L’Italia è in pericolo. L’Italia è in serio pericolo. La società è allo sbaraglio. I cittadini vedono il proprio reddito scendere a vista d’occhio(-2,7%). I giovani vedono il loro lavoro (precario) sempre più lontano, la disoccupazione giovanile è salita al 29%, dato storico. Il Parlamento non ha più poteri, il dittatore con il passamontagna ha ormai sradicato il senso di quei posti, dove si è fatta l’Italia, dove sono nati i veri progetti per lo sviluppo del Paese. La paura è tanta, non si riesce a comprendere da che parte stare. Il senso dell’umiltà è ormai scomparso, non c’è nemmeno più la dignità di ammettere di aver sbagliato. Tutto questo è stato sostituito dalla superbia e dalla faccia tosta di negare la realtà, di negare le parole trascritte dalle intercettazioni. Le televisioni sono impantanate in un contesto melmoso, fatto di servitù politica e di lecchinaggio a tutto spiano. Annozero fa un unico errore: lascia troppo spazio a puttane e papponi e non si occupa di sondare il territorio, di effettuare un’indagine giornalistica degna di una trasmissione da 7 milioni di telespettatori. L’alternativa al berlusconismo doveva essere il centro-sinistra, ma qui pare essere la nuova destra di Fini. Che dolore atroce al popolo riformista di sinistra, che dolore atroce a chi ha creduto in un progetto. L’ipocrisia è in tutti noi, ognuno di noi ha qualcosa dentro di se che lo rende impocrita, purtroppo, nel momento meno opportuno. Il centro-destra italiano è stato mangiato vivo da Berlusconi, ma la sinistra è stata divorata in un sol boccone dall’anti-berlusconismo. Il Partito Democratico perde sempre consensi, pur perdendo credibilità anche il PdL e la Lega. Il partito più grande d’Italia ha un nome e governerà il Paese nella prossima legislatura, si chiama il Partito dei Cittadini Incazzati, il partito degli astensionisti. Gli astensionisti sono coloro che affrontano la situazione con un forte gesto politico, molto di più di quello che sembra. La situazione è paradossale, in un sistema democratico, basato di forti divergenze tra destra e sinistra, se una parte perde consensi, l’altra ne trae vantaggio, facendo suoi i voti degli scontenti. In Italia è tutto diverso, come sempre. Il grande centro, in realtà è una farsa, un’orgia politica, nata con l’unico scopo di portare i partiti che la compongono al Governo. Un partito che durerebbe 10 min, 6 se all’interno c’è anche il Partito Democratico. La sensazione di smarrimento nel più grande partito di sinistra è forte, a dimostrarlo sono anche i Giovani Democratici di Tivoli, con la loro lettera di addio al PD e l’annuncio del passaggio a SeL. Dovrei parlare di partiti? I partiti sono troppi e troppi rimarranno fino alla caduta della Seconda Repubblica. La Prima è stata la Repubblica delle coalizioni post-elezioni, la Seconda quella del leader al comando della coalizione. Ma dopo cosa accadrà? Si avvierà un nuovo processo, o si ritornerà indietro? Ci sarà una Terza Repubblica? Quella fondata sulle idee e sui progetti comuni o si ritornerà alla Repubblica della DC e del compianto PCI? Il consenso pare essere l’unico pane dei partiti. Tutto viene fatto esclusivamente per quello, ma se una determinata mossa, magari positiva per il Paese e per rilanciare, ad esempio, l’economia è impopolare, non si fa. Meglio il populismo, meglio sparare fesserie a tempo record. Tutta l’Europa si prende a braccetto per risollevare l’economia del continente, per salvare l’Euro dalla speculazione, ma l’Italia preferisce parlare, solo ed esclusivamente, di giustizia. Chissà per quale motivo. Io sono stanco di sentir parlare di lodo, legittimo impedimento, leggi ad personam, voglio sentir parlare del mio futuro. Voglio accendere la tv, guardare Ballarò e sentir parlare Bersani del futuro dei ragazzi di questo Paese, voglio sentir dire da un esponente dell’opposizione di essersi stancato di parlare di puttane, consigliere regionali e ministre. Voglio sentir dire da un esponente dell’opposizione che se il programma ha come tema i fatti personali del premier, lui non parteciperà alla trasmissione. Voglio sentir dire questo, voglio capire da che parte stare. I cittadini si stanno mobilitando, il 13 febbraio a Roma e in tutta Italia ci sono state manifestazioni per la salvaguardia dei diritti e della dignità delle donne. Io amo le donne. Amo il loro modo di essere, di saper interpretare il mondo. L’uomo senza la donna è perso. Se Dio creò la donna da una costola dell’uomo, significa che senza quella costola noi crolleremmo all’istante, come invertebrati. In tutta la Penisola, c’è una raccolta firme in corso, per chiedere le dimissioni di Berlusconi. Anche qui andiamo divisi. Anche qui il PD ha i suoi moduli e Rifondazione Comunista i suoi. Ma perchè sono sempre gli stessi a fare queste cose? I cittadini sono stanchi! L’Italia dei Valori e Sinistra Ecologia e Libertà hanno aderito all’iniziativa firmando i moduli dell’altro partito, senza creare dei propri moduli, con testi differenti e con una matrice politica un po’ diversa. Pensate che i cittadini siano contenti nel vedere questo scempio? Io sputerei per terra. L’ipocrisia di chi guida è tanta. I paraocchi di chi è alla base, immensi. Non ci accorgiamo che chi chiede sacrifici, non ha mai sentito la necessità di dare l’esempio. Il predicare bene e razzolare male, porta ad un’unica strada, quella della fine. Berlusconi ne è l’esempio, il 6 aprile sarà processato e se fino a quel momento, non si sarà fatto una legge ad personam, sarà la fine per colui che, più di tutti, ha preso in giro l’Italia. Dall’altra parte del Mediterraneo sta accadendo qualcosa di bellissimo. I dittatori sono schiacciati dal Popolo, con la P maiuscola. Anche in Iran e Algeria è iniziata la rivoluzione. Dobbiamo avere coraggio e soprattutto capacità di credere in qualcosa di remoto, ma che prima o poi potrà toccarci e cambiare la nostra vita. W l’Italia. W il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. W il Sud. W il Nord. W il Centro. W le Isole. W Noi. W chi ha voglia di cambiare.
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L’Italia è un loop. A dirlo non sono io, ma sono gli occhi di tutti a darne conferma. Ogni settimana ci ritroviamo nella stessa identica situazione: nella trasmissione televisiva c’è il rappresentante del Governo (o della maggioranza) che è basito ad ogni minima dichiarazione contro il suo padrone (o presidente, fate voi), l’opposizione che si appiglia ad ogni minima caduta di stile di Berlusconi, facendo del male a se stessa.
Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ha dato il meglio di se, a Ballarò di questa sera. Ha dimostrato di essere un segugio senza precedenti. L’allarme rosso a Palazzo Chigi è scattato e i cani sono stati sciolti. Il sorriso disinvolto è ormai un incubo passato. Ora si apre una nuova fase pubblica: la campagna elettorale ufficiosa. Se c’è un Governo che non ha mai smesso di fare campagna elettorale, questo è l’attuale Governo Berlusconi. La poltrona per il centro-destra si fa incandescente. C’è chi, pur di non lasciare nemmeno per un secondo la seggiola, arraffa qualsiasi cosa con i denti e con i denti stessi tenta di mordere il fantasma del futuro. Il dibattito di questa sera si è incentrato sulle parafarmacie. La bella suppostona non sarà più libera. A mettercela nel culo sarà direttamente il Governo e non più il caro vecchio negoziante, con la sua bella attività e i suoi farmaci senza obbligo di prescrizione. Bersani, durante la sua attività ministeriale, rese possibile un ambito importante, la liberalizzazione di queste attività e l’incremento di posti di lavoro per i farmacisti neo-laureati. Ora il cdx non vuole dar più questa possibilità. Chi si è appena laureato non potrà più gestire una farmacia in proprio. Altra botta alle giovani generazioni. Altro concime per l’altissimo tasso di cervelli in fuga. Le parole dei politici sono condizionati dai sondaggi, benedetti sondaggi pilotati (in alcuni casi). L’Ipsos parla chiaro, il centro-destra perde, il centro-sinistra vince: CDX: 40,2% (+0,3%) mentre CSX+FDS: 44,0% (+0,7%). Il centro assume una sorta di posizione intermedia, tipo filtro, campa dai malcontenti per i due poli principali: CX: 12,4% (-0,4%) perdendo tuttavia posizione.
Ma guardiamo nel dettagli cosa dice l’Ipsos: [CDX, CX, CSX, Altro] LA DESTRA: 1,1% (-0,1%), POPOLO DELLA LIBERTA’: 27,6% (+0,6%), LEGA NORD: 11,5% (-0,2%), UNIONE DI CENTRO: 5,8% (-0,1%), FUTURO E LIBERTA’ PER L’ITALIA: 5,0% (-0,4%), ALLEANZA PER L’ITALIA: 1,0% (Inv.), MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE: 0,6% (+0,1%), PARTITO DEMOCRATICO: 25,8% (+0,5%), SINISTRA, ECOLOGIA E LIBERTA’: 9,7% (+0,5%), ITALIA DEI VALORI: 6,8% (Inv.), FEDERAZIONE DELLE SINISTRE: 1,7% (-0,3%), MOVIMENTO 5 STELLE: 2,4% (+0,4%), ALTRI: 1,0% (-1,0%).
Penso che i sondaggi parlino chiaro e più chiaro di così non si può. Il centro-destra perde e, certamente, senza la figura di Berlusconi scenderebbe al 20%, ma se la Lega scegliesse di andare da sola, arriverebbe al 3%. Ecco la situazione attuale, un loop gigantesco. Aspetto solamente che il disco di bruci, per sostituirlo con uno nuovo.
Nell’attesa, andiamo tutti in piazza per la difesa delle donne e della loro posizione importante nella società. Il 13 febbraio l’Italia si veste di rosa.
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Caro segretario Bersani, chi ti sta scrivendo è un ragazzo, un semplice studente di periferia che come tutti, malgrado i tempi, ha dei sogni nel cassetto e vorrebbe vedere un Paese pronto a prendere per mano progetti di vita, iniziative e farli diventare realtà, una realtà per tutti. Ho deciso di scriverti questa lettera, una iniziativa che molti altri miei compagni, anzi, nostri compagni, hanno preso, cercando di lanciare un messaggio che però, peccato, nessuno ha saputo percepire. Eʼ scontato dirti che il mio timore più grande è quello di vedere, ogni giorno di più, il Partito Democratico, il mio partito, il partito di milioni di italiani, essere piegato in due dai dolori forti che dirigenti, ad ogni livello, alimentano senza esclusione di colpi. Ecco, è di quei milioni di italiani che, nonostante tutto, sostengono ancora un sogno iniziato quasi 3 anni fa, di cui ti vorrei parlare . Eʼ iniziata male la strada del PD, nessuno lo può negare, abbiamo perso le politiche del 2008, ma non tanto facili sono stati i primi chilometri percorsi, non a causa di ostacoli piazzati lì dalla parte politicamente avversa, ma per colpa di qualche corridore che, pur di arrivare prima degli altri, ha fatto sgambetti a tutto il gruppo. Ma sappiamo essere fieri di appartenere alla sinistra italiana? Una cultura politica, invidiabile da tutti, tramandata da un partito storico, quale il Partito Comunista Italiano, non può affiancarsi ad una cultura cosiddetta “centrista”. Il centro non esiste. In qualsiasi cosa, si è o di sinistra o di destra. La via di mezzo mi fa paura, sembra quasi un paradiso fiscale della politica, dove non interessa da che parte vieni, lʼimportante è che sei lì, con loro, ad aspettare che qualcuno ti corteggi, unʼammucchiata insomma. Che termine brutto, soprattutto in questo periodo. La Presidente Bindi, quando va in televisione, con estrema tranquillità e sicurezza dice che le prossime politiche le vinceremo ad occhi chiusi. Siamo destinati a vincere. Tutto ciò mi incuriosisce, ma temo la smentita, non dai giornali, ma dal Popolo. Pensi sia questo il PD vincente? Pensi sia veramente questa lʼalternativa a Berlusconi e al berlusconismo? Pensi che basti unʼorgia (termine molto usato dalla politica negli ultimi mesi) di alleanze? Ma guardatevi! Anzi, guardiamoci! Eravamo coloro che, tempo fa, quando Rutelli abbandonò il partito dicevamo: “Eʼ la sua fine. Non saprà dove andare. Il suo progetto politico non avrà seguito. Il suo amore verso il PD era finto, sin dallʼinizio.”. Cʼera anche chi lo chiamava traditore. Ora, anno 2011, siamo noi a corteggiare i centristi. Ma forse non ricordate che tra i suoi leader, il “grande centro” ha proprio il vecchio co- fondatore del PD. Bersani, sii autonomo, anzi, non lo essere. Non lo essere perchè devi dar retta alla vera componente forte del partito. DʼAlema? Assolutamente no. I vertici devono solo fungere da amplificatori, da esecutori del volere della base. I circoli esistono per questo: nascono e vivono progettando ed analizzando la politica locale, vivendo lʼItalia del lavoro nelle fabbriche, della scuola a pezzi, del futuro distrutto, dellʼimmigrazione, del terrore leghista. Tutti insieme, questi circoli costituiscono il PD. Il vero PD. Si proprio così, il “vero”, perchè quello che si vede in tv e sui giornali non è altro che un ologramma deformato. DʼAlema vuole assolutamente andare alle elezioni con lʼUdC. Letta dice che il partito è prontissimo ad appoggiare un governo fatto da Tremonti o da Maroni. Ma le sentite le parole quando le pronunciate? Ma pensate mai a noi? Semplici tesserati? Siamo stanchi di dover difendere la dignità del simbolo del Partito Democratico e tutto ciò che rappresenta, di giustificare e coprire montagne di vostre eresie. Siamo stanchi di sentirci presi in giro quando, parlando di politica con nostri amici, diciamo di essere tesserati. Sta per incominciare il tesseramento 2011. Pensate ci sarà un incremento delle tessere? Se continuate di questo passo ci saranno solo un numero esorbitante di sostenitori indignati, e tanta, tanta amarezza. I tanti fallimenti che dalle primarie di Milano e Cagliari, per citarne due, sono venuti fuori, non penso siano solo riferite ai vertici regionali e locali, credo che sia uno schiaffo moralealla vostra linea politica. Confusa e non chiaramente di sinistra, anzi, per certi versi, per niente di sinistra. Ecco cosa vogliamo, un Partito Democratico di Sinistra. Che sia guida della coalizione di centro-sinistra e non di “centro”, che guardi allʼItalia dei Valori, a Sinistra Ecologia e Libertà. Se credi, caro Bersani che non sia così, organizziamo dei referendum interni, quelli veri, quelli delle scelte politiche, quelli che contano. Forza, vediamo chi ha ragione. Vediamo se i Democratici dʼItalia vogliono essere di sinistra o di centro. Vediamo se ci sarà coerenza politica o una mercificazione del voto e delle alleanze.
E così come lʼItalia è impantanata nel berlusconismo, così il PD è ingarbugliato in una frenetica confusione politica. Così come Berlusconi deve andar via dal governo del Paese, assumendosi le sue responsabilità, anche qualcuno dei nostri dirigenti deve avere lʼaccortezza di far nascere, finalmente, il vero Partito Democratico, lasciando la propria poltrona e aprendo una nuova svolta interna. Se non cambiamo noi, non cambieremo lʼItalia.
Davide Montanaro
un semplice tesserato
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Questa mattina, mentre facevo il giro degli auguri su facebook, contattando i miei amici lontani o che magari conosco solo per web, mi sono soffermato, con un mio amico del Movimento 5 Stelle di Bari, a fare una chiacchierata sulla politica locale e sulla situazione attuale in Italia. Lui mi ha posto delle domande provocatorie che io vorrei riportare qui e dare una risposta, spero esauriente, su ciò che penso io in merito a questi argomenti (sperando di ricordamele tutte, visto che ho perso la conversazione).
I partiti sono morti. All’interno del partito non sei libero di dire quello che vuoi. Non puoi dire che D’Alema è un vecchiaccio attaccato alla poltrona e che Fassino e consorte devono andare a casa, visto che sono in parlamento da 30 anni.
Non penso che i partiti siano morti, specialmente il Partito Democratico che, a mio giudizio, è in continua ebollizione. Nel PD, ora ci sono le primarie per le varie segreterie, ora ci sono le assemblee nazionali, regionali e provinciali, ora ci sono le primarie per il centro-sinistra nei comuni dove si voterà nel 2011, ora si sta pensando alle primarie del centro-sinistra per le Politiche del 2013 (forse 2011), ora si pensa alle alleanze. Di lavoro ce n’è tantissimo. Penso però sia necessario mettere in chiaro una cosa: io sono un ragazzo di 17 anni, ma ho un pensiero ben definito su ciò che dovrebbe essere la politica, oggi. La politica deve necessariamente essere composta da partiti, da gruppi organizzati che, ogni giorno, sfornano idee comuni, idee per il bene della società e per il riformulamento del sistema socio-economico del nostro Paese. Il Movimento 5 Stelle è un partito a tutti gli effetti. Quanti sono stati i partiti (attuali) che, fino a poco tempo fa, erano considerati dei MOVIMENTI? Tanti, uno di questi è il partito di Di Pietro, l’Italia dei Valori. Il pensiero politico deve essere sviluppato intorno ad un sincero dibattito politico-culturale, ma per farlo, i cittadini devono entrare nei partiti, per poter fare politica attiva. Se un partito non funziona come desideriamo, allora è arrivato il momento di salire in politica (dico salire perchè la politica è un’arte nobile e deve essere al di sopra della società e dei problemi umani, ma allo stesso tempo deve risolverli). I movimenti, come quello 5 Stelle di Beppe Grillo è un movimento di tutto rispetto, con un ottimo programma di riformulazione sociale, in chiave economica, ambientale e culturale, ma penso sia necessario scendere, prima o poi, dal cavallo di battaglia, dalla carrozza armata delle proteste e invece rimboccarsi le maniche per cambiare il nostro Paese. Il Partito Democratico è un partito in cui credo, non metto in dubbio che chi ha tentato e tenta di dirigerlo ha molto di cui fare mea culpa, ma è anche vero che nessuno, e dico nessuno, può scagliare la prima pietra, sappiamo bene a chi mi riferisco. La Libertà (con la L maiuscola) all’interno del partito? Bene, forse non è chiara una cosa: quando si è in un partito, è come se si venisse a creare un legame forte, fortissimo con tutti coloro che ci vivono all’interno di quell’organizzazione, ma ancor di più si crea un legame forte verso le sorti di un simbolo, di un programma e di tutti i militanti, perchè è come se si creasse una seconda famiglia, in cui credere, con cui lottare nei momenti di più difficoltà, con la quale condividere idee e progetti, insomma, la protesta è nel nostro animo, ma è una protesta rivolta al senso del partito e alla buona riuscita di un’azione degna di questo nome, su ogni fronte. Coloro che sono sulla poltrona da troppo tempo? E’ arrivato il momento di cambiare dirigenti e cambiare aria, sono il primo a dirlo. Io mi rifaccio al regolamento del PD, 3 mandati e poi a casa, niente di più, ma se non troviamo individui in grado di prendere il posto di queste persone come facciamo? Chi mettiamo al loro posto? Persone incompetenti? E forse peggio di queste? Se non formiamo la nuova classe politica, come potremo avviare il cambio generazionale? Di persone in gamba ce ne sono, evoglia, io ne conosco molte, dovremo solamente lavorare all’interno del partito per “sbocciare” definitivamente.
Cosa ne pensa il Partito Democratico dell’acqua pubblica? La vuole privatizzare? In Puglia ha bloccato il DDL per l’acqua pubblica? Per quale motivo? Tu cosa ne pensi dell’acqua? Pensi debba essere pubblica o privata?
Vi riporto un pezzo del comunicato uscito all’indomani dell’assemblea nazionale del PD del 21-22 maggio 2010: L’acqua è un bene comune dell’umanità, un bene essenziale e insostituibile per la vita.
L’acqua è un bene pubblico e deve essere garantita a tutti nel rispetto dei vincoli ambientali e al massimo livello di qualità, secondo principi di equità e solidarietà e con criteri di sostenibilità per preservarne la qualità e la disponibilità per le future generazioni e sono beni pubblici le infrastrutture del servizio idrico integrato.
L’acqua è un bene scarso e va preservata attraverso la cura del territorio, la manutenzione dei bacini idrografici, la tutela dei corpi idrici e delle aree di salvaguardia. […] Il Partito democratico ha condotto una dura opposizione al disegno di privatizzazione forzata dell’acqua imposto dal governo Berlusconi, approvato a colpi di fiducia con la falsa motivazione di rispondere a un obbligo comunitario in realtà inesistente. […] Il Partito democratico è perciò vicino a quanti combattono la battaglia per contrastare la privatizzazione forzata imposta dal governo anche attraverso lo strumento referendario. […] Lo strumento referendario richiede in ogni caso un intervento legislativo di riforma complessiva del settore che possa assicurare il raggiungimento di obiettivi irrinunciabili come la tutela delle acque, l’accessibilità per tutti, un uso razionale della risorsa garantendo l’equità delle tariffe e la massima qualità ed efficienza del servizio. Va garantita inoltre la copertura totale del servizio di depurazione sull’intero territorio nazionale e la gestione sostenibile della risorsa acqua, eliminando dispersioni, sprechi e usi inappropriati.Afferma che per realizzare tali obiettivi è necessario un quadro normativo chiaro e coerente fondato su alcuni elementi chiave:
– acqua bene pubblico e proprietà demaniale della risorsa e delle infrastrutture;
– gestione industriale del servizio idrico integrato;
– una forte regolazione e controllo pubblico sulle gestioni istituendo una autorità nazionale di regolazione, compartecipata dallo Stato e dalle regioni;[…] [continua qui].In un partito democratico di tutto rispetto, l’Assemblea Nazionale è quell’organo supremo che decide e regola la linea politica da adottare in ogni argomento ordinario e non, quindi anche il PD Puglia, come gli altri PD di tutta Italia, hanno collaborato alla raccolta firme per il referendum sull’acqua pubblica, ma ancora di più c’è stata un’azione da parte di Bersani in merito all’attività legislativa: il PD non ha aderito ufficialmente al Referendum, pur essendo una cosa nobilissima e di alto consenso, perchè riteneva opportuno svolgere la sua attività all’interno dei luoghi cardine del problema, il Parlamento. Ma la cosa è risultata frutto di un semplice ragionamento: se il Referendum – richiesto da tutti i firmatari d’Italia, non superasse il quorum necessario per avere validità, il Governo avrebbe preso tale risultato per accelerare la privatizzazione e, magari, affermare che la scarsa partecipazione alle votazioni referendarie sono state frutto di un parere contrario dei cittadini all’acqua pubblica. Cosa c’è di diverso? E soprattutto cosa c’è di errato in questo? Cosa si chiede ad un partito? Se non quello di attivarsi all’interno dei luoghi comuni della politica, come appunto la Camera ed il Senato? Per poi ovviamente toccare i diversi Consigli Regionali? Per me l’acqua? Pubblica al 100%! Ho anche dato il mio contributo lavorativo al Comitato Referendario, quindi sono più che convinto delle mie posizioni.
All’interno di un partito, le lotte interne, soprattutto indirizzate ad un rimodernamento dell’organigramma, in termini di età cronologica e mentale, ma soprattutto di una lotta indirizzata alla scelta condivisa della linea politica, beh…penso sia la cosa più bella del mondo. Le lotte ci sono ovunque, ci sono nel PD, ci sono nell’IdV, ci sono in SeL, ci sono nell’UdC, in ApI, ci sono ovunque, tranne nel PdL, lì c’è il padrone e i restanti sono esecutori del volere del potere al comando.
Vogliamo cambiare la società? Prima di farlo cambiamo noi stessi e la politica, il vero motore del cambiamento è il cambiamento stesso.
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A marzo scorso, Nichi Vendola ha ricevuto il bacio da parte dei suoi elettori: più voti delle sue liste. Giravi per le strade nel periodo della campagna elettorale e sentivi gli anziani dire “non vado a votare da tanto, ma adesso devo dare il voto a Vendola“, si respirava aria di speranza, di felicità, di possibile rimonta delle classi sociali più disagiate. A soli 7 mesi di distanza da quei meravigliosi giorni, il Governatore della Puglia si presenta al Popolo Italiano, assetato di rivincite sociali e politiche, come possibile candidato Premier per la prossima tornata elettorale (non dico del 2012 perchè tutto dipende da come Bossi si alza la mattina, dito medio destro “appoggiamo il Berlusca riccone”, dito medio sinistro “elezioni subito”), a parte che Maroni sta già progettando le elezioni e ci sono delle possibili date, risalenti a marzo 2011.
Ma cosa è cambiato? Il caro vecchio Nichi è stato avvolto da un lenzuolo di fumo? A mio parere si, anche perchè non si spiegherebbero le tante uscite “osè” contro NON i leader di centro-destra (su Fini parla soprattutto bene…mah), ma sui leader di centro-sinistra. In fin dei conti, “chi è senza peccato scagli la prima pietra” diceva Cristo ed infatti nessuno degli attuali o passati leader può criticare l’altro, senza prima guardarsi allo specchio (sempre se ne sono in possesso, anche perchè il narcisismo di molte persone porta al rifiuto dell’autocritica).
Un senso di onnipotenza e presunzione che, prima o poi, si ritorcerà contro. Il senso del fare politica leaderisticamente è un senso sbagliato e ipocrita di chi, in modo insistente, sbandiera il nome del Popolo come unico sovrano di questo disperato Paese.
Definisce D’Alema, Fassino e Bersani anime morte: ora, si che molti elettori del centro-sinistra vorrebbero che, soprattutto D’Alema, si allontanasse dal panorama politico attivo e lasciasse spazio ai (veri) giovani, non solo di età. Accusa i leader democratici di fare politica da più di vent’anni e a questo proposito mi chiedo da quanti anni stia lui, in politica: da quando aveva 15 anni. Perciò il motivo per cui, girando per le stesse strade di 7 mesi fa, senti “Vendola sta facendo chiudere l’ospedale e adesso?”, “Vendola non sta pensando proprio alla Puglia, mannaggia a me che l’ho votato” oppure “Ormai Vendola se n’è andato…pensa all’Italia”, ci dovrebbe far riflettere sulle potenzialità che il Terlizzese, dalle mille parole barocche, ha nei confronti dei suoi elettori e degli elettori del centro-sinistra, ma soprattutto nei confronti di chi è rimasto scontento dal centro-destra, percentuale grande che, non trovando un’affidabile alternativa a sinistra, deciderebbe, molto probabilmente, di votare il cosiddetto “terzo polo” di Casini e Lombardo (e Fini?).
Penso che Dante sia l’ideale in questo momento:
ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinnova la paura.
La politica è una foresta piena di pericoli, il ramo robusto su cui poterci aggrappare per salvarci la pelle da un attacco feroce, può dimostrarsi fragile. Facciamo attenzione.
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Ieri alla Camera si è votata la fiducia al governo Berlusconi. 342 voti favorevoli e 275 contrari, una maggioranza risicata che vede, senza ombra di dubbio, il Governo appeso ad un filo. Un filo finiano.
Sono contento e mi riconosco al 100% con quanto ha detto Bersani nel suo intervento. Napolitano ha dichiarato che “la legislatura deve continuare“, bene, ma io penso che la legislatura camperà a stento fino alla primavera, perchè anche se B. vuole raggiungere la fine della legislatura, Bossi spinge ad andare al voto.
Il segretario PD Bersani, dopo aver sentito le parole di B., ha descritto il discorso del Premier come debole e “reciclato”. Il berlusconismo sta per finire? Io penso e spero di si, perchè non è possibile avere un Paese che per vent’anni non ha parlato di se ma di un personaggio “sfruttatore” della politica per affari personali. Cosa significa che “Berlusconi non è sceso in politica per affari suoi ma per cambiare il Paese”? Ma chi vogliamo prendere in giro? Cosa ha fatto Berlusconi da quando è al governo di questo Paese? Condoni, scudo fiscale, lodo Mondadori e ha tentato e tenta tutt’ora di creare una legge che lo favorisca nei processi in cui è indagato. Sinceramente tanti cambiamenti non ne vedo e non gli ho mai visti. Ha ragione Bersani quando parla di “chiusura di una pagina vecchia“? Prima di girare pagina, quella successiva deve essere pronta, pulita e sana per poterci scrivere la storia di questo Paese. Abbiamo la penna? Nera?! No…rossa è meglio…bene! Forza! Dettiamo il nostro futuro.
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“Su che livello si gioca il futuro del nostro Paese?” è questa la domanda che mi pongo e che rivolgo a tutti voi, miei cari lettori.
Stiamo parlando della più grande svolta degli ultimi 20anni? Oppure guardiamo la situazione politica attuale, come una delle tante situazioni di stagno di una società che tenta il cambiamento, ma che poi si ritrova ad avare una situazione del tutto invariata o se non addirittura peggiorata?
La mia risposta la sapete già, sempre se avete seguito i miei commenti ad altre vicende di carattere politico, nazionale e locale: I GIOVANI.
Quando ragazzi snobbano altri ragazzi per aver preso atto e aver avuto il coraggio di affrontare una situazione difficile, apostrofandoli come montati e senza cervello, bene io non so come sarà possibile il cambiamento con una parte delle giovani generazioni in questo stato, ma mi lasciano pensare che, prima di tutto, bisogna adoperarsi per un miglioramento della situazione che c’è nelle generazioni nuove e di quelle che verranno.
Quando parlo di nuove generazioni, non parlo da nostalgico o da chi ormai non fa più parte di una determinata schiera di persone, io faccio parte al 110% di quelle nuove generazioni, ho solo 17 anni.
Oggi Bersani ha detto, alla festa del Partito Democratico, nel suo discorso, che il Partito Democratico ha bisogno di una forte organizzazione giovanile ed è necessario che il PD tutto aiuti i Giovani Democratici a lavorare in completa libertà e con tutto il sostegno della classe dirigente del partito e con l’aiuto da parte di tutto il PD.
Siamo noi il futuro di questo Paese, lo dico sempre.
Però c’è da dire che per quanto possano essere immensi gli sforzi di un tentativo di ricostruzione della dignità italiana, non si può discutere di futuro, senza aver interpellato CHI in quel futuro ci vivrà e dovrà governare il nostro Paese: i GIOVANI.
Dopo questa Festa Democratica a Torino, ho visto un PD più forte e pronto a mettere in campo il CANTIERE dell’alternativa di governo.
Ce la faremo? Io sono fiducioso e voi?