Tag: Beppe Grillo


  • Le elezioni non sono un gioco

    Le elezioni non sono un gioco

    “Andiamo a dare un’occhiata in Europa” è lo spirito che aleggia nel M5S. “Piove, PD ladro” dice la lista Tsipras, che tutto dovrebbe fare tranne che indebolire il centrosinistra. Queste elezioni sono quasi alle porte e pare di giocare a Risiko.

    Le elezioni, nel loro significato più alto, sono il momento in cui una comunità, attraverso il voto, concretizza il valore che da alle cose che la circonda. Più è alto il valore, più il voto sarà dato secondo uno schema razionale, differente da individuo ad individuo, dove le esperienze personali modellano il significato del “giusto” e “sbagliato”.

    Oggi, dopo un bel po’ di tempo dal mio ultimo post, riparto da questo concetto e qui voglio costruire un ragionamento sul significato che io attribuisco al voto e alle elezioni, come momento di crescita collettiva, come momento in cui, con un semplice segno su un pezzo di carta, si possono cambiare le cose.

    Qualche giorno fa ho partecipato ad una discussione in cui un sostenitore del Movimento 5 Stelle spiegava che era inutile soffermarsi troppo sui soliti argomenti attribuiti all’Europa e che il movimento, con i suoi “futuri” eletti, andrà al Parlamento Europeo “per dare un’occhiata e capire il da farsi“.

    Chi “da un’occhiata” a qualcosa è, nella maggior parte dei casi, l’intruso, o magari qualcuno che si sente estraneo a quel qualcosa. Dare un’occhiata in giro non è ciò che ci si aspetta dalla politica, nemmeno da chi tenta di distruggere l’attuale sistema per crearne un altro (peraltro senza precise caratteristiche).

    Queste elezioni hanno un valore aggiunto importante e fino a quando non lo capiremo, in Europa saremo sempre e solo il fanalino di coda nella politica europea. Il nostro Paese è il fanalino di coda in molti ambiti ed oggi possiamo finalmente cambiare tendenza e ottenere una posizione forte nell’UE. Sogno un’Italia rappresentata da gente capace, onestà inclusa, ovviamente, ma che vada in Europa non a dare un’occhiata in giro ma a porre le nostre condizioni sulle attività produttive, agricoltura e pesca, energia, sviluppo, fondi strutturali, fiscal compact e tutto ciò che rientra nelle politiche europee, oggi sotto il bersaglio degli euroscettici, della francese Marine Le Pen (leader del Front National, estrema destra), di Beppe Grillo e del suo Movimento che, al primo punto del mini-programma per le Europee, presenta il referendum sull’Euro. Sull’uscita dalla Zona Euro, vi rimando a questo magistrale articolo del Prof. Baglioni.

    Oggi non possiamo permetterci il lusso di prendere sottogamba nulla, ne tantomeno di essere poco lungimiranti, com’è il caso della lista “L’Altra Europa con Tsipras“. Perché? Semplice: come ho sempre sostenuto, un progetto nato a ridosso delle elezioni europee non può andare troppo lontano, soprattutto quando la persona “candidata” alla presidenza della Commissione europea è stata individuata, inutile negarlo, sulla base del consenso elettorale che questi ha nel suo Paese. Fin qui possiamo controbattere su molti temi, anche sul come si è scelto Tsipras e, devo esservi sincero, poco mi interessa oggi. La cosa che mi fa infuriare (chi mi conosce e ha avuto modo di discutere con me, lo sa) è che l’Altra Europa con Tsipras non fa campagna elettorale contro Grillo, contro quei partiti euroscettici, populisti e di destra, ma la stragrande maggioranza degli argomenti sono “il PD ha fatto questo”, “il PD non ha fatto questo”, “piove, PD ladro”. Giusto per completare il ragionamento, vi ricordate Barbara Spinelli che dichiarava di essere pronta a collaborare con Grillo in Europa? Come potrei interpretarla? Come dovrei intendere questa mano tesa nei confronti un personaggio che sminuisce l’Olocausto e Primo Levi sul suo blog?
    Mi dispiace davvero tanto, ma alla fine che posso farci? Non sono io che detto la linea e nemmeno la comunicazione (non ho un bikini a portata di mano).

    Ricapitolando: l’obiettivo è quello di indebolire il centrosinistra, per rafforzare la sinistra e andare in Europa schiacciati da Forza Italia, Movimento 5 Stelle e partiti minori? Geniale! Date un Premio Nobel a chi lo ha deciso!

    Detto ciò, ecco perché le elezioni europee non sono un gioco. C’è molta carne sul fuoco e tante sono le difficoltà, ma oggi non può essere dato per scontato nulla e bisogna lavorare seriamente, sui territori e nelle Istituzioni (Europee e non), per ridare credibilità ad un Paese, il nostro, svilito da decenni di teatrini politici.

    Poi, su chi votare io ho la mia idea, ma lo sapete già.

    PS. se volete, ho lanciato un questionario a cui vi chiedo di rispondere. Aspetto il vostro parere.


  • Elly Schlein e Giovanni Favia a Radio Locale

    Ieri, assieme ad Ezio e Gianclaudio, ho intervistato Elly Schlein, leader di OccupyPD e componente della Direzione nazionale del Partito Democratico, protagonista della mozione Civati, durante l’ultimo congresso nazionale del partito, con cui abbiamo parlato del Governo Renzi e soprattutto della visione complessiva del panorama politico nazionale.

    Altrettanto interessante è stato l’intervento di Giovanni Favia, Consigliere regionale dell’Emilia-Romagna, ex-M5S (orgogliosamente, stando alle sue parole), con cui abbiamo parlato del confronto Renzi-Grillo, del decreto Imu-Bankitalia e ovviamente del Governo Renzi.

    Riascolta la puntata, qui.

    Ps. da oggi Radio Locale si chiama Radio ANSiA, ecco qui la pagina su Facebook.

    Il logo di Radio ANSiA • solo su Radio JP


  • La fantapolitica dei “e se…”

    La fantapolitica dei “e se…”

    Questo è il video delle consultazioni di Renzi con Grillo. Sappiamo tutti come è andata.

    Mi chiedo, cosa sarebbe successo se Grillo avesse spiazzato Renzi dicendo:

    “ok, Matteo, il governo lo fai con noi. Però manda a fanculo Alfano e quella schiera di coglioni del tuo partito che ti stanno mantenendo il culo pur di avere una poltrona (parafrasando il gergo di Grillo) e lunedì ci sarà una nuova maggioranza PD-M5S e le riforme le facciamo insieme, non con il pregiudicato Berlusconi”

    ipotesi n.1 – Renzi se la filava, perché forse il suo desiderio di fare il governo con Alfano e i destroidi è più forte di lui;

    ipotesi n.2 – Lunedì fiducia del primo governo PD-M5S, con Vice Premier Di Battista (o chi volete voi) e ministri 5S e nuovo corso per l’Italia.

    Conclusioni: purtroppo rimarrà fantapolitica.


  • 12ª puntata di Radio Locale

    Riascolta la 12ª puntata di Radio Locale.
    Ospiti del giorno:

    • Francesco Nicodemo: Responsabile nazionale alla Comunicazione del Partito Democratico – Segreteria Renzi;
    • Antonio Decaro: Candidato sindaco alle Primarie del centrosinistra di Bari, Deputato del PD.


  • Campagna elettorale a 5 stelle extraDux

    La campagna elettorale pare incominciata per il Movimento 5 Stelle. Le mura del Parlamento non reggono il populismo dilagante che ci stanno propinando in questi giorni attivisti, parlamentari e televisioni.

    C’è chi fa promesse, chi si rimbocca le maniche e chi invece preferisce chiedere la messa in stato d’accusa (non impeachment!!) del Presidente della Repubblica o chiedere le dimissioni del Presidente della Camera. Un film già visto, già terribilmente sopportato per molto tempo.

    Manca solo che annuncino l’esplosione del Parlamento il 5 novembre e corro a comprarmi la maschera di V per Vendetta, o G per Grilletta (battuta, da non trasformare in oggetto di gomblotti, ndr).

    Mi dispiace per tutti coloro che ci credono seriamente nel M5S e che non si riconoscono in questi metodi da pseudo-fascisti, partendo dai parlamentari, fino agli attivisti.

    La violenza non è tollerabile, ne da una parte ne dall’altra dell’emiciclo.


  • Il M5S e i due pesi e le due misure

    Il M5S e i due pesi e le due misure

    Pare che il M5S abbia due pesi e due misure su quanto accade in Parlamento: condanna il deputato Dambruoso (SC), Questore della Camera, per aver interagito in modo brusco con l’On. Lupo (M5S) e apostrofa, tramite l’On. De Rosa (M5S), le deputate del Partito Democratico come brave a fare pompini, ragione per cui esse risiedano sugli scranni di Montecitorio. Che differenza c’è tra il gesto dei due parlamentari? Per me, nessuno.

    Cosa potevamo aspettarci da un cretino che si è messo sotto i riflettori dell’opinione pubblica per una così infelice dichiarazione? Ma alla fine questo è il prezzo per non aver utilizzato un sistema incontrollato di selezione della classe dirigente. Volete fare l’esempio degli altri partiti? No, non potete. Perché loro hanno molte gatte da pelare, anche e soprattutto per questo, ma da un movimento che si reputa rivoluzionario, non si possono accettare queste indecenze.

    Ma forse De Rosa è lì perché è bravo a fare qualcosa. Che cosa non è dato sapere, ma forse non voglio proprio saperlo. Il sessista lo sa fare, altro che, però.

    La Lupo, invece, so perché è in Parlamento: pensava di essere alle selezioni per una squadra di rugby ed invece erano le parlamentarie sul blog di Grillo.

    Chapeau!


  • Il M5S fuori dalla Storia

    Il M5S fuori dalla Storia

    Cambiano come il vento, secondo gli umori dei due leader, le posizioni del Movimento 5 Stelle, proiettandolo fuori da ogni processo riformista e quindi fuori dalla Storia del Paese.

    Uno scempio bello e buono. Non tollero chi tentenna, soprattutto se lo fa per i suoi sporchi interessi, sguazzando nella, ormai tanti qui citata, ipocrisia.

    Beppe Grillo torna a farmi ridere, solo che non lo fa in veste di comico, ma di leader di una forza politica.

    Il Movimento 5 Stelle ha votato a favore della mozione Giachetti, tanto sbandierata contro il Partito Democratico, giustamente, che aveva votato a sfavore della sua approvazione, di fatto, lasciando il porcellum dov’era.

    Ora i 5 Stelle tentano di porre i freni ad un ennesimo tentativo di modificare questa legge elettorale, in maniera ipocrita rispetto alle tante dichiarazioni dei “cittadini a 5 stelle” in Parlamento.

    C’è la possibilità di un ritorno al Mattarellum e il movimento di Grillo frena. Le motivazioni sono date dall’esigenza di attendere il feedback degli attivisti che devono visionare la proposta ed emendarla.

    Due cose ribadisco e giro agli attivisti e sostenitori del Movimento 5 Stelle, oltre che a Grillo e Casaleggio:

    a. se i partiti sono fuori dalla Storia, voi siete fuori dai tempi, perché non può essere, per nessuna ragione al mondo, un meccanismo interno di decisione a rallentare il cambio della legge elettorale. Tutto è meglio del Porcellum, potremmo dire in extremis. Tutto. Il Parlamento Italiano deve ritornare ad essere un luogo di eletti e non di nominati dalle segreterie di partito, altrimenti hanno ragione i Simpson quando dicono che il Parlamento italiano è corrotto.

    b. Grillo e Casaleggio sanno con certezza assoluta che l’attuale legge elettorale garantisce la possibilità al M5S di poter contare solo ed esclusivamente sull’immagine che da Roma (o meglio, da Genova) verrà data al movimento, senza dover fare i conti con il territorio e quindi con ogni singolo candidato che, in molte occasioni, si ritroverebbe a doversi confrontare con altri candidati molto più preparati e magari più validi (dirlo non deve essere oggetto di vergogna o un eresia, perché è così!). In parole povere, addio al populismo.

    Ma tolto il porcellum e il populismo, quale peso avrebbe in Parlamento il Movimento 5 Stelle?

    Le parole di Grillo, ora, gli si ritorcono contro:

    1. Rifiutata la possibilità di essere parte di un governo del cambiamento proposto da Bersani, rifiuto che ha portato alla giustificazione politica (come è scritto nello scandaloso libro di Geloni/Di Traglia) del governo delle larghe intese;
    2. Aver bruciato, di fatto (a causa del troppo orgoglio e della poca propensione al dialogo), la candidatura a Presidente della Repubblica del Prof. Stefano Rodotà;
    3. Impantanati in un sistema decisionale interno fittizio, dove su tematiche delicata gli unici a prendere una decisione sono Grillo e Casaleggio, per di più causa di perdita di tempo (vedi la questione sulla legge elettorale);
    4. Soggetti a virus mutante, secondo gli umori del guru, su temi cardine e di estrema attualità (vedi sempre questione legge elettorale).

    Ne ho elencati 4, ma una cosa è certa, a causa di questi enormi problemi, il Movimento 5 Stelle sta uscendo dalla Storia del nostro Paese e forse, non è mai entrato, sul serio.


  • Report sul M5S del 19/05/2013

    Siccome siamo molto attenti alla trasparenza e siccome non possiamo non ascoltare quello che rimbomba nelle stanze a 5 stelle, i soliti slogan, per intenderci, è giusto anche andare oltre e capire se effettivamente il Movimento è quello che si auto definisce oppure se ci sono delle incongruità tali da rendere quanto più volte detto da Grillo semplicemente messaggi pubblicitari e di marketing politico.