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  • in quello che accade a Roma.

    Una chiave di lettura la da Claudio Cerasa, oggi, sul Foglio. (Il link rimanda ad un sito terzo perché è un contenuto riservato agli abbonati).

  • Dopo le dimissioni di Marino, in Capitale sono spuntate come funghi bandiere di Fratelli d’Italia (il partito di Alemanno) e di Noi con Salvini (quelli di “Roma ladrona, la lega non perdona”). La Lombardi (M5S) ha espresso il suo desiderio di fare il Sindaco, Di Battista dice di metterli “alla prova”, come se Livorno e Parma non siano già abbastanza.

    Provo un brivido lungo la schiena e credo che il PD, con questo gesto, abbia fatto un grosso errore, peggio di quello dei 101.

  • Non c’è assolutamente bisogno che dica altro, se non rimandandovi ad un articolo scritto da Francesco Luna, sul suo blog.

    Ogni singola parola, ogni singolo periodo, sono importanti per comprendere come stanno davvero le cose a Roma e perché il suo Sindaco è, da molto tempo ormai, una sagoma che tutti usano per il tiro a segno giornaliero. Pecoroni da tastiera, pecoroni nella vita, pecoroni nella politica. Insomma, sempre di pecoroni si tratta. Certo, a volte sono travestiti da leoni, ma basta togliere la maschera per comprendere che siamo di fronte ad un linciaggio mediatico-politico costruito ad hoc, sfruttando l’ignoranza dei cittadini (che su Roma sono informati quanto su quello che accade ad Honululu) e i soldatini d’assalto – giornalisti, commentatori e opinionisti che si fregiano del titolo ma che rappresentano quella parte marcia del Paese, asservita al potere – un linciaggio quotidiano che sta distruggendo Roma, più che Marino.

    Leggete l’articolo di Francesco Luna e capiterete perché, se lo avete mai fatto, arrabbiarsi verso Marino è un grande, grandissimo errore.

  • Oggi, per Post Meridiani, ho scritto questo post. L’ho fatto senza guardarmi indietro, devo esservi sincero.

    […] Dicono che la libreria più importante sia quella che c’è in ognuno di noi – quella dell’anima – per definizione astratta. Sono d’accordo con questa teoria e, per quanto possa sforzarmi di non pensarci, credo che nel nostro tempo, a giudicare dall’aridità dei sentimenti e dall’odio che rimbalza, come un proiettile impazzito, da un essere umano ad un altro, credo che quelle librerie siano vuote o che siano state distrutte dall’onda anomala della barbara ignoranza. Ecco perché, quando sento parlare di cultura, non posso che pensare ad una rivoluzione. Tutta in salita, ma non senza una meta.

  • Per i 90 anni di Andrea Camilleri, la Rai ha trasmesso una intervista-documentario al grande scrittore di Porto Empedocle. Vi consiglio di guardarlo. Ad ogni parola c’è una lezione di vita che va colta e fatta propria.

    Ps. il video ha i sottotitoli francesi, ma l’audio è in italiano (e in siciliano).

  • Continua la discussione scaturita dal complesso di inferiorità che ha colpito, tragicamente (aggiungiamo noi), Stefano Feltri – giornalista del Fatto Quotidiano – in merito alla scelta di studiare una materia umanistica anziché scientifica. Secondo il giornalista la laurea è un investimento economico. E basta. Perciò dovremmo scegliere il nostro percorso universitario, nello stesso modo con cui scegliamo una macchina o una casa.

    Oggi vi consiglio di leggere questa interessantissima riflessione di Luigi Daniele, sul suo nuovo blog. Colgo l’occasione per augurargli, pubblicamente, buona fortuna con il suo “spazio” personale.