Tag: austerity

  • Il Vicepresidente dell’Europarlamento risponde alle domande della Rete Universitaria Nazionale sulle sorti dell’Erasmus e delle prospettive europee alla luce delle politiche di austerità volute da alcuni paesi.

    Con il Vicepresidente del Parlamento Europeo, l’On. Gianni Pittella, abbiamo parlato della questione dei fondi per il progetto Erasmus, di rischi e prospettive per l’integrazione europea.

    1.Quando il capo della commissione bilancio del Parlamento europeo Alain Lamassoure dichiara “L’European Social Fund è in bancarotta e non è in grado di rimborsare gli stati; la prossima settimana toccherà al programma studentesco Erasmus” fa all’allarmismo o dice il vero? Quali sono i motivi di questa “bancarotta”?

    Il rischio c’e’, anche se va inquadrato dentro una più generale difficoltà di bilancio dell’Unione. Tra l’altro il Programma Erasmus non e’ direttamente finanziato dal FSE, e il 23 ottobre la Commissione dovrebbe presentare al Parlamento una proposta di parziale “assestamento” che dovrebbe consentire di rinvenire le coperture sia per Erasmus sia per le azioni legate alla Ricerca e all’Innovazione. Ovviamente poi la palla passera al Consiglio e ai Governi.

    2.Quali sono i reali rischi per gli studenti che hanno già vinto il bando di concorso Erasmus per l’anno accademico appena iniziato? Quali le prospettive per il prossimo?

    Chi ha gia’ un contratto dovrebbe poter partire tranquillo. Almeno questo e’ ciò che ci comunicano gli uffici che coordinano e gestiscono il Programma Erasmus. Tra l’altro, se cosi’ non fosse, occorrerebbe una qualche comunicazione ufficiale da parte della Commissione, ad oggi ancora non pervenuta. Certo non possiamo, con tutto il rispetto, dare risposte tecniche di merito sulla scorta di una intervista o di una dichiarazione, come quella resa da Lamassure.

    3.Soffoca, tra austerity, fiscal compact e ritrosie degli Stati nazionali, lo spirito di cittadinanza europea. Noi vediamo una volontà politica alla base di queste scelte, non un destino di declino inevitabile. Dov’è vive oggi l’alternativa, dov’è finito lo spirito dell’Europa di Delors e del Processo di Bologna?

    Il momento non e’ affatto semplice per gli europeisti e i federalisti. Già da tempo, in verità’, il processo di integrazione sta vivendo una fase di grande difficoltà anzitutto a causa dell’assenza di una leadership forte ed europeista nei principali Stati membri. Certo, oggi con Monti e Hollande va molto meglio, da questo punto di vista. Tuttavia, come conferma la gestione del dossier Grecia o le intempestive e deboli risposte alla crisi economico – finanziaria mondiale, siamo assai lontani da una Unione vero soggetto politico, incisivo ed efficace. Questo e’ un momento in cui occorre in modo particolare la spinta dei cittadini per una ripresa vigorosa del processo di integrazione. Oltre ogni miope e bieco piccolo interesse nazionale di corto respiro.

    [Fonte: Runonline.it]
  • Dal suo blog, il Vice Presidente dell’Europarlamento, Gianni Pittella, commenta così il salvataggio dell’Erasmus da parte della Commissione UE.

    ”Dopo le reazioni durissime contro la riduzione dei fondi per il programma Erasmus nel 2012 la Commissione europea ha annunciato che presentera’ un bilancio di rettifica con cui saranno integrate le disponibilita’ in modo da evitare danni agli studenti che rischiavano di perdere il contributo per le ultime mensilita’ dell’anno”. Lo rende noto il vicepresidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella. ”L’attacco e’ sventato ma questa e’ una nuova lezione da imparare – commenta l’europarlamentare del Pd – la linea dell’austerita’ cieca e indiscriminata di alcuni governi rischia di travolgere anche conquiste fondamentali e ormai consolidate dell’Unione europea come l’Erasmus per i giovani, e’ una politica che va profondamente corretta’

    [Fonte: GianniPittella.it]
  • Drammatico. È l’aggettivo più adatto per descrivere quanto sta accadendo agli studenti europei in questi ultimi giorni.

    Fallito. Il progetto “Europa” come visione di unione culturale e sociale sta scomparendo, il segnale più forte ci viene dato dalle notizie che ci giungono da Bruxelles in queste ore.

    I fondi per le mobilità studentesche sono agli sgoccioli, autrice: l’austerity dell’Europa vittima della crisi economica.

    A lanciare l’allarme è il presidente della commissione Bilancio del parlamento europeo, il francese Alain Lamassoure (Ump-Ppe) che denuncia quanto poco lungimirante e distruttiva sia stata la decisione del Consiglio Ue che, l’anno scorso, con in prima linea Gran Bretagna, Olanda, Danimarca, Svezia, Finlandia, la Germania della Merkel e la Francia dell’allora presidente Sarkozy, con il supporto dell’Europarlamento, ha tagliato 3 miliardi di euro dal bilancio dell’UE per il 2012 e come se non bastasse, ha bocciato, sempre lo scorso anno, un bilancio correttivo per il 2011, costringendo l’Esecutivo UE a pagare diverse fatture con i fondi destinati al bilancio del 2012.

    Pochi finanziamenti che rischiano di ridursi ancora, infatti la nuova richiesta da parte del Consiglio è di un taglio pari a 5 miliardi€, di più rispetto a quella disastrosa decisione che ora getta nel baratro l’Erasmus. Il bilancio correttivo sarà presentato dalla Commissione UE il 23 ottobre 2012, ma se questo verrà bocciato e modificate ulteriormente le prospettive di finanziamento per il 2013, da parte del Consiglio e del Parlamento Europeo, allora difficile sarà la situazione per gli Stati Membri dell’UE che usufruiscono dei fondi, ormai diventati di vitale importanza per la salvaguardia di servizi come la mobilità per studenti, ricercatori e lavoratori, formazione professionale, innovazione e ricerca.

    La disoccupazione giovanile dilaga in Europa (22,5%) e in Spagna più di un ragazzo su due è senza un lavoro. Il progetto Erasmus, forte strumento di contrasto all’impoverimento culturale e sociale dell’Europa conservatrice non potrà essere sostenuto neanche fino alla fine del 2012, poichè mancano all’appello 400 milioni di euro, indispensabili per garantire la mobilità agli studenti europei.

    Lanciamo un appello all’UE e alle forze progressiste europee, affichè ci sia un netto cambio di rotta che porti al centro della discussione europea la sorte delle giovani generazioni in formazione nelle scuole e nelle università, considerandole colonne portanti del progetto europeo, da sostenere e rafforzare sempre e di più.