione per la quale mai, e dico mai, abbia tentennato sull’essere un militante del Partito Democratico. Lo sono da ormai 6 anni e mai ho avuto un dubbio, un ripensamento su quale sia la mia casa. Ho ritenuto, sin da subito, che la mia fosse il PD perché nel PD ci siamo noi GD e, viste le tante difficoltà degli ultimi tempi, qualcuno può aver avuto un crollo di fiducia nella nostra Comunità. Torniamo a fidarci della nostra Storia, del nostro essere e della nostra cittadinanza all’interno del partito. Torniamo a farlo con passione, grinta e tenacia.
Care giovani democratiche e cari giovani democratici, da oggi riparte la nostra Organizzazione. Riparte dopo un periodo burrascoso, ma una nave che vien fuori dalla tempesta, può avere qualche ammaccatura, qualcosa di rotto, ma solo se tutti i marinai si impegnano nell’aggiustarla, quella nave tornerà a salpare tutti i mari del mondo, più forte e solida di prima.
Buon viaggio a noi! Da oggi si torna a navigare nel mare della Politica, al servizio della nostra generazione e del Paese intero.
Viva il Partito Democratico! Viva i Giovani Democratici!