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  • Divieto di commentare atti amministrativi sui social? Il Comune di Bari ha fatto benissimo

    Divieto di commentare atti amministrativi sui social? Il Comune di Bari ha fatto benissimo

    Su Repubblica Bari, oggi, esce una notizia rimbalzata anche su giornali nazionali, nel quale si ritiene che il Comune di Bari abbia messo il bavaglio ai dipendenti pubblici dell’ente, grazie al nuovo Codice di comportamento approvato nei giorni scorsi. Un nuovo regolamento che prevede il divieto assoluto di timbrare e andar via dall’ente anche con la scusa di “parcheggiare” l’auto, o di ricevere doni che ammontino ad un valore superiore ai 100 euro.

    Ma la norma incriminata riporta quanto segue:

    “Il dipendente si astiene dall’esprimere, anche nell’ambito dei social network, giudizi sull’operato dell’ente, derivanti da informazioni assunte nell’esercizio delle proprie funzioni, che possano recare danno o nocumento allo stesso”

    Qualcuno dice che è scandalosa, altri che è inutile – perché riporta già qualcosa che la legge regola, quale il segreto d’ufficio – ma in realtà è l’ennesima polemica basata sul nulla.

    Il Codice del comportamento dei dipendenti pubblici è un ottimo strumento di tutela del cittadino, prima che dell’ente. Infatti, il Codice deve essere esposto in ogni luogo dove il pubblico ha accesso e, quest’ultimo, può invocarne le norme ogni volta un dipendente pubblico non si attenga alle stesse.

    Vietare ad un dipendente comunale di commentare un provvedimento amministrativo sui social network è sinonimo di buon senso, oltre che di tutela del buon costume. Quindi questa polemica va rispedita al mittente, perché non si parla né di bavaglio né di diktat.


  • 12ª puntata di Radio Locale

    Riascolta la 12ª puntata di Radio Locale.
    Ospiti del giorno:

    • Francesco Nicodemo: Responsabile nazionale alla Comunicazione del Partito Democratico – Segreteria Renzi;
    • Antonio Decaro: Candidato sindaco alle Primarie del centrosinistra di Bari, Deputato del PD.


  • L’estate sta finendo…il Porcellum resta qua…

    L’estate sta finendo…il Porcellum resta qua…


    Canticchiando la famosissima canzone di Righeira, mi viene da pensare a quello che ci aspetta alla fine delle vacanze estive. Non parlo certo di ovvie situazioni, come l’inizio della scuola, dell’università, il ritorno al lavoro (per chi ce l’ha), ma di un argomento politico che galleggia nei vasconi di Montecitorio e Palazzo Madama: il “Porcellum & Friends”, e di amici l’attuale legge elettorale ne ha davvero tanti, visto e considerendo il fatto che giace ancora nella nostra legislazione e non ha alcuna intenzione di lasciare il posto ad un nuovo sistema elettorale, capace di garantire democrazia ed elezione diretta dei parlamentari, durante le Politiche del 2013.
    Ma la domanda sorge spontanea: e se il Porcellum resta al suo posto?? Domanda da 1 milione di € e la risposta lo è di altrettanto valore, anche se qualcuno cerca di mettere sul tavolo soluzioni condivise, come ad esempio l’istituzione di primarie ad hoc per formare le liste regionali dei parlamentari.
    Fin qui, tutto è accettabile, se non che, sia da una parte che dall’altra le aspettative sono varie e di varie finalità: c’è chi vorrebbe l’elezione diretta per arroccarsi nel suo territorio, magari perchè “volto nuovo” o perchè sicuro di un consenso forte, che lo legittimi a sedere su uno scranno della Camera o del Senato. “Ma i volponi sono dietro l’angolo”, diceva la gallina mangiata la notte scorsa, ed infatti anche in politica – che pullula di volponi brizzolati, il pericolo è in agguato: la maggior parte di chi oggi viene chiamato Onorevole o Senatore, di chi viaggia in comode autoblu e con uno stipendio “modesto che spesse volte non consente di arrivare a fine mese” [cit. On. Luca Barbareschi – Gruppo Insalata Mista]), sanno con certezza che in caso di voto di preferenza, non prenderebbero nemmeno quello del loro coniuge, allontanando per sempre centinaia di “morti di fame” da altrettante centinaia di benefit, per non parlare di chi deve maturare il vitalizio (minimo 5 anni di mandato, per ottenere la minima, ogni anno in più di attività parlamentare corrisponde ad un cospicuo aumento.
    Non sopporterei ancora facce viste e straviste in Parlamento, ne tantomeno dover vedere spezzata la speranza di un ricambio generazionale, per non parlare dell’ennesima impossibilità da parte dei cittadini di scegliere il proprio rappresentante.
    Tre giorni fa leggevo un’intervista di due importanti esponenti del PD Pugliese, Antonio Decaro e Fabiano Amati, rispettivamente Capogruppo PD alla Regione Puglia e Assessore alle Opere Pubbliche della Giunta Vendola: nella loro intervista c’era un messaggio chiaro, che ormai non si può marciare sopra il marcio, perchè a furia di chiudere un occhio a tutto, si diventa cechi, impassibili dinanzi al torto, incapaci di affermare ciò che è meglio per tutti.
    La sopravvivenza di questa legge elettorale sarà un test per la Casta, per vedere se qualcosa è cambiato oppure no, se il vento che tira è nuovo oppure reciclato e impregnato di deodorante per nascondere l’odore di vecchio. Tutto questo sarà sotto gli occhi di tutti. L’estate sta finendo, bisogna rimettersi in moto, nel più giusto dei modi e con le più giuste idee.