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D’accordo si, siamo in guerra. Almeno a dirlo è Beppe Grillo che da casa, dal suo computer, dal suo blog, comanda a bacchetta i neo eletti deputati e senatori del M5S. Lo dico con curiosità: voglio proprio vedere se un giorno un parlamentare a 5 stelle (chiamarli “grillini” mi da fastidio, è come dire “bersaniani”, “renziani”, “berlusconiani”) gli venisse in mente di votare l’esatto opposto di quello che il gruppo, in via di principio, aveva scelto. Conoscete i “voti ribelli”, sapete cosa sono, no? (Per maggiori informazioni, clicca qui) A parte questo, mi chiedo se la libertà del parlamentare, per il M5S, sia fondamentale, oppure no. Se le decisioni sulle singole leggi e sulle votazioni degli stessi parlamentari dovrà essere deciso sul web, tra gli iscritti del movimento, allora sorge un dubbio: il Movimento 5 Stelle cadrebbe nell’incostituzionalità, visto che l’art. 67 della Costituzione cita: «Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». Quello che dice Grillo è esattamente l’opposto, mentre si flasha con la democrazia diretta, partecipazione dal basso, ecc…ecc…tutto bello, se non fosse che il tutto è condizionato dalla voce strillante del comico genovese e quello che pensano molti esponenti del M5S, ormai non sono altro che le parole di Grillo con voce diversa, ma termini identici (vedi video).A Grillo va almeno letta la Costituzione Italiana e ricordargli che nessuno, neanche lui e il suo amico Casaleggio, può essere esente dai principi costituzionali e dal buon senso.
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Vaffanculo. Ormai di casa nel gergo popolare e direi quotidiano di gran parte di noi, uso così normalizzato, che qualcuno ci fa campagna elettorale sopra, diventa lo slogan di una forza politica.
Quali sono i nemici di chi vuole rinnovare la politica? Quali sono gli ostacoli da superare e soprattutto, quali strumenti utilizzare per compiere un passo storico, importante, per ridare credibilità al nostro Paese?
Si chiedeva sobrietà della politica e delle istituzioni e invece la tendenza oggi è addirittura opposta. Mi chiedo cosa bisogna fare per far svegliare la gente e votare con la testa e non con la pancia. Sembra che la Storia si stia ripetendo, un mix di populismo e violenza viene fuori e ci attanaglia tutti.
Ma contrastare con la violenza, se pur verbale, può essere la chiave della svolta? Perchè bisogna umiliare una persona, nella sua dignità, se pur magari quella persona ha sbagliato, rendendo le cose più difficili ai cittadini? Perchè essere dalla stessa parte?
Mi infastidisce molto questo aspetto e soprattutto non c’è dialogo con chi fonda la propria battaglia sull’offesa.
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Quante volte, ci sentiamo dire “sono tutti uguali”, “è tutto uno schifo”? Tante volte, molte di queste sono strumentalizzate, sono offuscate da slogan di campagna elettorale, da parte di chi costruisce il proprio consenso sull’ingiuria e sulle offese, sul qualunquismo e sul disfattismo.
“Sò tutt’ na maner!”, dice un vecchio signore passeggiando con un suo amico per le vie di un paese del Mezzogiorno, in questo caso pugliese.
Ma è veramente così? È giusto tirare tutti nel calderone? Nessuno escluso e magari senza un giusto processo? No, non è giusto. È la cosa più sbagliata che si possa fare. Il non conoscere le realtà, il non saper cogliere il giusto da un marciume che sì, è dilagante, ma è fuso con chi intende la politica vero servizio civile, alla comunità.
Chi non ha contenuti, chi marcia sullo scontro e sulle offese, scomparirà con la stessa velocità con cui è cresciuto nei sondaggi, perchè non potrà essere un VAFFANCULO a cambiare l’Italia. Chi come me, ogni giorno, cerca di costruire qualcosa per il bene comune, chi si spende con passione e dedizione, deve combattere quotidianamente con tanti muri sordi, invigoriti dalla rabbia che bolle nei loro corpi, alimentati dal megafono della strategia pseudo-rivoluzionaria.
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“Fate ciò che volete”. Una esclamazione alla base della libertà, se pur in termini poco pacifici. La voglio dedicare a tutti coloro che non vogliono andare a votare, a tutti coloro che per l’ennesima volta hanno deciso di tornare con lui, sempre il solito politico dal naso rosso, dai capelli tinti e dalle scarpe numero 50, tipica visione carnascialesca di un individuo al servizio di se stesso, più che della politica e del Paese.
La voglio dedicare anche a coloro che voteranno Grillo e il suo movimento, pur non riconoscendosi nei loro principi e nei loro obiettivi, solo perchè vogliono protestare contro il sistema politico che ha fatto da padrona per ben vent’anni e ha visto i suoi antenati nella I Repubblica. Mi chiedo se la gente sappia che tra i punti del Movimento 5 Stelle c’è l’abolizione del valore legale del titolo di studio e uno scarno accenno a degli “investimenti alla ricerca universitaria” che può dire tutto e niente, uno spaventoso proposito in materia economica di volere indire un referendum sulla permanenza nell’Euro, proiettando l’Italia in uno scenario fuori dal mondo, fuori da ogni tipologia di cooperazione economico-sociale, di integrazione europea.
La voglio dedicare a tutti coloro che non votano, come ho già accennato prima, perchè chi non vota non è furbo, chi non vota non è “ganzo”, chi non vota non è ribelle, ma solo l’ennesimo tassello di un muro di cinta chiamato “indifferenza” o peggio “lassismo”, quel lassismo che oggi circonda il partito dell’astensione, oggi vero problema di questo Paese, vera causa di un degrado della politica, che dobbiamo attenuare e poi definitivamente cancellare, con l’impegno di ognuno, creando una rete di collaborazione che pianta le proprie radici nella solidarietà e nella lungimiranza.
I cittadini hanno il dovere di votare, perchè nella nostra Costituzione si parla di sovranità popolare, lo dice l’articolo 1 comma 2 “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.“, non lasciamo che questo diritto e dovere si trasformi in un miraggio di democrazia.
Il voto è un dovere perchè migliaia di persone sono morte per ottenere questo sacrosanto diritto! Il voto è un dovere perchè ci sono fiumi di sangue che sgorgano dai paesi arabi che con la Primavera Araba pretendono la democrazia, il voto che noi oggi non apprezziamo. Da tipici ingrati.
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Si parla molto di trasparenza. C’è chi ha usato questo cavallo di battaglia per offendere politicamente (e non solo) qualche suo avversario, si pensi ai finanziamenti pubblici ai partiti e ai vari scandali che si sono presentati sulla scena politica italiana da qualche mese a questa parte.
Ma la trasparenza è solo riferibile a ciò che si è già fatto e che si vuole rendere noto? Se osserviamo la valenza che tale concetto ha, pare proprio di si, tuttavia, in un mondo che cambia e in una politica che necessita di una scossone, la trasparenza deve essere anche riferita al futuro.
Pensate cosa succederebbe se le diverse coalizioni che oggi sono in competizione fra loro per la corsa al Governo del Paese, presentassero agli italiani la squadra di governo già bella e pronta, in modo che ogni singolo elettore sappia chi si ritroverà come Ministro del Lavoro, Ministro dell’Istruzione e così via, qualora la coalizione da lui votata dovesse vincere, o magari utilizzare questa consapevolezza in più come ulteriore criterio di scelta, oltre che ai vari programmi elettorali.
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Sarò anche un po’ ripetitivo, sul fatto che la politica debba essere riformata, per non dire totalmente abbattuta e ricostruita ex-novo. Penso che non si potrà mai definire la situazione attuale, una volta per tutte, con una semplice e dettagliata descrizione, sintesi e mappa concettuale, capace di essere dinamica e, perennemente, di estrema attualità.
Ogni giorno leggo cose sconcertanti sui giornali, a partire da un affannato governo tecnolitico (tecnico+politico, anche se, in realtà, -tecnico+politico) che, con i suoi professori, cercano in tutti i modi di raggiungere il pareggio di bilancio, pur trovandosi davanti ad un burrone, mentre dall’altra un ex-comico o comico in piena attività, non saprei come definirlo, viste le sue dichiarazioni da giullare di corte sulla mafia e lo Stato, considerando la prima MENO dannosa della seconda, tenta di sbaragliare. Soffermandomi su quest’ultimo personaggio, vorrei mettere nero su bianco alcune mie riflessioni scettiche e critiche nei suoi confronti e verso quello che si prefigge di costruire.
Partiamo dal presupposto che il Movimento5Stelle stenta ancora a non definirsi partito – quando la funzionalità di questo dovrebbe essere: comunanza di idee e costruzione di una rete di sinergie per l’attività amministrativa ad ogni livello, ma soprattutto per la costruzione di una prospettiva del Paese; Grillo e il suo Movimento strumentalizzano ogni “attacco” nei loro confronti, affrancandolo come sintomi di paura, di gemiti di mummie ammuffite che scosse nel loro sarcofago di palazzo, gettano fango su un “movimento di cittadini con l’elmetto”, sia ben chiaro: io critico Grillo e il suo Movimento, ma non mi sento affatto una mummia o parte di un partito morto e sepolto. Messaggio a Grillo: “chi dissente da te non è morto, il qualunquismo è una brutta malattia, sarebbe meglio guardare in faccia la gente che ti contesta, prima di mettere tutti sullo stesso livello, magari non considerandosi come il guru della “nuova” classe politica“. Su quanto rilasciato dal comico genovese, su mafia e Stato, permettetemi di non commentare un’uscita squallida e da immediata denuncia (questo in un paese civile), sarebbe scontata la mia reazione, ciò basta per confermare quanto di marcio e incosciente ci sia nell’auto-nominato eroe della finta antipolitica.
Ma torniamo a cose più serie. La fiducia dei giovani nella politica è ai minimi storici, una sfiducia che genera disinteresse, che a sua volta distribuisce un’ignoranza tale, da non sapere chi sia il Presidente della Repubblica o chi sia il Ministro dell’Istruzione (tema molto vicino alle giovani generazioni) o il titolare del dicastero più menzionato degli ultimi mesi, quello del Lavoro.
Vogliamo lasciare così, il futuro del nostro Paese? Formulo meglio: VOLETE LASCIARCI COSI’? È QUESTO IL SEGNO CHE L’ATTUALE CLASSE DIRIGENTE VUOLE LASCIARE NELLE GENERAZIONI FUTURE E NEL DESTINO DEL PROPRIO PAESE? – Usando formule di linguaggio web, da chat, il MAUISCOLO, significa GRIDARE: bene, immaginatele così!
Il resto, è tutto un gran bazar. Tutto a metà prezzo, pagano le generazioni future. -
La chiamavano costola della sinistra, causa della dispersione di voti che l’attuale opposizione non riesce a contenere durante le elezioni provinciali, prima, e amministrative, per ultimo. Ma ora? A quanto pare il successo rende folli, a cominciare dalle piccole cose, si arriva a dilagare in contesti non poco delicati, come gli interessi estremisti, peccato però di destra.
Quando un partito nasce e vive, principalmente, grazie all’elettorato di centrosinistra, ormai stanco dei soliti e non pochi problemi che toccano i più significanti partiti politici dello stesso colore, non può perdere la bussola, come hanno fatto i due consiglieri comunali di Bolzano, della “Lista Civica Movimento 5 Stelle – Beppe Grillo“.
Durante la seduta del 31 marzo del 2011, i due consiglieri Alberto Filippi e Claudio Vedovelli, attualmente all’opposizione, con una maggioranza di centrosinistra, alzano i tacchi e assieme all’altra opposizione di centrodestra lasciano l’aula per protesta, nei confronti della decisione, da parte del Consiglio, di non ammettere nell’albo delle associazioni l’associazione “Casa Italia” riconducibile all’ormai nota Casa Pound Italia, molto vicina ad ideologie di estrema destra, oltre che nostalgica del fascismo, come loro stessi dichiarano.
Intervistato, il consigliere ha subito dichiarato: “Escludere un gruppo di ragazzi che non solo hanno le carte in regola ma anche, fino ad ora, organizzato serate su temi diversi ed interessanti, senza segni di apologia, solo perchè si ritiene siano in contatto con gruppi neo o nuovi fascisti, ci pare sbagliato oltrechè rischioso“. Le polemiche verso il nuovo Movimento di Beppe Grillo non mancano e sicuramente, dopo quanto accaduto, la situazione si farà ancor più pressante nei confronti dei cosiddetti “grillini”. Ma come la prenderanno gli elettori del “WebParty” degli stanchi dell’attuale politica? Molti internauti hanno preso d’assalto il blog di uno dei consiglieri comunali, precisamente di Claudio Vedovelli, dichiarando il loro palese dissenso nei confronti dell’azione del gruppo consiliare, esempio ne è il primo commento al post di chiarimento sulla vicenda: “Non sono ragazzi, sono fascisti”.
Pur se accaduto circa 2 mesi fa, il tutto fa scalpore alla luce delle ultime dichiarazioni che il leader del Movimento, lo stesso Beppe Grillo, ha rilasciato sul suo blog, tramite video messaggio, come suo solito: “Destra e sinistra sono uguali“, gettando, inoltre, un due di picche a tutti coloro che gli chiedevano un supporto in vista dei ballottaggi di fine mese.
E a dire che il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo sventola a destra e sinistra, sopra e sotto, la Costituzione Italiana, sbattendola in faccia agli attuali politici, non molto in sintonia con i principi legati alla Carta Costituzionale. Giusto per dare una rispolverata al primo dei Documenti del nostro Paese, alla disposizione finale XII risulta: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.” Piccola dimenticanza? Noi comunque sia, continuiamo a festeggiare il 25 aprile.[fonte: clicca qui]
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Nell’800 si pensava che nel 2000 le macchine agricole avrebbero lavorato senza che l’uomo stesse alla guida, detto fatto, ci sono voluti 2 secoli per avere strumenti del genere. Siamo nel 3° millennio e di sviluppo ne abbiamo visto fino al collo, forse fin troppo, forse poco utile e poco indirizzato al miglioramento del nostro “vivere”. La crescita della medicina ha reso il campo sanitario pronto a qualsiasi malattia, a qualsiasi intervento. Per non parlare dello sviluppo delle biotecnologie o della zootecnica, che hanno dato vita a veri e propri salti di qualità del sistema produttivo del nostro Paese.
Lo sviluppo però è sinonimo di costruzione, di progettazione, di creazione di interi spazi abitativi. Il piano di assetto idrogeologico viene poco considerato, basti vedere le catastrofi a Messina e altre parti d’Italia, in cui a causa di una pioggia, intere abitazioni sono state spazzate via dal fango e dai macigni. Per non parlare degli enormi crateri che si vengono a formare quando, chissà come, chissà perchè, interi palazzi spariscono del tutto, sprofondando nel sottosuolo. Lo sviluppo nel nostro tempo è sinonimo di cannibalismo del territorio, del gettare cemento su cemento e terra, di progettare strade, ponti, case, palazzi, luoghi che mai e dico mai, saranno utili alla cittadinanza e mai potranno essere associati ad un determinato servizio.
Passando dalla questione logistico-sociale dello sviluppo, quella sulle tecnologie cybernetiche e web andrebbero sviscerate più attentamente.
Internet è stata una delle conquiste più grandi del nostro mondo, il web è riuscito a garantire il sapere e soprattutto il poter sviluppare modi nuovi di sviluppo, una sorta di reazione a catena tra il cybernetico e il tangibile, il concreto. Esemplare tipologia di reazione collegata ad internet è la vendita online di prodotti, la catalogazione di prodotti, documenti e materiale vario direttamente sul web e con la possibilità per tutti di poter attingere notizie da quegli archivi, tipo gli archivi storiografici e sociologici del nostro Paese, sono visibili su internet e spesse volte sono ricchi di contenuti inediti ma anche di fotografie di documenti autentici, ottimi per poter sviluppare una tesi universitaria, uno studio approfondito su un determinato argomento storico, politico e culturale di un determinato arco di tempo.
Beppe Grillo, famoso comico genovese, in un suo spettacolo teatrale, uno dei tanti in tutta Italia, prese a martellate un pc e tutti i suoi componenti, perchè diceva che queste nuove tecnologie ci avrebbero portato a diventare degli zombi, degli esseri dipendenti dalla rete e quindi incapaci di costruire rapporti umani “classici”. Tre anni dopo, diede vita al suo blog BeppeGrillo.it, uno dei più frequentati del mondo, infatti risulta essere il primo blogger d’Italia e tra i primi 10 del mondo.
Tuttavia, la situazione utilitaristica delle tecnologie, specialmente quelle cybernetiche, risulta essere piena di flop, come ad esempio il famosissimo portale del turismo del nostro Paese (Italia.it) che, creando un nuovo record mondiale, è venuto a costare ben 30.000.000 di euro, cifra esorbitante che per quanto mi riguarda, essendo un webmaster e creatore di siti internet, oltre che giovane politico per passione e amore, mi risulta essere una cifra nemmeno di un sito complesso di un sistema di smistamento dati automatico internazionale, di un portale di archiviazione con criptaggio automatico di informazioni e di ricezione…, insomma un portale che per quello che rende, io lo valuterei per soli 2000€.
Internet è formidabile, riesce ad essere un’arma a doppio taglio in modo estremamente semplice: da un lato può far cadere le giovani generazioni e anche qualcuno un po’ più vecchiotto, nel baratro del gioco online, dei siti porno, dei siti pseudo-ideologici con all’interno veri e propri strumenti di convincimento verso un determinato stile di vita, un determinato movimento politico e purtroppo, anche a favore di qualche setta.
Dall’altra c’è però la possibilità di poter essere liberi. Su internet la libertà è fondamentale, ma soprattutto rende l’informazione una cosa seria. Wikipedia è l’esempio concreto di un’enciclopedia partecipata, se c’è qualcosa di non vero, qualcun’altro prenderà il testo e lo correggerà portandolo su base oggettiva e quindi descrivendo l’oggetto della ricerca in modo dettagliato e accettabile da tutti.
Altro aspetto positivo del web è che permette ad ogni “navigante” di potersi informare liberamente e senza il filtraggio di notizie. Ormai ci sono cose, fatti e questioni che in televisione, sulla carta stampata e su tutti i sistemi al di fuori di internet, non riescono più a passare, senza prima essere modificati. I telegiornali, i giornali sono solo strumenti di convincimento anzi che di informazione, quasi il 90% delle volte, internet invece permette una visione a 360° delle notizie, ma la cosa più importante è che da la possibilità di poter creare all’interno di ognuno di noi una coscienza critica autonoma, capace di poterci guidare nella nostra vita, nelle scelte e nelle situazione che ci troveremo davanti.
Se ogni ragazzo, a partire da 14 anni, spendesse 5 minuti del suo tempo a leggere almeno i titoli dei giornali-web, dei blog, di tutti i siti che garantiscono informazione, verso l’età di 17 anni risulteranno essere quotidiani fruitori delle diverse notizie su internet e proprietari di una loro coscienza critica che gli permetta di essere sempre pronti a combattere e a scegliere il meglio per la loro vita, senza influenze da parte di terzi.