Categoria: Politica

  • Il congresso del PD deve essere un momento di confronto serio, non una cerimonia flash in cui mettere fine alla richiesta di una consistente parte del partito di celebrarlo, come fosse un contentino.

    Il fronte progressista occidentale è in piena crisi identitaria, come si pensa di sciogliere tale crisi, da noi, con un mini-congresso?

    La discussione deve partire dai circoli, dalle piazze, dalle strade. Basta bracci di ferro, basta arroganza e messaggi di sfida.

    Sto vedendo diversi esponenti del mio partito muoversi non per ragioni politiche, ma per meri attriti personali. Ma cosa pensate, che i cittadini ci comprendano? Che restino a guardare questo teatrino?

    Serve serietà e voglia di discutere. Se Renzi vorrà celebrare il congresso in poco tempo, vuol dire che non ha capito a cosa serva un congresso. Non ha capito cosa sia un partito.

    Sono fiducioso, però, e spero che si riesca a rimettere in moto i principi dello stare insieme e della natura democratica del PD.

  • Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato.

    Lo sapevo perché, in un percorso lungo e senza fine, di piombare nell’abisso del dubbio e dello sconforto non è cosa assai difficile.

    Ecco, tutto questo è ciò che sto vivendo io, ora. Dubbio e sconforto su ciò che realmente credevo fossero le verità e, invece, si sono dimostrate come una fumosa, a volte, motivazione per divagare nello spazio e nel tempo, scappando dai veri problemi e dalle cose veramente importanti.

    Se la Politica diventa dubbio, allora non ci sono certezze immutabili. Questo è il messaggio che mi sento di dare. Il più forte, il più sincero.

    E lo dico, guardate, senza retorica alcuna, perché vedere il proprio percorso essere annebbiato e ostacolato da una concezione dell’impegno davvero disgustosa e dilagante non è proprio bello. No.
    Ciò che prima era confronto, oggi, si è trasformato in una grande arena, con sugli spalti gli ultras e sul campo leader e leaderini di turno, pronti a sfidarsi a colpi di parole, insulti e poco più.

    Io non sono un ultras. E non lo voglio essere. Perciò parlo e parlo, mi confronto con me stesso e penso che, se le cose non cambiano, non sarò io di certo a cambiare. E allora non potrò far altro che prendere la mia strada, slegata da quella di chi ragiona privandosi della vista panoramica delle cose, pensando di conoscere tutto e il contrario di tutto soltanto grazie alla visuale limitata della propria finestra.

    Agli amici e compagni del mio partito, in cui milito con determinazione, dico solo di guardare oltre il proprio naso, di farlo senza arroganza e senza violenza alcuna. Di farlo con la consapevolezza che noi, anima del sogno che diede vita a ciò che oggi è casa nostra, ci facevamo forti della nostra natura democratica e pluralista ma adesso, invece, pare che per alcuni sia diventato motivo di disturbo. Se c’è qualcuno che ha modificato il proprio punto di vista, quel qualcuno non è chi oggi chiede spiegazioni o solleva questioni, ma chi non considera una ricchezza tutto ciò.

    Ad alcuni in particolare dico che forse, per andare avanti, bisogna saper scindere i piani delle relazioni umane: da una parte le relazioni politiche, dall’altra le amicizie o le appartenenze ad un territorio.
    Tutto è mutamento. Tutto è una grande massa informe a cui noi decidiamo che forma dare, di volta in volta, a seconda di ciò che dobbiamo affrontare. Niente è scontato, né le spiegazioni su ciò che ci circonda e né la mia posizione circa tutto.

    E quindi il dubbio. Bertolt Brecht diceva

    Tu, tu che sei una guida, non dimenticare
    che tale sei, perché hai dubitato
    delle guide! E dunque a chi è guidato
    permetti il dubbio!

    e quindi è questa la natura del dubbio in sé: motivo di cambiamento, di sguardo diverso, di prospettive nuove e, forse, migliori. Senza il dubbio, non ci può essere la vita. Senza il dubbio non riusciremmo a fare le nostre scelte migliori.
    Chiunque sia troppo sicuro delle proprie scelte, senza mai mettersi in dubbio, potrà fare la scelta giusta per un numero definito di volte, ma arriverà il momento in cui la scelta sarà sbagliata tanto da distruggere tutto ciò che fino a quel momento si era costruito.

    E bene, applicando questo filosofia alla quotidianità e alle scelte in ogni campo sociale in cui decidiamo di profondere il nostro impegno, probabilmente sto vivendo quel momento importantissimo che non posso trattare con sufficienza.

    E se dal dubbio e dallo sconforto io debba segnare un tracciato, non può che essere uno soltanto: è in questa fase che si conoscono le proprie vere priorità. I sentimenti, lo studio, la dignità propria e degli altri e l’impegno per qualcosa di autentico.

    Il mio impegno, nella politica di tutti i giorni e nello studio continueranno, ma probabilmente sarà diverso. Più ricercato, più esigente e, credo, più autentico di quanto già non lo fosse stato sino ad oggi.

    Siamo eterno siamo passi siamo storie
    Siamo figli della nostra verità

    — Fiorella Mannoia / Che sia benedetta

  • Malloch potrebbe diventare il nuovo ambasciatore USA per l’Unione europea, a Bruxelles.

    Uno dei più grandi sostenitori del declino dell’Unione, assieme al Presidente Trump, tanto da applaudire il Regno Unito per la sua scelta di uscirne.

    L’UE non ci sta e intende bloccare la nomina dell’ambasciatore: il procedimento prevede la notifica della nomina dall’Ambasciata USA a Bruxelles all’Alto rappresentante dell’UE (Federica Mogherini), la quale a sua volta la notificherà al Presidente del Consiglio europeo (Donald Tusk), concludendo la procedura con il silenzio assenso, dopo 30 giorni della notifica del Consiglio europeo ai 28 governi degli Stati membri dell’Unione. Il processo potrebbe ingripparsi in uno di questi passaggi. Basterebbe anche un solo Stato contrario e la nomina verrebbe bloccata.

    Attendiamo fiduciosi uno scatto d’orgoglio dell’UE nei confronti degli Stati Uniti, in completo declino morale e politico, dal 20 gennaio a questa parte.

  • La Storia, si sa, è un grande cerchio.

    Cambiano i nomi delle cose e delle persone, ma l’Umanità rivive costantemente le stesse sensazioni, come in un “eterno ritorno dell’uguale”.

    Durante la Seconda Guerra Mondiale a pagare il prezzo più alto furono gli ebrei e i loro bambini innocenti, come Anna Frank.

    Ma chi è oggi Anna Frank? Non si chiama così, magari, ma i bambini siriani sono la nuova generazione di bambini perseguitati e sofferenti senza colpe.

    Gridiamo alla Memoria ma non riusciamo a farne una lente da cui guardare le cose e tradurle per quello che sono, per non commettere più gli errori del passato.

    Leggete questo articolo, ve lo consiglio. E capirete di cosa parlo.

  • 9 colpi inferti, in una sola settimana, agli Stati Uniti e non solo. Ma si sa, ad ogni sparo il rinculo può destabilizzare colui che impugna l’arma e, in questo caso, Trump può esserne vittima molto presto.

    Lo spiega Bernard Guetta su Internazionale. Leggetelo, ve lo consiglio.

  • Oggi, nel Giorno della Memoria, voglio ricordare.

    Voglio ricordare di essere immerso in una società retta dall’ipocrisia.
    Voglio ricordare di vivere ben 73 anni dopo la fine dell’Olocausto.
    Voglio ricordare di vivere mentre, nel mondo, di olocausti ce ne sono in ogni angolo. E nessuno fa nulla. Nessuno dimostra di aver imparato dalla Storia.

    Ricordo. Ricordo. Ricordo.
    Vivo e penso che il ricordo non sia sufficiente. Serve coscienza e averla non è scontato e né facile da costruirsela.

    Vivo. Vivo. Vivo.
    Ricordo e penso alla ciclicità della Storia, alla cecità degli uomini e alla conveniente indifferenza dei potenti.

    “Meditate che questo è stato.” – Primo Levi

  • Sono passati più di 6 mesi dal Referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’UE.Era il 23 giugno del 2016 e, ad oggi, si continua ancora a fare spallucce.

    L’Alta Corte del Regno Unito (la nostra Corte costituzionale, per intenderci) ha rigettato il ricorso del Governo e ha chiesto, in modo inequivocabile, che ad esprimersi sia il Parlamento britannico sull’attivazione dell’art.50 del Trattato UE (meccanismo di recesso volontario di uno Stato membro).

    Siamo tutti amareggiati, ancora, per la scelta assunta dalla maggioranza, se pur risicata, dei cittadini britannici ma è giunto il momento di assumersi le proprie responsabilità.

    Si abbia rispetto verso le Istituzioni e i cittadini europei.