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Parlando di università
Con il Rettore dell’Università degli Studi di Bari, Corrado Petrocelli, i Giovani Democratici della Puglia e la Rete Universitaria Nazionale a discutere di università e welfare studentesco. A Bari.
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Facciamo le primarie di circolo
Mentre Epifani annuncia il Congresso PD entro l’anno, io propongo qualcosa di diverso da quella che è la tendenza nazionale: primarie per eleggere, con e per i cittadini, i nuovi segretari di circolo del Partito Democratico.
Più volte si è ribadita la necessità (sbagliata) di ritornare ad un congresso chiuso, fatto di tesi, falsi probiviri, ridando in mano alle correnti il potere decisionale su chi dovrà guidare (far rinascere) il PD nei prossimi anni. Quanto di più sbagliato ci possa essere.
Si giustificano con l’altolà verso chi potrebbe cercare di intrufolarsi e depistare la linea del partito, ma come disse qualcuno, chi è quel pazzo che si vuole intrufolare nel PD con tutto quello che il PD sta passando? Mai qualcosa di più chiaro. Mai qualcosa di più necessario: la gente che comincia ad interessarsi al PD.
Non dobbiamo avere paura di chi si “intrufola”, perchè un partito che teme il contributo dall’esterno o non ammette partecipazione che non sia radicata in 50 anni di correntismo, non è un partito e non può essere il PD.
Dobbiamo riprenderci il partito e non possiamo assolutamente assistere all’ennesimo passaggio di consegne da una corrente ad un’altra. Siano i cittadini a decidere, così come decisero nel 2009, per la segreteria nazionale e regionale. Estendiamo le primarie anche per le segreterie locali, sia provinciali che di circolo. L’obiettivo è quello di creare anche primarie non autorizzate, perchè alla fine conta il risultato e non il metodo (in un certo senso), basta un gazebo e dei moduli prestampati con i nomi dei candidati. Il congresso lo si farà per le strade e non in una saletta chiusa. Ci guadagneremo tutti, perchè l’obiettivo è quello di invertire la rotta e portare alla fase nazionale la volontà degli elettori, dei cittadini.
Credo che se l’onda che travolgerà il Partito Democratico, nella sua fase congressuale, sarà frutto della partecipazione democratica e non delle ennesime lotte tra correnti e/o nostalgici delle vecchie sigle, beh, il PD starà facendo il passo giusto per trasformarsi in quello che si è sempre professato di essere: un partito popolare, aperto, al passo con i tempi e in grado di rigenerare nuova linfa per la politica del Paese. Ora più che mai serve partecipazione. Ora più che mai dobbiamo pretenderla. Ora più che mai il PD non può chiudersi in se stesso. Ora più che mai il PD deve diventare il PD.
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Meno studi più guadagni. E la meritocrazia?
Leggevo, proprio qualche ora fa, un servizio de Linkiesta.it sul salario dei giovani laureati, con una differente prospettiva nel corso degli anni.
A quanto pare, meno ti laurei e più guadagni. Quanto di più coerente ci possa essere con il messaggio meritocratico che questo Paese cerca di inviare al mondo intero da anni (con scarsi risultati).
La riforma universitaria del “3+2”, varata nel 1999 nell’ambito del processo di Bologna, ha istituito due livelli di preparazione accademica, consentendo agli studenti di valutare, dopo tre anni di università, se proseguire gli studi. È importante domandarsi se questi due anni aggiuntivi di istruzione siano compensati, al termine degli studi, da un “premio salariale”, in altre parole se valga la pena, da un punto di vista di guadagno, “sacrificare” due anni di lavoro (e sostenere costi aggiuntivi) per investire sulla propria formazione.
Ecco il primo grafico in cui i dati sono a favore della tesi “meglio la zappa che la penna”
Per non parlare della differenziazione salariale tra i settori, nel primo anno di lavoro dopo la laurea, dove, salvo qualche caso sporadico, la specialistica offre pochissime possibilità di accedere ad un trend salariale migliore (visti i sacrifici nell’aver studiato per altri 2 anni). Altra cosa fondamentale, da non sottovalutare, è che l’età di chi si ferma alla triennale, nel momento della laurea, è più elevata rispetto a chi continua con gli studi.
Riportando dei dati apparsi sull’articolo
Inoltre, il 40% di loro trova un impiego di natura stabile contro il 33% dei laureati con specialistica. Ancora più importante è il fatto che il 37% dei laureati triennali sono impiegati in un lavoro che avevano cominciato precedentemente al conseguimento della laurea triennale (e questo può spiegare la maggiore durata negli studi) mentre nel caso dei laureati alla magistrale questa misura si riduce al 21%.
Queste differenze si ampliano ancora di più se consideriamo gruppi disciplinari con premium negativi. Per esempio, si osserva che sostanzialmente metà dei laureati triennali in discipline letterarie (filosofia, lettere e storia) prosegue un lavoro iniziato prima della laurea. Inoltre, il 57% di questi studenti dichiara che la laurea triennale ottenuta non è per nulla efficace nello svolgimento della attività lavorativa.
Sembrerebbe dunque che molti laureati di primo livello decidano di continuare un lavoro iniziato prima del conseguimento del titolo; lavoro che in alcuni casi non ha nulla a che vedere con il tipo di laurea conseguita (1). È possibile, tuttavia, che questi studenti non trovino posizioni lavorative che consentano un avanzamento professionale rilevante, data la mancanza di una successiva laurea specialistica. Di conseguenza si dovrebbe osservare nel tempo un processo di “recupero“ da parte degli studenti in possesso di conoscenze più avanzate in virtù del titolo magistrale.
Ma c’è un ma in tutto questo, se pur in modo abbastanza eterogeneo: nel corso degli anni chi ha ottenuto una laurea specialistica ha visto il proprio salario aumentare, a differenza dei suoi colleghi con il diploma di laurea e lo possiamo vedere in questo ultimo grafico
Inutile dirvi quale, secondo me, dovrà essere la priorità per il nostro Paese, se vogliamo realmente uscire da questo pantano sociale, invertendo la rotta e dando vita ad una spirale virtuosa salario-consumo non indifferente. È vero sì che la politica, molte volte, la si fa con i numeri e i tatticismi (purtroppo), ma il vero sostegno alle famiglie deve necessariamente partire dal salario, da una maggiore capacità d’acquisto delle famiglie, senza inondare di tasse i cittadini, ma rendendo tutto più semplice, garantendo quel principio di autonomia economica, oggi quanto mai vitale.
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Il viaggio delle due spose
Girovagando nella Rete, mi sono imbattuto in questo portale, un blog per l’esattezza, nella quale due donne, Lorenza e Ingrid, raccontano passo dopo passo il loro matrimonio che, secondo i piani, si terrà il 21 giugno in Svezia. Oltre ad essere un progetto (quello del blog, ndr) che ha riscosso molto successo in Italia e all’estero, è anche un bellissimo messaggio contro le intolleranze, contro l’omofobia dilagante, contro quell’anti-libertà che costringe l’essere umano a trasformarsi in mostro e a discriminare il prossimo. Bellissima idea quella di Lorenza e Ingrid, alle quali vanno i miei più sentiti auguri!
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e l’italiano fu discriminato
Com’era quella dolce, aulica frase venuta fuori da quel buco di fogna di quella leghista, contro il Ministro Kyenge? Beh, come si suol dire, noi italiani sappiamo sempre come essere controcorrente e lo stiamo, di nuovo, purtroppo, dimostrando.
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Un referendum per il parco Gezi
Un barlume di speranza per i giovani turchi che in questi giorni sono in Piazza Taksim ad Istanbul contro il governo di Erdoğan che vuole abbattere il Parco Gezi e far costruire su quel suolo un centro commerciale e una moschea.
A loro va la mia (e sono sicuro vostra) vicinanza!
#occupygezi