Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato.
Lo sapevo perché, in un percorso lungo e senza fine, di piombare nell’abisso del dubbio e dello sconforto non è cosa assai difficile.
Ecco, tutto questo è ciò che sto vivendo io, ora. Dubbio e sconforto su ciò che realmente credevo fossero le verità e, invece, si sono dimostrate come una fumosa, a volte, motivazione per divagare nello spazio e nel tempo, scappando dai veri problemi e dalle cose veramente importanti.
Se la Politica diventa dubbio, allora non ci sono certezze immutabili. Questo è il messaggio che mi sento di dare. Il più forte, il più sincero.
E lo dico, guardate, senza retorica alcuna, perché vedere il proprio percorso essere annebbiato e ostacolato da una concezione dell’impegno davvero disgustosa e dilagante non è proprio bello. No.
Ciò che prima era confronto, oggi, si è trasformato in una grande arena, con sugli spalti gli ultras e sul campo leader e leaderini di turno, pronti a sfidarsi a colpi di parole, insulti e poco più.
Io non sono un ultras. E non lo voglio essere. Perciò parlo e parlo, mi confronto con me stesso e penso che, se le cose non cambiano, non sarò io di certo a cambiare. E allora non potrò far altro che prendere la mia strada, slegata da quella di chi ragiona privandosi della vista panoramica delle cose, pensando di conoscere tutto e il contrario di tutto soltanto grazie alla visuale limitata della propria finestra.
Agli amici e compagni del mio partito, in cui milito con determinazione, dico solo di guardare oltre il proprio naso, di farlo senza arroganza e senza violenza alcuna. Di farlo con la consapevolezza che noi, anima del sogno che diede vita a ciò che oggi è casa nostra, ci facevamo forti della nostra natura democratica e pluralista ma adesso, invece, pare che per alcuni sia diventato motivo di disturbo. Se c’è qualcuno che ha modificato il proprio punto di vista, quel qualcuno non è chi oggi chiede spiegazioni o solleva questioni, ma chi non considera una ricchezza tutto ciò.
Ad alcuni in particolare dico che forse, per andare avanti, bisogna saper scindere i piani delle relazioni umane: da una parte le relazioni politiche, dall’altra le amicizie o le appartenenze ad un territorio.
Tutto è mutamento. Tutto è una grande massa informe a cui noi decidiamo che forma dare, di volta in volta, a seconda di ciò che dobbiamo affrontare. Niente è scontato, né le spiegazioni su ciò che ci circonda e né la mia posizione circa tutto.
E quindi il dubbio. Bertolt Brecht diceva
Tu, tu che sei una guida, non dimenticare
che tale sei, perché hai dubitato
delle guide! E dunque a chi è guidato
permetti il dubbio!
e quindi è questa la natura del dubbio in sé: motivo di cambiamento, di sguardo diverso, di prospettive nuove e, forse, migliori. Senza il dubbio, non ci può essere la vita. Senza il dubbio non riusciremmo a fare le nostre scelte migliori.
Chiunque sia troppo sicuro delle proprie scelte, senza mai mettersi in dubbio, potrà fare la scelta giusta per un numero definito di volte, ma arriverà il momento in cui la scelta sarà sbagliata tanto da distruggere tutto ciò che fino a quel momento si era costruito.
E bene, applicando questo filosofia alla quotidianità e alle scelte in ogni campo sociale in cui decidiamo di profondere il nostro impegno, probabilmente sto vivendo quel momento importantissimo che non posso trattare con sufficienza.
E se dal dubbio e dallo sconforto io debba segnare un tracciato, non può che essere uno soltanto: è in questa fase che si conoscono le proprie vere priorità. I sentimenti, lo studio, la dignità propria e degli altri e l’impegno per qualcosa di autentico.
Il mio impegno, nella politica di tutti i giorni e nello studio continueranno, ma probabilmente sarà diverso. Più ricercato, più esigente e, credo, più autentico di quanto già non lo fosse stato sino ad oggi.
Siamo eterno siamo passi siamo storie
Siamo figli della nostra verità
— Fiorella Mannoia / Che sia benedetta