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    “Fate ciò che volete”. Una esclamazione alla base della libertà, se pur in termini poco pacifici. La voglio dedicare a tutti coloro che non vogliono andare a votare, a tutti coloro che per l’ennesima volta hanno deciso di tornare con lui, sempre il solito politico dal naso rosso, dai capelli tinti e dalle scarpe numero 50, tipica visione carnascialesca di un individuo al servizio di se stesso, più che della politica e del Paese.

    La voglio dedicare anche a coloro che voteranno Grillo e il suo movimento, pur non riconoscendosi nei loro principi e nei loro obiettivi, solo perchè vogliono protestare contro il sistema politico che ha fatto da padrona per ben vent’anni e ha visto i suoi antenati nella I Repubblica. Mi chiedo se la gente sappia che tra i punti del Movimento 5 Stelle c’è l’abolizione del valore legale del titolo di studio e uno scarno accenno a degli “investimenti alla ricerca universitaria” che può dire tutto e niente, uno spaventoso proposito in materia economica di volere indire un referendum sulla permanenza nell’Euro, proiettando l’Italia in uno scenario fuori dal mondo, fuori da ogni tipologia di cooperazione economico-sociale, di integrazione europea.

    La voglio dedicare a tutti coloro che non votano, come ho già accennato prima, perchè chi non vota non è furbo, chi non vota non è “ganzo”, chi non vota non è ribelle, ma solo l’ennesimo tassello di un muro di cinta chiamato “indifferenza” o peggio “lassismo”, quel lassismo che oggi circonda il partito dell’astensione, oggi vero problema di questo Paese, vera causa di un degrado della politica, che dobbiamo attenuare e poi definitivamente cancellare, con l’impegno di ognuno, creando una rete di collaborazione che pianta le proprie radici nella solidarietà e nella lungimiranza.

    I cittadini hanno il dovere di votare, perchè nella nostra Costituzione si parla di sovranità popolare, lo dice l’articolo 1 comma 2 “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.“, non lasciamo che questo diritto e dovere si trasformi in un miraggio di democrazia.

    Il voto è un dovere perchè migliaia di persone sono morte per ottenere questo sacrosanto diritto! Il voto è un dovere perchè ci sono fiumi di sangue che sgorgano dai paesi arabi che con la Primavera Araba pretendono la democrazia, il voto che noi oggi non apprezziamo. Da tipici ingrati.

  • Chi vota Berlusconi per riavere i soldi dell’IMU indietro, sappia che a distanza di poche settimane ne avrà versate allo Stato il doppio se non il triplo, con micro-aumenti nei prodotti di prima necessità, IVA e accise. Fate voi.

  • Commento a caldo quanto sta accadendo negli studi di Porta a Porta. Dai social network, attingo una divertente citazione “oggi il plastico è da Vespa”.

    A dire il vero, pare proprio un plastico, a parte la pelle color arancio, sinonimo di 300 kg di fondotinta, anche tutto quanto detto sin’ora pare conservato nel tempo, come una statua, immobile, proprio come se fosse tutto di plastica. Proposte, idee su economia, degenerazioni e blasfemie a parte, politica estera e considerazione della situazione del Paese, paiono tutte conservate sotto coperte piene di polvere e qualche mutandina. (altro…)

  • Il segretario del Pd: “Destra irresponsabile, noi avanti con moralità e lavoro”

    Intervento integrale del segretario del Pd alla Camera durante le dichiarazioni di voto finale sul provvedimento di riduzione dei costi della politica.

  • Lo dicevano sul PDL, con a al timone il fedele del generale, forse fino a qualche tempo fa, Alfano, lo dicevano su tutto, ma non su quello che sembrava un progetto antagonista alla politica dell’affarismo e delle mazzette – basti pensare il passato del suo fondatore e del come e perchè sia andato alla  ribalta, fino a scendere in campo, in una politica, quella della Seconda Repubblica, fondata sul carisma e sugli slogan. Diciamoci la verità, il carisma c’era, forse era opposto, l’uno all’altro, ma Berlusconi e Di Pietro hanno avuto molto in comune ed oggi ne abbiamo la conferma: nessuno può esistere se l’altro non sopravvive. Berlusconi questo anatema potteriano di certo non lo da a vedere, forse non è del tutto così, perchè per lui basta e avanza che nel Paese, tra i cittadini, ci sia qualcuno che sente la propria pancia e non il proprio cervello, qualcuno che ancora crede che il giusto sia togliere l’ICI una volta, oggi l’IMU, dalla prima casa, che il giusto sia dar vita a condoni, condoni e condoni, raggiungendo l’apice della politica al servizio dell’illegalità, responsabile dei tanti disastri, come quello delle Cinque Terre e simili, dove case e strade sono state spazzate via dal fango, segno di come la natura prima o poi decida il destino di ognuno, e decreta se il giusto sia quello inteso dagli uomini oppure no.

    Di Pietro è stato abbattuto e non credo che l’autore, o meglio l’autrice, di questa caduta sia la Gabanelli e il servizio mandato in onda qualche giorno fa sul patrimonio dell’ex-magistrato su Report, o forse lo è stato in parte, sarà stata la spallata finale, ma è la fine della Seconda Repubblica a decretare, senza giri di parole, quale siano i partiti a dover sopravvivere e quali no.

    Se la Prima Repubblica è stata quella dei partiti, la così ricordata partitocrazia e la Seconda quella dei leader carismatici, la Terza, non ancora iniziata e forse non inizierà per il momento, dovrà essere quella dei programmi e delle idee, almeno che, per l’ennesima volta, le aspettative della gente vengano sostituite da una nostalgia, per qualcuno, di anteporre l’IO al NOI. Tutto da vedere. Fatto sta che il prossimo a sopperire, se non cambiano le cose, sarà il nascituro Movimento 5 Stelle.

    I personalismi non si arrenderanno mai? Noi neppure (giusto per citare qualcuno).

  • C’è chi complotta e chi sfrutta. In questo caso, i pesci abboccano nella rete velenosa dell’informazione “senza se e senza ma”.

    Inauguro lo “StartWeek”, una raccolta di commenti e pensieri sulla settimana che è finita e su quella che comincerà domani all’alba.

    Sto male, compro 3 quotidiani al giorno, mi flasho davanti ai siti di informazione e di approfondimento, ma questa settimana, lasciatemelo dire, è stata una noia mortale. Avevo atteso con un certo interesse l’inizio di Servizio Pubblico su la7, peccato per il passaggio dell’intervista a Ruby, sinceramente mi sono rotto le palle di sentir parlare di ragazze serve del potere travestite da Bocassini e infermiere e magari qualcuna pure da Merkel.

    Basta così poco nel nostro Paese per vedere l’informazione sconvolta e dirottata verso i lussuosi arazzi delle ville da cui Berlusconi lancia il suo editto? Mi vergogno per la stampa di sinistra, mi vergogno per quei giornalisti che non vedevano l’ora di un trapasso dell’ex-premier dal mondo politico, eppure anche loro gli garantiscono vigore ed energia. Oggi tutti i giornali sbattevano in prima pagina il suo nome, come se ormai un uomo dalle mille pompette potesse avere ancora la forza e l’audacia di poter sconvolgere l’assetto politico del nostro Paese, più di quanto lo abbia già fatto nei 20 anni precedenti.

    La rivoluzione berlusconiana del 1994 ha delle somiglianze con l’attraversata a nuoto dello Stretto da parte di Grillo. Forza dirompente, tutti contro tutti, come se la politica la si potesse travolgere a suon di bracciate.

    La politica degli slogan riprende fiato, dopo un tuffo e un galleggiare pietoso, di chi la politica la prende come uno spettacolo e di chi la considera una lima con cui tagliare le sbarre di una prigione più che meritata ma sempre più lontana. Uno Stato non è Stato se non riesce ad imporsi anche e soprattutto nei confronti di chi è detentore di un potere forte.

    Il mondo cambia ma noi abbiamo l’affanno da nuoto. Nuotare in un mare di guai è sempre difficile, ma c’è chi ci sguazza e chi usa la barca. Noi non siamo plancton.

  • Io sono stanco di sentire sempre le solite cose. Non posso più aprire un sito d’informazione che subito balzano agli occhi foto di veline e letterine in tailleur, su una poltrona di consigliere regionale, con titoloni al seguito, tipo: “B. è un culo flaccido”, “B. e il suo harem”. BASTA!
    Capisco che la cronaca ha bisogno anche di argomenti per attirare attenzione, magari guadagni da vendite e quant’altro, ma non penso affatto che in un momento del genere, si possa pensare all’aspetto delle chiappe dell’ex-Presidente del Consiglio. Siamo un Paese in difficoltà, ma a quanto pare preferiamo mettere in secondo piano la “questione generazionale”, in cui riversano quotidianamente tutte le giovani generazioni del nostro Paese, per lavoro, istruzione e FUTURO!